Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con il punto numero 12 del nostro Ordine dei Lavori, la proposta di mozione, n. mecc. 202002589/002, presentata dalla Consigliera Carlevaris, che ha come oggetto: “Comunicazione zero stereotipi” SICARI Francesco (Presidente) Lascio, quindi, la parola alla Consigliera per l’illustrazione. Prego. CARLEVARIS Cinzia Sì, la ringrazio. Questo atto è un atto di iniziativa della Commissione Pari Opportunità in base all’articolo 36. Il testo è stato redatto accogliendo le osservazioni e i contributi di tutte le Commissarie ed i Commissari ed è una mozione che ha l’obiettivo di rendere strutturale una comunicazione pubblica della Città che non solo non diffonda pregiudizi e stereotipi, ma che diventa anche strumento attivo e strategico nella decostruzione degli stereotipi esistenti. Già nel 1917 Norman Douglas scriveva: “Si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la sua pubblicità”, questo perché la comunicazione pubblicitaria rispecchia l’immaginario collettivo, ma contribuisce anche a modellare la realtà che riflette, perché i modelli proposti influiscono su come le persone vedono il mondo e se stesse e quindi la comunicazione pubblicitaria finisce per assolvere anche ad una funzione prescrittiva, perché suggerisce il modo corretto di apparire e di comportarsi in conformità con gli ideali ed i ruoli socialmente condivisi. La pubblicità attraverso i suoi messaggi si fa vincolo di significati ideologici, lo incorpora ad una visione del mondo, manifesta, condizione il nostro modo di pensare. Per cui tutto questo assunto, quindi: che la comunicazione diffonde linguaggi e valori, contribuisce a costruire l’immaginario collettivo, orienta le opinioni, le convinzioni, gli atteggiamenti e ci dice come è meglio essere, come è ovvio che le donne e gli uomini si comportino, tutto questo premesso, abbiamo scritto questa mozione che si rifà in realtà ad un’ampia normativa di riferimento dove ci sono moltissime risoluzioni, il Consiglio d’Europa, del Parlamento Europeo, obiettivi strategici, Convenzione ONU, direttive UE auspicano un utilizzo della comunicazione pubblicitaria, pubblica, dei mass media, che forniscono rappresentazione, diciamo, bilanciata e non stereotipata e promuova la parità in tutti i settori della vita sociale, fino alla Convenzione di Istanbul e fino alle linee guida, che sono citate come ultimo punto nella normativa, delle linee guida promosse dalla Consulta Femminile Regionale del Piemonte nel 2002 per la valorizzazione dell’identità di genere dell’immagine femminile nella comunicazione istituzionale, che erano proprio rivolte alle Pubbliche Amministrazioni, in qualità di promotrici di campagne informative e di comunicazioni rivolte alla cittadinanza e erogatrici di patrocini a manifestazioni proposte da altri soggetti. Queste linee guida indicavano, insomma, dei criteri minimi per favorire il rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne nell’elaborazione dei progetti di comunicazione che sono state, sono del 2002, erano state recepite anche dalla Città di Torino, infatti adesso chi volesse chiedere per esempio un patrocinio per un evento, alla domanda di patrocinio deve anche allegare un’autocertificazione sul modulo precompilato dal Comune, in cui il promotore dell’iniziativa certifica che la comunicazione e direzione pubblicitaria che intraprenderà per promuovere l’evento, non conterrà messaggi lesivi della dignità delle persone; riproduzioni del corpo umano quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale; rappresentazione della sessualità in chiave violenta, coercitiva o di dominio,; sfruttamento dell’immagine di minori che ne leda la dignità; quindi sono dei criteri minimi, diciamo, al limite del penale. Con questa mozione noi vogliamo alzare un po’ l’asticella, cioè i criteri minimi su cui dovrebbe basarsi la comunicazione, per cui impegniamo la Sindaca e la Giunta a definire un Protocollo per una comunicazione attenta al genere, l’abbiamo chiamata “comunicazione zero stereotipi” questa mozione ed abbiamo elencato una serie di punti che dovrà contenere questo Protocollo, tra cui che venga superato l’uso strumentale dell’immagine femminile intesa come richiamo sessuale, passivo oggetto di desiderio, elemento decorativo (incomprensibile) o complemento del lusso, che siano rappresentati entrambi i sessi al fine di esplicitare il contributo di donne e uomini al corpo sociale, che venga dato conto della molteplicità dei ruoli sociali e professionali per donne e uomini, si vede che la pubblicità stereotipata in genere racchiude la donna in quattro stereotipi tipici: la mamma, la casalinga pulitrice e cucinatrice, l’algida donna in carriera, oppure l’animale sessuale molto disponibile. Quindi, chiediamo che venga proposta un’immagine più realistica sia di donna, che di uomini, che venga utilizzato un linguaggio inclusivo, che non vengano rappresentati bambini e bambine abbinati a giochi o attività stereotipati e molto probabilmente escludenti e che questo Protocollo venga adottato per le campagne di comunicazione della Città, venga allegato in capitolati di gara nel caso in cui le campagne siano affidate ad un’agenzia di comunicazione esterna all’Ente e vengano integrate nella modulistica per la richiesta della concessione del patrocinio. Poi un punto successivo, che è il punto 3) dell’“impegna”, che è quel punto che invece non solo fissa dei criteri base, ma che, diciamo, propone un’azione positiva, cioè un qualcosa per contrastare gli stereotipi già esistenti, e il punto è che venga previsto nell’ambito delle campagne di comunicazione dei grandi eventi organizzati dalla Città o in collaborazione con la Città almeno un filone comunicativo dedicato ad una decostruzione di stereotipi di genere tramite l’utilizzo di contro stereotipi, perché pare che sia il modo più rapido per decostruire uno stereotipo la rappresentazione visiva di un contro stereotipo. Per fare un esempio, se deve essere rappresentata una persona che sta svolgendo un lavoro di cura non retribuito, invece di rappresentare una donna, com’è classico che sia, rappresentare un uomo; oppure se deve essere rappresentata una persona che sta eseguendo un intervento a cuore aperto in una sala operatoria, che non venga rappresentato un uomo, ma che venga rappresentata una donna. Questo punto sull’utilizzo strategico della comunicazione dei grandi eventi per veicolare, diciamo, messaggi di civiltà sociale, è un punto a cui tengo molto perché utilizzare la visibilità dei grandi eventi per promuovere indirettamente, diciamo, modelli sociali e lavorativi, culturali verso i quali tendere, a differenza di quello che avrebbe potuto essere una campagna a sé stante nelle pubblicità progresso promosse dalla Città sulla decostruzione di stereotipi, che avrebbe avuto un costo e avrebbe avuto un inizio ed una fine, questa mozione, invece, definisce un’azione a costo zero, perché la comunicazione dei grandi eventi è già a budget per i grandi eventi. Di solito hanno i grandi eventi diversi filoni comunicativi, quindi si chiede che almeno uno venga dedicato alla decostruzione di stereotipi. Quindi non ci sono costi, è permanente e costante, i grandi eventi ci sono sempre, costantemente, in tutti i periodi dell’anno e si rivolgono a diversi tipi di pubblico, quindi riusciamo a raggiungere in questo modo differenti pubblici. Ritengo anche che sia un’iniziativa che qualifica la comunicazione e l’identità della Città a livello nazionale ed internazionale, perché evidenzia un’attenzione ai diritti, alla parità, all’inclusione (incomprensibile) civile. Per cui spero che questa mozione trovi il voto favorevole del Consiglio di oggi. Vi ringrazio. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Allora, soltanto perché ho avuto un problema nuovamente con la sala virtuale. Ho un intervento prenotato dal Capogruppo Tresso, ma non so se si sono prenotati prima altri Consiglieri, quindi vi chiedo gentilmente di aggiornarmi in tal senso. INTERVENTO No, solo Tresso. SICARI Francesco (Presidente) Allora, possiamo procedere con l’intervento del Capogruppo Tresso. Prego. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Io intervengo brevemente, intanto per ringraziare la collega Carlevaris per quest’atto che sicuramente continua a lavorare nel solco di un’attenzione che il Consiglio Comunale credo abbia rivolto in questi anni e si pone come, diciamo, tema assolutamente necessario, quello di adottare di protocolli che siano garanti di una comunicazione e di un modo di esprimersi che abbatta stereotipi come quelli che sono stati illustrati. Aggiungo che in tema, diciamo così, collegato allo stesso, avremo in settimana una Commissione che la Presidente ha accordato su mia richiesta per illustrare un aspetto che comunque ha a che fare con questo contratto (incomprensibile) stereotipi, cioè la presentazione di una proposta di legge, che riguarda le misure per il contrasto agli stereotipi di genere e per la promozione della diversità e dell’inclusione nei testi scolastici. Allora, è una proposta di legge che ci verrà rappresentata in una Commissione di questa settimana. Credo abbia una sua inerenza, perché propone dei temi, anche degli aspetti piuttosto pratici che riguardano le linee guida sulla diversità, riguardano la possibilità di formare editor e docenti ed istituire un Osservatorio e quindi sono anche elementi che, seppure su scala diversa, ma qui si sta parlando di una proposta di legge a livello nazionale, possono essere dei riferimenti che potremmo in qualche modo anche confrontare con delle reali possibilità di essere concreti anche nell’attuazione di linee che vadano nella direzione che l’atto che oggi andiamo a votare ci propone. Quindi, io implicitamente aderisco all’iniziativa proposta dalla Consigliera e quindi esprimo già anticipatamente il mio voto favorevole. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Tresso. Procediamo con l’intervento della Consigliera Patriarca. Prego. PATRIARCA Lorenza Sì. Volevo anch’io ringraziare la collega Carlevaris, ne abbiamo ampiamente discusso in Commissione. La ringrazio anche perché spesso ci dimentichiamo quanto, io stessa per prima, quanto comunque l’uso di un linguaggio piuttosto che un altro sia molto rilevante per il messaggio che poi si arriva a comunicare, quindi, in questo caso richiamare la comunicazione istituzionale al suo dovere anche educativo e formativo credo che sia sicuramente importante. Quindi anche io ovviamente voterò favorevolmente. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ora ho la Vicecapogruppo Pollicino. Prego. POLLICINO Marina Grazie. Intervento lapidario, Presidente. È solo per annunciare che voterò a favore, ma consiglio alla Maggioranza di comunicarlo anche al Senatore Morra, quando in TV, a proposito della vicenda calabrese, se ne esce con metafore indefinibili e volgari quali: “Qualcuno deve rifarsi la verginità dell’imene”. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Ho la Capogruppo Artesio. Prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Io considero quanto mai opportuna e quanto mai fondata la proposta che la Presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità ha avanzato presso i colleghi e le colleghe del Consiglio Comunale e in questo senso ho ritenuto di sostenerne l’invio dalla Commissione al Consiglio. Quindi, nelle intenzioni e nei contenuti trova pienamente il mio consenso. L’osservazione che vorrei muovere, che riguarda quest’atto, ma anche un altro atto che in parte è stato accennato dal collega Consigliere Tresso, cioè l’interruzione dell’attenzione all’educazione al genere nei percorsi formativi fin dalle prime opportunità educative dei servizi per l’infanzia, ha un grande significato, perché esprime la volontà dell’intera assemblea consiliare, ma avrebbe ancora più significato nella continuità se gli indirizzi di questa natura potessero poggiarsi su una struttura nel tempo continuativa interna all’apparato dell’Amministrazione comunale, incaricata e garante di dare continuità a prescindere dalle sensibilità che si avvicendano nelle maggioranze, salvo evidentemente, altri indirizzi di tipo politico che potrebbero sopraggiungere successivamente. Perché faccio questa riflessione? Perché con grande amarezza, ormai a quasi conclusione del mandato amministrativo, devo rilevare, dopo averlo segnalato, sia all’Assessore di riferimento, che a molte colleghe e colleghi del Consiglio, la totale assenza di iniziative di questa Giunta nei confronti di una mozione votata dal Consiglio Comunale, volta a proporre l’istituzione del Gender City Manager nel Comune di Torino, cioè di una figura di tipo apicale, cui dovrebbe competere una funzione di coordinamento trasversale sugli atti di carattere più politico espressi dal Consiglio, ma anche sull’ordinaria attività amministrativa degli Uffici, affinché ciascuna deliberazione assunta anche in ambiti settoriali di politiche puntuali, penso ai trasporti, possa essere prima esaminata con il punto di vista e l’ottica di genere, perché tutti conosciamo, per le molte ragioni che hanno svolto da premessa anche all’illustrazione di questo documento di oggi, quanto la vita e la vivibilità di una città siano differenti a seconda del differente genere, delle diverse situazioni professionali e di relazione sociale di ciascun genere, del modo con il quale si percepisce l’ambiente circostante, a seconda della propria collocazione e quindi tutte le politiche risulterebbero più efficaci se si valessero di uno sguardo di genere, che in altri paesi europei, e ormai anche in altre città italiane sono state tradotte dal punto di vista dell’impegno nelle politiche pubbliche, con l’istituzione o di una figura o di una struttura, il Gender City Manager, appunto, capace di introdurre una modalità di lettura delle determinazioni o dei processi di partecipazione con questo specifico approccio. Questa era stata la volontà iscritta in una mozione agli albori di questo mandato amministrativo. Nel 2016 era stata presentata la proposta di mozione. A quasi più di un anno e mezzo se n’era verificato lo stato di attuazione con impegni da parte dell’Assessore Giusta a procedere con diverse soluzioni organizzative da sottoporre al Consiglio, di lì ad una settimana, due settimane, a tre settimane. Siamo alla fine del mandato, il Comune di Torino ha ricevuto nella stampa nazionale, parlo di Sole 24 ore, riconoscimenti per poter essere la prima Città Metropolitana capace di istituire questo approccio e questa modalità organizzativa, nulla si è fatto e siamo quasi alla fine del mandato. Quindi io con convinzione ritrovo le mie stesse motivazioni e le mie stesse proiezioni di futuro in tanti atti che le colleghe, in particolare la Consigliera Carlevaris, stanno sottoponendo alla nostra attenzione. Mi dispiaccio che non possano incardinarsi strutturandole in una struttura ed in una funzione stabile del Comune di Torino. Voterò ovviamente l’atto che è sottoposto al nostro giudizio, ma con questo rammarico. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con la Vicepresidente Ferrero. Prego. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Io ringrazio la Presidente Carlevaris per questa mozione che ha tanti richiami ad una serie di azioni che sono raccolti in qualche modo, cuce i fili di tantissime situazioni in cui questo tema è stato affrontato a livello anche nazionale e in qualche modo vuole fare atterrare però nel Comune di Torino e su quella che è la nostra comunicazione. Sicuramente noi viviamo in un mondo di comunicazioni ed apparteniamo ad una modellizzazione collettiva. Lo verifichiamo attraverso le immagini che vediamo anche camminando per strada, le immagini delle donne, le statue della Città, queste immagini sempre molto stereotipate. È un cambiamento culturale, è un cambiamento di cui parliamo un po’ da troppo tempo e forse non siamo ancora riusciti comunque a renderlo così importante sulle nuove generazioni. Abbiamo bisogno di modelli dove le ragazze si riconoscano. Io continuo a parlare di non appiattire le diversità, ma di dare più rilevanza alla femminilità. Io cito per esempio una campagna che in qualche modo a me ha colpito molto, che è di questi giorni, quella degli assorbenti della Lines. Se io dico assorbenti della Lines è facile che io finisca sui giornali per questo, perché parlare della femminilità è una cosa che è ancora un tabù, è una cosa che normalmente non si può affrontare. Ecco, invece noi dobbiamo pensare a delle ragazze che, nonostante siano ragazze, cioè fiere, consce della loro femminilità, possono anche ambire a diventare Presidente della Repubblica. Ecco, queste sono le nostre ambizioni, che tutte possano riuscire ad immaginarsi anche nei ruoli apicali, perché le donne nel lavoro hanno difficoltà, hanno difficoltà a trovare, anche se spesso sono molto più scolarizzate degli uomini, però a trovare quella spinta anche emotiva che danno purtroppo gli stereotipi di genere. Pensiamo anche al discorso della bellezza del corpo femminile, ma perché non anche la bellezza del corpo maschile. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. FERRERO Viviana (Vicepresidente) (Voci sovrapposte) che spesso dà il problema, per esempio, di modelli irraggiungibili, come scrive la Consigliera Carlevaris che poi provocano dei problemi alimentari, per esempio, come l’anoressia. Quindi, io l’ho sempre detto, è un percorso che abbiamo iniziato quattro anni e mezzo fa, partendo dal bullismo, mettendo insieme tanti pezzi, credo che questa mozione si inserisca perfettamente in un percorso molto più ampio di decostruzione e di soprattutto supporto nelle nuove generazioni alle nostre ragazze. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Petrarulo. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Anche io faccio parte della Commissione di Pari Opportunità e quindi, quando è stato proposto e quando nei Capigruppo abbiamo chiesto di calendarizzarla, quindi scavalcando la miriade, come lei ben sa, di mozioni ed ordini del giorno che languono nel nostro “Filippo”, così viene chiamato, lo dico per chi ci ascolta, quel lungo elenco di mozioni e all’ordine del giorno che non riusciamo mai a portare avanti su altri e tanti argomenti. Non si poteva non fare anticipare quello che era questo qua, questa mozione sugli zero stereotipi, anche per un semplice discorso, siamo qualche giorno dopo alla ricorrenza, alla data dove naturalmente viene considerata quindi, quella (incomprensibile) sulla donna, che naturalmente, nonostante tutto nella stessa data abbiamo visto quello che sta succedendo in varie parti d’Italia, cos’è successo ad alcune donne. Sono convinto naturalmente che un documento... Dico la verità, riporta tantissime cose, fa molti richiami a convenzioni, leggi, risoluzioni, programmi, basterebbero due righe, secondo me, l’ho detto allora e lo ripeto oggi, lo stereotipo, la donna secondo me non ha bisogno di tutele, perché non lo ritengo un animale da tutelare, così come l’uomo naturalmente, anche perché ha un’intelligenza superiore, l’ho detto in quella sede e lo ripeto oggi. Penso che nel privato non ci siano tutte queste cose che diceva pocanzi qualcun altro che mi ha preceduto, perché io parlo personalmente, se debbo avere una collaboratrice o debbo avere qualcuno che... parlo di un campo privato, perché nel pubblico è un po’ diverso nel pubblico, parliamoci chiaro, o nella politica, ma nel campo privato, vediamo anche nel campo sanitario, fossi a capo di una società di ricerca, proprio in questo periodo, vado a scegliere la collaboratrice e ricercatrice perché ha la minigonna o è bellissima, o vado a scegliere invece una che ha capacità e, nonostante possa essere bella o meno, non me ne fregherebbe proprio niente, ha le capacità tecniche cognitive ed intellettive per poter risolvere quel problema? Solo uno stupido può, o anche una stupida, donna, che è a capo di questa società, andrebbe a scegliere forse quella che ha quell’immagine diversa, perché quando io andrò a prendere quel materiale o quel vaccino o quella medicina, non me ne frega niente se me la presenta qualcuna che ha una minigonna vertiginosa, oppure i pantaloni che siano a zampa di cavallo, (incomprensibile) e potrebbe avere quell’interesse. Credo che le donne, lo dice l’anagrafe, lo dice l’ISTAT, sono nettamente superiori di numero a quelli che sono gli uomini oggi nel territorio italiano e, se vogliono, naturalmente, non debbono avere questi (incomprensibile), anche perché ci sono già le tutele, sia negli organi elettivi, che (incomprensibile). Quando mi parlava di Presidente della Repubblica prima la Vicepresidente Ferrero, beh, basterebbe che l’elezione del Presidente della Repubblica fosse anziché nominativamente data dai partiti, siano ad elezione diretta, vorrei vedere se poi dopo la maggior parte delle donne vota un uomo o una donna. Zampa di elefante, ha ragione la Grippo, scusi, mi sono sbagliato anch’io, ma certe volte mi faccio prendere dal parlare e pensavo ad altre cose. Comunque grazie Grippo, essere precisi è giusto su queste cose, non era questo l’interesse, ma era naturalmente il Presidente. Ecco, sarebbe importante e bellissimo che il Presidente della Repubblica sia eletto direttamente a suffragio dai cittadini, quindi non ci sarebbe logica se le donne che sono in maggioranza, che vanno ad eleggere, vanno ad eleggere una donna, perché non vedo il perché ci possa essere un uomo che può essere più avvincente di una donna, intelligente. La pubblicità la fa naturalmente il marketing, quindi certe volte non mi vengono a dire, ci sono uomini anche che vengono messi sui cartelloni che diventano ridicoli per come vengono messi. Quindi, per quello quando si parla di pari opportunità, l’ho sempre detto, l’ho ripetuto anche ai tempi di quand’ero Consigliere con Chiamparino, penso che la parità non è solamente della donna, ma anche dell’uomo, lasciando perdere quello che è la violenza, ove sulla violenza naturalmente mi vede fautore di prendere queste persone, naturalmente, che fanno delle violenze alle donne di siffatta maniera e non mi dite come le metterei in galera, ma le lascerei lì buttando la chiave naturalmente, (voci sovrapposte). SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. PETRARULO Raffaele Colpevoli dalla Cassazione sono loro gli assassini. Quindi su questo non esiste, quindi, come vedete non ci sono tante cose. Chiudo naturalmente anticipando, così non togliamo tempo poi nella dichiarazione di voto, che naturalmente, nonostante la corposità di quello che è l’atto, quattro pagine per dire quello che poi alla fin fine ho detto in poche parole è: la donna, quando vale ed è capace sicuramente nel campo privato viene privilegiata, nel campo pubblico ha delle rimostranze diverse. Nel campo politico purtroppo le donne spesso e volentieri, non so perché, ma questo dovete chiederlo alle donne stesse, votano più gli uomini che le donne, ma questo qui, perché sennò sarebbero tutte quante nei posti più apicali. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) A lei. Prego, Consigliera Imbesi. IMBESI Serena Grazie, Presidente. Io volevo solo esprimere il mio dispiacere rispetto a quanto è stato detto da una Consigliera durante il dibattito. Io penso che questo sia un argomento che ci ha dato la possibilità di avere un dibattito veramente alto in alcuni momenti di questa seduta consiliare e anche nei momenti che hanno portato alla composizione dell’atto stesso. Quindi io ringrazio assolutamente il contributo di tutta la Commissione, della Presidente Carlevaris, anche le aggiunte rispetto a quanto ha detto la Capogruppo Artesio durante il dibattito. Mi dispiace solo per questa parentesi, anche perché quest’Aula credo che si sia sempre anche abbastanza distinta su dibattiti su quest’argomenti abbastanza seri che ci hanno coinvolto anche nella scrittura di documenti in questi quattro anni. Alle volte alcune esternazioni dei membri dei nostri partiti e movimenti sono più vicine alle nostre idee e altre volte no, questo lo capisce solamente chi in un Gruppo consiliare ci sta quattro, cinque anni, dieci anni. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Io non ho ulteriori richieste di intervento e allora possiamo procedere con la votazione della proposta di mozione. Lascio quindi la parola al Vicesegretario Generale per l’appello nominale. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 34 e 1 astenuto. SICARI Francesco (Presidente) Ringrazio il Vicesegretario. Quindi, con 35 Consiglieri votanti, 34 voti a favore e 1 voto astenuto, il Consiglio approva la proposta di mozione. |