Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Ogni programmazione relativa alla valorizzazione e alienazione delle proprietà comunali è evidentemente un atto di programmazione molto significativo per qualunque Amministrazione e non riconducibile semplicemente ad un inventario di valori patrimoniali. Da questo punto di vista, come ho già detto in discussione in Commissione, a me sembra che noi stiamo procedendo ad assumere una deliberazione, peraltro molto composita nei contenuti, così come è emerso anche dall’illustrazione dell’Assessore Iaria, che quindi rende anche molto complicata la valutazione di insieme da parte del Consigliere, che può trovare ragioni di consenso su alcune parti, come nel caso di acquisire locali destinati tradizionalmente, e in futuro da ridestinare, a funzioni di attività comunale, come quelli per la riprografia, insieme ad altre operazioni che invece suscitano maggiori perplessità. Perplessità che illustro sotto due profili: il primo profilo è quello che riguarda tutto il capitolo relativo alla ridefinizione dei prezzi di base d’asta delle attività dedicate all’edilizia e alla residenzialità universitaria; in modo particolare ho ricordato in Commissione che periodicamente il Consiglio Comunale aggiorna i propri indirizzi in ordine a Torino Città Universitaria e lo fa in maniera ancora più puntuale soffermandosi sul tema degli studenti fuori sede e delle modalità di accoglienza di residenzialità collettiva o di residenzialità individuali che la Città, insieme all’offerta immobiliare diffusa, rendono disponibili. Ricordo, in particolare, quanto fu dibattuto, ad esempio, l’investimento via Malta/via Lussimpiccolo relativamente ai valori che si ritenevano attribuibili ai costi di locazione in quella residenza relativamente alla possibilità di spesa degli studenti, oppure ricordo in particolare il dibattito che si è svolto con interlocutore l’Assessore Giusta relativamente alla tematica del mercato delle locazioni dedicato agli studenti. Quindi, quando si adottano delle modalità relative a funzioni di questa natura ragionando esclusivamente sui prezzi della base d’asta, a me pare che, rispetto all’organo di indirizzo politico, venga meno una possibilità di inserire il giudizio di opportunità di queste operazioni dentro all’analisi aggiornata delle finalità a cui sono destinate, e questo è il primo tema. Il secondo tema mi preoccupa relativamente a un quadro più generale che vedo emergere ed è relativo a tutta la questione del patrimonio immobiliare ricevuto per trasferimento dalle IPAB, sulle quali sappiamo che esiste un vincolo per il quale i valori introitati dalla Città devono essere destinati alle funzioni per cui le IPAB operavano e acquisivano patrimonio, cioè alle funzioni di carattere socio-assistenziale. Questo vincolo..., parliamo in questo caso di una piccola situazione, via Cardinal Massaia, ereditata dalla “Piccola Casa di Carità Madonna di Campagna”, questa valutazione viene confermata all’interno di questa deliberazione, ma c’è un procedimento che, se è formalmente fondato, va però politicamente ragionato, e incrocio questa delibera con una delibera che non arriverà all’attenzione del Consiglio Comunale, che è stata adottata il 17, quindi la settimana scorsa, dalla Giunta, relativa al Buon Pastore e alle disponibilità abitative del Buon Pastore in via Santa Chiara, dove la determinazione della Giunta, dopo una valutazione patrimoniale di quei locali, è quella di assegnare le entrate derivanti dalla vendita alla Divisione delle Politiche Sociali, contestualmente liberando quei locali dal vincolo socio-assistenziale. Ora, a parte il fatto che forse preliminarmente si dovrebbe in questo caso, come in quell’altro, ragionare se l’uso diretto per fini socio-assistenziali da parte della Città non fosse prevalente o interessante, il tema è questo: che progressivamente, anche in luoghi di pregio, come poteva essere nel caso della delibera che ho citato per affinità, anche in luoghi di pregio, che possono essere destinati, ad esempio, a funzioni di soddisfazione dell’emergenza abitativa, si consente, attraverso una rinuncia al vincolo socio-assistenziale, di operare in direzioni, diciamo, di mercato libero, conservando alle Politiche Sociali il valore economico, stabilito peraltro su una base di congruità da parte degli Uffici Tecnici, che, non sappiamo, sarà poi il valore da qui a qualche anno di quelli stessi edifici. La terza e ultima questione, sulla quale mi volevo soffermare, è quella relativa al rapporto Città e INFRA.TO su “ex Clinica Salus” in via Magenta: noi qui consegniamo a INFRA.TO la possibilità di procedere sulla base di una manifestazione di interesse che INFRA.TO ha fatto sapere alla Città essere pervenuta e stiamo di nuovo parlando di un contesto immobiliare significativo, storicamente rilevante, collocato in una parte centrale della città di cui il Consiglio Comunale non sa la destinazione, perché noi non conosciamo qual è la manifestazione di interesse pervenuta, quale funzione vi verrà allocata. Quindi, questa deliberazione nella sua sintesi ha precipuamente un valore di carattere contabile-finanziario, di cui io capisco anche la necessità, ma che in qualche modo non consente al Consiglio Comunale una valutazione di merito sull’opportunità di alienazioni e sull’opportunità di valorizzazioni, quindi da questo punto di vista non può incontrare il mio favore, ma spero che almeno che i ragionamenti che ho cercato di svolgere possano interessate il Consiglio e la Giunta. Grazie. |