Interventi |
NAPOLITANO Vincenzo Grazie, Presidente. dunque, sono state dette tante cose. Allora l’impostazione differente, un po’ diversa al dibattito, che secondo me si incentra troppo su due paradigmi che, a mio giudizio, andrebbero verificati, ossia: più Circoscrizioni uguale più partecipazione; meno Circoscrizioni uguale meno servizi, meno risorse, eccetera. Forse è questo il punto su cui dovremmo fare delle riflessioni importanti, anche in un’ottica di periodo che stiamo attraversando e di dove ci porterà con le sue mutazioni e con i suoi problemi annessi, ovviamente, perché chiaramente sta cambiando i connotati di tante cose, cioè purtroppo un periodo con cui dovremmo fare i conti ancora per molto, il cielo non voglia, ma si parla forse di una terza ondata verso la fine dell’inverno, l’inizio della primavera e comunque che avrà una scia di conseguenze che si protrarrà ancora negli anni. Quindi, fondamentalmente io di questa riforma non comprendo proprio questo voler legare assolutamente il numero delle Circoscrizioni, cioè il numero fisico delle Circoscrizioni alla partecipazione, perché forse non è neanche un discorso troppo legato al risparmio, alla possibilità che ci siano dei servizi in meno, che ci sia una partecipazione in meno, ma forse bisognava semplicemente immaginarseli differenti queste sedi delle minori Circoscrizioni. Nel senso, qualcosa ha già accennato anche prima il collega Mensio, comunque non è detto che le sedi fisiche debbano essere strutturate esattamente nello stesso modo ed essere esattamente in questa forma come le conosciamo oggi. Forse meno risorse che probabilmente avremo e che abbiamo, com’è stato anche detto, ma concentrate su meno punti, ma più efficienti, non escludono i servizi che possono dare, non escludono la partecipazione. Io, infatti, in questa delibera ho trovato proprio questi punti di debolezza, queste contraddizioni. Cioè, la (audio interrotto) sostiene che il quadro delle suddivisioni delle Circoscrizioni rilevato non è coerente con la conurbazione del territorio comunale e della Città. Personalmente dice, ecco, allora che la suddivisione in Circoscrizioni, come elaborate in origine, con ogni probabilità non è più aderente al contesto odierno e alle tendenze descritte in precedenza. È pur vero che è necessario immaginare una ripartizione che tenda ad una più efficace ed efficiente, più efficiente ed efficace, scusate, gestione dei servizi di prossimità, suddivisione che potrebbe anche avere come risultato una riduzione del numero delle Circoscrizioni. Quindi anche in delibera si tiene conto che forse questo numero di 8 Circoscrizioni, che peraltro arriva da un’altra riforma claudicante, perché partita da 5 Circoscrizioni, che poi se ne sono proposte 6, poi 7, alla fine si chiude con 8 Circoscrizioni. La delibera indica anche un percorso ben preciso che si sarebbe dovuto fare, ma che non si è fatto, come ricordava il collega prima, per determinare correttamente il numero delle Circoscrizioni realmente necessarie al fine di perseguire il risparmio di risorse pubbliche tramite un efficientamento di servizi. Appunto, lo riporta testualmente: “il Consiglio comunale della Città eventualmente in collaborazione con esperti, tra cui sociologi, paesaggisti, filosofi, urbanisti, economisti, eccetera, propongono una revisione degli attuali confini delle Circoscrizioni, basandosi su principi, il più possibile oggettivi e misurabili, tra i quali si possono elencare a titolo esemplificativo: densità di popolazione; numero di residenti; numero di elementi centrali di servizio; edifici di pubblico servizio; impianti sportivi, eccetera, elementi di camminabilità, di mobilità, di prossimità, che permettono di raggiungere i servizi essenziali e i servizi pubblici in modo semplice e in tempi ragionevoli; elementi del verde urbano; elementi naturali, ad esempio i corsi d’acqua; antropici, ad esempio strade; o storici; altri elementi legati alla sfera sociologica e culturale del territorio cittadino”. Cioè, il percorso è chiaro, ma si delega, ancora una volta, alla prossima Amministrazione, così com’è avvenuto nella riforma del 2015-2016. Cioè, fondamentalmente scelgo di non cambiare niente, niente a livello proprio intendo strutturale. Si sceglie di non rischiare, di non lasciare la struttura portante così come la si è trovata, pur non ritenendola quella più adatta, però si delega a poi si vedrà, si capirà se effettivamente ne servono 8, se ne servono 5. Per adesso ce le teniamo così come sono, anche se nasce da una riforma, comunque, anche quella buttata così un po’ a dadi sul numero delle Circoscrizioni. Si prende il male minore, lo si adatta con delle migliorie indiscutibili, infatti quella è una parte della riforma molto interessante, che vale la pena di tenere ovviamente in considerazione, sul quale è stato fatto un grande lavoro e anche io mi aggiungo ai ringraziamenti alla Commissione, alla Presidente e a tutti coloro che sono arrivati a questo risultato. Non comprendo il perché adottare per forza il paradigma che ci vogliono più Circoscrizioni per avere più partecipazione. Non è, voglio dire, il fatto che si prende in considerazione il programma di lavoro del 2016- 2021 che impegnava di rafforzare il ruolo delle Circoscrizioni come luogo di confronto e partecipazione, ma non il fatto che esso intendeva proseguire con il processo di accorpamento da 8 a 5 Circoscrizioni. Ovviamente non è che mi scandalizza il fatto che non si rispetti un programma, per carità, io sono uno che cambia idee sovente, specie se dal cambio di un’idea può avere dei vantaggi il cittadino. Mi preoccupano senz’altro di più le linee programmatiche deliberate dal piano di interventi richieste dalla Corte dei Conti, quello sicuramente. Quindi, si può anche cambiare idea a vantaggio dei cittadini e magari di un’analisi come quella auspicata e delegata alla prossima Consiliatura, è la modalità con la quale si arriva a sostenere questo numero di Circoscrizioni che mi lascia perplesso fondamentalmente. Cioè questo deriva, com’è già stato detto, da un confronto tra gli uffici centrali e quelli decentrati con i quali si sono analizzati i problemi, cioè i vantaggi no, sorti comunque dal precedente accorpamento. Sinceramente avrebbe provocato in me più stupore se il risultato fosse stato diverso da quello che poi è stato riportato, cioè che ci siamo trovati maluccio, erano meglio 10 Circoscrizioni, eccetera. Cioè, va da sé che il risultato doveva essere questo, forse un po’ scontato. A questa motivazione si riporta, appunto, quella basata sul calo della partecipazione, riscontrata anche da un confronto con diversi Comitati. Sulla parte relativa alla partecipazione non si evince, però, un rapporto diretto, cioè direttamente proporzionale al numero di Circoscrizioni e tra l’altro, se andiamo a vedere il fallimento, uso una parola che c’è in delibera, perché non voglio alimentare polemiche, assolutamente, si va a vedere il fallimento delle Commissioni di quartiere, che tra l’altro erano state pensate su un numero di 5 Circoscrizioni e poi utilizzate in funzione di 8, quindi teoricamente doveva avere un risultato ancora maggiore a livello di partecipazione, invece il risultato è stato - almeno da quello che mi viene detto - una minore partecipazione ed una maggiore disaffezione alla cosa pubblica da parte dei cittadini. Quindi, anche questo conferma che il teorema che più Circoscrizioni significa più partecipazione forse non è vero e che va pensato il tutto magari in modo differente da quest’impostazione, anche per fare un lavoro, sì, magari scomodo, magari difficile, dove magari ci vuole più coraggio, come diceva anche qualcuno precedentemente, dicendo che forse si poteva avere più coraggio. Sì, secondo me sì, in una situazione come questa, dove la politica deve assolutamente tenere conto del momento che stiamo vivendo e soprattutto essere lungimirante e vedere dove stiamo andando, forse bisognava fare un’azione più coraggiosa, che avrebbe, tra l’altro, sarebbe potuta essere di grande stimolo per poi cercare di calibrare con un’analisi magari approfondita, come si diceva prima, queste minori Circoscrizioni, però molto più funzionali, fatte con il personale che si ha a disposizione, che accorpandole non vuole dire che li tagli completamente, vuole dire che tu magari ne togli un po’ dalle 8 Circoscrizioni e te ne avanzano abbastanza per poter gestire 4 Circoscrizioni in maniera degna, e quindi non far mancare... Perché poi la cosa che a me preoccupa è che alla fine si rischia di fare mancare proprio quello che ci si pone come scopo nella stessa riforma, cioè quella di avere dei servizi migliori e di avere un modo di fare partecipare il cittadino alla cosa pubblica migliore. Se poi gli andiamo ad offrire, invece, 8 Circoscrizioni, che, a causa di quello che stiamo vivendo, a causa di tutto quello che si è detto, rischia di non avere le risorse, di non avere il personale, di non avere la possibilità di fare funzionare tutto quello che è stato ben studiato in questa riforma, alla fine rischiamo di ottenere l’effetto contrario. Quindi io chiederei a tutti di fare una riflessione profonda su quello che sta uscendo fuori da questa discussione oggi, di farla soprattutto senza pregiudizi e piuttosto, è vero che siamo a fine Consiliatura, è vero che c’è poco tempo, ma ce n’è abbastanza, secondo me, per prendersi ancora un momento per riflettere bene su quello che stiamo facendo, perché potrebbe avere conseguenze importanti sia in negativo che in positivo. Grazie, Presidente. Ho concluso. |