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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Novembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 24
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2020-02270
RIFORMA DEL DECENTRAMENTO E DELLA PARTECIPAZIONE - APPROVAZIONE MODIFICHE REGOLAMENTO DEL DECENTRAMENTO.
Interventi
NAPOLITANO Vincenzo
Grazie, Presidente. dunque, sono state dette tante cose. Allora l’impostazione differente,
un po’ diversa al dibattito, che secondo me si incentra troppo su due paradigmi che, a
mio giudizio, andrebbero verificati, ossia: più Circoscrizioni uguale più partecipazione;
meno Circoscrizioni uguale meno servizi, meno risorse, eccetera. Forse è questo il
punto su cui dovremmo fare delle riflessioni importanti, anche in un’ottica di periodo
che stiamo attraversando e di dove ci porterà con le sue mutazioni e con i suoi problemi
annessi, ovviamente, perché chiaramente sta cambiando i connotati di tante cose, cioè
purtroppo un periodo con cui dovremmo fare i conti ancora per molto, il cielo non
voglia, ma si parla forse di una terza ondata verso la fine dell’inverno, l’inizio della
primavera e comunque che avrà una scia di conseguenze che si protrarrà ancora negli
anni. Quindi, fondamentalmente io di questa riforma non comprendo proprio questo
voler legare assolutamente il numero delle Circoscrizioni, cioè il numero fisico delle
Circoscrizioni alla partecipazione, perché forse non è neanche un discorso troppo legato
al risparmio, alla possibilità che ci siano dei servizi in meno, che ci sia una
partecipazione in meno, ma forse bisognava semplicemente immaginarseli differenti
queste sedi delle minori Circoscrizioni. Nel senso, qualcosa ha già accennato anche
prima il collega Mensio, comunque non è detto che le sedi fisiche debbano essere
strutturate esattamente nello stesso modo ed essere esattamente in questa forma come le
conosciamo oggi. Forse meno risorse che probabilmente avremo e che abbiamo, com’è
stato anche detto, ma concentrate su meno punti, ma più efficienti, non escludono i
servizi che possono dare, non escludono la partecipazione. Io, infatti, in questa delibera
ho trovato proprio questi punti di debolezza, queste contraddizioni. Cioè, la (audio
interrotto) sostiene che il quadro delle suddivisioni delle Circoscrizioni rilevato non è
coerente con la conurbazione del territorio comunale e della Città. Personalmente dice,
ecco, allora che la suddivisione in Circoscrizioni, come elaborate in origine, con ogni
probabilità non è più aderente al contesto odierno e alle tendenze descritte in
precedenza. È pur vero che è necessario immaginare una ripartizione che tenda ad una
più efficace ed efficiente, più efficiente ed efficace, scusate, gestione dei servizi di
prossimità, suddivisione che potrebbe anche avere come risultato una riduzione del
numero delle Circoscrizioni. Quindi anche in delibera si tiene conto che forse questo
numero di 8 Circoscrizioni, che peraltro arriva da un’altra riforma claudicante, perché
partita da 5 Circoscrizioni, che poi se ne sono proposte 6, poi 7, alla fine si chiude con
8 Circoscrizioni. La delibera indica anche un percorso ben preciso che si sarebbe dovuto
fare, ma che non si è fatto, come ricordava il collega prima, per determinare
correttamente il numero delle Circoscrizioni realmente necessarie al fine di perseguire il
risparmio di risorse pubbliche tramite un efficientamento di servizi. Appunto, lo riporta
testualmente: “il Consiglio comunale della Città eventualmente in collaborazione con
esperti, tra cui sociologi, paesaggisti, filosofi, urbanisti, economisti, eccetera,
propongono una revisione degli attuali confini delle Circoscrizioni, basandosi su
principi, il più possibile oggettivi e misurabili, tra i quali si possono elencare a titolo
esemplificativo: densità di popolazione; numero di residenti; numero di elementi
centrali di servizio; edifici di pubblico servizio; impianti sportivi, eccetera, elementi di
camminabilità, di mobilità, di prossimità, che permettono di raggiungere i servizi
essenziali e i servizi pubblici in modo semplice e in tempi ragionevoli; elementi del
verde urbano; elementi naturali, ad esempio i corsi d’acqua; antropici, ad esempio
strade; o storici; altri elementi legati alla sfera sociologica e culturale del territorio
cittadino”. Cioè, il percorso è chiaro, ma si delega, ancora una volta, alla prossima
Amministrazione, così com’è avvenuto nella riforma del 2015-2016. Cioè,
fondamentalmente scelgo di non cambiare niente, niente a livello proprio intendo
strutturale. Si sceglie di non rischiare, di non lasciare la struttura portante così come la
si è trovata, pur non ritenendola quella più adatta, però si delega a poi si vedrà, si capirà
se effettivamente ne servono 8, se ne servono 5. Per adesso ce le teniamo così come
sono, anche se nasce da una riforma, comunque, anche quella buttata così un po’ a dadi
sul numero delle Circoscrizioni. Si prende il male minore, lo si adatta con delle
migliorie indiscutibili, infatti quella è una parte della riforma molto interessante, che
vale la pena di tenere ovviamente in considerazione, sul quale è stato fatto un grande
lavoro e anche io mi aggiungo ai ringraziamenti alla Commissione, alla Presidente e a
tutti coloro che sono arrivati a questo risultato. Non comprendo il perché adottare per
forza il paradigma che ci vogliono più Circoscrizioni per avere più partecipazione. Non
è, voglio dire, il fatto che si prende in considerazione il programma di lavoro del 2016-
2021 che impegnava di rafforzare il ruolo delle Circoscrizioni come luogo di confronto
e partecipazione, ma non il fatto che esso intendeva proseguire con il processo di
accorpamento da 8 a 5 Circoscrizioni. Ovviamente non è che mi scandalizza il fatto che
non si rispetti un programma, per carità, io sono uno che cambia idee sovente, specie se
dal cambio di un’idea può avere dei vantaggi il cittadino. Mi preoccupano senz’altro di
più le linee programmatiche deliberate dal piano di interventi richieste dalla Corte dei
Conti, quello sicuramente. Quindi, si può anche cambiare idea a vantaggio dei cittadini
e magari di un’analisi come quella auspicata e delegata alla prossima Consiliatura, è la
modalità con la quale si arriva a sostenere questo numero di Circoscrizioni che mi lascia
perplesso fondamentalmente. Cioè questo deriva, com’è già stato detto, da un confronto
tra gli uffici centrali e quelli decentrati con i quali si sono analizzati i problemi, cioè i
vantaggi no, sorti comunque dal precedente accorpamento. Sinceramente avrebbe
provocato in me più stupore se il risultato fosse stato diverso da quello che poi è stato
riportato, cioè che ci siamo trovati maluccio, erano meglio 10 Circoscrizioni, eccetera.
Cioè, va da sé che il risultato doveva essere questo, forse un po’ scontato. A questa
motivazione si riporta, appunto, quella basata sul calo della partecipazione, riscontrata
anche da un confronto con diversi Comitati. Sulla parte relativa alla partecipazione non
si evince, però, un rapporto diretto, cioè direttamente proporzionale al numero di
Circoscrizioni e tra l’altro, se andiamo a vedere il fallimento, uso una parola che c’è in
delibera, perché non voglio alimentare polemiche, assolutamente, si va a vedere il
fallimento delle Commissioni di quartiere, che tra l’altro erano state pensate su un
numero di 5 Circoscrizioni e poi utilizzate in funzione di 8, quindi teoricamente doveva
avere un risultato ancora maggiore a livello di partecipazione, invece il risultato è stato -
almeno da quello che mi viene detto - una minore partecipazione ed una maggiore
disaffezione alla cosa pubblica da parte dei cittadini. Quindi, anche questo conferma che
il teorema che più Circoscrizioni significa più partecipazione forse non è vero e che va
pensato il tutto magari in modo differente da quest’impostazione, anche per fare un
lavoro, sì, magari scomodo, magari difficile, dove magari ci vuole più coraggio, come
diceva anche qualcuno precedentemente, dicendo che forse si poteva avere più
coraggio. Sì, secondo me sì, in una situazione come questa, dove la politica deve
assolutamente tenere conto del momento che stiamo vivendo e soprattutto essere
lungimirante e vedere dove stiamo andando, forse bisognava fare un’azione più
coraggiosa, che avrebbe, tra l’altro, sarebbe potuta essere di grande stimolo per poi
cercare di calibrare con un’analisi magari approfondita, come si diceva prima, queste
minori Circoscrizioni, però molto più funzionali, fatte con il personale che si ha a
disposizione, che accorpandole non vuole dire che li tagli completamente, vuole dire
che tu magari ne togli un po’ dalle 8 Circoscrizioni e te ne avanzano abbastanza per
poter gestire 4 Circoscrizioni in maniera degna, e quindi non far mancare... Perché poi
la cosa che a me preoccupa è che alla fine si rischia di fare mancare proprio quello che
ci si pone come scopo nella stessa riforma, cioè quella di avere dei servizi migliori e di
avere un modo di fare partecipare il cittadino alla cosa pubblica migliore. Se poi gli
andiamo ad offrire, invece, 8 Circoscrizioni, che, a causa di quello che stiamo vivendo,
a causa di tutto quello che si è detto, rischia di non avere le risorse, di non avere il
personale, di non avere la possibilità di fare funzionare tutto quello che è stato ben
studiato in questa riforma, alla fine rischiamo di ottenere l’effetto contrario. Quindi io
chiederei a tutti di fare una riflessione profonda su quello che sta uscendo fuori da
questa discussione oggi, di farla soprattutto senza pregiudizi e piuttosto, è vero che
siamo a fine Consiliatura, è vero che c’è poco tempo, ma ce n’è abbastanza, secondo
me, per prendersi ancora un momento per riflettere bene su quello che stiamo facendo,
perché potrebbe avere conseguenze importanti sia in negativo che in positivo. Grazie,
Presidente. Ho concluso.

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