Interventi |
TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Oggi siamo nella battuta conclusiva di un lavoro che ci ha visto impegnati per quasi un anno e mezzo. Devo dire che, a mio modo di vedere, è stato un lavoro serio e io ho apprezzato particolarmente il fatto che abbia visto la collaborazione di tutti, della Presidente Paoli, di tutti i Commissari che hanno partecipato, dei Presidenti di Circoscrizione, che ringrazio insieme agli altri e che hanno avuto un ruolo anche importante nel darci conto di quelle che sono le situazioni che loro stessi avevano vissuto in tema di decentramento, e poi anche di tutti i Consiglieri di Circoscrizione e dei cittadini che abbiamo incontrato negli incontri che sono stati previsti itineranti, poi, ahimè, l’emergenza Covid ci ha costretti a renderli poi fattivi in remoto, però almeno c’è stato un tentativo di recarsi anche nelle Circoscrizioni, seppur poi in parte virtualmente, per raccogliere osservazioni e impressioni, e secondo me questo è stato un lavoro comunque prezioso, che ci ha consentito anche di rendere maggiormente aderente anche alle esigenze la riforma che oggi andiamo a votare con questa delibera. Io credo che, anche tenendo conto di quello che è stato il tempo piuttosto limitato, forse un errore - l’avevo già sottolineato in altre circostanze - è stato anche quello di avviare i lavori della Commissione non particolarmente tempestivamente nell’arco di questa consiliatura, siamo partiti di fatto a giugno, cos’era, dell’anno scorso. (Audio interrotto)... potevano sicuramente essere, come sempre, migliori, anche più coraggiosi, diciamolo, ma io credo che sia un buon punto di partenza. Come già ha detto nel suo intervento la Presidente Paoli, questa è una rivisitazione del decentramento, che poi si concretizza nei tre punti che sono stati richiamati, e quindi: il Regolamento stesso, le competenze che vengono assegnate alle Circoscrizioni, e le Consulte di Quartiere, che consentono comunque di dare un ruolo più definito e secondo me anche più importante alle Circoscrizioni. Sicuramente sarà necessario far seguire degli atti, che investano anche in termini di risorse economiche e di risorse umane. Negli incontri che abbiamo avuto con gli uffici abbiamo visto come il personale delle Circoscrizioni sia molto sottodimensionato rispetto alle esigenze e anche rispetto al complesso delle risorse umane presenti nella macchina comunale, diciamo. Così pure dal punto di vista del Bilancio, le cifre stanziate hanno avuto un declino, cioè un declino... un abbassamento, una riduzione complessiva, che nell’arco del decennio ha portato a limitare moltissimo le risorse destinate poi alle Circoscrizioni come spesa diretta. Io credo che, se il decentramento è una politica su cui un’Amministrazione, una Città vuole puntare, è necessario investire. Ecco, io credo che una cosa che abbiamo verificato, devo dire con una convergenza almeno della maggior parte, mi sembra di poter dire, dei Consiglieri e dei Commissari che hanno partecipato ai lavori, è che il decentramento non deve essere visto come un’occasione di risparmio. Potrà esserlo nel tempo, ma per poterlo rendere efficace e se politicamente l’intento prioritario è quello di dare maggiore vicinanza, partecipazione e responsabilità al territorio e ai cittadini, deve essere un qualcosa su cui si investe. Ce l’ha spiegato molto bene anche il responsabile del decentramento della Città di Milano: loro hanno avuto, ovviamente, una riforma che si poneva su dei binari diversi, in quanto, secondo la Legge sull’Ordinamento sugli Enti Locali, loro hanno costituito dei Municipi, ma sicuramente ci ha fatto capire bene che si è trattato di un investimento anche in termini di risorse. Io credo sia un buon punto di partenza, come dicevo, e anche il tentativo che è stato fatto di perimetrare meglio il ruolo delle Circoscrizioni, dando, come già è stato richiamato nell’intervento che mi ha preceduto, delle competenze più specifiche. Io penso che sia stato importante, per esempio, vedere come si sia cercato anche di dare una maggiore possibilità di partecipazione. Io penso, per esempio, al dimensionamento scolastico, la possibilità di nominare dei rappresentanti per le scuole paritarie, anche sullo sport, sul lavoro e commercio, si cerca di dare maggiore peso ai pareri delle Circoscrizioni. Questo sicuramente, anche con la scelta e negli articoli che sono stati modificati del Regolamento, per esempio i pareri richiesti, come è stato accennato sull’urbanistica, sulle varianti, eccetera, e poi con il ruolo sulle Consulte, che cercano di avere quindi una maggiore fluidità nel rendere partecipativa la presenza dei cittadini che intendono spendersi e progettare e anche dare una progettualità su alcuni temi. Il tema fondamentale che è stato toccato, cioè l’articolo 2, che mantiene le otto Circoscrizioni attuali, io credo sia stato ampiamente valutato, anche con una dovizia di elementi, di analisi e di esperienze anche da chi aveva vissuto l’accorpamento, che hanno di fatto reso impossibile ritornare ai punti che erano stati definiti dalla Commissione (incomprensibile) della precedente legislatura. Si è ritenuto, ma a valle di un’analisi che secondo me è stata comunque esaustiva e chiara, mantenere l’attuale assetto ad otto Circoscrizioni, proprio in virtù del fatto che sono stati ben noti i problemi che si sarebbero dovuti superare in una fase in cui non si è maturi, non si è pronti per avere un decentramento che vada verso una costruzione più similare a quella dei Municipi, ma che la Legge, sappiamo, non ci consente. Quindi io penso che l’attuale assetto, il mantenimento dell’attuale assetto sia anche una scelta di volere mantenere una maggiore aderenza con la cittadinanza e con la realtà dei territori che la cittadinanza vive. Quindi, io, devo dire, a valle di questo percorso, ritengo che oggi sia un atto assolutamente dovuto di votare convintamente questa delibera. È un buon punto di partenza, sicuramente non è il punto di arrivo. Ci ha consentito, anche con un lavoro che, ribadisco, è stato comunque articolato ed efficace, di meglio chiarire alcuni aspetti. Da qui in aventi c’è ancora molto da fare. Io credo che ci sia anche un discorso più complessivo, che riguarda proprio la funzione, mi viene da dire, delle Città Metropolitane, che in realtà si è più propri nel nostro caso parlare di Aree Metropolitane, e quindi veda la possibilità di un decentramento che incardini sulle Circoscrizioni la possibilità di un dialogo anche con i Comuni contermini. Questo deve essere il vero punto su cui tendere, proprio perché non è più possibile pensare ad un’Amministrazione cittadina che sia vincolata dalla cinta daziaria, ma necessariamente le Circoscrizioni, che sono il vero punto di transizione verso la Città dell’Area Metropolitana estesa, hanno bisogno di essere la cerniera di raccordo, quindi hanno bisogno anche di poter condividere servizi, strategie e politiche, proprio per non poter poi creare delle situazioni sperequative, in cui i cittadini di un Comune, o di quello affianco, che magari bordeggia con quello di Torino, si trovano ad avere dei servizi fruibili in maniera diversa. Io ribadisco, questo che abbiamo oggi completato come percorso ci consente di avere una certa chiarezza in una prospettiva futura. Lasciamo in eredità all’Amministrazione che verrà il fatto di concretizzare quanto è stato delineato e di fare con coraggio, e compatibilmente con quella che sarà l’impostazione dei bilanci della Città di Torino, un maggiore sforzo nel dotare di risorse, e quindi avviare un processo che sia anche più finalizzato a dare delle autonomie, in termini economici ed in termini di risorse. Però credo che a oggi, quanto si poteva fare è stato portato a termine e vale la pena di concludere qua questo percorso. Grazie. |