Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Intanto, questa nostra discussione, con richiesta di comunicazioni urgenti, avviene in un contesto che io giudico particolarmente grave nelle relazioni sindacali e nelle relazioni tra l’Amministrazione Comunale e tutte quelle professioni che operano per il buon funzionamento dei servizi pubblici. Abbiamo ascoltato una lunga dissertazione, dal punto di vista giuridico formale, relativamente alla possibilità di prorogare o meno i contratti del personale che presta servizio presso il Comune di Torino. Vorrei provare a trasferire, dall’argomentazione giuridico-formale alla concretezza in carne e ossa delle persone che la incarnano e alla responsabilità rispetto ai servizi che eroghiamo, rispetto agli utenti di cui ci interessiamo, il discorso che qui è stato fatto: stiamo parlando, accanto alle procedure formali, di circa 115 lavoratrici e lavoratori, che assicurano il loro impegno in servizi necessari amministrativi e di carattere di relazione professionale, sociale ed educativa nei confronti di minori e di anziani. Stiamo parlando, quindi, di persone che negli anni, sotto l’impianto teorico del programma di inclusione sociale e dei distretti di inclusione sociale che la Vicesindaca Schellino racconta in IV Commissione e che i teorici delle scienze di riferimento comportano, ma che non possono avere continuità e realizzazione se non nell’intelligenza e nella fatica di queste operatrici e di questi operatori, stiamo parlando esattamente di coloro che garantiscono i servizi ai minori, che garantiscono le cure domiciliari in lungoassistenza, che garantiscono l’accoglienza agli adulti in difficoltà, cioè che garantiscono lo stato sociale di questa città insieme agli operatori professionali, già dipendenti dall’Amministrazione, insieme agli operatori della rete del Terzo Settore. Ora, che l’Amministrazione pensi di non presentarsi ad un Tavolo convocato in Prefettura per affrontare il problema della precarietà, in questo modo dimostrando anche scarso apprezzamento per quelle qualità professionali, ma soprattutto e ancora di più per la funzione sociale di quelle qualità professionali, ha indotto me e le altre colleghe che sono firmatarie della richiesta di comunicazioni a chiedere una precisazione. Ora, la questione che viene qui discussa è una questione di interpretazione controversa, non c’è limite alla questione dei 36 mesi quando il personale è reclutato presso le Agenzie di Somministrazione, e questo è già stato dichiarato con documentazioni inviate anche dagli uffici giuridici di parte sindacale nei confronti degli uffici comunali, così come è noto che, laddove i 36 mesi - che sono di limite sul singolo contratto - non vengono definiti vincolanti in applicazione relativamente agli ambiti della Pubblica Amministrazione, così come altre Amministrazioni pubbliche, come alcune ASL, hanno fatto riferimento alla possibilità delle proroghe, così viene richiesto verso l’Amministrazione Comunale di Torino. Ora, qui è stato - se non ho mal interpretato - fatto riferimento alla possibilità di una proroga di oltre 12 mesi, ma non risulta, proprio per la mancanza di presenza del Comune di Torino al Tavolo concertato in Prefettura, che siano state date queste somministrazioni, mentre risulta che sia intercorsa una copiosa corrispondenza dell’Amministrazione Comunale di Torino nei confronti degli altri livelli di carattere amministrativo e giuridico per conoscere l’esatta interpretazione. Ora, poiché continuiamo - almeno noi, che sosteniamo la necessità della continuità - a fare riferimento al fatto che l’ambito di applicazione alla Pubblica Amministrazione rispetto al limite dei 36 mesi consente le proroghe rispetto al lavoro somministrato da agenzie, ebbene mentre continuiamo a dire questo, ci rendiamo conto che l’Amministrazione Comunale di Torino sembra non voler assumere delle responsabilità, né sotto il profilo della tecnica, né sotto il profilo... ARTESIO Eleonora Concludo. Nel senso che le corrispondenze intercorse non fanno riferimento a un’esclusione di questa previsione o di questa possibilità, ma alla interpretazione e alla determinazione dell’Ente. Noi vogliamo augurarci che, anche con queste sollecitazioni, la volontà dell’Ente si indirizzi verso la continuità dei servizi e la conferma dell’occupazione. |