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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 9 Novembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2020-02045
"IL PIANO DI COORDINAMENTO DEI TEMPI E DEGLI ORARI DELLA CITT?: UN OBBLIGO DI LEGGE IGNORATO DALLA GIUNTA" PRESENTATA IN DATA 28 SETTEMBRE 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Se l’autore della risposta non è direttamente l’Assessore, avrei poi piacere di
incontrare l’estensore di questa risposta, che francamente mi lascia profondamente
interdetta. Io credo ci sia una omissione grave della Città durata quattro anni e un po’, e
alcuni mesi, che a questa omissione grave non si possa mettere mano negli ultimi mesi e
nelle ultime settimane del mandato, ma che questa omissione grave abbia
profondamente segnato anche la capacità di programmazione delle diverse politiche di
settore, perché francamente credo che se il rimprovero mosso alla legge istitutiva del
coordinamento orari e tempi della città è quella di essere stata impostata su una città
fordista, francamente penso che le leggi nazionali saranno pure state presentate con
sperimentazioni e anticipazioni in città laboratorio qual è quella di Torino, ma
certamente non sono leggi che rispecchiano la natura di una città ma le necessità
generali delle città di questo Paese. Se quindi quei fondamenti sono superati nella
visione che li avevano ispirati si trattava di rifondarli con le caratteristiche aggiornate
perché il livello di necessità è assolutamente comune e attuale. Faccio alcuni esempi:
quanto sarebbe necessario conoscere, non a spanne, gli studenti, i pensionati ma in
modo dettagliato attraverso valutazioni e specifiche indagini. Sarebbe necessario
conoscere i comportamenti rispetto all’utilizzo delle diverse forme di mobilità urbana.
Devo dire che questa occasione di indagine mancata si accompagna all’indagine
mancata sempre in capo all’Assessore Giusta relativa al gender City Manager, cioè ai
diversi comportamenti dovuti alle diverse collocazioni e ruoli sociali tra donne e
uomini. Ovvero ancora, se le modalità di organizzazione del lavoro anche in termini
orari hanno le caratteristiche di flessibilità o di precarietà che sono state qui ricordati,
anche le relazioni di questi diversi contesti lavorativi nei rapporti con le offerte del
sistema pubblico o dei servizi di pubblico interesse mutano. Quanto sarebbe stato
necessario, ad esempio, conoscere in ordine la disarticolazione degli orari per l’accesso
agli uffici anagrafici in momenti di difficoltà. Quali siano le pratiche prevalenti, in capo
a chi insistano queste pratiche, con che caratteristiche anche di competenza per accessi
diversi da quelli in presenza i singoli utenti si comportano. Mi sembra di poter dire che
l’attualità dal punto di vista della necessità del coordinamento orari e tempi della Città
c’era tutta e c’è tutta. Ora il fatto di non avervi messo mano per così tanto tempo posso
anche arrivare ad ammettere che non sia soltanto una omissione di questo mandato
amministrativo, ma che la disaffezione sia cominciata persino prima. Tuttavia è una
disaffezione colpevole perché sottrae alla capacità della programmazione gli elementi
conoscitivi che sono indispensabili alla programmazione stessa. Io non ho attese sul
fatto che cambierà questo stato delle cose o perlomeno non ho attese sul fatto che possa
cambiare di qui fino alla fine del mandato. Prendo soltanto atto della risposta a questa
interpellanza come un’ammissione del non aver fatto compiutamente il lavoro che
invece era in capo all’Amministrazione a norma di legge e che era in capo
all’Amministrazione in nome della necessità di conoscere per intervenire, cosa che
evidentemente non ha toccato la sensibilità in questo mandato amministrativo. Grazie.

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