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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 9 Novembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 17
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-01683
APPROVAZIONE DEL PIANO DI RESILIENZA CLIMATICA DELLA CITT? DI TORINO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con il nostro Ordine dei Lavori. Siamo al punto n. 2, la proposta di
deliberazione n. mecc. 202001683/112, presentata dalla Sindaca Appendino e dagli
Assessori Schellino, Unia, Iaria, Pironti e Lapietra, che ha come oggetto:

“Approvazione del Piano di Resilienza Climatica della Città di Torino”.

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati otto emendamenti così suddivisi: due della Consigliera Montalbano
e sei dell’Assessore Unia.
Lascio, quindi, ora la parola agli Assessori per l’illustrazione, prego.

UNIA Alberto (Assessore)
Sì, grazie Presidente. Sono rimasto un po’ così, perché io avevo soltanto contezza di
uno di emendamento della Consigliera Montalbano, comunque li vediamo dopo, non è
un problema.
Allora, presento la deliberazione. L’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel
settembre 2015, prevede 17 obiettivi che dovranno essere realizzati entro il 2030 a
livello globale da tutti i Paesi membri dell’ONU. Ciò significa che ogni Paese del
Pianeta è chiamato a fornire il suo contributo per affrontare in comune le grandi sfide e
perseguire i suddetti obiettivi, tenendo conto ovviamente in maniera equilibrata delle tre
dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, sociale ed ecologica. In
particolare, l’obiettivo n. 13 prevede l’adozione di misure urgenti per combattere i
cambiamenti climatici e le loro conseguenze, al fine di rafforzare la resilienza alle
catastrofi naturali provocate dai mutamenti climatici. Il cambiamento climatico
rappresenta, infatti, una delle maggiori sfide che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi
anni, poiché i rischi per il Pianeta e per le generazioni future sono enormi e ci obbligano
ad intervenire con urgenza. L’analisi dei dati meteorologici relativi a Torino consente di
evidenziare, anche a livello locale, alcuni cambiamenti nelle variabili meteorologiche,
sia sul trend di lungo periodo, sia sulla variabilità interannuale e il verificarsi anche
sempre più frequente di eventi climatici estremi. In generale, le temperature tendono ad
aumentare, il numero dei giorni di pioggia mostra una tendenza al ribasso, mentre
l’intensità di pioggia mostra una tendenza al rialzo. La Città di Torino da anni mostra un
forte impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, ha aderito già a gennaio 2009 al
Patto dei Sindaci e ha approvato il proprio Piano d’Azione (il TAPE) a settembre 2010,
ponendosi un ambizioso target di riduzione delle emissioni di CO2 del 30% al 2020
rispetto alle emissioni del ‘91 attraverso la pianificazione e realizzazione delle azioni di
mitigazione.
Il secondo report di monitoraggio, realizzato nel 2019, con i dati relativi al 2017, ha
permesso di verificare che Torino ha già ridotto le proprie emissioni di CO2 del 33%
rispetto all’anno di base. Grazie agli importanti risultati raggiunti e ai progressi
compiuti negli ultimi anni, la Città ha ottenuto il premio europeo “Covenant of Mayors
2020 for Climate Change and Energy”, come riconoscimento per gli sforzi che la Città
sta facendo per il clima, la transizione energetica e, più in generale, per la protezione
dell’ambiente. Questo premio identifica Torino fra le città di grandi dimensioni come
esempio di riferimento per l’intera comunità del Patto dei Sindaci, e non solo. I
cambiamenti climatici sono però in atto, progrediscono più velocemente del previsto e
la necessità di prepararsi a eventi meteorologici estremi ha spinto la Città di Torino ad
aderire nel 2015 all’iniziativa “Mayors Adapt”, impegnandosi a sviluppare una strategia
di adattamento locale, al fine di contribuire alla strategia di adattamento dell’Unione
Europea. Data la natura trasversale della tematica, che richiede un approccio integrato,
intersettoriale e interdisciplinare, è stato formalmente istituito il suddetto Gruppo di
Lavoro, individuando i rappresentanti di ben 15 Servizi e Uffici coinvolti: l’Area
Edilizia Privata, Edilizia Pubblica, Infrastrutture, Area Mobilità, Area Politiche Sociali,
Area Protezione Civile, Urbanistica, Qualità dell’Ambiente e Costruito, Area Verde,
Servizio Progetti Europei, Innovazione, Progetto AxTo, Beni Comuni, Periferie e Uffici
ONG Management. Il Gruppo di Lavoro ha lavorato, appunto, in modo congiunto e
coordinato per l’individuazione delle misure di adattamento a breve e lungo termine,
esaminando, nell’ambito dei diversi settori, le eventuali buone pratiche e le misure già
esistenti, nonché favorendo la definizione di nuove azioni e indirizzi per costruire la
capacità adattativa a livello locale. Il Gruppo di Lavoro ha inoltre lavorato a stretto
contatto con diversi attori locali, in primis ARPA e Regione Piemonte, ma anche le
Università torinesi e SMAT.
Nel corso del 2018/19, il Gruppo di Lavoro ha identificato le principali vulnerabilità
della Città e ha definito una serie di azioni, complessivamente circa 80, finalizzate a
ridurre gli impatti causati principalmente dalle onde di calore e dagli allagamenti, che,
dall’analisi di vulnerabilità climatica predisposta da ARPA Piemonte, sono risultati i
principali rischi connessi ai cambiamenti climatici a cui è esposta la città di Torino.
Con atto di deliberazione di Giunta Comunale, oggi approva il Piano di Resilienza
Climatica della Città di Torino che si compone principalmente dell’analisi di
vulnerabilità climatica, dell’analisi di vulnerabilità del territorio e della strategia di
adattamento, con l’elenco delle azioni definite per contrastare gli impatti locali del
cambiamento climatico. Le suddette azioni sono state organizzate, per entrambi i rischi,
ondate di calore e allagamenti, in due assi principali: il primo, “Come prepararsi”,
quindi azioni finalizzate a creare un’Amministrazione resiliente, che gestisce le
emergenze, che comunica e che sensibilizza i suoi cittadini; secondo, “Come adattare la
città”, quindi azioni per ridurre il manifestarsi di un fenomeno e per fronteggiare le
criticità. In sintesi, le misure chiave riguardano la realizzazione degli NBS - Nature-
Based Solutions - per mitigare l’effetto isola di calore, nonché per aumentare la
permeabilità del suolo e rallentare il deflusso delle acque meteoriche in fognatura
attraverso la realizzazione di aree di drenaggio urbano sostenibile; la riqualificazione
del tessuto urbano attraverso l’utilizzo di materiali innovativi che consentano il
raffreddamento delle pavimentazioni urbane; misure di sensibilizzazione e specifiche
campagne informative per i cittadini sui corretti comportamenti da adottare in occasione
di ondate di calore, sull’identificazione delle aree a rischio allagamento e sui sistemi di
allerta per il rischio esondazione e sui sistemi di autoprotezione; specifici programmi di
formazione per i tecnici comunali con l’obiettivo di diffondere la progettazione di
soluzioni innovative rese indispensabili dalle nuove condizioni climatiche;
adeguamento delle norme urbanistiche che riguardano essenzialmente l’adattamento dei
principali strumenti pianificatori e regolamentari che governano le trasformazioni sul
territorio, in particolare la revisione del Piano Regolatore Generale e dell’Allegato
Energetico-Ambientale del Regolamento Edilizio consentirà di adottare criteri climate
proof nelle nuove edificazioni e, principalmente, nelle ristrutturazioni edilizie che
costituiranno la maggior parte degli interventi sul territorio comunale, già fortemente
urbanizzato; interventi infrastrutturali che prevedono il recupero delle acque piovane, la
de-impermeabilizzazione di aree nell’ambito di nuove realizzazioni o interventi di
manutenzione, l’utilizzo di materiali innovativi per mantenere le pavimentazioni più
fresche e permeabili, la realizzazione di tetti e pareti verdi, l’utilizzo di materiali di
rivestimento “cool” con albedo elevato, l’installazione di sistemi mobili per
l’ombreggiamento al fine di ridurre le condizioni di disagio indoor estivo, soluzioni
innovative per un trasporto pubblico anche fresco e confortevole; interventi per un
trasporto pubblico - appunto fresco e confortevole - in grado di assicurare la fruibilità
del Trasporto Pubblico Locale anche nelle giornate più calde; l’incremento delle
alberature per contrastare le isole di calore e valorizzazione del verde come “rifugio
climatico”.
Al fine di verificare sia il grado di sensibilità delle comunità torinesi e i rischi climatici,
sia l’eventuale efficacia delle azioni considerate, attraverso il supporto tecnico-
scientifico dell’Università di Torino, si è svolta anche un’analisi sociologica che ha
rilevato alcune priorità per l’adattamento, con particolare attenzione alle fasce più
vulnerabili. Il Piano Resilienza Climatica raggruppa le strategie, le azioni che
l’Amministrazione comunale dovrà mettere in atto per garantire un’elevata qualità della
vita e dei servizi a fronte degli scenari climatici futuri. È un Piano che richiede
un’implementazione operativa e operatività negli anni, per questo motivo contiene
indicatori di monitoraggio rispetto a ciascuna di queste azioni proposte, quindi ogni
azione verrà monitorata con degli indicatori specifici. L’azione di monitoraggio è
prevista con cadenza annuale per ciascuno dei servizi coinvolti, i quali sono chiamati a
tenere in considerazione quanto determinato nel Piano... nell’adozione delle strategie di
settore, nella pianificazione operativa e nella programmazione degli investimenti. Allo
stesso modo, è necessario che per ogni intervento di trasformazione urbana venga
valutata la sua capacità di ridurre i rischi legati alla vulnerabilità climatica. Con
l’approvazione di questo Piano si apre non solo la fase operativa ma anche di
coinvolgimento di diversi attori del territorio, che a loro volta potranno dare un
importantissimo contributo all’adattamento del tessuto urbano e un miglioramento della
qualità della vita. Si pensi alla grande industria che incide ancora in modo importante
sul tessuto urbano, gli atenei e i rispettivi masterplan, alle istituzioni, da quelle sanitarie
a quelle scolastiche e così via. Nelle prossime settimane e mesi si aprirà dunque una
fase di consultazione e interlocuzione per allargare il raggio di azione a tutto il
territorio.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Assessore Unia, presumo lei abbia finito.

UNIA Alberto (Assessore)
Presume correttamente.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Procediamo adesso con gli interventi dei Consiglieri, ho il Vicepresidente
Lavolta. Prego, ne ha facoltà.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Abbiamo in più di una Commissione consiliare avuto modo di
approfondire questo Piano, abbiamo condiviso le nostre riflessioni e valutazioni, e più
in generale ci siamo permessi di sottolineare come il concetto di adattamento, e la sua
integrazione all’interno degli strumenti di governo del territorio, rappresenta una
questione molto complessa, che si deve avvalere del contributo di diverse discipline,
rispetto alla quale il dibattito fortunatamente nazionale, internazionale è molto, molto
acceso e sono contento che siano molte le città che - non da oggi - affrontano questo
tema e lo fanno con serietà e competenza; serietà e competenza che noi abbiamo
sottolineato nel lavoro tecnico degli uffici, che io ringrazio; comincio con l’esprimere
un forte apprezzamento nei confronti di coloro i quali - non faccio nomi per non
dimenticarne qualcuno - all’interno dell’Amministrazione hanno concorso alla
redazione di un Piano sicuramente molto ampio, molto puntuale, molto ricco che
evidenzia la molteplicità di approcci metodologici, così come la necessità di soddisfare i
vari contesti citati. Siamo contenti anche che finalmente l’Assessore abbia condiviso la
necessità - però a parole, perché non ne ho trovato, e spero di ravvedermi leggendoli,
non ho trovato emendamenti in questa direzione - la necessità che questo lavoro
intersettoriale veda anche un collegamento diretto, esplicito, con i vari altri strumenti di
cui la città si è dotata nel corso del tempo e i vari altri Piani che debbono concorrere al
raggiungimento degli obiettivi del concetto di adattamento.
Io, come ho detto in Commissione, l’ingrediente diciamo più di successo, in questo
processo di pianificazione per l’adattamento, è sicuramente l’integrazione orizzontale,
cioè quella che taglia trasversalmente l’Amministrazione, le diverse Aree, i diversi
Dipartimenti, questo è sicuramente il primo degli ingredienti che trova sicuramente
sostanza nel gruppo di lavoro ma, come sappiamo tutti, e per onestà intellettuale mi
aspettavo che lo riconoscesse anche l’Assessore, in questo momento trova motrice in un
Settore dell’Amministrazione che è quello che di fatto ha guidato il lavoro. Ma ce n’è
un altro di ingrediente importante, necessario e di successo nel processo di
pianificazione per l’adattamento, che è la committenza politica. Ecco, la committenza
politica si esaurisce nell’ansia di dover approvare un Piano per esigenze
prevalentemente estetiche, rischia di essere un buon cahier, un buon riassunto di buone
intenzioni, ma difficilmente uno strumento utile a supportare le scelte politiche di un
ente importante come il nostro e per il suo futuro.
È una logica differente quella del Piano integrato, che dovrebbe stare alla base della
pianificazione per l’adattamento, e soprattutto oltre alla raccolta di informazioni che
sono - lo riconosco - puntuali e precise, sarebbe stato più utile avere a che fare con la
definizione di strategie a lungo e medio termine con azioni collegate che però, a
differenza di quello che troviamo, dovrebbero essere verificabili nella loro efficacia e
dovrebbero essere più attentamente monitorate. Siccome queste cose io le ho già dette in
Commissione e l’Assessore mi ha risposto che in realtà è così, a titolo esemplificativo
prendo pagina 50 del Piano, laddove si incominciano ad elencare le azioni di contrasto,
e laddove, ad esempio, si fa riferimento alle... sono 40 le azioni individuate come azioni
di contrasto, dopo il capitolo degli impatti, e le azioni citate dall’Assessore, richiamate
dall’Assessore, sono per esempio: assistere per vivere meglio, prevedere cioè
l’attivazione del Piano di emergenza caldo con l’adozione di interventi finalizzati a
ridurre la vulnerabilità dei soggetti fragili. Bene. Le domande che noi ci poniamo sono:
come? Quando? In che tempi? Con quali risorse? Questo manca. Ma se ne prendo
un’altra, “Una città più fresca”, dice, per esempio: costruire per freschezza, prevede
questa azione - cito testualmente - l’utilizzo di materiali freschi caratterizzati da elevati
valori di riflettenza solare, e quindi in grado di ridurre l’innalzamento termico per le
pavimentazioni urbane. Bene. Dico io, ma mi chiedo: come? Quando? In che tempi?
Con quali risorse?
Ho letto stamattina il giornale, c’è un bando importante della Città di Torino che supera
di diversi milioni di euro per le manutenzioni stradali. È prevista concretamente in
questo impiego di risorse un’attenzione in questa direzione? Non mi pare, non mi
risulta. Ma ancora, l’azione successiva: “trasporto pubblico fresco e confortevole”
prevede principalmente interventi in grado di assicurare la fruibilità del trasporto locale
anche nelle giornate più calde. Da una parte si cercherà di riprogettare le fermate in
modo da favorire un sali/scendi veloce, così da ridurre il tempo di attesa in fermata;
dall’altro verranno realizzati dei sistemi di ombreggiamento naturale o artificiale delle
fermate per assicurare un certo benessere durante il periodo di attesa. Bene. Dico io, ma
aggiungo: come? Quando? In che tempi? Con quali risorse? E guardate, potrei andare
avanti, ma non voglio annoiare nessuno, per ciascuna delle azioni citate nel Piano.
Piano che non prevede e non fa minimamente riferimento alla riduzione del carico
antropico già in corso in città, che... e questo l’ho letto in un emendamento, forse figlio
diciamo della discussione che abbiamo fatto in Commissione, non dialoga questo Piano
di Resilienza Climatica col Piano Regolatore, nell’emendamento presentato
dall’Assessore c’è un auspicio rispetto a quello che dovrebbe essere l’esito della
revisione del Piano Regolatore in corso, non c’è un dialogo specifico sul Piano delle
infrastrutture verdi; sono di fatto buone azioni, ma senza azioni concrete di
monitoraggio, utili a un monitoraggio, perché lo dico? Perché per poter verificare, tra
qualche anno chiunque ci sarà, il raggiungimento di queste azioni dovrà avere a
disposizione le risposte alle quattro domande che facevo prima, cioè: come
l’Amministrazione intende realizzare queste cose? Quando, nel corso del tempo? E in
che tempi, quindi con quale cronoprogramma? E soprattutto, con quali risorse?
Mi dispiace apprendere quindi che in questo gruppo di lavoro intersettoriale diciamo la
cassa della Città di Torino, il forziere in qualche modo non sia particolarmente
protagonista, così come manca qualunque tipo di ingaggio - e di questo invece me ne
dispiaccio fortemente - dei soggetti privati, che a vario titolo dovrebbero essere caricati
a bordo di questa strategia e dovrebbero essere incentivati a partecipare con azioni
specifiche. Così come, e questo è l’ultimo in ordine di tempo di rammarico ma non è
certo il meno importante, che questo Piano non parla di un contesto che è quello
metropolitano. Questo Piano non dialoga con i Comuni contermini, questo Piano non
dialoga con la Città Metropolitana, questo Piano, oltre ad essere vago nei suoi
intendimenti e non puntuale come ci saremmo aspettati, non è neanche tarato sulla
dimensione giusta. È sicuramente un Piano, quello che ci viene chiesto di approvare
oggi, che soddisferà tutte le esigenze estetiche, che soddisferà tutte le esigenze
comunicative in ordine alla rappresentazione esterna della retorica che può
caratterizzare un’Amministrazione, non va a soddisfare, invece, quella esigenza
concreta alla quale facevo riferimento prima e che in qualche modo ha caratterizzato,
come giustamente ricordava l’Assessore, un lavoro con un passo serio, cadenzato e
circostanziato dal 2009 ai giorni d’oggi, la Pubblica Amministrazione torinese.
I Piani richiamati dall’Assessore e gli obiettivi raggiunti con anticipo rispetto ai tempi
predefiniti, penso in particolare al Turin Action Plan of Energy, quindi il Piano di azioni
per l’energia della Città di Torino, era un’altra cosa, quindi se l’Assessore - e lo
ringrazio - certifica che quel Piano è stato efficace e ha raggiunto, con cinque anni di
anticipo, già nel 2015, gli obiettivi che la Commissione Europea dava alle città
impegnate in questa direzione non è perché ci fossero dei meriti politici particolari,
semplicemente perché quel piano era puntuale, aveva delle azioni specifiche che
partivano dall’estensione della rete di teleriscaldamento piuttosto che... non le cito tutte,
e nel corso di ogni anno la politica aveva uno strumento da monitorare, per “politica”
intendo il Consiglio comunale ma anche...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
...le tante Amministrazioni coinvolte.
Concludo dicendo sostanzialmente che l’ambizione di questo Piano non trova riscontro
in una concretezza che meriterebbe la Città di Torino in questa fase, e soprattutto
l’approvazione di un Piano di Resilienza come questo, in un contesto economico sociale
come quello che stiamo attraversando, avrebbe dovuto, secondo me, essere
complementato da un supporto e da una committenza politica esplicita; serviva
un’assunzione di responsabilità politica puntuale. Ci siamo permessi di chiedere
all’Assessore di approfondire e di sviluppare questo aspetto lacunoso del Piano, ci
spiace registrare che, nonostante sia stato evidenziato da noi e dai tanti soggetti
coinvolti nel corso della consultazione, ad oggi questo non sia avvenuto.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Adesso ho iscritta la Consigliera Montalbano. Prego, ne ha facoltà.

MONTALBANO Deborah
Sì, grazie Presidente. Mah, abbiamo dedicato due sedute di Commissione alla
discussione di questo Piano e anche di questa delibera; io ho accentrato le mie
sollecitazioni su un versante, che è quello della procedura metodologica di sviluppo
dell’iter e del Piano stesso, mentre non ho voluto intervenire rispetto al merito del
Piano, e vi spiego il perché: non ho voluto fare sollecitazioni in tal senso perché dalla
lettura della delibera, ma anche del Piano, si evince sostanzialmente che siamo di fronte
oggi a un documento che è di indirizzo, cioè che raggruppa una serie di intenti e a cui si
rimanda poi concretamente l’attuazione, la programmazione, lo sviluppo, non solo, ma
anche varie e possibili integrazioni e anche modifiche al futuro. È un lavoro che si
svilupperà negli anni concretamente; probabilmente i protagonisti anche politici che
potranno intervenire rispetto a tutti gli elementi oggettivi che riguardano interamente e
complessivamente tutto il Piano saranno i nostri successori e probabilmente anche i
successori dei nostri successori; quindi, io ho voluto concentrarmi sul versante della
metodologia.
Questo non vuol dire che all’interno del merito del Piano non abbia intercettato alcune
criticità, nel senso che io mi auguro e auspico che negli anni a venire ci saranno delle
integrazioni e delle modifiche anche al Piano, in quanto non so se parliamo di
ampliamento del verde sulla città, oppure di manutenzione dei tombini per contrastare
poi gli allagamenti stradali a seguito delle piogge, o di efficienza del trasporto pubblico.
Ecco all’interno di questi intenti e queste azioni sostanzialmente ritengo che non ci si
bisogno di un piano per definire che queste azioni siano necessarie, e rientrano anche un
po’ in realtà in quelle che dovrebbero essere le azioni ordinarie da mettere in campo
all’interno di una città come quella di Torino, ma credo anche in tutte le città, non solo a
Torino. Ecco, quindi non è che non ci siano delle criticità sul merito, ma ho voluto
concentrarmi proprio sulla metodologia e l’iter di sviluppo del Piano stesso in quanto
all’interno poi delle proposte, oggi in oggetto all’attenzione del Consiglio, sia al punto 2
che al punto 3 impegnano sostanzialmente la Divisione, le Aree e i Servizi della Città a
attuare, favorire e sostanzialmente soddisfare anche tutta una serie di azioni concrete
che rappresentano proprio l’iter di sviluppo del Piano stesso; e quindi, io continuo a
ribadirlo anche qui in Consiglio, ho sostanzialmente trovato una mancanza, e cioè il
confronto e il rapporto tra la parte a cui si dedica tutto questo lavoro, quindi a cui si dà
incarico di svolgere tutto questo lavoro - e quindi la parte tecnica/amministrativa, i
nostri uffici - con quella politica, da qui la presentazione dei miei emendamenti, perché
laddove noi andiamo a impegnare gli uffici per l’operatività e il periodico monitoraggio
anche dello stato di avanzamento del Piano, credo che questa sia una delle
responsabilità che stia anche in capo alla parte politica di una città e di
un’Amministrazione, e quindi sì, questo è assolutamente col pieno rispetto anche del
lavoro degli uffici e dell’Amministrazione tutta, però può avvenire solo a seguito di un
dibattito politico, come ad esempio anche l’adozione delle strategie di settore. Credo
che anche quelle siano un lavoro che gli uffici potranno svolgere in piena legittimità
solo a seguito, anche qui, di un dibattito politico attraverso le Commissioni competenti;
così la pianificazione operativa, ma anche e soprattutto, un altro elemento non
marginale, quello della programmazione degli investimenti, perché anche su questo ad
oggi non abbiamo una certezza, nel senso che la delibera cita un accordo fatto con la
Banca Europea ma noi non abbiamo una certezza di risorse che questo patto produrrà e
quindi anche che avremo a disposizione per lo sviluppo e la concretizzazione delle
azioni all’interno del Piano.
Quindi gli emendamenti, Presidente, qui mi rivolgo a lei, presentati sono due ma hanno
lo stesso oggetto. Sono due perché il punto 2 e il punto 3 “impegna” la parte
amministrativa della Città di Torino nello sviluppo del Piano, e quindi ho dovuto fare
due emendamenti ma essendo che questa delibera è presentata dall’Assessore Unia,
rimango un po’ perplessa quando prima di intervenire, a seguito di quando lei gli ha
dato la parola, sosteneva sostanzialmente che si aspettava un unico emendamento, per
una questione tecnica quindi ho dovuto farne due perché i punti dell’impegna sono
diversi, dove inserire il raccordo, il confronto politico con le Commissioni preposte.
Inoltre, faccio presente sempre a lei Presidente, io venerdì, a seguito di un contatto
telefonico col Presidente della VI Commissione, ho mandato il testo degli emendamenti
in Assessorato e in copia anche al Presidente della Commissione competente; insomma,
più di così non so bene cosa fare. Mi immagino che una Giovanna d’Arco si potrebbe
anche trovare in difficoltà a questo punto eh, nel senso che non so se devo anche passare
dagli uffici per dirvi che c’è una mail da guardare, io basta dirmelo e poi lo faccio eh,
non è un problema, però più di così sostanzialmente Presidente non so bene cosa fare. E
quindi invito l’Assessore Unia a rivedersi o a chiedere ai suoi uffici di rivedere la posta
arrivata venerdì pomeriggio.
Ho concluso il mio intervento, grazie Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. L’Assessore Unia ha comunicato che per gli emendamenti non ci sono
problemi.
Procediamo con gli interventi, ho il Presidente Mensio. Prego, ne ha facoltà.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Ma la Commissione da quattro anni lavora abbastanza pancia a terra
sui temi dei cambiamenti climatici, su quelli che sono gli impatti che i cambiamenti
climatici che hanno avuto nella città di Torino. Ricordo alcune Commissioni fatte anche
con SMAT proprio sulla parte di caditoie stradali, dove SMAT ricordava che la struttura
delle caditoie stradali e della rete fognaria, in modo particolare le acque bianche... non
tanto le reflue, appunto, delle caditoie cittadine non era strutturata per gestire... come
dire, quello che oggi è il panorama a cui ci si trova di fronte. Stessa cosa l’abbiamo fatta
con IRETI parlando della rete energetica, cioè spesso va in crisi proprio per il caldo che
c’è in questi ultimi anni, già di per sé quando scaldano i cavi - pur sottoterra - un caldo
esterno non aiuta, anzi crea problemi. Ne abbiamo fatte diverse di Commissioni,
abbiamo anche avuto importanti ospiti esteri: dalla città di Portland in Oregon che ha
collaborato anche con la Città di Torino proprio per la stesura del Piano di Resilienza
Climatica; loro sono stati, credo, i primi in America e forse anche primi nel mondo, io
questo non lo so. Abbiamo avuto l’ex Presidente di Kiribas o Kiribati durante le
manifestazioni di CinemAmbiente che ci ha portato le sue indicazioni in merito a quelli
che sono i cambiamenti climatici più distanti da noi, ma in un Paese che tenderà a
sparire perché sono isole che finiranno sott’acqua, ecco.
Quando si dice che i cambiamenti climatici non ci riguardano, adesso ci riguardano
molto da vicino, anche se i suoi effetti noi li sentiamo relativamente, dico relativamente
perché non ce ne rendiamo più conto. Questo credo che sia il primo Piano in Italia,
checché qualcuno ne dica, fatto come Piano di Resilienza di una città; ci sono state, da
parte probabilmente di altre città italiane, delle operatività, delle attività sulla resilienza,
ma questo è il primo Piano, ed è un Piano che pone, tenta di porre rimedio, o meglio, di
porre un freno a quelli che sono gli effetti che scelte non fatte o fatte male nelle
Amministrazioni passate, non solo ovviamente locali, ma io penso a quelle regionali e
anche nazionali, hanno portato alla... come dire, alla città a soffrire di ondate di caldo, di
questo brutto termine, “bombe d’acqua”, eccetera. È chiaro che sono fenomeni climatici
globali, ma da noi hanno un riscontro particolare. Quindi questo Piano non agisce sulle
cause, perché sarebbe impossibile agire sulle cause localmente, questo dobbiamo
mettercelo in testa tutti, quindi chi dice che questo Piano non serva, probabilmente non
ha capito la finalità del Piano, serve a mitigare, a ridurre gli impatti che questi
cambiamenti hanno sulla nostra città. Abbiamo parlato di caditoie e quindi a far sì che
l’acqua scorra via più velocemente nelle nostre città, e alcuni esempi sono stati già
messi in atto dalla Città e da SMAT; a far sì che la corrente elettrica continui a fluire nei
cavi in modo continuo e non con i soliti blackout e su questo IRETI e IREN ci stanno
lavorando. Quindi questo è il frutto di scelte, proprio per arginare un problema che non
è stato creato recentemente, ma che ha origini molto, molto lontane. Mi verrebbe da dire
anche solo sull’inquinamento atmosferico che non ha un impatto diretto sui
cambiamenti climatici, ma in realtà noi sappiamo che i motori endotermici emettono
CO2 che è un gas (incomprensibile).
Ecco, tutto questo è per dire che questo Piano - e io di questo devo ringraziare
l’Assessore, ovviamente, e la Giunta ma anche e soprattutto gli uffici - è un Piano che
avrà una sua attuazione nell’arco degli anni; purtroppo l’ambito naturale, io lo so bene
da 25 anni, è un ambito che non è spendibile in termini elettorali nell’arco di pochi anni,
ma ci vogliono (audio disturbato) affinché i risultati delle scelte fatte oggi si possano
vedere, sia in senso positivo che in senso negativo, lo dico molto, molto francamente.
Detto questo, ovviamente il nostro Gruppo voterà a favore di questo Piano, noi ci
auguriamo che il Piano sia un punto di partenza; devo dire che, ad esempio, quando si
dice che non è coordinato con gli altri, ricordo che stiamo discutendo del Piano di
Resilienza Climatica, scusate, il Piano del Regolamento edilizio che prenderà alcuni
spunti dal Piano di Resilienza Climatica. Mi viene in mente la discussione che abbiamo
fatto con l’associazione (audio disturbato) sui parcheggi, sulle aree a parcheggio che
devono essere (incomprensibile) e comunque drenanti; mi vengono in mente tanti altri
esempi, esempi che nel passato, mi spiace, ma in alcuni casi non sono stati eseguiti. Mi
viene in mente corso Principe Oddone, questa lunga striscia dedicata alle auto tutta di
asfalto, non so se è drenante o no; mi viene in mente piazzale Aldo Moro che quando io
l’ho visto, non ho visto neanche un albero e ho detto: “Ma scusate, almeno un albero ce
lo si poteva mettere lì in mezzo per raffrescare ed evitare le isole di calore?”. Ecco,
probabilmente (audio disturbato) passato non sono sempre state, come dire, così
lungimiranti perché non era un problema che ci si poneva; bene, il problema è arrivato, i
problemi ci sono, dobbiamo affrontarli tutti insieme e io quindi auspico che questo
Piano venga votato a larga maggioranza in modo favorevole; poi tutto è migliorabile e
tutto è perfezionabile, ne sono assolutamente convinto, è un Piano che entrerà a far parte
di altri elementi come il Piano Regolatore, come il Piano del Verde, come tanti altri
elementi.
Aggiungo che il percorso fatto in Commissione è stato per me molto importante, come
anche per gli altri Consiglieri, abbiamo avuto occasione di ascoltare diverse persone, è
stata data la possibilità - anche se non era scritto da nessuna parte perché è un Piano un
po’ innovativo da quel punto di vista - dovevamo ricevere delle osservazioni ma sono
state ricevute: la Consulta, alcune associazioni, gli stessi Ordini dei dottori Forestali
agronomi ha dato le sue indicazioni, in modo particolare sulle NBS, abbiamo avuto
anche le indicazioni da parte delle Circoscrizioni. Ecco, io direi che qui è stato fatto un
gran lavoro per cercare di arginare un problema che però noi tutti insieme dobbiamo
risolvere, e non potremmo risolverlo solo come Città di Torino, dobbiamo risolverlo
come Regione. La Regione da questo punto di vista mi auguro che vorrà fare la sua
parte, dovranno farla come Stato; ho ad oggi la notizia... di qualche giorno fa in realtà,
che sono stati stanziati 200 milioni per l’efficientamento degli uffici pubblici, già col
bonus 110% (audio interrotto) da parte di ATC sui propri immobili e via discorrendo,
ecco.
Tutto questo ci dovrà portare a ridurre quella che è la strada (incomprensibile) in forte
pendenza verso un punto di non ritorno, non per la città Torino ma per il mondo intero.
Io ringrazio, ripeto, tutti coloro che hanno partecipato, l’Assessore, gli uffici, i
Consiglieri che hanno portato un apporto costruttivo e anche, come dire, critiche che ci
stanno se viste in ottica costruttiva, e per quanto riguarda gli emendamenti ovviamente,
quelli della Giunta... come dire, li accogliamo molto ben volentieri, ma anche quelli
della Consigliera Montalbano, che non ho capito francamente se vengono riassorbiti o
meno, ma... quello poco importa. Io, come ho detto alla Consigliera, li ho ricevuti, li ho
fatti inoltrare a tutti i Consiglieri e sono per me assolutamente recepibili perché
rimettono un po’ al centro anche quello che è il compito della Istituzione di indirizzo e
controllo di questa Città, cioè il Consiglio comunale, proprio nel vedere questo Piano
nella sua globalità, sperando che le prossime Amministrazioni ne prendano atto, lo
portino avanti anche come comunicazione e come... da parte delle Istituzioni proprio di
diffusione delle buone pratiche per far sì che i cambiamenti climatici siano un po’ meno
cambiamenti in negativo e un po’ più in positivo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliere Mensio. Ci sono altri interventi in merito alla discussione della
deliberazione? Sì, ho la Consigliera Scanderebech. Prego.

SCANDEREBECH Federica
Sì, grazie Presidente. Ma, intervengo sulla scia dei colleghi che sono intervenuti, di
Minoranza, Lavolta e Montalbano perché intanto chiedo di poter sottoscrivere a verbale
gli emendamenti della collega Montalbano e quindi chiaramente gli emendamenti
vedranno il mio voto favorevole.
Voglio fare una piccola cronistoria perché avendo seguito con attenzione, anche con
interesse, i lavori in Commissione volevo motivare la mia astensione a questa delibera
scendendo nel merito dei temi. Intanto, nella prima Commissione, appena veniva
spiegato il Piano, feci una domanda che per me era determinante nel capire che cosa
stavamo andando a votare, ossia chiesi se queste indicazioni avevano una valenza di
indicazioni oppure una valenze che, nel caso non venissero sottese, quindi non portate a
termine avessero delle multe o quant’altro e quindi chiedevo in che maniera questo
Piano potesse essere relazionato, ad esempio con una variante del Piano Regolatore
Generale e chiedevo se, nel caso queste indicazioni non venissero sottese, si dovesse
passare quindi ad un atto di Consiglio, di Giunta o di qualcosa e chiaramente in quella
sede mi venne detto tranquillamente che questa delibera si occupa di indicazioni, quindi
proprio perché si occupa di indicazioni da lì ne consegue il fatto che questo lavoro
enorme degli uffici, che chiaramente ringraziamo, copioso, enorme e che ha un gran
significato, poteva però politicamente essere più incisivo, nel senso che doveva essere
steso in termini di doveri e non solo di auspici, quindi politicamente essere più incisivo.
Purtroppo, relazioniamo, relaziono e verbalizzo che la Giunta non ha avuto, come dire,
questo passo in più, questo coraggio in più di rendere determinate indicazioni più nella
maniera di essere dei doveri da attuare piuttosto che delle indicazioni e degli auspici.
Così anche come nell’ultima Commissione è stato fatto rilevare, da un intervento, che la
Commissione ha voluto, in temi di partecipazione, audire ed ascoltare, il quale appunto
lui stesso diceva che ci sarebbe voluto più coraggio, più coraggio nell’attuare poi
politicamente nella stesura di questa delibera tali auspici, tali indicazioni. Guardate mi
sembra tanto di essere tornata nella Commissione Decentramento quando chiedevamo
di poter valutare dei lavori vecchi che sono stati svolti da una Commissione vecchia e
all’interno della Commissione c’è stato detto: “No, no, no, è un lavoro vecchio che
hanno fatto gli uffici, facciamo finta di niente”. In questo momento, ad esempio, il
collega Lavolta, sia in Commissione sia qua in Aula, ha sottolineato come in precedenti
annate ci siano stati dei lavori determinanti da parte di una vecchia Giunta, da parte di
vecchi componenti degli uffici comunali che avevano svolto un grandissimo lavoro a
cui poteva essere benissimo integrato e ripreso appunto in questo lavoro che comunque
è assolutamente nella direzione che tutti noi, il Comune stesso dovrebbe andare
incontro.
Detto ciò, il mio sarà un voto di astensione proprio per questo motivo, perché il mio
auspicio, invece, era che queste indicazioni potessero essere più vincolanti, così non è, e
quindi mi dispiace e il mio sarà un voto di astensione. Ho terminato Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire nel merito della
discussione? Non ho ulteriori richieste di intervento e quindi possiamo dare la replica
all’Assessore Unia. Prego, Assessore.

UNIA Alberto (Assessore)
Sì, grazie Presidente. Prima mi vorrei soffermare, tanto poi ne parliamo nel senso che
dopo vediamo gli emendamenti, ma vorrei soffermarmi un attimo sulla questione
emendamenti. Gli emendamenti presentati dalla Consigliera Montalbano, che
condividiamo in pieno assolutamente, abbiamo voluto riproporli in un’altra versione,
cioè anziché metterlo su due punti separati, la frase, fare un punto specifico apposta
dopo il terzo punto che dice “prevedere i periodici momenti di confronto con la
Commissione consiliare preposta in fase di implementazione e monitoraggio del Piano”,
quindi sostanzialmente i due emendamenti presentati dalla Consigliera li abbiamo
concentrati in un punto a sé proprio per dare anche maggiore risalto a quanto richiesto
dalla Consigliera, se ovviamente la Consigliera accetta questo ragionamento.
Per quanto riguarda il resto ho poco da dire, nel senso che all’interno del Piano - basta
leggerlo - ci sono tutti gli elementi, tutti gli strumenti di pianificazione e tutto quello che
può servire c’è dentro al Piano di Resilienza Climatica. È chiaro che è un Piano fatto
sicuramente molto, ma molto bene dagli uffici, veramente fatto bene, anzi io devo
ringraziare sia gli uffici che lo staff che ha seguito in primis questo lavoro, ma non gli
Uffici dell’Ambiente solo, ma tutti gli uffici degli altri Assessorati che hanno
partecipato alla redazione di questo Piano che è un Piano politico, molto politico. È un
Piano che prima non esisteva. È un Piano che prevede una serie di azioni importanti,
molto importanti che possono cambiare il tessuto del territorio gradualmente, ma in
maniera subito percettibile. Mi viene in mente la sperimentazione che stiamo per far
partire sul Quartiere Valdocco a proposito di risorse. Questo non è il Piano Regolatore e
non è neanche un Regolamento, come vorrebbe la Consigliera dell’intervento
precedente. Questo è un Piano dove si danno delle indicazioni specifiche su come
intervenire in maniera efficace in ottica di resilienza climatica; è questo l’obiettivo di
questo Piano, non è un altro Piano, è questo Piano qua, fa quel mestiere lì, se no
avremmo fatto un altro tipo di Piano. Secondo me questo veramente è un lavoro molto,
molto politico, però credo che dia un indirizzo importante e fondamentale, un segnale
importante e anche dei risultati importanti. Dicevo prima, citavo il progetto Valdocco,
che tra l’altro abbiamo presentato sia in Commissione che anche in Commissione in
Circoscrizione 7, tra l’altro è stato particolarmente gradito, ed è forse il primo vero
intervento fatto in ottica di questo Piano che non è ancora stato approvato, lo
approviamo adesso, per vedere i risultati, ovviamente il Piano dev’essere approvato, una
volta approvato iniziano le azioni, ma in realtà le azioni sono già iniziate per la nostra
Amministrazione, ma erano già iniziate anche prima, il problema è che non esisteva uno
strumento che raggruppasse tutti gli elementi e lo trasformasse sostanzialmente in un
Piano complessivo sulla Resilienza Climatica.
Abbiamo visto quali sono i due indicatori a cui ci si riferisce e quali sono le due
criticità, le due fragilità del territorio per quanto riguarda questo tema. Fossimo in
un’altra città o in un altro paese parleremo di altro, in questo caso parliamo di ondate di
calore e rischio di alluvioni quindi che sono quelli che sono stati monitorati duranti gli
anni, negli ultimi anni da parte, appunto, di ARPA Piemonte e quindi sono diventati il
fulcro dove ci si concentra nelle azioni di climate proof sul territorio; è questo lo scopo
di questo Piano di Resilienza Climatica, non ce ne sono altri. Il coordinamento con il
Piano Regolatore assolutamente sì, anzi stiamo non solo quello, ma anche a livello di
coinvolgimento di Enti sovraordinati, mi viene in mente Regione Piemonte, proprio per
ragionare sulla normativa che regola il consumo di suolo, eccetera. Insomma stiamo
facendo un lavoro veramente che coinvolge non soltanto la Città di Torino, ma vorrebbe
far diventare, almeno in Italia, perché all’estero, in Europa e nel mondo, molte città si
sono già dotate di Piani di Resilienza, molte in realtà non molte, diciamo ci sono tante
città che l’hanno fatto, vorremmo essere in Italia la prima città ad avere un vero Piano di
Resilienza Climatica e poterlo trasformare veramente in quello che è la città… la Torino
del futuro. Per cui, secondo me, dal mio punto di vista questo è un Piano molto politico
e fatto grazie a un forte (incomprensibile) politico, ma grazie veramente alla dedizione e
al lavoro scrupoloso degli uffici e anche dei partner che ci hanno supportato: ho citato
ARPA, Università degli Studi e tutti gli altri, appunto, citati all’interno del Piano, quindi
io sono convito che questo Piano sia un buon Piano e per questo chiedo al Consiglio di
poterlo approvare.
Faccio che illustrare gli emendamenti che sono, oltre a quello che citavo prima della
Consigliera Montalbano quindi l’emendamento, abbiamo fatto un emendamento che è
quello che ho citato prima e poi ci sono gli altri che sostanzialmente intervengono
proprio nella discussione in merito al coinvolgimento del Piano Regolatore, tenendo
conto della normativa sovraordinata su cui stiamo lavorando insieme agli Enti preposti.
Ho finito.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Assessore Unia. Procediamo quindi, no non si può intervenire perché si
può intervenire in merito alla discussione non dopo la replica dell’Assessore. Prego,
Consigliera Montalbano sull’Ordine dei Lavori.

MONTALBANO Deborah
Sì, scusi Presidente, ma mi rivolgo direttamente a lei. Allora, le faccio un piccolo
preambolo, all’interno delle due sedute di Commissione, nella prima Commissione
sollecito l’istanza che poi ho messo per iscritto attraverso gli emendamenti, mi viene
detto che la Giunta si farà carico di effettuare l’emendamento; nella seconda
Commissione chiedo conto alla Giunta se aveva provveduto, e anche al Presidente di
Commissione, ad effettuare l’emendamento, mi viene risposto che l’accordo in realtà
era che la Consigliera Montalbano protocollasse gli emendamenti; mi prendo carico di
protocollare gli emendamenti, li porto oggi in Commissione, avviso Assessorato, avviso
il Presidente della Commissione preposta, tanto che gli emendamenti arrivano anche a
tutti i Consiglieri. Dopodiché arriviamo qui oggi, inizia la discussione, l’Assessore Unia
prima sostiene che l’emendamento da me proposto avrebbe dovuto essere 1 e non 2,
quindi dà dimostrazione di non aver letto la mail degli emendamenti e anche di avere
qualche mancanza di conoscenza dei punti che all’interno della delibera si propongono
al Consiglio Comunale, dopodiché vengono recepiti però con una versione riscritta dalla
Giunta, portata qui in Consiglio Comunale senza aver avvisato la Consigliera
interessata. Ma a lei pare tutto normale Presidente? Allora, io le chiedo e questo in
risposta anche all’Assessore che assolutamente non accetto il punto riscritto dalla
Giunta in quanto avete voluto voi che io protocollassi gli emendamenti e lasciandoli
invece suddivisi in due, sia al punto 2 che al punto 3, entrano direttamente all’interno
dell’iter come esattamente io avevo posto la questione. Con il punto, invece, aggiunto e
quindi trasformando i due emendamenti, sostanzialmente con il punto 6, aggiungendolo
diventerebbe 6 o 4 scalando poi gli altri, sostanzialmente si trasforma la mia istanza in
un “periodicamente si faranno delle Commissioni dove poi sostanzialmente gli uffici
verranno a raccontare ciò che hanno già deciso, avviato e attuato”, non è questo
l’oggetto della mia istanza, scusatemi. Presidente, guardi, io sono molto in difficoltà mi
rivolgo a lei.

SICARI Francesco (Presidente)
Va bene. Quindi, abbiamo otto emendamenti depositati, direi che possiamo procedere
con la votazione degli otto emendamenti. Prego, Presidente Mensio per Ordine dei
Lavori.

MENSIO Federico
Sì, scusate la connessione non funziona tanto. Volevo solo capire se con l’emendamento
di Giunta si superano gli emendamenti della Montalbano o sono integrabili, cioè nel
senso che possono essere tutti accettati. Lo chiedo all’Assessore, perché non ho
compreso bene la ratio.

MONTALBANO Deborah
Parzialmente.

SICARI Francesco (Presidente)
Per favore interveniamo quando do la parola, grazie. Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Chiedo scusa, non sono molto pratico, mi sono un po’ perso, ma, se ho capito bene il
senso dell’intervento della collega Montalbano, alcuni degli emendamenti potrebbero
essere alterati nella loro sostanza da quelli di Giunta; lei poi ha detto che saremmo
adesso partiti con la votazione degli otto emendamenti, le chiederei una gentilezza per
me, lo chiedo eventualmente anche solo a titolo personale, se può dire qual è
l’emendamento che votiamo e se può, preliminarmente a questa indicazione,
gentilmente spiegare quali emendamenti eventualmente decadono in caso di
approvazioni di altri emendamenti.

SICARI Francesco (Presidente)
Io ho indicazione... non decade proprio nulla, non è come altri emendamenti che ci è già
capitato di votare, in cui l’approvazione di, ad esempio, l’emendamento n. 4 fa decadere
l’emendamento n. 5, semplicemente gli otto emendamenti si integrano all’interno del
testo e nessuno fa decadere nessun altro. Quindi, ogni emendamento modifica una
porzione di testo, senza che la votazione e l’approvazione di uno ne faccia decadere un
altro. Prego, Assessore Unia.

UNIA Alberto (Assessore)
Sì, Presidente. In realtà non c’è nessun inghippo e nessun inganno per cui vorrei
smarcare un attimo la discussione da questo. La Consigliera ha presentato due
emendamenti che sono stati visti dagli uffici che stamattina in fase di redazione degli
altri emendamenti che stavamo facendo li hanno inclusi pensando di metterli insieme in
un punto unico proprio per dare maggiore risalto. Detto questo, non è mia
assolutamente, come dire, intenzione o cura andare a imputarmi su questa cosa perché
in realtà non c’è nulla su cui impuntarsi perché il contenuto è il medesimo soltanto che,
appunto ripeto, i miei uffici che hanno riletto gli emendamenti hanno pensato di dare
maggior risalto ai due emendamenti mettendoli come punto a sé stante non inserendoli
all’interno di altri punti in questa delibera, quindi non vedo assolutamente il problema
citato dalla Consigliera Montalbano, davvero.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Assessore per il chiarimento.

SICARI Francesco (Presidente)
Possiamo quindi procedere con quelli che sono gli otto emendamenti.
Iniziamo con l’emendamento n. 1, che è presentato dalla Giunta. Chiedo, quindi, al
Segretario, al Vicesegretario, che nel frattempo è subentrato, di procedere con la
votazione mediante appello nominale, grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
22 favorevoli e 4 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Vicesegretario. Quindi, con 26 Consiglieri votanti, 22 voti a favore e 4 voti
astenuti, il Consiglio approva l’emendamento n. 1.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 2 che è quello presentato… il primo
emendamento presentato dalla Consigliera Montalbano. Chiedo il parere alla Giunta.

UNIA Alberto (Assessore)
Favorevole.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo allora la votazione dell’emendamento n. 2 della Consigliera Montalbano
con il parere favorevole della Giunta. Prego, Vicesegretario.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
38 favorevoli e 1 contrario.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Vicesegretario. Quindi, con 39 Consiglieri votanti, 38 voti a favore e 1
voto contrario, il Consiglio approva l’emendamento n. 2.

SICARI Francesco (Presidente)
Passiamo, adesso, all’emendamento n. 3 sempre presentato dalla Consigliera
Montalbano. Chiedo alla Giunta il parere.

UNIA Alberto (Assessore)
Favorevole.

SICARI Francesco (Presidente)
Quindi, prendo atto del parere favorevole della Giunta. Chiedo di poter dare lo stesso
esito dell’emendamento n. 2. Il Consigliere Curatella è contrario a concedere lo stesso
esito, allora procediamo con la votazione dell’emendamento n. 3.
Prego, Vicesegretario, procediamo.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).

SICARI Francesco (Presidente)
Vicesegretario, ci sono due espressioni di voto in chat: del Consigliere Carretta,
favorevole e della Capogruppo Artesio, favorevole.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
Okay, quindi 38 favorevoli e 1 contrario.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto. Quindi, con 39 Consiglieri votanti, 38 voti a favore e 1 voto contrario, il
Consiglio approva l’emendamento n. 3.

SICARI Francesco (Presidente)
Do un attimo in Ordine dei Lavori all’Assessore Unia. Prego.

UNIA Alberto (Assessore)
Sì, volevo ritirare l’emendamento n. 4, visto che sono stati approvati i due precedenti e
non ha più senso di esistere. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore Unia. Quindi, viene ritirato l’emendamento n. 4.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo allora con l’emendamento n. 5, presentato dalla Giunta. Chiedo al
Vicesegretario di procedere con la votazione, grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
34 favorevoli e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Vicesegretario. Chiedo di disattivare un attimo i microfoni, ho due
microfoni aperti dei Consiglieri, grazie.
Allora, con 37 Consiglieri votanti e 34 voti a favore e 3 voti astenuti, il Consiglio
approva l’emendamento n. 5.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 6, sempre presentato dalla Giunta. Propongo
lo stesso esito. Non vedo espressioni di contrarietà e quindi viene dato lo stesso esito
per l’emendamento n. 6.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo con l’emendamento n. 7 sempre presentato dalla Giunta. Anche per
l’emendamento n. 7 propongo lo stesso esito. La Vicecapogruppo Pollicino non concede
lo stesso esito e quindi chiedo al Vicesegretario di procedere con la votazione
dell’emendamento n. 7. Grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
23 favorevoli e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Con 26 Consiglieri votanti, 23 voti a favore e 3 voti astenuti, il Consiglio
approva l’emendamento n. 7.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 8, sempre presentato dalla Giunta, e
propongo di dare lo stesso esito per l’emendamento n. 8. Non vedo contrarietà e quindi
viene concesso lo stesso esito per l’emendamento n. 8.

SICARI Francesco (Presidente)
Abbiamo finito con la votazione degli emendamenti e siamo ora alle dichiarazioni di
voto da parte dei Gruppi consiliari. Non vedo richiesta di intervento in merito alle
dichiarazioni di voto, allora possiamo procedere con la votazione della deliberazione
così come emendata. Prego, Vicesegretario possiamo procedere.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
32 e 2 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi, con 36 Consiglieri votanti, 32 voti a favore e 2 voti astenuti, il
Consiglio approva la…

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
34.

SICARI Francesco (Presidente)
34 Consiglieri, ma 32…

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
32 più 2.

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, 34. Cos’ho detto?

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
36.

SICARI Francesco (Presidente)
Okay, 34. 32 voti a favore, 2 voti astenuti, il Consiglio approva la deliberazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità dell’atto, stesso esito concesso.
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