Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con il nostro Ordine dei Lavori. Siamo al punto n. 2, la proposta di deliberazione n. mecc. 202001683/112, presentata dalla Sindaca Appendino e dagli Assessori Schellino, Unia, Iaria, Pironti e Lapietra, che ha come oggetto: “Approvazione del Piano di Resilienza Climatica della Città di Torino”. SICARI Francesco (Presidente) Sono stati presentati otto emendamenti così suddivisi: due della Consigliera Montalbano e sei dell’Assessore Unia. Lascio, quindi, ora la parola agli Assessori per l’illustrazione, prego. UNIA Alberto (Assessore) Sì, grazie Presidente. Sono rimasto un po’ così, perché io avevo soltanto contezza di uno di emendamento della Consigliera Montalbano, comunque li vediamo dopo, non è un problema. Allora, presento la deliberazione. L’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel settembre 2015, prevede 17 obiettivi che dovranno essere realizzati entro il 2030 a livello globale da tutti i Paesi membri dell’ONU. Ciò significa che ogni Paese del Pianeta è chiamato a fornire il suo contributo per affrontare in comune le grandi sfide e perseguire i suddetti obiettivi, tenendo conto ovviamente in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, sociale ed ecologica. In particolare, l’obiettivo n. 13 prevede l’adozione di misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, al fine di rafforzare la resilienza alle catastrofi naturali provocate dai mutamenti climatici. Il cambiamento climatico rappresenta, infatti, una delle maggiori sfide che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni, poiché i rischi per il Pianeta e per le generazioni future sono enormi e ci obbligano ad intervenire con urgenza. L’analisi dei dati meteorologici relativi a Torino consente di evidenziare, anche a livello locale, alcuni cambiamenti nelle variabili meteorologiche, sia sul trend di lungo periodo, sia sulla variabilità interannuale e il verificarsi anche sempre più frequente di eventi climatici estremi. In generale, le temperature tendono ad aumentare, il numero dei giorni di pioggia mostra una tendenza al ribasso, mentre l’intensità di pioggia mostra una tendenza al rialzo. La Città di Torino da anni mostra un forte impegno nella lotta ai cambiamenti climatici, ha aderito già a gennaio 2009 al Patto dei Sindaci e ha approvato il proprio Piano d’Azione (il TAPE) a settembre 2010, ponendosi un ambizioso target di riduzione delle emissioni di CO2 del 30% al 2020 rispetto alle emissioni del ‘91 attraverso la pianificazione e realizzazione delle azioni di mitigazione. Il secondo report di monitoraggio, realizzato nel 2019, con i dati relativi al 2017, ha permesso di verificare che Torino ha già ridotto le proprie emissioni di CO2 del 33% rispetto all’anno di base. Grazie agli importanti risultati raggiunti e ai progressi compiuti negli ultimi anni, la Città ha ottenuto il premio europeo “Covenant of Mayors 2020 for Climate Change and Energy”, come riconoscimento per gli sforzi che la Città sta facendo per il clima, la transizione energetica e, più in generale, per la protezione dell’ambiente. Questo premio identifica Torino fra le città di grandi dimensioni come esempio di riferimento per l’intera comunità del Patto dei Sindaci, e non solo. I cambiamenti climatici sono però in atto, progrediscono più velocemente del previsto e la necessità di prepararsi a eventi meteorologici estremi ha spinto la Città di Torino ad aderire nel 2015 all’iniziativa “Mayors Adapt”, impegnandosi a sviluppare una strategia di adattamento locale, al fine di contribuire alla strategia di adattamento dell’Unione Europea. Data la natura trasversale della tematica, che richiede un approccio integrato, intersettoriale e interdisciplinare, è stato formalmente istituito il suddetto Gruppo di Lavoro, individuando i rappresentanti di ben 15 Servizi e Uffici coinvolti: l’Area Edilizia Privata, Edilizia Pubblica, Infrastrutture, Area Mobilità, Area Politiche Sociali, Area Protezione Civile, Urbanistica, Qualità dell’Ambiente e Costruito, Area Verde, Servizio Progetti Europei, Innovazione, Progetto AxTo, Beni Comuni, Periferie e Uffici ONG Management. Il Gruppo di Lavoro ha lavorato, appunto, in modo congiunto e coordinato per l’individuazione delle misure di adattamento a breve e lungo termine, esaminando, nell’ambito dei diversi settori, le eventuali buone pratiche e le misure già esistenti, nonché favorendo la definizione di nuove azioni e indirizzi per costruire la capacità adattativa a livello locale. Il Gruppo di Lavoro ha inoltre lavorato a stretto contatto con diversi attori locali, in primis ARPA e Regione Piemonte, ma anche le Università torinesi e SMAT. Nel corso del 2018/19, il Gruppo di Lavoro ha identificato le principali vulnerabilità della Città e ha definito una serie di azioni, complessivamente circa 80, finalizzate a ridurre gli impatti causati principalmente dalle onde di calore e dagli allagamenti, che, dall’analisi di vulnerabilità climatica predisposta da ARPA Piemonte, sono risultati i principali rischi connessi ai cambiamenti climatici a cui è esposta la città di Torino. Con atto di deliberazione di Giunta Comunale, oggi approva il Piano di Resilienza Climatica della Città di Torino che si compone principalmente dell’analisi di vulnerabilità climatica, dell’analisi di vulnerabilità del territorio e della strategia di adattamento, con l’elenco delle azioni definite per contrastare gli impatti locali del cambiamento climatico. Le suddette azioni sono state organizzate, per entrambi i rischi, ondate di calore e allagamenti, in due assi principali: il primo, “Come prepararsi”, quindi azioni finalizzate a creare un’Amministrazione resiliente, che gestisce le emergenze, che comunica e che sensibilizza i suoi cittadini; secondo, “Come adattare la città”, quindi azioni per ridurre il manifestarsi di un fenomeno e per fronteggiare le criticità. In sintesi, le misure chiave riguardano la realizzazione degli NBS - Nature- Based Solutions - per mitigare l’effetto isola di calore, nonché per aumentare la permeabilità del suolo e rallentare il deflusso delle acque meteoriche in fognatura attraverso la realizzazione di aree di drenaggio urbano sostenibile; la riqualificazione del tessuto urbano attraverso l’utilizzo di materiali innovativi che consentano il raffreddamento delle pavimentazioni urbane; misure di sensibilizzazione e specifiche campagne informative per i cittadini sui corretti comportamenti da adottare in occasione di ondate di calore, sull’identificazione delle aree a rischio allagamento e sui sistemi di allerta per il rischio esondazione e sui sistemi di autoprotezione; specifici programmi di formazione per i tecnici comunali con l’obiettivo di diffondere la progettazione di soluzioni innovative rese indispensabili dalle nuove condizioni climatiche; adeguamento delle norme urbanistiche che riguardano essenzialmente l’adattamento dei principali strumenti pianificatori e regolamentari che governano le trasformazioni sul territorio, in particolare la revisione del Piano Regolatore Generale e dell’Allegato Energetico-Ambientale del Regolamento Edilizio consentirà di adottare criteri climate proof nelle nuove edificazioni e, principalmente, nelle ristrutturazioni edilizie che costituiranno la maggior parte degli interventi sul territorio comunale, già fortemente urbanizzato; interventi infrastrutturali che prevedono il recupero delle acque piovane, la de-impermeabilizzazione di aree nell’ambito di nuove realizzazioni o interventi di manutenzione, l’utilizzo di materiali innovativi per mantenere le pavimentazioni più fresche e permeabili, la realizzazione di tetti e pareti verdi, l’utilizzo di materiali di rivestimento “cool” con albedo elevato, l’installazione di sistemi mobili per l’ombreggiamento al fine di ridurre le condizioni di disagio indoor estivo, soluzioni innovative per un trasporto pubblico anche fresco e confortevole; interventi per un trasporto pubblico - appunto fresco e confortevole - in grado di assicurare la fruibilità del Trasporto Pubblico Locale anche nelle giornate più calde; l’incremento delle alberature per contrastare le isole di calore e valorizzazione del verde come “rifugio climatico”. Al fine di verificare sia il grado di sensibilità delle comunità torinesi e i rischi climatici, sia l’eventuale efficacia delle azioni considerate, attraverso il supporto tecnico- scientifico dell’Università di Torino, si è svolta anche un’analisi sociologica che ha rilevato alcune priorità per l’adattamento, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili. Il Piano Resilienza Climatica raggruppa le strategie, le azioni che l’Amministrazione comunale dovrà mettere in atto per garantire un’elevata qualità della vita e dei servizi a fronte degli scenari climatici futuri. È un Piano che richiede un’implementazione operativa e operatività negli anni, per questo motivo contiene indicatori di monitoraggio rispetto a ciascuna di queste azioni proposte, quindi ogni azione verrà monitorata con degli indicatori specifici. L’azione di monitoraggio è prevista con cadenza annuale per ciascuno dei servizi coinvolti, i quali sono chiamati a tenere in considerazione quanto determinato nel Piano... nell’adozione delle strategie di settore, nella pianificazione operativa e nella programmazione degli investimenti. Allo stesso modo, è necessario che per ogni intervento di trasformazione urbana venga valutata la sua capacità di ridurre i rischi legati alla vulnerabilità climatica. Con l’approvazione di questo Piano si apre non solo la fase operativa ma anche di coinvolgimento di diversi attori del territorio, che a loro volta potranno dare un importantissimo contributo all’adattamento del tessuto urbano e un miglioramento della qualità della vita. Si pensi alla grande industria che incide ancora in modo importante sul tessuto urbano, gli atenei e i rispettivi masterplan, alle istituzioni, da quelle sanitarie a quelle scolastiche e così via. Nelle prossime settimane e mesi si aprirà dunque una fase di consultazione e interlocuzione per allargare il raggio di azione a tutto il territorio. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Assessore Unia, presumo lei abbia finito. UNIA Alberto (Assessore) Presume correttamente. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Procediamo adesso con gli interventi dei Consiglieri, ho il Vicepresidente Lavolta. Prego, ne ha facoltà. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Abbiamo in più di una Commissione consiliare avuto modo di approfondire questo Piano, abbiamo condiviso le nostre riflessioni e valutazioni, e più in generale ci siamo permessi di sottolineare come il concetto di adattamento, e la sua integrazione all’interno degli strumenti di governo del territorio, rappresenta una questione molto complessa, che si deve avvalere del contributo di diverse discipline, rispetto alla quale il dibattito fortunatamente nazionale, internazionale è molto, molto acceso e sono contento che siano molte le città che - non da oggi - affrontano questo tema e lo fanno con serietà e competenza; serietà e competenza che noi abbiamo sottolineato nel lavoro tecnico degli uffici, che io ringrazio; comincio con l’esprimere un forte apprezzamento nei confronti di coloro i quali - non faccio nomi per non dimenticarne qualcuno - all’interno dell’Amministrazione hanno concorso alla redazione di un Piano sicuramente molto ampio, molto puntuale, molto ricco che evidenzia la molteplicità di approcci metodologici, così come la necessità di soddisfare i vari contesti citati. Siamo contenti anche che finalmente l’Assessore abbia condiviso la necessità - però a parole, perché non ne ho trovato, e spero di ravvedermi leggendoli, non ho trovato emendamenti in questa direzione - la necessità che questo lavoro intersettoriale veda anche un collegamento diretto, esplicito, con i vari altri strumenti di cui la città si è dotata nel corso del tempo e i vari altri Piani che debbono concorrere al raggiungimento degli obiettivi del concetto di adattamento. Io, come ho detto in Commissione, l’ingrediente diciamo più di successo, in questo processo di pianificazione per l’adattamento, è sicuramente l’integrazione orizzontale, cioè quella che taglia trasversalmente l’Amministrazione, le diverse Aree, i diversi Dipartimenti, questo è sicuramente il primo degli ingredienti che trova sicuramente sostanza nel gruppo di lavoro ma, come sappiamo tutti, e per onestà intellettuale mi aspettavo che lo riconoscesse anche l’Assessore, in questo momento trova motrice in un Settore dell’Amministrazione che è quello che di fatto ha guidato il lavoro. Ma ce n’è un altro di ingrediente importante, necessario e di successo nel processo di pianificazione per l’adattamento, che è la committenza politica. Ecco, la committenza politica si esaurisce nell’ansia di dover approvare un Piano per esigenze prevalentemente estetiche, rischia di essere un buon cahier, un buon riassunto di buone intenzioni, ma difficilmente uno strumento utile a supportare le scelte politiche di un ente importante come il nostro e per il suo futuro. È una logica differente quella del Piano integrato, che dovrebbe stare alla base della pianificazione per l’adattamento, e soprattutto oltre alla raccolta di informazioni che sono - lo riconosco - puntuali e precise, sarebbe stato più utile avere a che fare con la definizione di strategie a lungo e medio termine con azioni collegate che però, a differenza di quello che troviamo, dovrebbero essere verificabili nella loro efficacia e dovrebbero essere più attentamente monitorate. Siccome queste cose io le ho già dette in Commissione e l’Assessore mi ha risposto che in realtà è così, a titolo esemplificativo prendo pagina 50 del Piano, laddove si incominciano ad elencare le azioni di contrasto, e laddove, ad esempio, si fa riferimento alle... sono 40 le azioni individuate come azioni di contrasto, dopo il capitolo degli impatti, e le azioni citate dall’Assessore, richiamate dall’Assessore, sono per esempio: assistere per vivere meglio, prevedere cioè l’attivazione del Piano di emergenza caldo con l’adozione di interventi finalizzati a ridurre la vulnerabilità dei soggetti fragili. Bene. Le domande che noi ci poniamo sono: come? Quando? In che tempi? Con quali risorse? Questo manca. Ma se ne prendo un’altra, “Una città più fresca”, dice, per esempio: costruire per freschezza, prevede questa azione - cito testualmente - l’utilizzo di materiali freschi caratterizzati da elevati valori di riflettenza solare, e quindi in grado di ridurre l’innalzamento termico per le pavimentazioni urbane. Bene. Dico io, ma mi chiedo: come? Quando? In che tempi? Con quali risorse? Ho letto stamattina il giornale, c’è un bando importante della Città di Torino che supera di diversi milioni di euro per le manutenzioni stradali. È prevista concretamente in questo impiego di risorse un’attenzione in questa direzione? Non mi pare, non mi risulta. Ma ancora, l’azione successiva: “trasporto pubblico fresco e confortevole” prevede principalmente interventi in grado di assicurare la fruibilità del trasporto locale anche nelle giornate più calde. Da una parte si cercherà di riprogettare le fermate in modo da favorire un sali/scendi veloce, così da ridurre il tempo di attesa in fermata; dall’altro verranno realizzati dei sistemi di ombreggiamento naturale o artificiale delle fermate per assicurare un certo benessere durante il periodo di attesa. Bene. Dico io, ma aggiungo: come? Quando? In che tempi? Con quali risorse? E guardate, potrei andare avanti, ma non voglio annoiare nessuno, per ciascuna delle azioni citate nel Piano. Piano che non prevede e non fa minimamente riferimento alla riduzione del carico antropico già in corso in città, che... e questo l’ho letto in un emendamento, forse figlio diciamo della discussione che abbiamo fatto in Commissione, non dialoga questo Piano di Resilienza Climatica col Piano Regolatore, nell’emendamento presentato dall’Assessore c’è un auspicio rispetto a quello che dovrebbe essere l’esito della revisione del Piano Regolatore in corso, non c’è un dialogo specifico sul Piano delle infrastrutture verdi; sono di fatto buone azioni, ma senza azioni concrete di monitoraggio, utili a un monitoraggio, perché lo dico? Perché per poter verificare, tra qualche anno chiunque ci sarà, il raggiungimento di queste azioni dovrà avere a disposizione le risposte alle quattro domande che facevo prima, cioè: come l’Amministrazione intende realizzare queste cose? Quando, nel corso del tempo? E in che tempi, quindi con quale cronoprogramma? E soprattutto, con quali risorse? Mi dispiace apprendere quindi che in questo gruppo di lavoro intersettoriale diciamo la cassa della Città di Torino, il forziere in qualche modo non sia particolarmente protagonista, così come manca qualunque tipo di ingaggio - e di questo invece me ne dispiaccio fortemente - dei soggetti privati, che a vario titolo dovrebbero essere caricati a bordo di questa strategia e dovrebbero essere incentivati a partecipare con azioni specifiche. Così come, e questo è l’ultimo in ordine di tempo di rammarico ma non è certo il meno importante, che questo Piano non parla di un contesto che è quello metropolitano. Questo Piano non dialoga con i Comuni contermini, questo Piano non dialoga con la Città Metropolitana, questo Piano, oltre ad essere vago nei suoi intendimenti e non puntuale come ci saremmo aspettati, non è neanche tarato sulla dimensione giusta. È sicuramente un Piano, quello che ci viene chiesto di approvare oggi, che soddisferà tutte le esigenze estetiche, che soddisferà tutte le esigenze comunicative in ordine alla rappresentazione esterna della retorica che può caratterizzare un’Amministrazione, non va a soddisfare, invece, quella esigenza concreta alla quale facevo riferimento prima e che in qualche modo ha caratterizzato, come giustamente ricordava l’Assessore, un lavoro con un passo serio, cadenzato e circostanziato dal 2009 ai giorni d’oggi, la Pubblica Amministrazione torinese. I Piani richiamati dall’Assessore e gli obiettivi raggiunti con anticipo rispetto ai tempi predefiniti, penso in particolare al Turin Action Plan of Energy, quindi il Piano di azioni per l’energia della Città di Torino, era un’altra cosa, quindi se l’Assessore - e lo ringrazio - certifica che quel Piano è stato efficace e ha raggiunto, con cinque anni di anticipo, già nel 2015, gli obiettivi che la Commissione Europea dava alle città impegnate in questa direzione non è perché ci fossero dei meriti politici particolari, semplicemente perché quel piano era puntuale, aveva delle azioni specifiche che partivano dall’estensione della rete di teleriscaldamento piuttosto che... non le cito tutte, e nel corso di ogni anno la politica aveva uno strumento da monitorare, per “politica” intendo il Consiglio comunale ma anche... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) ...le tante Amministrazioni coinvolte. Concludo dicendo sostanzialmente che l’ambizione di questo Piano non trova riscontro in una concretezza che meriterebbe la Città di Torino in questa fase, e soprattutto l’approvazione di un Piano di Resilienza come questo, in un contesto economico sociale come quello che stiamo attraversando, avrebbe dovuto, secondo me, essere complementato da un supporto e da una committenza politica esplicita; serviva un’assunzione di responsabilità politica puntuale. Ci siamo permessi di chiedere all’Assessore di approfondire e di sviluppare questo aspetto lacunoso del Piano, ci spiace registrare che, nonostante sia stato evidenziato da noi e dai tanti soggetti coinvolti nel corso della consultazione, ad oggi questo non sia avvenuto. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Adesso ho iscritta la Consigliera Montalbano. Prego, ne ha facoltà. MONTALBANO Deborah Sì, grazie Presidente. Mah, abbiamo dedicato due sedute di Commissione alla discussione di questo Piano e anche di questa delibera; io ho accentrato le mie sollecitazioni su un versante, che è quello della procedura metodologica di sviluppo dell’iter e del Piano stesso, mentre non ho voluto intervenire rispetto al merito del Piano, e vi spiego il perché: non ho voluto fare sollecitazioni in tal senso perché dalla lettura della delibera, ma anche del Piano, si evince sostanzialmente che siamo di fronte oggi a un documento che è di indirizzo, cioè che raggruppa una serie di intenti e a cui si rimanda poi concretamente l’attuazione, la programmazione, lo sviluppo, non solo, ma anche varie e possibili integrazioni e anche modifiche al futuro. È un lavoro che si svilupperà negli anni concretamente; probabilmente i protagonisti anche politici che potranno intervenire rispetto a tutti gli elementi oggettivi che riguardano interamente e complessivamente tutto il Piano saranno i nostri successori e probabilmente anche i successori dei nostri successori; quindi, io ho voluto concentrarmi sul versante della metodologia. Questo non vuol dire che all’interno del merito del Piano non abbia intercettato alcune criticità, nel senso che io mi auguro e auspico che negli anni a venire ci saranno delle integrazioni e delle modifiche anche al Piano, in quanto non so se parliamo di ampliamento del verde sulla città, oppure di manutenzione dei tombini per contrastare poi gli allagamenti stradali a seguito delle piogge, o di efficienza del trasporto pubblico. Ecco all’interno di questi intenti e queste azioni sostanzialmente ritengo che non ci si bisogno di un piano per definire che queste azioni siano necessarie, e rientrano anche un po’ in realtà in quelle che dovrebbero essere le azioni ordinarie da mettere in campo all’interno di una città come quella di Torino, ma credo anche in tutte le città, non solo a Torino. Ecco, quindi non è che non ci siano delle criticità sul merito, ma ho voluto concentrarmi proprio sulla metodologia e l’iter di sviluppo del Piano stesso in quanto all’interno poi delle proposte, oggi in oggetto all’attenzione del Consiglio, sia al punto 2 che al punto 3 impegnano sostanzialmente la Divisione, le Aree e i Servizi della Città a attuare, favorire e sostanzialmente soddisfare anche tutta una serie di azioni concrete che rappresentano proprio l’iter di sviluppo del Piano stesso; e quindi, io continuo a ribadirlo anche qui in Consiglio, ho sostanzialmente trovato una mancanza, e cioè il confronto e il rapporto tra la parte a cui si dedica tutto questo lavoro, quindi a cui si dà incarico di svolgere tutto questo lavoro - e quindi la parte tecnica/amministrativa, i nostri uffici - con quella politica, da qui la presentazione dei miei emendamenti, perché laddove noi andiamo a impegnare gli uffici per l’operatività e il periodico monitoraggio anche dello stato di avanzamento del Piano, credo che questa sia una delle responsabilità che stia anche in capo alla parte politica di una città e di un’Amministrazione, e quindi sì, questo è assolutamente col pieno rispetto anche del lavoro degli uffici e dell’Amministrazione tutta, però può avvenire solo a seguito di un dibattito politico, come ad esempio anche l’adozione delle strategie di settore. Credo che anche quelle siano un lavoro che gli uffici potranno svolgere in piena legittimità solo a seguito, anche qui, di un dibattito politico attraverso le Commissioni competenti; così la pianificazione operativa, ma anche e soprattutto, un altro elemento non marginale, quello della programmazione degli investimenti, perché anche su questo ad oggi non abbiamo una certezza, nel senso che la delibera cita un accordo fatto con la Banca Europea ma noi non abbiamo una certezza di risorse che questo patto produrrà e quindi anche che avremo a disposizione per lo sviluppo e la concretizzazione delle azioni all’interno del Piano. Quindi gli emendamenti, Presidente, qui mi rivolgo a lei, presentati sono due ma hanno lo stesso oggetto. Sono due perché il punto 2 e il punto 3 “impegna” la parte amministrativa della Città di Torino nello sviluppo del Piano, e quindi ho dovuto fare due emendamenti ma essendo che questa delibera è presentata dall’Assessore Unia, rimango un po’ perplessa quando prima di intervenire, a seguito di quando lei gli ha dato la parola, sosteneva sostanzialmente che si aspettava un unico emendamento, per una questione tecnica quindi ho dovuto farne due perché i punti dell’impegna sono diversi, dove inserire il raccordo, il confronto politico con le Commissioni preposte. Inoltre, faccio presente sempre a lei Presidente, io venerdì, a seguito di un contatto telefonico col Presidente della VI Commissione, ho mandato il testo degli emendamenti in Assessorato e in copia anche al Presidente della Commissione competente; insomma, più di così non so bene cosa fare. Mi immagino che una Giovanna d’Arco si potrebbe anche trovare in difficoltà a questo punto eh, nel senso che non so se devo anche passare dagli uffici per dirvi che c’è una mail da guardare, io basta dirmelo e poi lo faccio eh, non è un problema, però più di così sostanzialmente Presidente non so bene cosa fare. E quindi invito l’Assessore Unia a rivedersi o a chiedere ai suoi uffici di rivedere la posta arrivata venerdì pomeriggio. Ho concluso il mio intervento, grazie Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. L’Assessore Unia ha comunicato che per gli emendamenti non ci sono problemi. Procediamo con gli interventi, ho il Presidente Mensio. Prego, ne ha facoltà. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Ma la Commissione da quattro anni lavora abbastanza pancia a terra sui temi dei cambiamenti climatici, su quelli che sono gli impatti che i cambiamenti climatici che hanno avuto nella città di Torino. Ricordo alcune Commissioni fatte anche con SMAT proprio sulla parte di caditoie stradali, dove SMAT ricordava che la struttura delle caditoie stradali e della rete fognaria, in modo particolare le acque bianche... non tanto le reflue, appunto, delle caditoie cittadine non era strutturata per gestire... come dire, quello che oggi è il panorama a cui ci si trova di fronte. Stessa cosa l’abbiamo fatta con IRETI parlando della rete energetica, cioè spesso va in crisi proprio per il caldo che c’è in questi ultimi anni, già di per sé quando scaldano i cavi - pur sottoterra - un caldo esterno non aiuta, anzi crea problemi. Ne abbiamo fatte diverse di Commissioni, abbiamo anche avuto importanti ospiti esteri: dalla città di Portland in Oregon che ha collaborato anche con la Città di Torino proprio per la stesura del Piano di Resilienza Climatica; loro sono stati, credo, i primi in America e forse anche primi nel mondo, io questo non lo so. Abbiamo avuto l’ex Presidente di Kiribas o Kiribati durante le manifestazioni di CinemAmbiente che ci ha portato le sue indicazioni in merito a quelli che sono i cambiamenti climatici più distanti da noi, ma in un Paese che tenderà a sparire perché sono isole che finiranno sott’acqua, ecco. Quando si dice che i cambiamenti climatici non ci riguardano, adesso ci riguardano molto da vicino, anche se i suoi effetti noi li sentiamo relativamente, dico relativamente perché non ce ne rendiamo più conto. Questo credo che sia il primo Piano in Italia, checché qualcuno ne dica, fatto come Piano di Resilienza di una città; ci sono state, da parte probabilmente di altre città italiane, delle operatività, delle attività sulla resilienza, ma questo è il primo Piano, ed è un Piano che pone, tenta di porre rimedio, o meglio, di porre un freno a quelli che sono gli effetti che scelte non fatte o fatte male nelle Amministrazioni passate, non solo ovviamente locali, ma io penso a quelle regionali e anche nazionali, hanno portato alla... come dire, alla città a soffrire di ondate di caldo, di questo brutto termine, “bombe d’acqua”, eccetera. È chiaro che sono fenomeni climatici globali, ma da noi hanno un riscontro particolare. Quindi questo Piano non agisce sulle cause, perché sarebbe impossibile agire sulle cause localmente, questo dobbiamo mettercelo in testa tutti, quindi chi dice che questo Piano non serva, probabilmente non ha capito la finalità del Piano, serve a mitigare, a ridurre gli impatti che questi cambiamenti hanno sulla nostra città. Abbiamo parlato di caditoie e quindi a far sì che l’acqua scorra via più velocemente nelle nostre città, e alcuni esempi sono stati già messi in atto dalla Città e da SMAT; a far sì che la corrente elettrica continui a fluire nei cavi in modo continuo e non con i soliti blackout e su questo IRETI e IREN ci stanno lavorando. Quindi questo è il frutto di scelte, proprio per arginare un problema che non è stato creato recentemente, ma che ha origini molto, molto lontane. Mi verrebbe da dire anche solo sull’inquinamento atmosferico che non ha un impatto diretto sui cambiamenti climatici, ma in realtà noi sappiamo che i motori endotermici emettono CO2 che è un gas (incomprensibile). Ecco, tutto questo è per dire che questo Piano - e io di questo devo ringraziare l’Assessore, ovviamente, e la Giunta ma anche e soprattutto gli uffici - è un Piano che avrà una sua attuazione nell’arco degli anni; purtroppo l’ambito naturale, io lo so bene da 25 anni, è un ambito che non è spendibile in termini elettorali nell’arco di pochi anni, ma ci vogliono (audio disturbato) affinché i risultati delle scelte fatte oggi si possano vedere, sia in senso positivo che in senso negativo, lo dico molto, molto francamente. Detto questo, ovviamente il nostro Gruppo voterà a favore di questo Piano, noi ci auguriamo che il Piano sia un punto di partenza; devo dire che, ad esempio, quando si dice che non è coordinato con gli altri, ricordo che stiamo discutendo del Piano di Resilienza Climatica, scusate, il Piano del Regolamento edilizio che prenderà alcuni spunti dal Piano di Resilienza Climatica. Mi viene in mente la discussione che abbiamo fatto con l’associazione (audio disturbato) sui parcheggi, sulle aree a parcheggio che devono essere (incomprensibile) e comunque drenanti; mi vengono in mente tanti altri esempi, esempi che nel passato, mi spiace, ma in alcuni casi non sono stati eseguiti. Mi viene in mente corso Principe Oddone, questa lunga striscia dedicata alle auto tutta di asfalto, non so se è drenante o no; mi viene in mente piazzale Aldo Moro che quando io l’ho visto, non ho visto neanche un albero e ho detto: “Ma scusate, almeno un albero ce lo si poteva mettere lì in mezzo per raffrescare ed evitare le isole di calore?”. Ecco, probabilmente (audio disturbato) passato non sono sempre state, come dire, così lungimiranti perché non era un problema che ci si poneva; bene, il problema è arrivato, i problemi ci sono, dobbiamo affrontarli tutti insieme e io quindi auspico che questo Piano venga votato a larga maggioranza in modo favorevole; poi tutto è migliorabile e tutto è perfezionabile, ne sono assolutamente convinto, è un Piano che entrerà a far parte di altri elementi come il Piano Regolatore, come il Piano del Verde, come tanti altri elementi. Aggiungo che il percorso fatto in Commissione è stato per me molto importante, come anche per gli altri Consiglieri, abbiamo avuto occasione di ascoltare diverse persone, è stata data la possibilità - anche se non era scritto da nessuna parte perché è un Piano un po’ innovativo da quel punto di vista - dovevamo ricevere delle osservazioni ma sono state ricevute: la Consulta, alcune associazioni, gli stessi Ordini dei dottori Forestali agronomi ha dato le sue indicazioni, in modo particolare sulle NBS, abbiamo avuto anche le indicazioni da parte delle Circoscrizioni. Ecco, io direi che qui è stato fatto un gran lavoro per cercare di arginare un problema che però noi tutti insieme dobbiamo risolvere, e non potremmo risolverlo solo come Città di Torino, dobbiamo risolverlo come Regione. La Regione da questo punto di vista mi auguro che vorrà fare la sua parte, dovranno farla come Stato; ho ad oggi la notizia... di qualche giorno fa in realtà, che sono stati stanziati 200 milioni per l’efficientamento degli uffici pubblici, già col bonus 110% (audio interrotto) da parte di ATC sui propri immobili e via discorrendo, ecco. Tutto questo ci dovrà portare a ridurre quella che è la strada (incomprensibile) in forte pendenza verso un punto di non ritorno, non per la città Torino ma per il mondo intero. Io ringrazio, ripeto, tutti coloro che hanno partecipato, l’Assessore, gli uffici, i Consiglieri che hanno portato un apporto costruttivo e anche, come dire, critiche che ci stanno se viste in ottica costruttiva, e per quanto riguarda gli emendamenti ovviamente, quelli della Giunta... come dire, li accogliamo molto ben volentieri, ma anche quelli della Consigliera Montalbano, che non ho capito francamente se vengono riassorbiti o meno, ma... quello poco importa. Io, come ho detto alla Consigliera, li ho ricevuti, li ho fatti inoltrare a tutti i Consiglieri e sono per me assolutamente recepibili perché rimettono un po’ al centro anche quello che è il compito della Istituzione di indirizzo e controllo di questa Città, cioè il Consiglio comunale, proprio nel vedere questo Piano nella sua globalità, sperando che le prossime Amministrazioni ne prendano atto, lo portino avanti anche come comunicazione e come... da parte delle Istituzioni proprio di diffusione delle buone pratiche per far sì che i cambiamenti climatici siano un po’ meno cambiamenti in negativo e un po’ più in positivo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Mensio. Ci sono altri interventi in merito alla discussione della deliberazione? Sì, ho la Consigliera Scanderebech. Prego. SCANDEREBECH Federica Sì, grazie Presidente. Ma, intervengo sulla scia dei colleghi che sono intervenuti, di Minoranza, Lavolta e Montalbano perché intanto chiedo di poter sottoscrivere a verbale gli emendamenti della collega Montalbano e quindi chiaramente gli emendamenti vedranno il mio voto favorevole. Voglio fare una piccola cronistoria perché avendo seguito con attenzione, anche con interesse, i lavori in Commissione volevo motivare la mia astensione a questa delibera scendendo nel merito dei temi. Intanto, nella prima Commissione, appena veniva spiegato il Piano, feci una domanda che per me era determinante nel capire che cosa stavamo andando a votare, ossia chiesi se queste indicazioni avevano una valenza di indicazioni oppure una valenze che, nel caso non venissero sottese, quindi non portate a termine avessero delle multe o quant’altro e quindi chiedevo in che maniera questo Piano potesse essere relazionato, ad esempio con una variante del Piano Regolatore Generale e chiedevo se, nel caso queste indicazioni non venissero sottese, si dovesse passare quindi ad un atto di Consiglio, di Giunta o di qualcosa e chiaramente in quella sede mi venne detto tranquillamente che questa delibera si occupa di indicazioni, quindi proprio perché si occupa di indicazioni da lì ne consegue il fatto che questo lavoro enorme degli uffici, che chiaramente ringraziamo, copioso, enorme e che ha un gran significato, poteva però politicamente essere più incisivo, nel senso che doveva essere steso in termini di doveri e non solo di auspici, quindi politicamente essere più incisivo. Purtroppo, relazioniamo, relaziono e verbalizzo che la Giunta non ha avuto, come dire, questo passo in più, questo coraggio in più di rendere determinate indicazioni più nella maniera di essere dei doveri da attuare piuttosto che delle indicazioni e degli auspici. Così anche come nell’ultima Commissione è stato fatto rilevare, da un intervento, che la Commissione ha voluto, in temi di partecipazione, audire ed ascoltare, il quale appunto lui stesso diceva che ci sarebbe voluto più coraggio, più coraggio nell’attuare poi politicamente nella stesura di questa delibera tali auspici, tali indicazioni. Guardate mi sembra tanto di essere tornata nella Commissione Decentramento quando chiedevamo di poter valutare dei lavori vecchi che sono stati svolti da una Commissione vecchia e all’interno della Commissione c’è stato detto: “No, no, no, è un lavoro vecchio che hanno fatto gli uffici, facciamo finta di niente”. In questo momento, ad esempio, il collega Lavolta, sia in Commissione sia qua in Aula, ha sottolineato come in precedenti annate ci siano stati dei lavori determinanti da parte di una vecchia Giunta, da parte di vecchi componenti degli uffici comunali che avevano svolto un grandissimo lavoro a cui poteva essere benissimo integrato e ripreso appunto in questo lavoro che comunque è assolutamente nella direzione che tutti noi, il Comune stesso dovrebbe andare incontro. Detto ciò, il mio sarà un voto di astensione proprio per questo motivo, perché il mio auspicio, invece, era che queste indicazioni potessero essere più vincolanti, così non è, e quindi mi dispiace e il mio sarà un voto di astensione. Ho terminato Presidente. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire nel merito della discussione? Non ho ulteriori richieste di intervento e quindi possiamo dare la replica all’Assessore Unia. Prego, Assessore. UNIA Alberto (Assessore) Sì, grazie Presidente. Prima mi vorrei soffermare, tanto poi ne parliamo nel senso che dopo vediamo gli emendamenti, ma vorrei soffermarmi un attimo sulla questione emendamenti. Gli emendamenti presentati dalla Consigliera Montalbano, che condividiamo in pieno assolutamente, abbiamo voluto riproporli in un’altra versione, cioè anziché metterlo su due punti separati, la frase, fare un punto specifico apposta dopo il terzo punto che dice “prevedere i periodici momenti di confronto con la Commissione consiliare preposta in fase di implementazione e monitoraggio del Piano”, quindi sostanzialmente i due emendamenti presentati dalla Consigliera li abbiamo concentrati in un punto a sé proprio per dare anche maggiore risalto a quanto richiesto dalla Consigliera, se ovviamente la Consigliera accetta questo ragionamento. Per quanto riguarda il resto ho poco da dire, nel senso che all’interno del Piano - basta leggerlo - ci sono tutti gli elementi, tutti gli strumenti di pianificazione e tutto quello che può servire c’è dentro al Piano di Resilienza Climatica. È chiaro che è un Piano fatto sicuramente molto, ma molto bene dagli uffici, veramente fatto bene, anzi io devo ringraziare sia gli uffici che lo staff che ha seguito in primis questo lavoro, ma non gli Uffici dell’Ambiente solo, ma tutti gli uffici degli altri Assessorati che hanno partecipato alla redazione di questo Piano che è un Piano politico, molto politico. È un Piano che prima non esisteva. È un Piano che prevede una serie di azioni importanti, molto importanti che possono cambiare il tessuto del territorio gradualmente, ma in maniera subito percettibile. Mi viene in mente la sperimentazione che stiamo per far partire sul Quartiere Valdocco a proposito di risorse. Questo non è il Piano Regolatore e non è neanche un Regolamento, come vorrebbe la Consigliera dell’intervento precedente. Questo è un Piano dove si danno delle indicazioni specifiche su come intervenire in maniera efficace in ottica di resilienza climatica; è questo l’obiettivo di questo Piano, non è un altro Piano, è questo Piano qua, fa quel mestiere lì, se no avremmo fatto un altro tipo di Piano. Secondo me questo veramente è un lavoro molto, molto politico, però credo che dia un indirizzo importante e fondamentale, un segnale importante e anche dei risultati importanti. Dicevo prima, citavo il progetto Valdocco, che tra l’altro abbiamo presentato sia in Commissione che anche in Commissione in Circoscrizione 7, tra l’altro è stato particolarmente gradito, ed è forse il primo vero intervento fatto in ottica di questo Piano che non è ancora stato approvato, lo approviamo adesso, per vedere i risultati, ovviamente il Piano dev’essere approvato, una volta approvato iniziano le azioni, ma in realtà le azioni sono già iniziate per la nostra Amministrazione, ma erano già iniziate anche prima, il problema è che non esisteva uno strumento che raggruppasse tutti gli elementi e lo trasformasse sostanzialmente in un Piano complessivo sulla Resilienza Climatica. Abbiamo visto quali sono i due indicatori a cui ci si riferisce e quali sono le due criticità, le due fragilità del territorio per quanto riguarda questo tema. Fossimo in un’altra città o in un altro paese parleremo di altro, in questo caso parliamo di ondate di calore e rischio di alluvioni quindi che sono quelli che sono stati monitorati duranti gli anni, negli ultimi anni da parte, appunto, di ARPA Piemonte e quindi sono diventati il fulcro dove ci si concentra nelle azioni di climate proof sul territorio; è questo lo scopo di questo Piano di Resilienza Climatica, non ce ne sono altri. Il coordinamento con il Piano Regolatore assolutamente sì, anzi stiamo non solo quello, ma anche a livello di coinvolgimento di Enti sovraordinati, mi viene in mente Regione Piemonte, proprio per ragionare sulla normativa che regola il consumo di suolo, eccetera. Insomma stiamo facendo un lavoro veramente che coinvolge non soltanto la Città di Torino, ma vorrebbe far diventare, almeno in Italia, perché all’estero, in Europa e nel mondo, molte città si sono già dotate di Piani di Resilienza, molte in realtà non molte, diciamo ci sono tante città che l’hanno fatto, vorremmo essere in Italia la prima città ad avere un vero Piano di Resilienza Climatica e poterlo trasformare veramente in quello che è la città… la Torino del futuro. Per cui, secondo me, dal mio punto di vista questo è un Piano molto politico e fatto grazie a un forte (incomprensibile) politico, ma grazie veramente alla dedizione e al lavoro scrupoloso degli uffici e anche dei partner che ci hanno supportato: ho citato ARPA, Università degli Studi e tutti gli altri, appunto, citati all’interno del Piano, quindi io sono convito che questo Piano sia un buon Piano e per questo chiedo al Consiglio di poterlo approvare. Faccio che illustrare gli emendamenti che sono, oltre a quello che citavo prima della Consigliera Montalbano quindi l’emendamento, abbiamo fatto un emendamento che è quello che ho citato prima e poi ci sono gli altri che sostanzialmente intervengono proprio nella discussione in merito al coinvolgimento del Piano Regolatore, tenendo conto della normativa sovraordinata su cui stiamo lavorando insieme agli Enti preposti. Ho finito. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Assessore Unia. Procediamo quindi, no non si può intervenire perché si può intervenire in merito alla discussione non dopo la replica dell’Assessore. Prego, Consigliera Montalbano sull’Ordine dei Lavori. MONTALBANO Deborah Sì, scusi Presidente, ma mi rivolgo direttamente a lei. Allora, le faccio un piccolo preambolo, all’interno delle due sedute di Commissione, nella prima Commissione sollecito l’istanza che poi ho messo per iscritto attraverso gli emendamenti, mi viene detto che la Giunta si farà carico di effettuare l’emendamento; nella seconda Commissione chiedo conto alla Giunta se aveva provveduto, e anche al Presidente di Commissione, ad effettuare l’emendamento, mi viene risposto che l’accordo in realtà era che la Consigliera Montalbano protocollasse gli emendamenti; mi prendo carico di protocollare gli emendamenti, li porto oggi in Commissione, avviso Assessorato, avviso il Presidente della Commissione preposta, tanto che gli emendamenti arrivano anche a tutti i Consiglieri. Dopodiché arriviamo qui oggi, inizia la discussione, l’Assessore Unia prima sostiene che l’emendamento da me proposto avrebbe dovuto essere 1 e non 2, quindi dà dimostrazione di non aver letto la mail degli emendamenti e anche di avere qualche mancanza di conoscenza dei punti che all’interno della delibera si propongono al Consiglio Comunale, dopodiché vengono recepiti però con una versione riscritta dalla Giunta, portata qui in Consiglio Comunale senza aver avvisato la Consigliera interessata. Ma a lei pare tutto normale Presidente? Allora, io le chiedo e questo in risposta anche all’Assessore che assolutamente non accetto il punto riscritto dalla Giunta in quanto avete voluto voi che io protocollassi gli emendamenti e lasciandoli invece suddivisi in due, sia al punto 2 che al punto 3, entrano direttamente all’interno dell’iter come esattamente io avevo posto la questione. Con il punto, invece, aggiunto e quindi trasformando i due emendamenti, sostanzialmente con il punto 6, aggiungendolo diventerebbe 6 o 4 scalando poi gli altri, sostanzialmente si trasforma la mia istanza in un “periodicamente si faranno delle Commissioni dove poi sostanzialmente gli uffici verranno a raccontare ciò che hanno già deciso, avviato e attuato”, non è questo l’oggetto della mia istanza, scusatemi. Presidente, guardi, io sono molto in difficoltà mi rivolgo a lei. SICARI Francesco (Presidente) Va bene. Quindi, abbiamo otto emendamenti depositati, direi che possiamo procedere con la votazione degli otto emendamenti. Prego, Presidente Mensio per Ordine dei Lavori. MENSIO Federico Sì, scusate la connessione non funziona tanto. Volevo solo capire se con l’emendamento di Giunta si superano gli emendamenti della Montalbano o sono integrabili, cioè nel senso che possono essere tutti accettati. Lo chiedo all’Assessore, perché non ho compreso bene la ratio. MONTALBANO Deborah Parzialmente. SICARI Francesco (Presidente) Per favore interveniamo quando do la parola, grazie. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Chiedo scusa, non sono molto pratico, mi sono un po’ perso, ma, se ho capito bene il senso dell’intervento della collega Montalbano, alcuni degli emendamenti potrebbero essere alterati nella loro sostanza da quelli di Giunta; lei poi ha detto che saremmo adesso partiti con la votazione degli otto emendamenti, le chiederei una gentilezza per me, lo chiedo eventualmente anche solo a titolo personale, se può dire qual è l’emendamento che votiamo e se può, preliminarmente a questa indicazione, gentilmente spiegare quali emendamenti eventualmente decadono in caso di approvazioni di altri emendamenti. SICARI Francesco (Presidente) Io ho indicazione... non decade proprio nulla, non è come altri emendamenti che ci è già capitato di votare, in cui l’approvazione di, ad esempio, l’emendamento n. 4 fa decadere l’emendamento n. 5, semplicemente gli otto emendamenti si integrano all’interno del testo e nessuno fa decadere nessun altro. Quindi, ogni emendamento modifica una porzione di testo, senza che la votazione e l’approvazione di uno ne faccia decadere un altro. Prego, Assessore Unia. UNIA Alberto (Assessore) Sì, Presidente. In realtà non c’è nessun inghippo e nessun inganno per cui vorrei smarcare un attimo la discussione da questo. La Consigliera ha presentato due emendamenti che sono stati visti dagli uffici che stamattina in fase di redazione degli altri emendamenti che stavamo facendo li hanno inclusi pensando di metterli insieme in un punto unico proprio per dare maggiore risalto. Detto questo, non è mia assolutamente, come dire, intenzione o cura andare a imputarmi su questa cosa perché in realtà non c’è nulla su cui impuntarsi perché il contenuto è il medesimo soltanto che, appunto ripeto, i miei uffici che hanno riletto gli emendamenti hanno pensato di dare maggior risalto ai due emendamenti mettendoli come punto a sé stante non inserendoli all’interno di altri punti in questa delibera, quindi non vedo assolutamente il problema citato dalla Consigliera Montalbano, davvero. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Assessore per il chiarimento. SICARI Francesco (Presidente) Possiamo quindi procedere con quelli che sono gli otto emendamenti. Iniziamo con l’emendamento n. 1, che è presentato dalla Giunta. Chiedo, quindi, al Segretario, al Vicesegretario, che nel frattempo è subentrato, di procedere con la votazione mediante appello nominale, grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 22 favorevoli e 4 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Vicesegretario. Quindi, con 26 Consiglieri votanti, 22 voti a favore e 4 voti astenuti, il Consiglio approva l’emendamento n. 1. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 2 che è quello presentato… il primo emendamento presentato dalla Consigliera Montalbano. Chiedo il parere alla Giunta. UNIA Alberto (Assessore) Favorevole. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo allora la votazione dell’emendamento n. 2 della Consigliera Montalbano con il parere favorevole della Giunta. Prego, Vicesegretario. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 38 favorevoli e 1 contrario. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Vicesegretario. Quindi, con 39 Consiglieri votanti, 38 voti a favore e 1 voto contrario, il Consiglio approva l’emendamento n. 2. SICARI Francesco (Presidente) Passiamo, adesso, all’emendamento n. 3 sempre presentato dalla Consigliera Montalbano. Chiedo alla Giunta il parere. UNIA Alberto (Assessore) Favorevole. SICARI Francesco (Presidente) Quindi, prendo atto del parere favorevole della Giunta. Chiedo di poter dare lo stesso esito dell’emendamento n. 2. Il Consigliere Curatella è contrario a concedere lo stesso esito, allora procediamo con la votazione dell’emendamento n. 3. Prego, Vicesegretario, procediamo. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). SICARI Francesco (Presidente) Vicesegretario, ci sono due espressioni di voto in chat: del Consigliere Carretta, favorevole e della Capogruppo Artesio, favorevole. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) Okay, quindi 38 favorevoli e 1 contrario. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Quindi, con 39 Consiglieri votanti, 38 voti a favore e 1 voto contrario, il Consiglio approva l’emendamento n. 3. SICARI Francesco (Presidente) Do un attimo in Ordine dei Lavori all’Assessore Unia. Prego. UNIA Alberto (Assessore) Sì, volevo ritirare l’emendamento n. 4, visto che sono stati approvati i due precedenti e non ha più senso di esistere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore Unia. Quindi, viene ritirato l’emendamento n. 4. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo allora con l’emendamento n. 5, presentato dalla Giunta. Chiedo al Vicesegretario di procedere con la votazione, grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 34 favorevoli e 3 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Vicesegretario. Chiedo di disattivare un attimo i microfoni, ho due microfoni aperti dei Consiglieri, grazie. Allora, con 37 Consiglieri votanti e 34 voti a favore e 3 voti astenuti, il Consiglio approva l’emendamento n. 5. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 6, sempre presentato dalla Giunta. Propongo lo stesso esito. Non vedo espressioni di contrarietà e quindi viene dato lo stesso esito per l’emendamento n. 6. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo con l’emendamento n. 7 sempre presentato dalla Giunta. Anche per l’emendamento n. 7 propongo lo stesso esito. La Vicecapogruppo Pollicino non concede lo stesso esito e quindi chiedo al Vicesegretario di procedere con la votazione dell’emendamento n. 7. Grazie. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 23 favorevoli e 3 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Con 26 Consiglieri votanti, 23 voti a favore e 3 voti astenuti, il Consiglio approva l’emendamento n. 7. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo, adesso, con l’emendamento n. 8, sempre presentato dalla Giunta, e propongo di dare lo stesso esito per l’emendamento n. 8. Non vedo contrarietà e quindi viene concesso lo stesso esito per l’emendamento n. 8. SICARI Francesco (Presidente) Abbiamo finito con la votazione degli emendamenti e siamo ora alle dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi consiliari. Non vedo richiesta di intervento in merito alle dichiarazioni di voto, allora possiamo procedere con la votazione della deliberazione così come emendata. Prego, Vicesegretario possiamo procedere. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). 32 e 2 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi, con 36 Consiglieri votanti, 32 voti a favore e 2 voti astenuti, il Consiglio approva la… FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 34. SICARI Francesco (Presidente) 34 Consiglieri, ma 32… FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 32 più 2. SICARI Francesco (Presidente) Sì, 34. Cos’ho detto? FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) 36. SICARI Francesco (Presidente) Okay, 34. 32 voti a favore, 2 voti astenuti, il Consiglio approva la deliberazione. SICARI Francesco (Presidente) Darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità dell’atto, stesso esito concesso. |