Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Voglio leggere una lettera pervenuta al mio Gruppo Consiliare, e non credo soltanto al mio, scritta da una mamma con un bambino che frequenta l’asilo nido. La leggo testualmente: “Il servizio di assistenza e di pulizia oggi non è più svolto dalle persone che lavoravano lì da anni, sapendo come muoversi e conoscendo i bambini, ma con l’affidamento alle cooperative ora c’è il nuovo personale, che spesso cambia, a cui bisogna spiegare tutto e che comunque non è in numero sufficiente per assistere le educatrici perché deve pulire e igienizzare. Il servizio post-scuola - la mamma dice è stato privatizzato, abbiamo ascoltato l’Assessora e le rassicurazioni che ha dato - è un servizio molto rigido, che costringe alla frequenza almeno tre volte alla settimana, ed è condizionato dalla partecipazione di almeno cinque famiglie, altrimenti salta. Prima lo gestivano le educatrici di sezione. Non è stato assunto tutto il personale mancante, e men che meno quel personale che avrebbe dovuto sostenere i gruppi di lavoro in questo momento di emergenza, anzi, si continuano a fare i conteggi dei rapporti numerici tra adulti e bambini su tutto il nido, anche se adesso il nido è suddiviso in bolle e le educatrici non potrebbero, se non straordinariamente, spostarsi a sostenere le colleghe delle altre bolle, ma, non assumendo, l’emergenza è continua. Hanno modificato gli orari alle educatrici, costringendole a un’organizzazione non funzionale, obbligandole a fare pause che nella loro organizzazione sono quasi impossibile da fare e che, se fatte, scoprono i rapporti numerici”. Ora, perché, anziché fare un commento personale, ho voluto leggere questa lettera? Perché io credo che, esattamente per gli stessi obiettivi che l’Amministrazione vuole raggiungere, cioè continuare a mantenere l’offerta educativa in un quadro di qualità, noi dobbiamo avere una grande responsabilità, noi Consiglieri e soprattutto la Giunta. Non si possono liquidare le critiche, quando vengono espresse dalle componenti educative, riducendole ad una contestazione di addebiti ai sensi del Codice di Comportamento. Non si possono liquidare le obiezioni dei genitori, che riferiscono quello che vedono, sicuramente sintetizzando un’impressione con informazioni che possono essere non complete sotto il profilo amministrativo, ma non le si possono liquidare con un giudizio di cattiva informazione, perché, se il clima che si percepisce è quello che emerge da questa lettera o da quella a cui l’Assessora ha fatto cenno, o dal malessere espresso dagli educatori e dalle educatrici, significa che c’è una sofferenza reale che non permette di condividere l’obiettivo di tutti - quello dell’Amministrazione e quello di una comunità educativa - e che quindi esclude la reciproca comprensione e induce soltanto la difficoltà. Quindi, io vorrei che il racconto puntuale di queste critiche arrivasse all’Amministrazione non come un rimbalzo di accuse, ma come una sollecitazione a cercare di rendere assolutamente più esplicita la consapevolezza del fatto che si sta cercando di agire per mantenere i servizi anche in un momento di grande difficoltà; per farlo, però, bisogna avere alcuni atteggiamenti, secondo me, di base: il primo, essere consapevoli e riconoscere che la fragilità di oggi è maggiore per la fragilità di ieri. Quando avevamo a lungo discusso della inopportunità dei rinvii dei concorsi, dell’insufficienza dei numeri previsti, perché già in allora sembrava rendessero debole la qualità delle opportunità educative, questo dato non deve essere rimosso come polemica politica, deve essere considerato come uno degli elementi della debolezza di oggi, e quindi come un modo per cambiare stile e corso rispetto ai comportamenti che sono stati adottati e che si muovevano in una logica tutta di equilibrio di bilancio. Quando noi diciamo - e lo ha detto bene la collega Consigliera Albano - che c’è bisogno di un coinvolgimento delle componenti professionali e che persino le relazioni sindacali sono state messe in crisi, pur avendo dato una disponibilità sensibile nel mese di settembre, stiamo esprimendo un allarme che va considerato e non liquidato di nuovo come una polemica meramente sindacale. Quando ragioniamo della necessità di trovare strumenti anche giuridici per... ARTESIO Eleonora ... (voci sovrapposte) stiamo dicendo tutto questo. Quindi, credo che questa discussione possa essere almeno reciprocamente utile, per cercare di trovare un clima che raggiunga l’obiettivo comune di qualificare i Servizi Educativi. Grazie, ho finito. |