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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Novembre 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 35
MOZIONE 2020-01775
(MOZIONE N. 47/2020) "FORMAZIONE SU PEDAGOGIA DI GENERE PER I SOGGETTI CHE OPERERANNO A STRETTO CONTATTO CON I BAMBINI E LE BAMBINE NEL NUOVO SERVIZIO INTEGRATO ZERO SEI" PRESENTATA IN DATA 7 AGOSTO 2020 - PRIMA FIRMATARIA CARLEVARIS.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Passiamo adesso…, abbiamo finito con la discussione delle deliberazioni, siamo alle
discussioni di mozioni ed ordini del giorno. Siamo al punto numero 15, la proposta di
mozione, n. mecc. 202001775/002, presentata dalla Consigliera Carlevaris, che ha come
oggetto:

“Formazione su pedagogia di genere per i soggetti che opereranno a stretto contatto
con i bambini e le bambine nel nuovo servizio integrato zero sei.”

SICARI Francesco (Presidente)
Lascio la parola alla prima firmataria per l’illustrazione. Prego.

CARLEVARIS Cinzia
Sì, grazie Presidente. Lo presento io, ma in realtà questo è un atto di iniziativa della
Commissione Pari Opportunità, in base all’art. 36 del Regolamento del Consiglio
comunale, per cui il testo è stato redatto collettivamente in Commissione dalla
Commissione Pari Opportunità e V Commissione. È una mozione che impegna Sindaca
e Giunta, appunto, a prevedere nell’ambito del costituendo Sistema Integrato dei Servizi
per l’Infanzia della città, quindi zero-sei, una formazione continua e di qualità sui temi
della pedagogia di genere per tutti i soggetti che opereranno a stretto contatto con i
bambini e le bambine della città. Quindi, si riferisce a tutti i soggetti gestori che
opereranno all’interno del nuovo sistema di governance. Il secondo punto dell’impegna
prevede, nell’ambito del rapporto di corresponsabilità educativa, di individuare e
promuovere pratiche educative utili, per contrastare gli stereotipi di genere, volte a
sensibilizzare, laddove possibile, anche le famiglie, quindi per cercare laddove possibile
di coinvolgere anche le famiglie in questo percorso. Qual è la ratio di questo atto?
Diciamo che, nell’ambito delle Pari Opportunità, nonostante a livello formale la parità
uomo-donna sia sancita ormai da decenni a livello normativo, a partire dalla
Costituzione Italiana, gli atti fondativi dell’Unione Europea, dichiarazioni universali
diritti dell’uomo e della donna, però nei fatti persiste nella società un evidente Gap di
genere. Nell’ultimo Global Gender Gap Report del 2020, quello che ogni anno redige il
World Economic Forum, l’Italia si colloca al settantaseiesimo posto su 153 Paesi come
divario di genere, per dire, siamo dietro al Botswana, dietro al Kazakistan, dietro alla
Tanzania. Per cui, anche il legislatore, negli ultimi dieci anni, ha individuato la scuola
come ambito centrale su cui investire, proprio perché il divario di genere non è formale,
è sostanziale, culturale, e quindi il legislatore ha individuato proprio la scuola non solo
come luogo di riproduzione culturale, ma anche come un luogo di costruzione attiva di
cultura, quindi di una formazione che emancipa. Questo a partire fin dal 2011, come è
richiamato in narrativa, con un protocollo del Ministero Pari Opportunità, insieme al
Ministero dell’Istruzione, proprio un protocollo che titolava: “Promozione della cultura
di genere nel mondo dell’istruzione”. Dopodiché, sono seguiti due decreti nel 2013, il
decreto 93, (incomprensibile) straordinaria contro la violenza sessuale di genere che
promuoveva proprio la formazione del personale scolastico, riconoscendo il ruolo
centrale nel tema dell’educazione della scuola e stabiliva come obiettivo prioritario
proprio quello di educare alla parità e al rispetto, in particolare per superare gli
stereotipi che riguardano il ruolo sociale. Un altro decreto, il 104/2013, anche qui
misure (incomprensibile) istruzione, individuava, proprio, la formazione obbligatoria
degli educatori e delle educatrici, insomma, del corpo docente con particolare
riferimento, proprio, all’educazione all’affettività, al rispetto della diversità e pari
opportunità di genere. A livello legislativo abbiamo la Legge 107 del 2015, la riforma
nel sistema nazionale di istruzione, quella che è giornalisticamente nota come la:
“Buona scuola”, nella quale era stata inserita una disposizione normativa in tema di
educazione alla parità tra i sessi, nello specifico, all’art. 1, al comma 16, indica: “Attuali
principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado
l’educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le
discriminazioni”. Si tratta di una norma di compromesso che tenta di adeguare
l’ordinamento italiano agli obblighi internazionali, in particolare all’art. 14 della
Convenzione di Istanbul, che più estesamente prevederebbe per i Paesi aderenti che
mettessero in campo le azioni necessarie, leggo: “Per includere nei programmi scolastici
di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di
genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei
rapporti interpersonali, la violenza contro le donne, basata sul genere e il diritto
all’integrità personale appropriati al livello cognitivo degli allievi”. Con questa
mozione, noi andiamo ad intervenire sulle scuole di competenza diretta della Città,
quindi il comparto zero-sei, che in realtà è un comparto fondamentale, perché i bambini
di quell’età..., cioè è proprio in quell’età che si fanno un’idea di come gira il mondo,
no? Ed è anche l’età in cui viene fatto più uso di stereotipi, proprio per l’essenza stessa
dello stereotipo come concetto semplificatore della realtà. Per cui, insomma, ormai gli
studi hanno dimostrato che, tra i 3 e i 4 anni, i bambini e le bambine hanno già imparato
ad elaborare contenuti forniti dagli adulti ed evitare, di conseguenza le attività del
genere opposto. Gli stereotipi di genere quindi contribuiscono, diciamo, a produrre delle
gabbie, no, entro le quali circoscrivere le possibilità di espressione dei singoli, perché lo
sguardo dell’adulto, nei confronti del bambino, diventa prescrittivo. Questa mozione,
appunto, intende fornire, alle educatrici e agli educatori, gli strumenti offerti dalla
pedagogia di genere per..., insomma, saper adottare linguaggi plurali, acquisire quegli
strumenti pedagogico-didattici idonei a promuovere, diciamo, una corretta
socializzazione di genere, la formazione di una cultura della differenza e, soprattutto,
saper riconoscere e decostruire quegli stereotipi che, inconsapevolmente, spesso
trasmettiamo ai bambini, ecco, a costruire, diciamo, attivamente quel rinnovamento
culturale atteso, partendo proprio dall’infanzia. Ho finito, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho la Vicepresidente Ferrero, prego.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì, grazie Presidente. Io ringrazio, naturalmente, la Presidente Carlevaris, ma soprattutto
ringrazio la Commissione. Premetto che è un dovere di questa società e delle
Amministrazioni che la rappresentano lavorare affinché siano eliminati i pregiudizi, gli
usi, i costumi e le tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della
donna o su modelli stereotipati e costrittivi di una funzione che viene fin dall’infanzia,
traghettata dal ruolo che uno deve, in qualche modo, svolgere. Va data un’indicazione
giusta che, attraverso un’adeguata formazione del personale scolastico, si possa, in
qualche modo... e possa, in qualche modo, aiutare lo sviluppo delle relazioni, la lotta
alla violenza, discriminazioni di genere, arrivando a promuovere linee guida nei
programmi nazionali, per tutte le scuole dalle elementari all’infanzia, alla scuola
secondaria, per arrivare all’educazione all’affettività. Ecco questo è un grande tema
dell’educazione all’affettività, a quello che è il rispetto delle diversità e al superamento
degli stereotipi di genere. Aggiungo, e ci tengo molto, che questa Amministrazione,
quando ero Presidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità, lavorò in diverse
Commissioni sull’educazione all’affettività, anche confrontandosi con le tante comunità
straniere presenti sul territorio e, pare argomento cardine e sostanziale, per un percorso
di emancipazione delle donne e delle ragazze, nell’ottica di un rispetto delle peculiari
caratteristiche fisiche e non solo di un loro rimescolamento. Abbiamo bisogno di
rispettarci e sicuramente di costruire relazioni paritarie e di eliminare la violenza dai
nostri comportamenti. La violenza è il grande tema che la società deve affrontare, una
violenza verbale, fisica, un linciaggio o derisione sui social, che hanno caratteristiche di
viralità e veicolano nuove forme di bullismo, che adesso chiamiamo, appunto,
“cyberbullismo”. Questa Amministrazione, sempre per fare un po’ di storia, ha
affrontato con una mozione passata a maggioranza, in data 19 luglio del 2017, con linee
precise di indirizzo, come affrontare il bullismo e il cyberbullismo. Concludo dicendo
che viviamo in una società che è sicuramente liquida, che muta con una velocità
enorme, inimmaginabile fino a pochi anni fa, ma i bambini e le bambine devono essere
aiutati a crescere coi loro tempi e rispettati con le loro peculiarità e caratteristiche.
Siamo sicuramente una società povera di contenuti, ed è sui contenuti che si fondano i
ruoli affettivi. Anche le aspettative di ruolo sono, genericamente, mortificate in questa
confusione, in questa entità dinamica, va portato fortemente avanti il concetto di spazio
psichico personale e la definizione dell’ideale, rispettando anche i tempi diversi dei
bambini maschi, rispetto a quelli delle bambine femmine. Per concludere, e concludo
davvero, l’argomento è ampio, e credo che meriti ancora una riflessione
dell’Amministrazione e una presa in carico di questa importante tematica di cui,
appunto, questa proposta di mozione è un tassello. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Non ho altre richieste di intervento da parte dei Consiglieri. Direi che, allora, possiamo
procedere con la votazione dell’atto con appello nominale. Lascio la parola al
Vicesegretario Generale, grazie.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).

SICARI Francesco (Presidente)
Il Capogruppo Magliano esprime voto astenuto in chat.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
28, e 2 astenuti. Presidente?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, l’ho sentita. Con 30 Consiglieri votanti, 28 voti a favore, 2 voti astenuti, il Consiglio
Comunale approva la mozione.
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