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LO RUSSO Stefano È la nostra Città, Presidente, non so se… LO RUSSO Stefano Posso avere lo sfondo della Città? Credo di sì. Grazie, Presidente. Questa deliberazione arriva all’attenzione del Consiglio Comunale dopo una lunga gestazione, dopo la revoca, non revoca di un precedente deliberazione ancora di luglio che per un puro incidente di percorso non è stata incautamente votata dal Consiglio Comunale. È una deliberazione che noi abbiamo contestato nel metodo, nel senso che non riteniamo essere competenza del Consiglio Comunale neanche della Giunta Comunale la decisione in ordine all’applicazione del Codice Appalti e riteniamo che l’atto che verrà votato dai Consiglieri che decideranno di esprimere il proprio voto a favore, sia un atto che presenta notevoli profili di problematicità dal punto di vista della tenuta amministrativa in quanto entra nel merito di una procedura appunto che è quella l’affidamento di incarichi di progettazione di lavori pubblici che il nostro Codice Appalti diciamo disciplina in maniera piuttosto puntuale e piuttosto precisa. In particolar modo, faccio una premessa di fondo, quando nel 2015 avviamo questa lunga e complessa fase che oggi consegna l’onere a quest’Amministrazione alla fine del suo mandato di essere in qualche modo di essere l’Amministrazione che avvia al proseguo di questa fase della progettazione appunto definitiva, ci interrogammo su quale poteva essere in qualche modo la strategia che in qualche modo si poteva mettere in campo e intorno alla discussione che fu fatta all’epoca abbiamo ritenuto che la strategia migliore fosse quella di prendere in esame le migliori competenze professionali esistenti al mondo e per questa ragione fu, dal punto di vista strutturale, avviata una gara di progettazione internazionale che fu anche molto combattuta e che ha consentito di consegnare alla Città un progetto di enorme qualità come quello che è il progetto preliminare. All’epoca non c’erano neanche le condizioni tecnico-giuridiche per affidare direttamente a Infra.To la progettazione in quanto non era previsto dello Statuto della medesima Società l’addizione progettazione. Oggi ci sono, ma al di là di questo ovviamente quindi si sarebbe potuto già fare all’epoca questo ragionamento non fu neanche abbozzato perché l’impostazione era proprio quella di in qualche modo di andare verso una gara evidenza pubblica, peraltro eravamo anche in una fase in cui il codice del contratti pubblici non era quello che oggi è vigente quindi il quadro normativo dell’epoca in qualche modo e la sussistenza nella Società Infra.To, l’insussistenza dei presupposti statutari per l’affidamento alla medesima società indusse l’allora Amministrazione di avviare la gara internazionale. Il giudizio sulla qualità progettuale lo lasciamo ovviamente a chi l’ha potuto esaminare, il nostro è estremamente positivo. È stato un progetto fatto bene che è stato fatto dai migliori soci. Ci saremmo aspettati che quella che poi è la parte più importante che non a caso anche in termini di importo lavori è ancora più delicata perché è in questa fase che si scelgono le tecnologie del materiale rotabile quindi in qualche modo si preconfigura anche in termini prospettici chi sarà l’operatore che fornirà le vetture della Metro 2 e conseguentemente avrà, va detto con grande franchezza, la possibilità di fare il fornitore del Comune di Torino per decine e decine d’anni senza alcuna procedura a evidenza pubblica in quanto ovviamente mentre è possibile cambiare un bus ogni dieci anni facendo una gara e quindi aprendo al mercato ovviamente nel momento in cui si sceglie una tecnologia per la Metropolitana quella è e quella resta quindi in qualche modo è chiaro che è una scelta estremamente delicata sia per quello che riguarda l’efficacia tecnica e tecnologia, sia per quello che riguarda in qualche modo il vincolo che si crea rispetto al tipo di soluzione tecnica e alle forniture di successivo materiale che verranno essere messe in campo e questo a maggior ragione dovrebbe rafforzare l’ipotesi di andare verso un meccanismo che sia autenticamente competitivo. Dicevamo che questo tipo di procedura a nostro vostro modo di vedere non è competenza del Consiglio Comunale che a nostro modo di vedere, a modo di vedere di chi parla è come dire molto, molto, molto borderline nel dare un indirizzo così forte come quello di avvalersi di una società in house e a questo elemento di metodo giuridico, di legittimità formale dell’atto si aggiunge un tema piuttosto evidente a nostro modo di vedere di sostanza. Citerò alcuni passaggi della richiesta di parere, delle due richieste di parere che io ho formulato e che non hanno trovato alcuna risposta nei numerosi mesi, anzi settimane/mesi che intercorrono da quando sono state presentate le due delibere, la prima e poi anche la seconda che è quella che è andata oggi in votazione, mi sfugge la ragione per cui alle domande che ho posto non è stata data compiuta risposta, ma ci si è soffermati unicamente in una disertazione tutta amministrativa sulla competenza o meno del Consiglio Comunale a deliberare in ordine allo svolgimento di questi lavori di progettazione. Allora, riassumo brevemente che nessuno contesta la sussistenza del requisito del “in house providing” in capo a Infra.To in quanto Infra.To è sicuramente rispondente a questo tipo di caratteristiche. Forse qualche riflessione la merita il tema della capacità tecnica attualmente in capo alla medesima Società, infatti l’articolo 23, 5 comma, del nostro Codice dei contratti pubblici, prevede infatti con specifico riguardo alla progettazione, io ricordo che il Codice Appalti ha una riserva di legge per gli incarichi di progettazione questo fu peraltro per chi andrà a vedere gli atti parlamentari una profonda discussione fatta con gli ordini professionali che giustamente all’epoca reclamarono una specifica riserva di legge per evitare che in qualche modo venisse sottratto al mercato della progettazione da parte della stazioni appaltanti ivi presenti i Comuni, tra cui Comuni e ovviamente il Comune di Torino, diciamo così quella che è di per sé una fonte primaria di qualità di lavoro che appunto sono gli incarichi di progettazione. Ecco, questo comma, l’articolo 23, comma 5, recita che “Indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario, l’incarico è espletato da professionisti scritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti professionali, personalmente responsabili e nominativamente indicati già in sede di presentazione dell’offerta, con la specificazione delle rispettive qualificazioni professionali. All’atto dell’affidamento dell’incarico, i soggetti incaricati devono dimostrare di non trovarsi nelle condizioni di cui all’art. 80 nonché il possesso dei requisiti della capacità di cui all’articolo 83, I comma”, quest’ultimo articolo che fa espressamente riferimento a: i requisiti di idoneità professionale, la capacità economica-finanziaria, la capacità tecnica e professionale e che secondo il comma 2 devono essere attinenti e proporzionali all’oggetto dell’appalto. Ora, dall’insieme di tutte queste norme che ho richiamato, risulta evidente infatti che qualsiasi soggetto svolga attività di progettazione, rileggo, “Indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario, sia essa una società di ingegneria sul mercato una società in house e quindi anche le società in house devono possedere requisiti di idoneità professionale nonché di capacità economica e tecnica proporzionati all’incarico ricevuto, che come è evincibile dall’allegato alla deliberazione, della vecchia deliberazione presente anche in questo, fa riferimento a un importo lavori di progettazione definitiva nella tratta Rebaudengo e il Politecnico di euro 31.599.446 euro e una redazione con un piano di sicurezza con oltre 4 milioni di euro. Con particolare riguardo ai requisiti di capacità tecnica un riferimento è rappresentato dalle linee guida dell’ANAC, numero 1, che recano indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. In queste linee guida si precisa che per individuare la capacità tecnica e la tecnica dei soggetti si devono indentificare le opere a cui appartengono gli interventi oggetto dell’incarico, secondo quando riportato nella tabella Z-1 del citato Decreto Ministeriale, 17 giugno 2016 e le corrispondenti classi e categorie di cui alle precedenti disposizioni tariffarie. In tal modo, infatti, è possibile: 1) richiedere il possesso del requisito professionale costituito dall’aver svolto servizi tecnici per interventi in quelle specifiche classi e categorie; 2) determinare l’entità del predetto requisito applicando all’importo dell’intervento cui si riferisce il servizio, un coefficiente moltiplicatore, da stabilire nei documenti di gara, secondo le indicazioni fornite con le presenti linee guida”. Ora, anche a voler ritenere queste linee guida dell’ANAC si applichino solo alle gare e quindi alla scelta di un progettista esterno all’Amministrazione, la stessa rappresenta comunque un utile parametro di riferimento anche per gli affidamenti in house anche perché altrimenti non si comprenderebbe come mai il professionista esterno deve essere in possesso di specifici requisiti, mentre la società in house per il medesimo incarico può farne a meno. Il momento di verifica della capacità tecnica è quella dell’affidamento dell’incarico anche tale principio è del tutto evidente soprattutto nell’ambito dei servizi di progettazione, laddove la componente del personale tecnico è molto importante in quanto contribuisce in modo significativo a formare la capacità alla progettazione, non si affidano incarichi di progettazione a fronte di un gruppo di lavoro i cui componenti al momento dell’affidamento stesso devono essere ancora identificati e di conseguenza di cui non possono essere valutati i requisiti e le capacità e non è un caso, infatti, che nelle ordinarie procedure di gara viene richiesta l’indicazione nominativa di chi farà parte del gruppo di lavoro. Ora, a fronte di queste considerazioni io ho formulato delle domande a cui non ho ricevuto risposta, le domande le riassumo molto brevemente in questi termini, mi sembra di poter capire che l’intendimento è quello di andare verso una successiva adozione di incremento di capacità tecnica della Società Infra.To e allora il tema che sarebbe utile che venisse chiarito, visto che non è stato chiarito in queste lunghe settimane di discussione e se questa verifica è stata effettuata sulla base della struttura tecnica esiste al momento della formulazione da parte di Infra.To dell’offerta economica o come invece risulterebbe dagli atti in nostro possesso che ci sono stati trasmessi in base alla struttura ancora da costituire, cioè in altri termini, peraltro la stessa Infra.To nella seduta del 23 luglio 2020 quando si esaminò la deliberazione meccanografico 202001515/034 che è quella che poi è stata ritirata e sostituita a quella che abbiamo oggi all’Ordine del Giorno, sostanzialmente ha ammesso di dover ricorrere a competenze tecniche esterne per lo svolgimento della progettazione. Questa dichiarata incapacità tecnica di poter effettuare direttamente le prestazioni ingegneristiche potrebbe configurare il rischio, io lo dico lo lascio a verbale, l’ho detto fino adesso e lo ripeto qua in Aula virtuale, ma sempre a verbale, di frazionare l’appalto da 31.599.000 euro in più parti potando sotto soglia e quindi senza più obbligo di gara le singole componenti tecniche che verrebbero non svolte direttamente dalla società, ma affidate da Infra.To stessa a privati esterni con procedura di affidamento diretto, procedura questa del frazionamento esplicitamente vietata dalla legge. Ora, io mi sono interrogato del perché c’è questa pervicace volontà di proseguire rispetto a questo tipo di quesiti e la ragione l’ho posta per iscritto nei quesiti che ho sottoposto all’attenzione del Segretario Generale indirizzata a lui, ma la cui risposta era trasmessa a tutti, sia la domanda che la risposta, a queste domande non è stata data risposta e onestamente è la cosa che in qualche modo mi lascia davvero più perplesso. Ora, ci sono tutta una serie di ulteriori elementi, però il punto cruciale qual è? Il punto cruciale riguarda il fatto che ad oggi sulla base degli elementi che ci sono stati forniti e rappresentati e sulla base della stessa ammissione di Infra.To, Infra.To non ha le competenze tecniche per fare la progettazione delle linea 2 della Metro, non le ha, le acquisirà, ma acquisendole ovviamente andrà a reperirle sul mercato attraverso procedure sotto soglie e quindi con affidamenti diretti raffigurando potenzialmente una cosa che giustamente la legge impedisce perché se no farebbero tutti così e sostanzialmente non ci sarebbe più nessuna gara europea, se tutte le Amministrazioni d’Europa ragionassero come sta ragionando l’attuale Maggioranza, la Sindaca Appendino, l’Assessore Lapietra che sono gli estensori e firmatari della deliberazione e i Consiglieri di Maggioranza che in più riprese hanno ribadito con forza e con interventi puntuali e nominativamente individuabili l’esigenza di andare a una procedura di questo tipo mi pare difficile immaginare che questo non possa accadere e quindi sottraendo una gara da circa 30 e passa milioni di euro al tema… LO RUSSO Stefano … di rango europea. Per tutte queste ragioni e ovviamente anticipando in conclusione avendo solo questo intervento a disposizione che non solo abbiamo emendato, ma sosterremo la mozione che prevede di estendere la progettazione anche alla diramazione verso Pescarito è evidente che questa deliberazione non dovrebbe neanche essere in Aula, non dovrebbe neanche essere discussa e dovrebbe, la discussione che è in corso in questo momento, essere appannaggio unicamente dei nostri tecnici che dovrebbero verificare la compatibilità di legge e applicare la normativa che sulla base di queste considerazioni che io ho ribadito oggi in maniera sintetica e di questi tempi purtroppo contingentata, ma che ho messo nero su bianco dovrebbe indurre io credo a un ritiro di questa deliberazione e a una assunzione di responsabilità della struttura tecnica che dovrebbe, la struttura tecnica, verificare quali sono le procedure conformi alla legge per l’approvazione, per la progettazione definitiva della line 2 della Metropolitana. Grazie, Presidente. |