Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Che la situazione straordinaria richiedesse un cambiamento nei modelli organizzativi, ai fini della tutela della sicurezza di tutte le componenti della comunità scolastica, pur nella qualità dell'offerta educativa, è assolutamente scontato, persino ovvio, per quanto faticoso. Quindi, da questo punto di vista, la cooperazione che anche le Organizzazioni Sindacali hanno dimostrato nella sottoscrizione dell'intesa che varrà fino alla fine del mese di novembre mi pare che sia in armonia con il quadro nel quale ci stiamo tutti quanti: istituzioni, organizzazioni intermedie e popolazione, muovendo. La questione che io ponevo è, al di là degli aspetti di carattere organizzativo, che sono stati fin qui concordati, ha però una caratteristica di tipo strategico, nel senso che, è pur vero, e credo che non ci si azzarderà a far diversamente, che l'Amministrazione ha assunto l'impegno, perché le modifiche che sono state finora introdotte sulle modalità di utilizzo del tempo di lavoro, non siano quelle a regime, ma siano quelle della fase transitoria. Però, è altrettanto vero che quel tipo di organizzazione oraria di servizio in sezione e di formazione e dei momenti di pausa durante l'arco della prestazione di servizio, non è l'esito, semplicemente, di una trattativa tra le parti, ma è l'esito di un progressivo ben precedente alla legislazione sul sistema formativo integrato, percorso che la Città di Torino ha compiuto nell'arco di qualche decennio, relativamente all’approfondimento della qualità educativa dei propri servizi, e così, se è pur vero che il Contratto Collettivo Nazionale, per quello che riguarda gli Enti Locali, prevede le 30 ore intese come standard massimo, è però altrettanto vero che nulla vieta agli Enti Locali di applicare delle modalità di quell'orario di carattere diverso come è avvenuto nella Città di Torino. Avvenuto nella Città di Torino, proprio in analogia a quella che è la modalità organizzativa del tempo di docenza e di attività educativa della Scuola per l'Infanzia Statale. Quindi la questione che io pongo è che la modifica dell'orario che è stata concordata in condizioni di emergenza per le Scuole per l'Infanzia Comunali è una necessità che il Comune ha mostrato e che ha cercato di governare con questo metodo, non è un aspetto ordinario che abbia caratterizzato anche altri soggetti gestori della Scuola per l'Infanzia, non perlomeno quello della Scuola per l'Infanzia Statale. Quindi, il Comune di Torino si è trovato a dover intervenire sull'orario, perché era stretto in una morsa tra la doverosa e condivisibile necessità di continuare a mantenere l'offerta educativa nella tutela della sicurezza e la non sufficiente dotazione organica o possibilità di assunzioni di altro personale, a seguito di quello che io giudico: “Una sciagurata riduzione del personale degli Enti Locali”. Questo è il tema, basterebbe, serenamente, ammettere che si è cercato di fare il meglio con la collaborazione di tutti, perché ci si è trovati in un sistema che era già fortemente stressato, dal punto di vista delle dotazioni organiche e delle progressive fuoriuscite delle condizioni di salute del personale addetto, cioè tutto quello che fino a sei mesi fa l'Amministrazione ci raccontava, per spiegarci che avrebbe dovuto ridurre sezioni di scuola per l'infanzia Comunale verso le scuole Statali, perché le caratteristiche del nostro sistema erano quelle che ho finito di descrivere e però la scuola materna statale, la scuola per l'infanzia statale le modifiche di orario non le ha fatte. Quindi, assumiamo il dato che si sta cercando di navigare al meglio possibile in un mare periglioso, dove alle onde d'urto improvvise della pandemia c'erano le onde sottotraccia delle sotto datazioni di investimenti in formazione e personale in questo settore. Basta essere chiari, basta essere chiari e tutto si comprende e non diventa oggetto di polemica. Quindi, da questo punto di vista, io non ho nulla da aggiungere sulle scelte che sono state fatte, se non pretendere una certa continuità nell'essere espliciti e sinceri nelle comunicazioni, perché non si può dire: “Andremo verso la direzione di uniformare i modelli gestionali”, pensando che il modello gestionale non sia quello più favorevole, che in questo momento è quello dell’infanzia statale. Vuole l'Assessore il nome del sistema formativo integrato, andare a proporre alla scuola per l'infanzia statale di passare dalle 26 alle 30 ore? Vorrei vederla. Quindi, io ho concluso questa discussione su questa interpellanza, la giudico esaurita. So che ci saranno non esaurite altre relazioni di carattere sindacale per le modalità più di dettaglio, ma mi rassicura il fatto che si sta nell'alveo degli accordi. |