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SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con la trattazione dell'interpellanza 202001659/002, presentata dalla Capogruppo Artesio, che ha come oggetto: "Il ruolo del Comune nelle misure di sostegno del DL Rilancio." SICARI Francesco (Presidente) Risponde la Vicesindaca Schellino, alla quale lascio la parola. Prego. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. Intanto devo iniziare con una precisazione sul testo del comma 2-bis dell'articolo 82 introdotto dalla Legge 77 perché nell'interpellanza veniva citato un testo che è poi stato modificato nell'iter di legge. Per comodità do velocemente lettura del testo corretto: "Ai fini del riconoscimento del REM, ai sensi del comma 2 del presente articolo, durante lo stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 e, comunque, non oltre il 30 settembre 2020, le disposizioni dei commi 1 e 1-bis dell'articolo 5 del Decreto-Legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito, con modificazioni, dalla Legge 23 maggio 2014 n. 80, non si applicano, previa autocertificazione, in presenza di persone minori di età o meritevoli di tutela, quali soggetti malati gravi, disabili, in difficoltà economica e senza dimora, aventi i requisiti di cui al citato articolo 5 del Decreto-Legge n. 47/2014, convertito, con modificazioni, nella Legge 80/2014", questo solo per chiarezza rispetto alle domande che erano fatte sulla base di un testo un po' diverso. Un ampio riconoscimento del REM in questa fase di emergenza sanitaria corrisponde peraltro a quanto fatto con interventi messi in atto dalla Città che ha garantito la tempestiva ed efficace erogazione dei buoni spesa con i fondi statali messi a disposizione e costruito la rete degli snodi cittadini per la distribuzione dei "panieri solidali"; l'altra parte, il tema della residenza anagrafica funzionale all'accesso ai servizi essenziali, al di là della deroga temporanea al divieto di richiederla in uno stabile occupato, viene affrontato strutturalmente dalla Città con l'istituto della residenza virtuale presso gli indirizzi di Casa Comunale 1, 2 e 3, che è stato ed è utilizzato anche da chi abita in insediamenti informali. Inoltre, il testo dell'articolo 5 della Legge 80/2014, "Lotta all'occupazione abusiva di immobili. Salvaguardia degli effetti di disposizioni in materia di contratti di locazione", citato dalla predetta norma, dispone che chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza, né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge. I soggetti che occupano abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non possono partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i cinque anni successivi alla data di accertamento dell'occupazione abusiva. Ciò premesso, l'articolo 82 comma 2-bis introduce fino al 30 settembre 2020 una deroga per gli occupanti abusivi unicamente al requisito di accedere al reddito di emergenza, senza consentire la possibilità di accesso ad assegnazione di alloggi pubblici, come sembrerebbe invece dal testo provvisorio che è riportato nell'interpellanza. A questo proposito per il fondo sostegno alla locazione ordinario a seguito delle opportune norme di applicazione anche della Regione Piemonte, la Città ha già pubblicato il relativo bando per gli anni 2019/2020 con finestra per presentare le domande dal primo al 30 settembre corrente mese. Per il punto 2 mi avvalgo di informazioni delle Politiche Giovanili, dell'Assessorato di Giusta, è il punto sulla mozione 43 del '19. Una quota pari a 20 milioni è destinata al rimborso dei canoni dei contratti di locazione di immobili ad uso abitativo locati da studentesse e studenti fuori sede. L'accesso al fondo è limitato a coloro che abbiano un ISEE inferiore a euro 15.000 e inoltre è previsto che tale beneficio sia incumulabile con qualunque altra forma di sostegno al diritto allo studio. Il calcolo avverrà sull'importo del canone dei contratti di locazione stipulati da studentesse e studenti residenti in luogo diverso rispetto a quello dove è ubicato l'immobile locato e per tutto il periodo dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri. Le modalità e i termini di accesso a tale fondo saranno disciplinati da uno specifico Decreto del Miur, sentito il MEF, entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della legge 77 del 17 luglio scorso. A tal riguardo l'Ufficio Torino Città Universitaria ha contattato la Direzione Generale per la formazione universitaria, l'inclusione e il diritto allo studio del Ministero dell'Università e della Ricerca che ha confermato che il Ministero darà seguito al succitato Decreto entro il 18 ottobre prossimo. Alla luce della pubblicazione del Decreto Ministeriale sarà pertanto noto l'eventuale coinvolgimento dei Comuni, così da permettere a studentesse e studenti e alle loro famiglie di accedere a tale fondo il più agevolmente possibile. Per quanto riguarda appunto il Fondo Rotativo la mozione 43/2019 del 7 ottobre 2019, "Politiche Giovanili", introduceva il tema del monitoraggio e dell'accompagnamento alla soddisfazione del bisogno abitativo degli studenti non ammessi alle residenze universitarie. Con deliberazione 3 ottobre 2017 la Città approvava modifiche e integrazioni ai requisiti, criteri e modalità di accesso al Fondo Rotativo del Progetto C.A.S.A., che è un progetto abbastanza storico di questa Città, e includendo nel target i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni in possesso di alcuni requisiti: essere iscritto a un Ateneo torinese, essere in possesso di regolare contratto di locazione intestato con durata di almeno 10 mesi, essere studentessa o studente fuori sede richiedente borsa di studio e servizio abitativo all'Edisu Piemonte, risultato idoneo nelle graduatorie definitive e non assegnatario di posto letto a causa della carenza di posti letto in dotazione a Edisu Piemonte. Per i giovani rispondenti a detti requisiti veniva definita l'erogazione di un prestito fino a 800 euro, da restituirsi entro la fine dell'anno accademico. Inoltre, a seguito dell'istituzione di un Fondo Rotativo da parte dell'Edisu Piemonte, finalizzato a sostenere gli idonei non beneficiari di posti letto in possesso di regolare contratto di locazione, la Città con deliberazione del 28 novembre 2017 definì l'unificazione della gestione del Fondo Edisu con una parte del Fondo Rotativo afferente al Progetto C.A.S.A. in virtù della parziale sovrapponibilità dei beneficiari dei due fondi dei requisiti e dei criteri di ammissione e di restituzione del prestito stesso. La collaborazione tra Città ed Edisu finalizzata all'unificazione gestionale dei due fondi ha previsto la sottoscrizione di una convenzione quadriennale con il suddetto Ente. In fase di sviluppo grazie al Protocollo d'Intesa e delibera del 2019, abbiamo il Progetto Residenzialità, l'elaborazione di una strategia di medio e lungo periodo nel reperimento e offerta di soluzioni abitative per studenti con particolare attenzione a quelli a basso reddito in collaborazione con Università, Politecnico ed Edisu, e poi in fase di concertazione c'è il progetto ostello negli spazi ex MOI, riconversione della struttura a favore della popolazione universitaria in collaborazione con Edisu di una parte. Per quanto riguarda invece il punto 3 sulla mozione 97/2017 che poneva il tema della rete territoriale dei Servizi sanitari e Socio-Sanitari in relazione all'articolo 1 comma bis del Decreto Rilancio, nella norma richiamata le strutture di prossimità sono finalizzate a realizzare gli obiettivi quali: implementare le attività di assistenza domiciliare integrata a favore non solo delle persone contagiate, ma nei confronti di tutte le persone fragili, secondo la definizione contenuta nei LEA, la cui condizione sia aggravata dall'emergenza in corso. È assolutamente condivisibile e in linea con gli indirizzi forniti dalla Città all'ASL e con le politiche sviluppate negli anni lo sviluppo della domiciliarità e lo sviluppo dei rapporti tra ospedale e territorio. La sperimentazione di strutture di prossimità che favoriscano la domiciliarità anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quali il budget di salute è uno sviluppo dei Servizi Socio-Sanitari che la Città, nei limiti delle sue competenze, intende promuovere. Eventuali bandi di finanziamento per tale sperimentazione, se condivisi dall'ASL Città di Torino, troveranno ben disponibile l'Amministrazione Comunale. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Io mi ero particolarmente rallegrata e anche motivata dalla lettura della Legge predisposta dal Governo per produrre atti straordinari in relazione ad una situazione eccezionale, ma nell'eccezionalità riconoscere situazioni di sofferenza o di esposizione a rischi sanitari e sociali tali per cui l'introdurre elementi particolari per un periodo particolare avrebbe poi potuto consentire alle politiche pubbliche di sviluppare cambiamenti di lunga durata. È per questo che avevo estrapolato gli elementi a mio avviso di maggiore interesse, immaginando che l'applicazione di una norma nazionale avrebbe anche sollecitato l'Amministrazione ad avanzare delle proposizioni nuove perché, in virtù di una norma nazionale, ci si trovava nelle condizioni non solo di essere garantiti negli interventi, ma anche di essere sollecitati. Francamente, le risposte che ho ascoltato sono risposte che mi lasciano intendere che se esisteva un impulso originario di innovazione nell'atto nazionale, e il "se" per chi non ha partecipato a quel dibattito è d'obbligo, certamente non esiste a livello locale una disponibilità al trasformarsi in funzione di questo tipo di sollecitazioni, perché ho sentito nella risposta fornita dagli Assessori la riproposizione di progetti antecedenti, di progetti in corso e non ho ascoltato alcuna disponibilità a introdurre delle modalità innovative in virtù di queste sollecitazioni nei futuri indirizzi. Banalmente, cito due esempi: il primo riguarda il fatto che non il Consiglio Comunale e non i Consiglieri di Opposizione, ma gli organi di informazione riproducono puntualmente le osservazioni di tutti coloro che in un segmento del mercato immobiliare hanno convertito la disponibilità delle loro abitazioni in direzione dell'ospitalità degli studenti, con le conseguenti difficoltà della fase attuale dovuta ai cambiamenti e agli stili diversi di frequenza degli istituti universitari che fortunatamente non hanno subito nel torinese calo di iscrizioni, ma evidentemente stili di comportamento diversi tra la sede fissa e invece il viaggio per studio. Ora, se questo è un tema che avvertono gli operatori e che i media riprendono, non sarebbe sensato riprendere il ragionamento di quella mozione che andava a valutare la distribuzione di queste opportunità abitative nei diversi quartieri, gli esiti di riqualificazione che quelle conversioni producevano o non producevano, i valori immobiliari messi a reddito in un contratto di locazione confrontati con le capacità di spesa degli studenti e magari confrontati anche con le previsioni che noi come Città abbiamo fatto quando, assumendo le concessioni per le costruzioni di nuove residenze avevamo anche definito determinati canoni per l'accesso e per la frequenza, che oggi risultano, stando a quel tipo di andamento della residenzialità studentesca, non più compatibili con la situazione generale di mercato? O ancora quando parliamo nel terzo punto di questa interpellanza dei servizi di prossimità, non chiedo di essere aggiornata sui numeri delle cure domiciliari in lungo assistenza o dei centri diurni per persone disabili, che conosco e di cui abbiamo discusso, chiedo di sapere se, ad esempio, in relazione alle questioni delle future Case della Salute, dei gruppi di cure primarie, delle forme di continuità sanitaria e assistenziale, la Città voglia farsi promotrice, mettendo a disposizione le proprie strutture, sollecitando le associazioni dei medici di famiglia, sviluppando localmente l'esperienza dell'infermiere di comunità. E ancora, per ritornare al primo punto, mi era sembrata interessante l'apertura, sia pure limitata nel tempo, a riconoscere l'accesso a diritti fondamentali di tutela della salute a quelle condizioni familiari o di nuclei o di persone che non abitano in un locale di cui possano vantare la residenza, su cui insistono a latere procedimenti che hanno altra natura di tipo giudiziario o di altra valutazione, ma che tutti diciamo, a fronte delle particolari condizioni di componenti della famiglia, ma anche del rispetto della persona, debbono poter avere accesso ai servizi essenziali come poter prenotare il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta. Se questa è una sensibilità maturata nell'eccezionalità e quindi sospendendo un giudizio giuridico, sospendendo, per chi ce l'ha, un giudizio morale sulla questione delle occupazioni senza titolo, forse un ragionamento nella direzione dei casi che qui snoccioliamo seduta per seduta, sentendoci rassicurare che, sì, i minori sono tutelati, sì, le donne in gravidanza sono tutelate, sì, il disabile è tutelato, e poi veniamo a conoscere separazioni di nuclei, situazioni esposte pubblicamente, avrei sperato in qualche guizzo, in qualche intenzione più innovativa. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Diamo anche questa interpellanza come discussa. |