Interventi |
IARIA Antonino (Assessore) Grazie Presidente, buongiorno a tutti. Sono molto contento oggi di portare in Aula questa delibera di adozione della Proposta Tecnica del Progetto Preliminare; come tutti sapete, in questa settimana abbiamo approfondito molti dei temi legati a questa Proposta Tecnica. Se oggi la Proposta Tecnica sarà approvata, partirà l’ulteriore fase dell’iter che porterà poi, con la sua conclusione, alla proposta del Progetto Preliminare e sua relativa approvazione. Come ho già detto più volte, questa è una fase importante della nostra Amministrazione, della nostra Città, anche perché, diciamo, lo strumento urbanistico che noi andiamo a revisionare, partendo da questa Proposta Tecnica, è uno strumento urbanistico che ha ormai 25 anni, ha ormai 600 modificazioni tra Varianti e altre modificazioni, e aveva un’idea di città e di sviluppo urbanistico legata, chiaramente, a una Torino e ad una città che non esiste più. Il Piano Regolatore del 1995 era tra l’altro definito “Piano Progetto” proprio perché andava a riprogettare la città con un dettaglio tale che era sicuramente necessario all’epoca e che, però, nel corso degli anni, si è rivelato molto complicato da gestire, questa è la prova delle numerose Varianti e delle numerose modifiche. Qual è l’approccio nuovo di questo Piano Regolatore? L’approccio nuovo del Piano Regolatore è andare a creare uno strumento che guarda al futuro, guarda al futuro già semplicemente analizzando chi sono gli abitanti che vivranno nella Torino futura o che già la vivono, e, per questo, abbiamo fatto già la più importante analisi che va a definire uno dei capisaldi della Revisione del Piano Regolatore, cioè l’identificazione degli abitanti equivalenti, cioè il numero di abitanti per cui noi dobbiamo garantire tutta una serie di servizi che si prevedono, si propongono con questa delibera. Come abbiamo già detto più volte, la parte più interessante non è semplicemente il numero che è 1.098.062 abitanti, per la precisione, ma è interessante come è modificata la tipologia degli abitanti, abitanti residenti, negli anni hanno avuto un piccolo aumento nei primi anni, dal ’95 in poi, e poi costantemente c’è stata una stabilità se non un decremento con uno spostamento di abitanti residenti, specialmente nella prima cintura; quello che è aumentato dal ’95 ad adesso - ed è l’aspetto più interessante, ed è l’aspetto che anche ci dà un’idea di come la città sarà nel futuro - sono gli abitanti cosiddetti “fluttuanti”, abitanti che sono un numero pari a circa 134.000 unità e sono divisi, in particolare, tra studenti fuori sede dei principali Atenei, UniTo e Politecnico di Torino ma anche altri, e la presenza costante di turismo calcolata come presenza continua durante l’anno, e questi numeri sono per gli studenti circa 100.000 unità e la presenza turistica costante durante l’anno è di circa 36.000 unità, perché dico questi numeri? Perché noi abbiamo così un quadro di una città chiaramente che, dal punto di vista degli abitanti, si sta spostando verso un’altra richiesta di servizi, richieste di servizi che sono più legate ad una città che attrae, diciamo, studenti universitari ma che, in un futuro, questi studenti universitari potrebbero anche diventare residenti stabili e portare anche impresa, innovazione all’interno della città; quindi è un target su cui puntiamo molto e il fatto di pensare ad una città con questo tipo di aumento di abitanti, chiamiamoli “fluttuanti”, fa ripensare anche a tutta una serie di studi sui servizi, su come ci dobbiamo muovere, su come dobbiamo vivere i nostri quartieri, su come, appunto, la Città dovrà aumentare la qualità anche ambientale. Abbiamo detto, più volte, che il Piano Regolatore ha un altro chiaro obiettivo, proprio l’aumento della qualità ambientale della città, qualità che va a definire un percorso che deve inserirsi in un concetto molto comune adesso, che è quello del benessere interno lordo, un benessere interno lordo che vuol dire, semplicemente, diminuire l’inquinamento, aumentare la mobilità sostenibile, aumentare la parte di servizi ludici, ma anche di prossimità, ma anche Servizi Sociali, insomma aumentare tutta una serie di possibilità che il cittadino, che vive Torino, deve avere per migliorare il proprio benessere, ma questo benessere deve essere coniugato anche con un aumento del prodotto interno lordo. Questa è una grande ambizione di questo Piano Regolatore, per questo noi viaggiamo su due binari paralleli, attraverso una spinta molto forte nella snellezza delle procedure, dal punto di vista urbanistico, e ne è prova l’accorpamento delle destinazioni urbanistiche, la semplificazione delle norme, il fare riferimento, nelle norme, non più a un dettaglio così specifico, che arrivava quasi ad una qualità progettuale della norma stessa - cosa non propria del Piano Regolatore -, ma a prevedere delle norme snelle che facciano riferimento ad altre norme che possono essere Regolamenti Comunali, Leggi vigenti o altro, in modo da rendere più flessibili le trasformazioni; tutto ciò porterà, sicuramente, un aumento della possibilità di investimento. Stiamo parlando tutti, in questo periodo, di burocrazia zero, snellimento delle procedure, si è capito che è molto necessario, specialmente nel lavorare in una città in cui il tessuto consolidato è il target su cui intervenire per recuperarlo, nell’ottica della riqualificazione, rigenerazione urbana, rigenerazione che, anche a livello nazionale, come vedete, è molto sentita perché tutte le proposte già del Decreto Rilancio - basti pensare soltanto al Superbonus del 110% - vanno nell’ottica di creare un nuovo mercato dell’edilizia della riqualificazione che si porta dietro tutta un’altra serie di vantaggi perché non è soltanto lavorare sull’edilizia, che è molto importante - perché è un mercato anche di lavoro che è in crisi da molto tempo -, ma è anche lavorare sulla qualità del costruito e, come detto, nel Piano Regolatore noi abbiamo molti temi che riguardano la qualità del costruito. Abbiamo citato tantissime volte il non consumo di suolo, noi ricordiamo avere... abbiamo proposto proprio tre linee di indirizzo: consumo di suolo zero, o a saldo positivo, o consumo di suolo reversibile. Quindi, abbiamo dato degli indirizzi molto precisi sempre nell’ottica ambientale, ma abbiamo anche dato delle precise indicazioni sul fatto della possibilità di riprogettare spazi, specialmente aumentando gli spazi legati ai cosiddetti “spazi comuni”, scusate la ripetizione; abbiamo lavorato molto sulla possibilità di aumentare e dare incremento di residenzialità di superficie costruibile, se si aumenta la parte di edilizia legata ai nuovi tipi di residenze: sociale, convenzionata ma anche cohousing o altro. Abbiamo lavorato moltissimo nell’idea di una mobilità sostenibile che sarà implementata, nel corso della redazione del Progetto Preliminare, con anche l’importante avvio della redazione del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile a livello metropolitano, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile che, chiaramente, sarà un’ottima integrazione su cui noi abbiamo già fatto dei ragionamenti insieme a Città Metropolitana e che è un Piano che, tra l’altro, sarà adottato a dicembre di quest’anno, quindi in perfetta sincronia di tempi per poter influenzare la Proposta Tecnica e di Progetto Preliminare. Abbiamo un altro importantissimo elemento, dal punto di vista della mobilità, che cambierà moltissimo i nostri quartieri, la nostra città, cioè l’avvio del progetto della Metro 2, la Metro 2 che, chiaramente, anche questa, si inserisce tra una delle opere fondamentali - fra l’altro, a cui stiamo già lavorando, come anche il Tavolo di lavoro, per una Variante legata al tracciato della Metro 2 -, ma anche questa influenzerà moltissimo il nostro modo di vivere i quartieri, i nostri quartieri torinesi, il nostro modo di spostarci, oltre a tutta l’evoluzione che la mobilità sostenibile sta avendo in questo ultimo periodo. Abbiamo capito benissimo, appunto, che uno degli strumenti più importanti per lo sviluppo è la flessibilità. Abbiamo, nel Piano Regolatore, come ho già detto prima, ridotto le aree normative da 23 a 13; tutto ciò permetterà di riuscire a proporre delle modifiche - specialmente sul tessuto consolidato, ma anche in altre zone di trasformazione o altro - molto più semplici dal punto di vista dell’iter burocratico, ciò porterà a un’idea di città che, chiaramente, va in contrasto con l’idea di città che viene regolata tramite Varianti Urbanistiche e permessi in deroga, che, sicuramente, nel futuro, non possiamo, certamente, dire che non ci saranno più, ma saranno molto molto limitati e saranno anche non più legati al processo di trasformazione della città, ma la città sarà accogliente verso progetti che, ad oggi, magari, non conosciamo ancora; proprio per questo, l’idea di fare un Piano Regolatore snello va verso questa direzione. Non voglio aver dimenticato nulla delle parti importanti; ho già detto che, appunto, il discorso sul consumo di suolo (incomprensibile) è uno degli aspetti più importanti. Sulla parte ambientale, chiaramente, noi, nella fase dell’avanzamento della Proposta Tecnica per il Progetto Preliminare, integreremo tutti gli altri Piani che già le altre Divisioni, in particolare l’Ambiente, stanno portando avanti: c’è il Piano sugli Adattamenti Climatici, il Piano di Forestazione Urbana, il Piano del Verde, eccetera. Abbiamo anche un’enorme attenzione sulle aree agricole presenti nella città di Torino, proprio perché, in un’ottica di non consumo di suolo e di mitigazione degli impatti che il consumo di suolo porta nella crescita della città, preservare le poche aree agricole che noi abbiamo a disposizione, all’interno della città, diventa importante e per questo abbiamo creato una nuova destinazione specifica: le Zone Agricole Ecologiche. Ricordo, appunto, però, che non è limitante lavorare sulle aree agricole, all’interno della nostra città, ma, è inserito in un contesto che, per la prima volta, sul discorso dell’ambiente, del verde, ma anche sulla mobilità, si sta facendo a livello metropolitano: per la prima volta, questo è un Piano Urbanistico per la Città di Torino, ma con molte molte collaborazioni e anche spunti con l’Ente più limitrofo, che è la Città Metropolitana, ma anche con la Regione; e, su questo, infatti, mi permetto di ringraziare oltre agli Uffici, che hanno fatto un ottimo lavoro - e, devo dire, forse è l’unico Piano in Italia redatto…, una Revisione del Piano Regolatore redatta all’interno del personale del Comune, con a capo del progetto l’architetto Gilardi -, ma ringrazio anche della collaborazione con gli altri Enti, in particolare Città Metropolitana, ma anche gli apporti di Politecnico, Università e altri Enti, che hanno proposto tutta una serie di quaderni interessanti da leggere, che hanno portato alla redazione di una nostra Proposta Tecnica. Come dicevo prima, appunto, questo discorso sull’ambito metropolitano va anche, chiaramente, a legarsi alla revisione delle Tavole sul dissesto idrogeologico, ma anche a pensare alla Città di Torino come possibile collegamento o attrattore di percorsi, anche importanti, dal punto di vista ciclabile, fluviale e di collegamento tra i vari parchi che contornano la nostra città. Infatti, molto interessante è proprio il concetto di riprendere tutto un discorso di città all’interno di una rete di parchi, di una rete di fiumi, che, chiaramente, anche questi, vanno valorizzati per aumentare la qualità ambientale. Come abbiamo detto prima, come abbiamo detto nelle Commissioni - e poi chiudo questa, spero chiara, presentazione -, abbiamo anche portato nuovi tipi di proposte dal punto di vista delle aree normative, in particolare, le aree legate al Temporary Use, aspetto molto importante che è già stato ripreso da una Legge Regionale appena approvata, ma che permetterà di, facilmente, utilizzare degli spazi, ancora non utilizzati o che non hanno trovato una destinazione precisa, in maniera temporanea, in modo da limitare, diciamo, il degrado collegato al non utilizzo. Abbiamo semplificato le Zone Urbane di Trasformazione, come ho detto prima, abbiamo creato delle possibilità molto più..., come dire, concertative e un po’ meno stringenti per applicare tutto il discorso sulle trasformazioni; abbiamo lavorato anche su un riordino della viabilità comunale e analizzato le viabilità non ancora realizzate, previste dal vecchio Piano Regolatore, con già delle prime indicazioni, che sono poi confermate chiaramente dal Piano… relazionandosi con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, dicevo, abbiamo già lavorato sulla revisione della rete viaria, andando già ad eliminare alcune proposte di collegamenti viari, che erano previsti nel Piano Regolatore e altri saranno man mano analizzati e poi, eventualmente, modificati nella Proposta di Progetto Preliminare. Chiaramente, abbiamo anche fatto un’ulteriore analisi del patrimonio storico, della nostra archeologia industriale, abbiamo ridefinito anche la zona urbana, il nostro Centro storico, annettendo, per esempio, la parte di piazza della Repubblica, che era considerata fuori dal Centro storico, e direi che - per chiudere - stiamo lavorando su un progetto di Piano che è sempre stato, anche già nelle delibere di indirizzo, legato ad un certo policentrismo, ma, più che altro, e si è visto anche come, purtroppo, nel periodo di lockdown abbiamo potuto anche percepire, sia molto importante una nuova identità di quartiere, nuova identità di quartiere che, chiaramente, andrà a legarsi con tutto quello che ho già detto prima, cioè la possibilità di riprogettare spazi pubblici e spazi privati - in particolare, riprendo l’esempio, gli spazi privati, con la possibilità di creare spazi di aggregazione all’interno dei condomini, all’interno degli spazi già costruiti, che possono essere facilitati, proprio perché, magari, potrebbe anche essercene bisogno - ma, più che altro, arrivare a dei quartieri dove i servizi di prossimità, quali che siano, siano molto più raggiungibili sia a piedi che con una mobilità leggera. Tutto questo è presente, tutti questi spunti, nei quaderni allegati alla Proposta Tecnica e anche, chiaramente, nella Proposta Tecnica. Grazie, Presidente. IARIA Antonino (Assessore) Grazie, Presidente. Innanzitutto mi tocca ribadire che abbiamo ascoltato e ascolteremo cittadini, portatori di interesse, li abbiamo ascoltati in passato, li ascolteremo dall’approvazione della proposta tecnica di progetto preliminare, quindi la prima fase dell’iter, tra agosto e settembre. Ribadisco che le osservazioni possibili alla proposta tecnica del progetto preliminare potranno essere fatte fino al 20 di settembre. Quindi, se approviamo oggi ci saranno quasi 60 giorni per fare delle osservazioni alla proposta tecnica. Ricordo che gli elaborati che finalmente esistono e quindi è un altro aspetto che tutti dimenticano, avere a disposizione gli elaborati già dal 3 luglio elaborati su cui fare delle considerazioni, è un fatto che è di per sé importantissimo e permette finalmente di non dire che faremo la proposta tecnica, ma l'abbiamo fatta la proposta tecnica. La proposta è tecnica è qui, ha tutta una serie di elaborati, ha tutta una serie di quaderni associati dove ci sono dei dati, ed è sbagliato dire che non ci sono dati associati a questa proposta tecnica ci sono tutte delle analisi che vanno nell’ottica di far partire l’iter di Piano Regolatore con i documenti necessari che la Regione Piemonte, la Legge Urbanistica ci chiede per cominciare l’iter di revisione del Piano Regolatore e in più ci sono tutta una serie di quaderni che danno tutta una serie di informazioni, anche con dati. Il famoso PUMS citato, che è una cosa che da qui a poco arriverà in approvazione, ma non è stato considerato nella proposta tecnica è una falsità, non è vero. Nel quaderno 8 ci sono dei dati per esempio del vecchio PUMS e ci sono dei dati e che riguardano studi del traffico aggiornati al 2018 che hanno chiaramente portato altri elementi per poter andare avanti su un’analisi della proposta tecnica del Piano Regolatore che, vi ricordo, il Piano Regolatore è uno strumento che il governa il territorio. Abbiamo detto più volte che la scelta dell'Amministrazione sulla semplificazione, che non ho capito bene, a volte è osannata, a volte viene definita pericolosa, bisogna anche un po’ decidersi. La scelta sulla semplificazione delle norme non vuol dire fare, aver fatto un Piano Regolatore a ribasso, ma aver adottato una visione, parola tanto cara a qualcuno, per progettare il futuro della Città di Torino molto più aperta, non così dettagliata che poi nel 90% non si è mai realizzata come era stata prevista e ha portato a tantissime varianti per poter adattarsi ai cambiamenti che diciamo le società hanno, perché le società per fortuna si evolvono, in positivo o negativo non devo dirlo io, però le società e le città si evolvono e i Piani Regolatori devono governare dal punto di vista urbanistico questa trasformazione. Abbiamo detto più volte che questo che lanciare questo spauracchio del dire ci saranno poche varianti e quindi i Comuni soffriranno dal punto di vista finanziario a me sembra che i Comuni soffrano dal punto di vista finanziario da molto tempo e non è con le varianti, che ricordo, sono di iniziativa, la maggior parte sono di iniziativa privata, possano essere la panacea per risolvere i problemi finanziari dei Comuni. Questa proposta tecnica del Piano Regolatore va nell'ottica di attirare sviluppo, attirare sviluppo nelle aree normative che sono state semplificate, ma definite. Non andiamo a definire esattamente tutto quello che ci può essere in quell'area, ma la cosa interessante è proprio questa, perché attrarrà attraverso questa flessibilità molte proposte, molte proposte con dei paletti fondamentali, che sono quelli che abbiamo più volte detto: il non consumo di suolo, la qualità ambientale e chiaramente, l’abbiamo già detto più volte, la flessibilità, la velocità per portare investimenti e direi che è un piano fortemente attrattivo verso tutti i settori del commercio, dell’impresa, della ricettività, dà tutte le maggiori opportunità che riguardano anche, cosa che avete citato, che non devono essere per forza regolate all’interno del Piano Regolatore, ma tutta la parte legata al, qualcuno ha citato le comunità energetiche, non devono essere specificatamente inserite nel Piano Regolatore, ma un piano flessibile sul consolidato, una normativa più flessibile sul consolidato magari aiuta a fare tutti quegli interventi o quelle ipotesi progettuali che possono favorire la nascita di comunità energetiche e anche il fatto di riferirsi a strumenti più veloci da modificare e da adattare, come i Regolamenti Comunali, è una strategia che secondo noi vincente rispetto a inserire una norma urbanistica anche delle previsioni edilizie. Quello che è appunto la differenza tra norme tecniche dell'attuale Piano Regolatore e queste norme tecniche è proprio questa, le norme tecniche arrivavano a una precisione da Regolamento edilizio all’interno della norma, e questo cosa voleva dire, che anche per una minima modifica, che potrà essere tranquillamente gestita con una modifica del Regolamento edilizio, si doveva andare in Variante. Quindi ho già detto, maggiori opportunità. Ho già detto in Commissione che per quanto riguarda l'adeguamento dei criteri commerciali questi saranno fatti contestualmente con la proposta di progetto preliminare, perché come ha detto prima, noi siamo la prima fase dove abbiamo tutta una serie di documentazioni finalmente su cui poter fare dei ragionamenti, che può essere osservata, può aprire un dibattito interessantissimo nella Città, questo porterà delle osservazioni che per fortuna in maniera partecipata cominceranno a modificare la proposta tecnica di Piano Regolatore. Ma non si esaurisce lì la fase di partecipazione e compartecipazione stakeholder dei cittadini, perché poi inizia la fase di proposta del progetto preliminare, che anche questa avrà evidenza pubblica, ma tra l’altro avrà un’evidenza pubblica con delle basi ancora molto più forti, perché sono dovuti, per fortuna, al fatto che è stata è stata fatta la proposta tecnica del progetto preliminare ed è partito questo iter con tutta questa documentazione. Quindi io non accetto più la critica sull’abbiamo fatto tutto di fretta e che non portiamo a conoscenza i cittadini, gli imponiamo una trasformazione, perché non è vera, anzi noi abbiamo portato tutta una serie di elementi per chi vuole approfondire la questione molto interessanti proprio per ampliare un dibattito non dibattito con delle basi molto valide, basi che sono legate a dati, studi, ricerche, eccetera, non a proposte di intenti che possono su un piano strategico, ma non su una proposta tecnica di Piano Regolatore. Si è parlato anche delle modifiche viabilistiche. L’abbiamo detto prima, c’è già stato un approfondimento in Commissione, dove abbiamo detto che ci sono delle analisi del traffico, che la mobilità sta cambiando, che questo cambierà anche il modo di vivere il quartiere, eccetera, ma il Piano Regolatore ci dovrà dire esattamente come cambia la casa in via x, y numero 5? No, mi dirà che in quell'area residenziale è possibile fare tutta una serie di cose tra cui anche residenze di nuovo tipo, magari si può arrivare a diversificare il concetto di residenza, proprio per andare incontro a nuove esigenze per esempio dei cosiddetti fluttuanti, cioè case, diciamo, cohousing, residenza per studenti, che ricordo che è compatibile con la (incomprensibile) normativa residenza. La residenza sociale che appunto è uno dei plus che abbiamo messo nelle possibilità di aumento dell’SLP per quanto riguarda l’area (incomprensibile) della residenza, ma non vuol dire che noi abbiamo, come dire, l’idea che con questo risolviamo la necessità di case popolari, ma abbiamo aumentato per esempio l'obbligo di poter avere superficie destinata a residenza sociale per interventi sopra i 2.000 metri, prima questo limite era sopra i 4.000 metri. Cosa voleva dire, che sopra i 4.000 una percentuale di SLP doveva essere utilizzata a residenza sociale o residenza convenzionata. Abbiamo abbassato questo limite, vuol dire che molti interventi di edilizia residenziale, anche privata, daranno un contributo alla necessità di case per quanto riguarda l’edilizia sociale, lo abbiamo aumentato anche come indice nelle zone a servizio, eccetera. L’abbiamo detto più volte, ma queste indicazioni sono già state più volte dette e tra l’altro (incomprensibile) ancor più volte saranno molto approfondite nel prosieguo di questo iter che, come ho detto, non si esaurisce oggi, ma oggi è la partenza. Abbiamo anche, si è anche citato il discorso sull’offerta sanitaria, io ricordo che l’offerta sanitaria è gestita dal Piano sanitario regionale. Noi abbiamo nel Piano Regolatore confermato le destinazioni delle aree normative che ospitavano ospedali con la possibilità di nuovo di ospitare degli ospedali, quindi noi non abbiamo più che agire e lo stiamo già facendo dal punto di vista politico nel dire magari, proporre alla Regione di modificare il loro Piano sanitario regionale per riaprire qualche struttura ospedaliera come Piano Regolatore con questo cosa facciamo? Semplicemente teniamo quella destinazione di quegli edifici in modo che se si decidesse in questo senso e la compatibilità urbanistica è già verificata. Con i Comuni contermini abbiamo fatto più di una volta incontri, attiveremo anche adesso degli accordi di programma, poi (incomprensibile) sempre anche da Città Metropolitana specialmente per quanto riguarda tutto il discorso sulla fasce di laminazione della zona relativa alla Dora che è un dibattito che va fatto sia con i Comuni contermini, ma anche con la Città Metropolitana, quindi stiamo organizzando un dibattito molto interessante che da qui all’approvazione del progetto preliminare avrà ulteriori sviluppi, avrà ancora più dibattito pubblico, ma avrà un dibattito pubblico basato per fortuna finalmente sui dati oggettivi, reali sulle proposte che si possono criticare, modificare, implementare, eccetera, quindi abbiamo tutto il tempo di andare verso questa direzione. Io non vorrei continuare oltre anche perché adesso abbiamo anche gli emendamenti comunque si sbaglia quando si pensa che oggi siamo arrivati alla fine di un percorso frettoloso perché non è vero, oggi abbiamo dato l'occasione finalmente di parlare dello sviluppo urbanistico della Città di Torino con tutta una serie di dati, tutta una serie di proposte che apriranno finalmente un dibattito che non è solo fatto di parole, di visioni che non si concretizzeranno mai, ma che hanno un inizio e avranno poi una fine. |