Interventi |
ARTESIO Eleonora Artesio è presente. ARTESIO Eleonora Grazie. Perché possiamo essere compresi, sia l'Assessore, sia io, da parte di chi ci ascolta, la questione di cui stiamo parlando è una questione essenziale relativamente alla possibilità di contenere le conseguenze del debito del Comune di Torino e il vincolo dei nostri bilanci al servizio del debito piuttosto che alle priorità di servizi e prestazioni. Cosa dice la sentenza delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione che ho voluto richiamare: è che come sentenza ha dato ragione al Comune di Cattolica che ricorreva contro la BNL e quindi ha disposto la nullità dei contratti di derivati che il Comune aveva a suo tempo sottoscritti. Dice una cosa fondamentale: che nella risposta dell'Assessore vede il nostro Comune assimilabile alla situazione del Comune di Cattolica. La necessità di approvazione, da parte del Consiglio Comunale, dei contratti derivati e in caso di mancanza, mancanza di tale approvazione, la loro nullità. Questo nella risposta dell'Assessore che ci riferisce che i contratti sono stati approvati dalla Giunta e proseguiti con determine dirigenziali, alcuni di questi, uno di questi sono andata a rivedere il contratto tra Dexia Crediop e il Comune di Torino del 12 aprile 2006, dove nel preambolo si dice: con riferimento alle intese in esecuzione della delibera consiliare di approvazione del Bilancio della successiva delibera di Giunta e della determina dirigenziale. Ma cosa dice sempre la sentenza, che le singole delibere di accensione dovevano essere assunte dal Consiglio Comunale in quanto prevedono spese che impegneranno i bilanci per gli esercizi successivi e che la sola delibera di indirizzo posta in atto, attraverso gli atti generali di approvazione dei bilanci, non è sufficiente a considerare che il Consiglio Comunale abbia potuto accompagnare questa materia decisionale su specifiche voci di spesa in modo consapevole. Allora, la questione che io pongo è una questione che potrebbe avere delle conseguenze importantissime sotto il profilo della migliore stabilità economica del Comune di Torino, ma il mio ricordarlo in forma pubblica anche attraverso questa interpellanza introduce un principio di responsabilità in capo in primo luogo alla Sindaca e alla Giunta, ma anche a tutti noi che diventiamo consapevoli di questo pronunciamento che fa giurisprudenza ed è il fatto che se non lo si era allora, al momento stipula dei derivati, ma lo sia ora consapevoli che oltre ad essere queste condizioni finanziarie divenute dei capi oggettivi nella agibilità della finanza degli Enti Locali e risultare del tutto svantaggiosi rispetto a quelli che sono i tassi ordinari di interesse in atto in altre condizioni di contrazione di mutui, se noi lo diventiamo consapevoli, che oltre a essere dannosi sul piano finanziario, possono anche essere ritenuti non corretti sul piano formale e in quanto tale essere considerati nulli, il non muovere iniziativa da parte dell'Ente Pubblico significa anche non porsi in una condizione di autotutela, di autotutela di sé dal punto di vista formale e giuridico e di tutela di tutti noi cittadini di Torino che subiamo le conseguenze di un Bilancio fortemente condizionato al servizio del debito. Quindi io chiedo che questa interpellanza con le procedure formali che farò immediatamente avere alla Presidenza del Consiglio vada in discussione in Commissione. In quella Commissione auspico che gli uffici incaricati, ho letto la nota di risposta scritta dell’Assessore, che sostituiscono il famoso Advisor che si voleva cercare prima per essere aiutati nel rileggere la tematica della finanza derivata, che per quella occasione gli uffici abbiano tutti gli elementi di valutazione da fornire al Consiglio e che il Consiglio possa esprimere questa volta consapevolmente un indirizzo affinché il Comune di Torino possa seguire le orme di questa sentenza in collegamento con situazioni analoghe degli altri Comuni preferibilmente perché diventa, oltre che un fatto tecnico, anche un importante fatto politico. Grazie. |