Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Forse ne userò anche meno, non lo so, lei mi interrompa nel caso in cui vada lungo. Gli interventi dei Colleghi, in realtà, hanno messo, solo a tratti, in evidenza quali sono le reali divergenze politiche e, in effetti, hanno, sulla base anche dell’intervento del Collega Napoli, secondo me, chiarito che continuano a esserci, nonostante questa Amministrazione sia l’Amministrazione dell’antipolitica, alcune visioni che affondano, diciamo, le proprie radici in ideologie e ispirazioni politiche sufficientemente note. Così come intravedo una cultura di ispirazione liberale ad esempio negli interventi del Collega Fornari, un po’ più confusa, diciamo, e rabberciata nel Collega Malanca e decisamente, invece, non trovo la cultura politica di riferimento nel Collega Napolitano, non foss’altro perché non si è accorto che il nocciolo, diciamo del semino, l’ha definito così, del torsolo della mela che sarebbe a lui rimasto, in realtà, più che essere seminato, sta finendo nel termovalorizzatore, però incomincia ad acquistare, acquisire, diciamo, secondo me, rispetto chi, onestamente, lo ammette e dice: “Io ho una cultura che si ispira a quei valori per cui faccio fatica ad accettare l’idea dello Stato e quindi del Comune imprenditore” e, salvo rarissimi servizi pubblici essenziali, in realtà nessuno - perché, come abbiamo detto prima, sull’acqua, in realtà, anche sull’acqua, si è voluta ridurre la partecipazione pubblica in IREN -, si pensa che la mano pubblica dovrebbe cedere tutto ai privati, perché è utile garantire una reale concorrenza libera. È un’opzione politica, è un’impostazione ideologica che, perlomeno, è schietta, è riconoscibile e con la quale, forse, ci si riesce anche a confrontare; è più difficile confrontarsi con il nocciolo, con il semino, diciamo, del torsolo. E, da questo punto di vista, invece, ci tengo ad affermare il principio opposto, cioè, pur avendo anch’io dei riferimenti che, però, sono un po’ più socialisti e liberali, diciamo, nell’approccio politico, io credo, ad esempio, che non si debba soltanto limitarsi a valutare l’utile a fine anno, secondo me bisognerebbe, quando si parla di Farmacie Comunali, che si valuti, ad esempio, quanti farmaci equivalenti sono stati venduti al posto di quelli di marca, quante volte è stato consigliato ai clienti di non eccedere con l’abuso dei farmaci, quante volte è stata misurata, lo accennavo prima, gratuitamente la pressione alle persone anziane. Una farmacia è pubblica, o anche se mantiene una percentuale di partecipazione pubblica, laddove, comunque, si sforza di aiutare i cittadini a fare un uso corretto e dunque, questo è il mio giudizio personale non da medico, moderato dei medicinali. Una farmacia con una partecipazione pubblica aiuta i consumatori a risparmiare, evitando quindi ad esempio i farmaci inutili, ma anche privilegiando non necessariamente quelli di marca; quelli di marca contengono lo stesso principio attivo rispetto a quelli che di marca non lo sono, ma su quelli di marca sappiamo essere caricati, ad esempio, i costi della pubblicità delle grandi case farmaceutiche. Quale tipo di accorgimenti, io ne ho citati solo alcuni, può avere un farmacista privato che, seppur richiamato, diciamo a soddisfare un interesse pubblico, comunque, a fine giornata, deve fare i conti con i costi e con il bilancio della propria farmacia, garantendo a sé e ai suoi collaboratori una redditività utile a continuare a fare quella scelta di vita? Io faccio fatica a pensare che ci sia una serenità, la stessa serenità di approccio ed è il motivo per cui, nel corso del tempo, abbiamo sempre voluto, ci siamo battuti, anche quando la battaglia era più dura, perché forse i Consiglieri non lo sanno, ma la vendita del 100% delle Farmacie è stata un’opzione più volte reiterata nel tempo, non è la prima volta diciamo che ci sono pulsioni e spinte forti in tal senso e io credo che la partecipazione, seppur residuale, comunque, laddove si decide di attuare un indirizzo politico, possa consentire, ad esempio, di soddisfare alcuni dei servizi che malamente ho voluto riassumere. Ripeto, il fatto che l’Amministrazione tutte queste preoccupazioni fino adesso in questi quattro anni non le abbia avute, il fatto che l’Amministrazione non abbia voluto imprimere un indirizzo politico nella gestione delle Farmacie Comunali, non vuol dire che questo non si potesse fare. Liquidare il 20%, dicendo che tanto è uguale, vuol dire riconoscere, dal mio punto di vista, il fallimento o comunque l’assenza totale di un indirizzo politico, che avrebbe potuto esserci e quindi, non si svende il 20% perché non si è capaci di attuare un indirizzo politico, ci si sforza piuttosto di costruirlo un indirizzo politico. Noi ci siamo, se serve; più volte abbiamo fatto appelli alla Sindaca che se c’è bisogno, insomma, di contribuire a definire degli indirizzi noi siamo anche disponibili a toglierci la maglietta e a indossare solo ed esclusivamente la maglietta della Città. Questo potrebbe favorire quello che dice il Collega Napoli, ma, se si continua così, ho paura - e ho concluso, Presidente - che, in realtà, prevalgano le magliette e intanto qualcuno si sta sfilando evidentemente i pantaloni. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) (Incomprensibile). LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Uso i quattro minuti del Gruppo, se il Gruppo me lo consente, non è un problema. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Voglio aiutarla, Presidente, mi dica come aiutarla e l’aiuto. |