Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Una delle motivazioni che mi ha indotto a presentare alcuni, pochi in realtà, emendamenti ostruzionistici, oggetto di questo ulteriore accorpamento, deriva dall’idea maturata e, in realtà, consolidata, del Servizio Sanitario Nazionale nel nostro Paese durante l’emergenza Covid. Si è consolidata in me l’idea che la nostra Sanità debba essere pubblica, ci mancherebbe altro, e debba essere però anche capillare e flessibile. La flessibilità deriva dalla consapevolezza che l’offerta del Servizio Sanitario Nazionale, a livello locale, che si tratti di una città o di un piccolo paese, deve essere sufficientemente capace di rispondere a delle istanze, delle esigenze che si differenziano a seconda dei territori; circa la capillarità, anche questa ovviamente garantisce l’accessibilità dei cittadini, ma garantisce anche il fatto che ci sia una prossimità utile a rendere riconoscibile e immediatamente accessibile questo servizio. Allora, se è vero quello che dicevo all’inizio e cioè che l’attività di dispensazione al dettaglio dei medicinali costituisce un elemento essenziale del Servizio Sanitario Nazionale, è particolarmente importante che, laddove vi è una partecipazione pubblica ne si riconosca il valore, della capillarità. Non è un caso che quando, tanti anni fa ormai, nello scorso mandato (incomprensibile) un indirizzo politico ad esempio si svolgevano delle attività gratuite di misurazione della pressione, delle giornate di coinvolgimento attivo alla cittadinanza per favorire la cosiddetta prevenzione, lo si faceva anche guardate con una percentuale non maggioritaria, lo si faceva perché c’era la volontà politica di farle quelle cose e quindi c’era un indirizzo politico. Non è più stato così quando si è smesso di esercitare l’indirizzo politico e mi fa…, ad esempio mi dispiace molto che il Collega Fornari, nel momento in cui riassume i numeri delle farmacie a Torino, ad esempio, faccia confusione mettendo insieme pere e mele e cioè sommando farmacie e parafarmacie. Credo che sia la dimostrazione plastica della difficile e superficiale, più superficiale, che difficile, approccio diciamo al tema, perché se non si riesce a distinguere una parafarmacia da una farmacia è evidente che chi esprime un voto, probabilmente, prima di esprimerlo, dovrebbe riflettere su che cosa sta facendo. Io insisto su quello che dicevo prima, non solo l’Assessore non ha risposto alle nostre domande, ma la malizia che ci ha indotto, probabilmente, a esagerare col numero di emendamenti ostruzionistici, deriva anche da un’altra cosa, abbiamo detto che il 9 giugno la Città pubblica un bando, mette a bando il 20% delle Farmacie Comunali, il 9 giugno, quasi un mese fa, ovviamente se non lo avessimo letto per caso sui giornali, perché siamo abituati a leggere i giornali, non ce ne saremmo neanche accorti. Il 13 giugno, però, probabilmente perché sono più accorti di noi, alcuni farmacisti, alcuni operatori sanitari, leggendo questo avviso pubblico, scrivono all’Assessore Rolando, chiedendogli un incontro. Allora, se è tutto così sereno e tutto così semplice, così come lo vogliono descrivere alcuni Colleghi, se è una cosa ineluttabile, necessaria che non si può fare diversamente perché, per eredità…, da Cavour in poi è un’eredità impegnativa che bisogna, in qualche modo, fare la fatica di sopportare, e io li ringrazio per questo sacrificio di sopportazione che fanno e che ancora oggi hanno voluto richiamare, ma se è tutto così lineare e tutto così semplice, perché non si è mai risposto a quella richiesta dei farmacisti che chiedevano semplicemente delucidazioni? Mi sono fatto mandare, perché non ci credevo, una copia di questa lettera, questa lettera chiede semplicemente di favorire un esame congiunto, di condividere qualche riflessione e di comprendere le motivazioni dell’Amministrazione. Se è vero quello che diceva il Collega Versaci, cioè che il dibattito di oggi è stato incomprensibile per i più, no, forse, lo diceva il Collega Napolitano che ha interpellato il figlio per capire cosa stesse capendo del dibattito, se da questo dibattito non si è capito nulla, forse non sarebbe stato opportuno spiegare le motivazioni direttamente agli operatori sanitari e ai farmacisti? Perché l’Amministrazione non lo fa? Perché ha deciso di chiudersi in un fortino, evitando un confronto? Perché si ha paura del confronto? Che cosa c’è dietro? Sono queste le domande che noi ci poniamo. Non è possibile che qualcuno si candidi ad amministrare la cosa pubblica e sfugga al confronto. Non è possibile che si decida di intraprendere una scelta politica e non se ne assuma la responsabilità fino in fondo, perché urlare oggi: è colpa del PD, è colpa di chi c’era prima, non è assumersi una responsabilità politica, è lanciare la palla in tribuna. Ho terminato, Presidente. |