Interventi |
TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Credo ne utilizzerò molti meno. Io ho ascoltato con attenzione il dibattito molto articolato e ho molto rispetto per tutti i Colleghi che sono intervenuti, anche se devo confessare che mi torvo un po’con fatica a dover intervenire su un dibattito che si è fortemente incentrato su una contrapposizione di tipo politico e che, sostanzialmente, si è incentrato unicamente su quello che è un discorso di eredità ricevuta, di eredità che ora deve portare, diciamo così, a valutare scelte del passato. È ovvio che, quando ci si trova a governare una città, si atterra su tutto un pregresso che è quello che ha costituito una serie di elementi su cui poi uno deve impostare la politica della propria Amministrazione. Io non entro nel merito di valutare se le scelte che furono fatte all’epoca - che mi sembra che anche la Capogruppo Artesio ci abbia illustrato anche in Commissione - erano partite con certi, diciamo, indirizzi e poi gradatamente hanno poi modificato, per quel che riguarda per esempio il discorso delle Farmacie Comunali, un asse che era stato indicato in una certa misura e poi dopo era cambiato. Però, mi sembra che, da tutto il dibattuto che oggi ha imperniato la discussione, sia mancato quello che è il vero tema di capire e ragionare in maniera un pochino più laica quali siano effettivamente le cose che valgono per la Città in termini di servizi che vengono erogati e di come l’Amministrazione, ovvero la parte proprio comunale e la Città voglia porsi. Io credo che il vero tema in assoluto, ed è quello che io lamento, sì, di questa Amministrazione, è la totale mancanza di una politica sulle partecipate, tra l’altro delega che ricordiamolo è in capo alla Sindaca, proprio per la…, come succede spesso in molte altre città d’altronde, proprio per l’importanza che dovrebbe rivestire questo ruolo e di stretta sinergia con quelle che sono le politiche dell’Amministrazione. Io non ho avvertito in questi quattro anni una scelta netta, una scelta, a volte, anche coraggiosa magari sul ruolo delle partecipate e di quello che voleva essere l’idea di una politica programmatica di questa Amministrazione in termini di partecipate. Ho più avvertito, questo sì, in maniera piuttosto costante in corso di questi anni, uno stillicidio di andare a vendere man mano, perché, diciamolo, è vero, ci ricordava il Consigliere precedente, che quelle che votiamo oggi sono modifiche statutarie, ma ovviamente prodromiche poi alla vendita e alla cessione, è veramente stato uno stillicidio di vendita di quote, in un’ottica, devo dire, abbastanza confusa, che non seguiva una linea di voler presidiare alcuni campi, di voler avere una politica di investimento, di voler avere la necessità che la Città fosse forte su alcuni segmenti in cui le partecipate giocano un ruolo importante. IREN ovviamente è stato il caso più eclatante, ma non solo, anche, è già stato richiamato da altri, l’interpretazione della Madìa, a mio modo, non corretta sotto alcuni aspetti, ha fatto sì che la Città uscisse da altre realtà: è già stata citata SAGAT. Io trovo che quello sia un errore, per esempio, non poter converge su delle politiche per il turismo non capendo e non sapendo cosa succede a quel tavolo di amministrazione, ma ne posso citare altre: anziché magari avere il coraggio di andare a fondere (incomprensibile) in un polo forte nel campo della ricerca e dell’innovazione, si è preferito uscirne e cedere le quote anche di queste realtà. Anche alcune suggestioni che ci sono state riportate con una decisione che io giudico un po’ manichea tra pubblico e privato, non penso che sia questo il ruolo della politica. La politica non può contrapporre un sistema pubblico ad un sistema privato, tanto se non c’è la capacità di governare una realtà che invece è a capitale misto, che invece vede la compartecipazione, il ruolo del pubblico deve essere fondamentale anche nel dare, diciamo, una linea di indirizzo, ma anche di discussione all’interno di una realtà. Quindi, io credo che il mantenere, comunque, una partecipazione pubblica all’interno di alcune realtà di cui però politicamente bisogna scegliere quali siano e quali vogliano essere forti, perché quello si crede sia il tema in cui la Città crede e in cui la Città vuole essere presente, quello è un ruolo assolutamente importante, è il ruolo proprio della politica. Viene citata più volte SMAT, ma io credo, l’ho detto più volte, anche su questo tema mi sono espresso, ma io poi SMAT è una realtà che conosco piuttosto bene, ci ho lavorato tanto, il tema mi sembra molto ideologizzato di nuovo; perché non si vuole invece lavorare sul riutilizzo degli utili, nel senso di quello che, tra l’altro, prevedono anche i patti statutari, di riutilizzarli nel piano di investimenti, di riutilizzarli per opere di risanamento ambientale, anziché invece poi pagarci la spesa corrente? Allora, su quello insistiamo, ma non andiamo a smontare invece un qualcosa che ha la sua funzionalità da un punto di vista anche, diciamo così, economico e finanziario, perché il rischio sarebbe molto molto elevato. Poi, si tratta, ovviamente…, nel caso specifico su TRM, effettivamente è curioso l’atteggiamento, dopo che sono state fatte delle battaglie, perché io capisco che bisogna fare “un po’ di necessità virtù”, però su questo mi sembra che il Movimento 5 Stelle si sia sempre espresso con una certa veemenza, sul fatto di quello che deve essere l’utilizzo di quell’impianto e quindi tutto il tema anche del ciclo dei rifiuti e credo che sia comunque un pochino una sconfitta uscire, in questo senso, anche da quell’amministrazione, ma ancor più per il discorso delle Farmacie Comunali, che, peraltro, è un discorso che mi sono andato un attimo a vedere: i bilanci mi sembrano anche estremamente positivi nell’ultimo periodo, è certo che in qualche misura anche qui vuol dire capire se il pubblico, in qualche misura, vuole rimanere e se la Città vuole rimanere anche all’interno di un sistema di presidio di sanità locale o se, viceversa, lo delega in concessione completamente. Poi, ci mancherebbe, non vuol dire questo che verranno meno i servizi o verranno meno degli elementi di deontologia professionale da parte di chi eserciterà quel tipo di servizi, però è proprio il fatto di, anche se numericamente, come ci è stato ricordato, incidono meno le farmacie pubbliche, ovvero le Farmacie Comunali, su quello che è il totale degli esercizi cittadini, però vuol dire proprio, di nuovo, abbandonare anche quel segmento lì. Come dico, credo che tutto questo rispondesse ad un piano, che fosse stato chiarito, di cessione, magari anche coraggiosa, perché si andava a vendere; allora, a questo punto, in maniera anche più brutale si usciva completamente da alcune partecipazioni, a fronte di, magari, volere risanare altre realtà o di fare una politica seria di investimenti. Quello che manca qui è proprio la politica di investimenti, qui si tratta sempre e solo di chiudere in maniera più o meno, diciamo da bilancino, poter pareggiare i conti con un atteggiamento più, proprio, di natura sempre poco di investimento, ma molto di andare a chiudere i conti. Questo credo e temo sia il vero tema, poi tutto quello che è a corredo, che invece riguarda il poterci rinfacciare, tutte quelle che sono state le scelte del passato, quelle che sono incapacità di poter governare, (incomprensibile), io credo, davvero, bisogna a questo punto, per onore e anche di quello che è l’impegno che ci si è presi, pensare a quello che sia effettivamente utile e necessario per la Città. Quando uno prende in mano il governo della Città sa bene la situazione su cui atterra e quello che si trova a dover governare, il bilancio lo conosce, sa da cosa è generato, sa qual è la situazione delle partecipate e quindi fa una sua proposta che, ovviamente, deve essere quella di sviluppo, non solo di guardare al limite di questa Legislatura, ma di vedere anche per il futuro. Ricordiamoci anche che, peraltro, tutti questi sono anche utili che entrano ogni anno, così come altre realtà, magari più importanti, ma, anche in questo caso, sono comunque utili che servono poi a far quadrare i bilanci successivi. Viceversa, mi sembra che questo discorso sia un po’ manchevole, sia stato mancante proprio in tutta questa Legislatura e non vedo proprio, dietro, un’idea politica forte, non l’ho proprio percepita e questo mi sembra che sia l’elemento più rilevante e mi spiace che, ancora una volta, anche nel Consiglio Comunale odierno, si sia persa l’occasione di parlarne e invece si è preferito giocare in termini politici. Grazie. In termini politici…, voglio dire, di contrapposizione partitica, più che politica. Grazie, Presidente. |