Interventi |
PATRIARCA Lorenza Buongiorno Presidente, buongiorno Assessora. Vede, io non condivido questa lettura, ovviamente ognuno ha le sue posizioni, ma io ci tengo a sottolineare che visto che è la terza volta in meno di un mese che discutiamo di Teatro Regio in Consiglio Comunale, è evidente l’importanza che questo tema ha per la Città, che sono contenta di sentire che voi condividete, importanza in un momento in cui l’emergenza coronavirus monopolizza il dibattito politico e noi invece parliamo giustamente di Teatro Regio. Già nel 2016 una relazione della Corte dei Conti aveva messo in evidenza la debolezza strutturale degli enti lirici e aveva scritto, cito testualmente: “I fondi modesti erogati con ritardo da parte degli enti fondatori, una partecipazione dei privati e degli sponsor ancora troppo limitata, ricavi da biglietterie e abbonamenti in genere modesti, segno di una non efficiente attività di promozione; oneri strutturali eccessivi, soprattutto quelli per il personale.” Si tratta di una debolezza a cui il nostro Teatro purtroppo non fa eccezione, come lei stessa ci ha spiegato in aula, ci ha spiegato la Sindaca in Aula lo scorso 8 giugno, dichiarando che la richiesta di commissariamento era un automatismo e oggi lei, Assessora, lo ripete, legato al deficit del Bilancio consuntivo del 2019 in rapporto al patrimonio disponibile dell’Ente, un Bilancio consuntivo che peraltro non è ancora stato approvato. Un deficit che le fonti sindacali però smentiscono, almeno per quest’anno, perché ci hanno detto che il risparmio complessivo per l’anno in corso sugli stipendi dei dipendenti messi in cassa integrazione e sulle mancate spese per le rappresentazioni, anche a fronte dei mancati incassi, dovrebbe essere di oltre 5 milioni di euro, il doppio quindi del disavanzo annunciato. Si tratta di un’informazione che senz’altro non deve essere sfuggita né a lei, Assessora, né alla Sindaca perché la Sindaca stessa dopo aver invocato l’automatismo in Aula l’8 di questo mese con un passaggio logico poi incomprensibile ha poi dichiarato che si trattava di una sua scelta di responsabilità per rilanciare il Teatro, per risolvere i problemi strutturali che lei non era riuscita a gestire, la stessa posizione che lei ci ha illustrato poc’anzi. Ho sentito dire la volta scorsa, settimana scorsa in quest’Aula che il Commissario è una fortuna per il Teatro, che porterà nuovi finanziamenti, l’ho sentito dichiarare da lei ed è stato scritto anche in un atto votato in questo consesso, che non ci sarebbero stati tagli a livello occupazionale, che non ci saranno tagli a livello occupazionale, neppure le retribuzioni ai dipendenti; faccio presente che non so come sia possibile garantire queste promesse, visto che il Commissario come tutti ben sappiamo non può essere certo vincolato a quanto gli chiederemo noi come Amministrazione comunale, e senz’altro per esempio il tema del numero dei lavoratori con contratto a tempo determinato rimane un tema importante, per esempio tutte le persone che si occupano in questo momento della didattica sono tutte con contratto a tempo determinato. Quindi per esempio su questo settore che invece in questo momento potrebbe essere fortemente rilanciato sul tema della ripartenza delle scuole, il Teatro si troverebbe in qualche modo scoperto. Ecco perché ritengo necessario ricordare ancora una volta che la scelta del commissariamento del Regio è un errore, un errore che rischia di portare a un declassamento del nostro Teatro, un declino da cui poi sarà difficile risollevarsi, quindi la lettura è diametralmente opposta rispetto alla sua; una situazione che rischia di mettere in discussione anche la vocazione turistica e culturale della nostra Città che fa fatica a decollare, e che si alimenta di occasioni e di eventi oltre che di luoghi della cultura come ben tutti sappiamo e lei ha ribadito. Gli esperti ci dicono che un euro investito nella buona gestione di un teatro ha una ricaduta di 4 euro sul territorio, perché le persone che arrivano in città per assistere ad uno spettacolo e si spostano, se spendono, e quindi c’è una ricaduta generale. Si tratta di qualcosa che sanno bene nel resto d’Europa, per cui per esempio in Francia dove i teatri lirici hanno circa il 90% di finanziamenti statali, l’Opera di Parigi incassa 100 milioni di euro all’anno di contributi ed è gestito direttamente dal Ministero della Cultura; in Germania i teatri sono quasi interamente finanziati dallo Stato, in Austria l’Opera di Vienna riceve 85 milioni ogni anno e potremo andare avanti di questo passo. In Italia la Scala di Milano, e quindi il Teatro lirico più famoso al Mondo, riceve dallo Stato meno di 28 milioni e sappiamo quanto poco riceva il nostro Teatro Regio. Per questo io, noi le chiediamo di immaginare quale futuro immaginiate, ecco, per il nostro Teatro lirico, e sottolineo la parola “nostro” perché si tratta di un gioiello che ha sempre rappresentato l’ambizione della nostra Città, che pensava in grande e che nel 1740, quando Torino era la capitale di uno staterello regionale, veniva inaugurato con 2.500 posti a sedere. Quindi non abbandonate il nostro Teatro e con esso Torino a un probabile declassamento, cominciando a versare quanto la Città... PATRIARCA Lorenza Sì, mi sto avviando alla conclusione, e sollecitando la Regione a fare lo stesso; rivendicate la storia e l’eccellenza del Teatro Regio a Roma chiedendo finanziamenti invece del commissariamento. Grazie, Presidente. |