Interventi |
GIOVARA Massimo Grazie, Presidente. Nella sostanza immagino che siamo tutti d’accordo sul salvaguardare i posti di lavoro e soprattutto i più deboli, i lavoratori che più faticano e meno hanno vantaggi nel faticare. Rispetto alla questione del commissariamento, però, purtroppo vedo che siamo tutti quanti un po’ troppo esperti, esperti con opinioni molto diverse, quindi bisogna vedere fino a che punto lo siamo. Il commissariamento non è il primo degli Enti Lirici. Il Ministro Franceschini ha commissariato anche l’Ente Veronese, è una facoltà del Ministero, è una volontà che Chiara Appendino, con il suo consueto senso di responsabilità ed onestà intellettuale, si è attribuita, ma che in realtà dipende da ben altri fattori. I fattori sono un debito strutturale, ed è ottimo il paragone che fa la Consigliera Artesio con il Bilancio del Comune di Torino, perché sembra una piccola metafora del modo in cui è stato gestito anche il Bilancio di Torino, e nello stesso modo - e io non ritengo che sia una giustificazione il fatto che tutti gli Enti lirici sono messi male o peggio, non è una giustificazione per fare altrettanto male - il Comune di Torino ha tentato tante strade, da quando ci siamo insediati, io mi sto ancora chiedendo come mai il Sovrintendente precedente a Graziosi si è dimesso con un anno di anticipo, sui giornali ho letto “per motivi personali”, adesso forse quelle motivazioni vanno rilette in un’altra chiave. Fin da subito abbiamo individuato e visto che i debiti del Teatro Regio erano ben più alti di quelli che immaginavamo, e soprattutto che erano di ben altra natura, cioè non erano debiti temporanei, ma strutturali, ai quali si poteva porre forse rimedio, oppure dare fiducia a chi ogni anno, come le fondazioni private, coprivano... Dovete tenere presente che il Comune di Torino, cioè i cittadini torinesi, hanno messo circa 4 milioni all’anno dentro il Teatro Regio, ed i cittadini italiani circa 14 milioni di euro, ricordiamo le cifre, per un Ente che ha fatto eccellenza, che è di sicura qualità artistica, ma che ha questo tipo di costi, che rispetto ad altre situazioni sono sicuramente alti. Rispetto a questo tema, se il debito strutturale è così grande e nemmeno un Piano Industriale riesce ad essere pienamente accettato, io ho sentito dire da Consiglieri di Minoranza, ma anche dall’ultimo Sovrintendente, che il Piano Strutturale Industriale è velleitario e non si può raggiungere la forma speciale, ebbene, noi ci abbiamo creduto, ci abbiamo provato, ci deve credere anche il Teatro alla forma speciale. Questo permetterebbe al Teatro - ricordo che risale ad una mozione addirittura di tanti anni fa, c’era ancora il Sovrintendente Vergnano - la richiesta della forma organizzativa speciale permetterebbe al Teatro Regio di essere alla pari della Scala e di Santa Cecilia di Roma. Io mi ricordo che in Commissione mi è stato detto che quella Legge è stata scritta solo per quelle due strutture ed è stato detto a verbale, quella Legge è una legge ad entem, e che nessun altro ente lirico avrebbe potuto ambire alla forma organizzativa speciale, che permetterebbe al Teatro Regio di avere una triennalità sicura e non incertezza sui fondi che vengono erogati. Questo è l’obiettivo di eccellenza che dobbiamo porre per il Teatro Regio di Torino, e non una continua toppa, perché il buco ci sarà sempre se non si interviene strutturalmente. Ed è per questo che io impegno la Sindaca e la Giunta, visto che c’è una grande risposta rispetto all’Ente Lirico torinese, vedo che si sta sviluppando un enorme amore, lo dico senza alcuna ironia, sono felice di questo, che ci sia attenzione nei confronti della cultura una volta tanto, bene, allora uniamoci tutti quanti e cerchiamo di trovare, anche con i Parlamentari, com’è stato detto, un impegno affinché si tenga conto della road map che era già stata implementata. Ripeto, ho visto molte persone cambiare idea, dopo che si è parlato di commissariamento, ho sentito dire che il Piano Industriale era una buona cosa, e allora mettiamoci insieme, cerchiamo di implementarlo veramente, perché il lavoro che ha fatto Guido Guerzoni e che è stato finanziato dalle fondazioni private è un lavoro che vale la pena di considerare non come velleitario, ma come una strada seria per mettere in sesto la struttura finanziaria del più importante ente teatrale che abbiamo sul territorio piemontese, non soltanto torinese. Ricordo ancora che il Ministro Bonisoli del Movimento 5 Stelle aveva stanziato 8 milioni e mezzo di euro per ristrutturare l’impianto scenico, che risale agli anni ‘70, quindi in tutti questi anni nulla è stato fatto un questa direzione, ma il Movimento 5 Stelle lo ha fatto; e nell’elaborazione di una pianta organica richiedo - cosa che è stata richiesta da tutti e sulla quale siamo tutti, penso, d’accordo - di mantenere i livelli salariali e i livelli occupazionali. “Intraprendere”, al quarto punto “qualunque azione utile per impedire il declassamento dell’Ente”. Se siamo d’accordo su questi quattro punti, non vedo quale sia il motivo per non votare questo ordine del giorno. Grazie, Presidente. GIOVARA Massimo ...precisare e far comprendere meglio le mie parole all’ingegnere Tresso rispetto al fatto che lui si stupisce di una cosa che ho detto, ma che probabilmente io non ho espresso in maniera comprensibile ad un ingegnere. Io non stavo dicendo, ovviamente, che non bisogna sovvenzionare la cultura, Consigliere Tresso, lei è molto abile con le parole, stavo dicendo che bisogna riflettere sul fatto che continuare a mettere soldi pubblici in un ente che strutturalmente - e lei lo ha capito benissimo questo - da tanti anni non si regge più economicamente, richiede una riflessione profonda, come quella che hanno appena chiesto i colleghi, e questo glielo dice uno degli unici due lavoratori dello spettacolo che sono presenti in questa Sala, a mia conoscenza, da tantissimi anni. Quindi, una piccola riflessione io fossi in lei la farei. Grazie, Presidente. |