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SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. Il Comune di Torino attraverso la SFEP, in ottemperanza alla Legge Regionale 1 del 2004, dispone dell’elenco aggiornato di tutti i qualificati sul territorio torinese. In tutti i percorsi formativi OSS, SFEP svolge attività di monitoraggio attraverso il Comitato tecnico-scientifico e la presenza agli esami di qualifica, per alcuni corsi ne tiene anche la gestione. Nell’anno formativo 2018-2019 sono stati qualificati 302 Operatori sociosanitari, di cui 231 provenienti dagli 11 corsi finanziati con fondi del Fondo Sociale Europeo, 71 provenienti da tre corsi autofinanziati da Randstad, Synergie e Cooperativa Frassati e i corsi sono stati gestiti da CIOFS, ENGIM, ENAIP, INFORCOOP, Istituto Flora, IUSTO e SVE. Al momento attuale, risulta che la quasi totalità, intorno al 90% dei qualificati dell’anno ’19, lavora come OSS, la maggioranza in RSA, in subordine in ospedale, tramite agenzie interinali e cooperative, una percentuale più bassa lavora invece in comunità per disabili e a domicilio, soprattutto attraverso cooperative. Una percentuale minima, intorno al 10%, non lavora o non lavora in ambito assistenziale. Per quanto riguarda la tenuta lavorativa si fa rilevare che nei corsi transitano allievi con una forte motivazione al lavoro, ma che non regge l’impatto con il ruolo e con le condizioni di lavoro ce n’è un piccolo numero; si verifica quindi che, terminato il corso, i qualificati lavorano qualche anno e poi lasciano. Molti operatori qualificati, a seguito della crisi del 2008, in particolare uomini, sono tornati ai precedenti mestieri. Diverso è quindi il follow-up se si considerano i qualificati di cinque-sei anni fa. Essendo un lavoro piuttosto impattante anche dal punto di vista emotivo è comprensibile che le persone non lo facciano per tutta la vita. Con le strutture sociosanitarie e socioassistenziali coinvolte negli stage, SFEP ha una relazione costante non solo di monitoraggio dello stage dei singoli allievi, svolto prevalentemente dalle agenzie, ma in confronto rispetto all’efficacia della formazione nelle esperienze lavorative e nel mantenimento di un legame costante tra formazione e mondo del lavoro, attraverso incontri periodici uno o due volte all’anno. Le RSA coinvolte sul territorio torinese sono 21; le comunità e i gruppi appartamento per disabili sono 42; i centri diurni per disabili sono 27; gli ospedali coinvolti sono i presidi ospedalieri dell’ASL Città di Torino, parte dell’Azienda Universitaria Ospedaliera Città della Salute e della Scienza e l’Ospedale Koelliker. Questa costante collaborazione, che prosegue dalla nascita dei corsi OSS, consente già a fine corso di mettere in connessione la richiesta di lavoro con l’offerta lavorativa formata e anche in questa emergenza ha reso particolarmente fluida la relazione e la richiesta di personale in seguito alla D.G.R. 4 1141 del 20 marzo 2020. Sono arrivate alle agenzie e-mail e richieste telefoniche, poi anche diffuse attraverso SFEP, a tutte le agenzie di Torino che avevano elenchi di corsisti qualificati o in formazione. Si precisa che le nuove risorse coinvolte nell’emergenza sono state reperite solo tra i corsisti perché gli OSS erano già impegnati o non erano disponibili. A oggi circa il 40% dei corsisti sta lavorando nei presidi sociosanitari e socio-assistenziali. La carenza o l’indisponibilità degli OSS, ad avviso del Comitato tecnico, che è composto da Comune di Torino e agenzie formative del territorio, è determinata da variabili multiple non approfondite attraverso strumenti di ricerca, ma basate su elementi di osservazione ricorrenti sui territori che possiamo ricondurre a queste problematiche: intanto la pesantezza del ruolo, si occupa di sofferenza, di malattia, di morte, in modo diretto; le condizioni organizzative e di minutaggio generano insorgenza di burnout, in particolare nelle RSA; il riconoscimento economico dei servizi e la copertura dei contatti OSS è basso; ci sono scarsi sistemi incentivanti. L’incontro domanda-offerta viene veicolato prevalentemente dalle agenzie per il lavoro e dai datoriali privati direttamente, cooperative, associazioni o aziende S.p.A.. Come si evidenzia dal punto precedente la collaborazione con questi Enti è assidua e costante. L’ASL non ha richiesto collaborazioni, nel senso che veniva posto dalla domanda, ma ha utilizzato proprie graduatorie di concorso ancora valide, svuotando ulteriormente le RSA. Con la Regione Piemonte è attivo il dialogo con la Formazione Professionale e con la Direzione Coesione Sociale, Settore Programmazione socioassistenziale e socio-sanitaria, nell’ottica di affrontare le carenze degli OSS alla luce della D.G.R. ultima, 1141, sostenendo gli allievi non ancora qualificati immessi sul mercato del lavoro in modo straordinario. Per questa ragione, oltre al sostegno dei tutor dei corsi, gli allievi attraverso…, scusate, oltre al sostegno dei tutor dei corsi agli allievi attraverso telefonate, lezioni di rielaborazione in modalità FAD, si è costruito un legame con i datoriali anche per il riconoscimento del credito lavorativo all’interno del percorso ancora in atto. In questa occasione abbiamo consolidato il pensiero che il bilanciamento tra formazione e competenze richieste dei servizi non è più completamente adeguato. È necessario ripensare il percorso complessivo anche aumentando le ore previste dallo standard formativo e attivare contestualmente moduli di specializzazione da acquisire anche in formazione continua. A titolo esemplificativo alcune esigenze su cui necessitano approfondimenti formativi sono l’aumento dei bisogni sanitari nei servizi tipicamente assistenziali; la modifica del rapporto educatori/OSS nella psichiatria; l’aumento del minutaggio assistenziale nei servizi per la disabilità; l’interrelazione tra aspetti assistenziali, sanitari ed educativi con il variare dei bisogni della popolazione, le nuove povertà, le nuove disabilità. In tal senso, la Regione ha convocato il 21 maggio un incontro per la ridefinizione dello standard formativo degli OSS, un incontro tecnico, in seguito all’accordo, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Legislativo 28 agosto ’97… le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano concernente la revisione del profilo professionale dell’Operatore Socio-Sanitario istituito con accordo sancito il 22 febbraio 2001 e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione. Quindi ci sono interlocuzioni tecniche in corso e, se lo si desidera, naturalmente potremmo chiedere un approfondimento tecnico anche alla Regione in un eventuale Commissione, che ovviamente valuterete se è opportuno avere. Grazie. |