Interventi |
MALANCA Roberto Grazie, Presidente. Anche io confermo e sono d’accordo con tutto quello che hanno detto i colleghi prima di me. Mi premeva soltanto fare quella che è una puntualizzazione di tipo politico, perché ogni volta c’è sempre un equivoco sulla questione “scelta del project financing”, piuttosto che del mutuo, l’indebitamento, “Oddio, oddio!”, “Però serve più coraggio”. Allora, una volta per tutte, non esiste, da parte della forza politica che sta amministrando questa Città, una preclusione ideologica nei confronti né del project financing, né dei mutui. Quello che rende la scelta, diciamo, ottimale rispetto alle altre è la sostenibilità finanziaria ed economica di quello che è il piano di investimenti nei confronti di un’opera come quella della Metropolitana, ma ce ne sono altre. La sostenibilità vuol dire che la Città non si deve trovare, come è successo in passato, a dover tagliare servizi per potersi pagare debiti fatti per opere, che poi magari non sono nemmeno servite per più di pochi mesi, in alcuni casi. La scelta tra il project financing e il mutuo è semplicemente questa: la sostenibilità del debito; perché il project financing, alla fine, è debito anche quello, perché il canone che deve essere restituito al proponente di un project financing non è nient’altro che il ristoro del capitale e degli interessi. Quindi, alla fine, quello che è la differenza fra la scelta di un project financing o la scelta di un mutuo, o la scelta di un finanziamento di altro genere, è semplicemente se ce lo possiamo permettere, come Città, nelle condizioni che vengono espresse dal piano finanziario che viene stilato. Quando si parla di “scelte di coraggio”, io voglio solo ricordare che esiste un sottile limite fra quello che è il coraggio di portare avanti non soltanto la propria linea, ma portarla avanti nei limiti della sostenibilità per l’Amministrazione, e la temerarietà o il menefreghismo di quello che succederà dopo. Ecco, questo sottile confine da noi non è mai stato superato in questi quattro anni e non lo sarà mai. Non è successo altre volte. E, per quanto riguarda la riduzione del debito, esiste anche qui un concetto difficile, forse, da spiegare, ma per me la riduzione del debito non significa che il debito complessivo lo spalmo da altre parti per ridurre quello che apparentemente, in un bilancio solo, rimane, vuol dire che io riduco il debito complessivo, non soltanto quello dell’Amministrazione in sé, ma anche quello delle partecipate e anche tutti gli altri, che è l’opera che stiamo facendo e che abbiamo fatto. Grazie, Presidente. |