Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. La mozione pregevole presentata dalla collega Tisi è l’esempio perfetto del ragionamento che avevo cercato di fare precedentemente. Quando si fa riferimento alla responsabilità del Comune di Torino nel sostenere la continuità e la certezza dei pagamenti relativamente ai partner di promozione del sistema di protezione sociale locale, si fa riferimento esattamente a uno dei temi che mi ero permessa di proporre il 9 marzo relativamente ai tempi di liquidazione delle fatture, in una fase di crisi di liquidità da parte del Comune. Quando si fa riferimento alla necessità della co- progettazione, si fa ovviamente riferimento alla necessità di approfondire quali siano le tematiche di continuità dei servizi, in questo caso di carattere educativo e di protezione sociale, attivati all’Ente Locale in concorso con soggetti terzi, sia nella fase di programmazione che nella reale fase di esecuzione. Vorrei ricordare qui, perché è un oggetto degli appassionati della materia, che proprio oggi il Sole 24 Ore fa un’attenta riflessione in riferimento all’articolo 48 del Decreto “Cura Italia”, in cui si manteneva l’obbligo per le Amministrazioni Pubbliche, durante la sospensione dei Servizi Educativi e delle attività sociosanitarie e socio assistenziali, nei centri diurni per anziani e per persone con disabilità, di fornire prestazioni in forme individuali, domiciliari o a distanza, rese nel rispetto delle direttive sanitarie, negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi, senza creare aggregazione. In quelle condizioni le Amministrazioni venivano autorizzate a pagare tutto l’importo iscritto nel Bilancio Preventivo, e in quella direzione, in altri contesti locali, ad esempio in Regione Umbria, alcune organizzazioni, dalla cooperazione sociale alle organizzazioni sindacali, richiedevano l’immediato pagamento degli importi per i periodi di sospensione, impegnandosi a presentare proposte di rimodulazione dei servizi sospesi, limitando il ragionamento a quelli di carattere socio assistenziale, in quanto quelli educativi sono interdetti da specifico riferimento della normativa riguardante il funzionamento scolastico. Faccio questi due riferimenti per dire che noi possiamo anche procedere lodevolmente su singoli atti che riguardano singoli comparti, lo abbiamo fatto per il sostegno alle attività culturali e la collega Tisi ci propone di farlo per il tema relativo al sostegno a tutta l’attività del Terzo Settore. Quello che a me, però, sembra significativo dal punto di vista del rilancio delle politiche pubbliche è quello di avere un quadro complessivo delle relazioni economiche che i livelli nazionali, regionali e locali possono attivare, a cominciare dalla certezza dei finanziamenti propri per le spese dovute, possono attivare nelle direzioni dei diversi comparti di cui si occupano, e quali siano le modalità di rimodulazione di questi stessi comparti nelle fasi che ci attendono, a cominciare dalla Fase 2, su cui, continuo a ripetere di volta in volta, anche recependo critiche, mi permetto di dire, un po’ superficiali, noi allo stato attuale, come Comune di Torino, conosciamo la Fase 2 per la gestione delle aree verdi e la Fase 2 per la gestione del commercio; non conosciamo nulla della riattivazione degli interventi di protezione sociale, tanto meno di quelli possibili prossimamente, anche con l’approssimarsi del periodo estivo, delle attività educative. Quindi, io trovo lodevoli tutti i colleghi che si cimentano in questo esercizio, che prendono impegni anche pubblici e anche in confronti di terzi, e continuo a dire che c’è la necessità di una cornice per non formulare auspici tutti fondati, ma che rischiano di non tradursi in un quadro d’insieme. Quindi, come dire, sulle buone intenzioni non si può essere in disaccordo, ma questa necessità continua ad essere sempre più pressante. |