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NAPOLI Osvaldo Guardate, io penso che, specialmente in questo momento... guardate, qualsiasi atto presentato dalla Maggioranza e dall’Opposizione sia da votare, son tutti belli, sono tutti buoni, qualsiasi cosa c’è scritto, io ritengo che sia estremamente positivo, perché in tutti i casi vogliono..., sono atti che vogliono fare in maniera tale, in qualche maniera, di aiutare a superare il momento di crisi che c’è. Però io sono molto preoccupato, sono molto preoccupato per altro, sono molto preoccupato di una situazione dei Comuni che, al di là del loro colore politico - l’ha accennato Lo Russo -, si troveranno in una situazione in cui, se non avranno risorse che arrivano dallo Stato centrale, e non so come potranno arrivare - e ne discuto dopo -, ecco, io credo che tutti i Comuni italiani avranno una difficoltà enorme a riuscire a pareggiare un bilancio, cioè dovranno obbligatoriamente dire al Governo bianco, rosso e verde che c’è: “Prendetevelo e venite a dirci cosa dobbiamo fare, oppure commissariate tutti gli 8.000 Comuni italiani”. Questa è la verità che noi dobbiamo avere il coraggio di dire, come Comune, in termini generali. Aggiungo: io sono molto preoccupato quando in questi giorni, oggi, anche qua non mi interessa il colore politico che sono rette le Regioni, ma quando leggo che lunedì 18 probabilmente il Piemonte - e io parlo del Piemonte, c’è anche la Lombardia -, probabilmente il Piemonte non inizierà a liberalizzare tutte quelle fasce che oggi sono ancora bloccate, sono preoccupato e mi preoccupo di quello, al di là di chi regge la Regione o di chi regge il Governo, perché poi è una simbiosi. Aggiungo anche: io sono preoccupato in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi, il cittadino non capisce più... quale vale? Il decreto del Governo, l’ordinanza della Regione oppure l’ordinanza del Comune? Sono preoccupato per queste divisioni. Le Regioni hanno una vita di oltre 40 anni; abbiamo fatto delle grandi battaglie per le Provincie, sbagliata secondo me. Poi però abbiamo le Regioni che sono 40 anni e nessuno ha mai pensato di proporre una modifica a quella che - è obbligatorio dopo 40 anni - non regge più la situazione che è passata. Sono preoccupato, e finisco, di miliardi, miliardi e miliardi che si parla, che parla il Governo centrale, che parlano le Regioni, io sono molto preoccupato. Ho paura che di quei miliardi non ce ne siano poi tantissimi e che alla fine il rimpallo di responsabilità fra il Comune, non nostro, ma in termini generali, il Comune, la Regione e lo Stato diranno: “La colpa è di uno”, l’altro dirà: “La colpa dell’altro”. Prepariamoci ad una situazione estremamente grave. Vedete, io dico che il problema sanitario - sotto un certo aspetto, lo dico in una maniera tale - è già superato; la problematica nasce sul problema economico, di quello che succederà in modo particolare da settembre in poi, delle famiglie che non avranno lavoro, dei negozi che hanno chiuso e che non hanno i soldi per pagare le tasse a cui verranno richieste. E cosa succederà in quell’epoca? Io sono preoccupato di questo. È per quello che dico che qualsiasi documento fatto, per me va bene, ma la preoccupazione di quello che succede, è sufficiente vedere i dati ISTAT, 29-30% in meno di produzione industriale, io mi preoccupo, al di là di bianco, rosso e verdi, di cosa sarà il nostro Paese, di cosa sarà il nostro Comune, di cosa sarà la nostra Regione. Ecco, io termino dicendo che per me vanno bene tutti gli atti, come ho detto prima, però riflettete, se ritenete, di queste parole che ho detto, dove arriveranno i soldi per poter mandare avanti tutti quei settori, tutte quelle famiglie, tutta quella gente che oggi già trova difficoltà a vivere. Io ho paura che quei soldi sono il sesso degli angeli, se mi permettete, ho profonda paura, ma, ripeto, in termini generali, senza mettere in discussione nessun tipo di politica o di parte politica. Grazie, Presidente. |