Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Ma io condivido l’intervento anche accorato della Capogruppo Sganga e sono d’accordo su quando lei dice che il Comune deve farsi il coordinatore delle iniziative e di avere veramente, Assessora, questa volta del coraggio, un atto di coraggio, la situazione richiede uno sforzo di tipo eccezionale, perché, vede, lei già parla e già nell’intervento di prima sul question time aveva parlato di come ci fornisce tutta una descrizione abbastanza puntuale sul fatto che ogni anno c’è un’emergenza freddo e quindi si trovano soluzioni per evitare che la gente muoia di freddo. Qui la gente non muore di freddo, quest’anno è un anno eccezionale in cui il paradigma non è più il freddo, ma il paradigma è il Coronavirus, è il Covid. Allora è chiaro che, seppur sia stata rimandata, ma la chiusura del sito umanitario di piazza d’Armi andava valutata, contestualizzata in questa che è la situazione emergenziale di quest’anno, una situazione in cui l’aumento delle povertà anche in fasce, anche in categorie che erano impensabili fino a qualche mese fa, ha reso e ha acuito particolarmente questo tipo di problematiche, per cui ci sono persone che si trovano in condizioni drammatiche. Ora la Città non può non avere un’attenzione prioritaria verso queste fasce e non può non pensare che lei non abbia un ruolo di nuovo di tipo attivo, ma sia solo sospesa in attesa che arrivino indicazioni di livello sovraordinato. Questo discorso, che tra l’altro accennava la Capogruppo Sganga, di coordinare l’attività, la Città ha un ruolo attivo di coordinamento che è fondamentale e mi sembra che in questo periodo siano state numerosissime le voci di risposta del territorio, delle associazioni, del Terzo Settore, che si sono in maniera più o meno spontanea autoregolate per fornire delle risposte. Quello che è grave è che la Città non coordini questo tipo di risposte, però. Allora, c’è una lettera che, come è stato citato, Eufemia, Gruppo Abele, e 35 associazioni hanno sottoscritto, allora queste sono quelle reti virtuose che la Città deve sapere però ascoltare, sentire che tipo di risposte possono offrire e coordinare. Anche i numeri che lei ci ha fornito sono assolutamente insufficienti, sono risposte che non sono bastanti. Sulle 96 persone che sono uscite dalla situazione di piazza d’Armi, alcune sì, lei ha parlato, sono state reinserite in strutture, però sono numeri che sono infinitamente minori, anche se qualcuno avrà rifiutato, anche se non sono tutte situazioni semplici da gestire, ma bisogna industriarsi e in maniera propositiva trovare delle soluzioni nuove. In sostanza, io credo che anche il fatto di potersi inserire in strutture solo a seguito di un tampone negativo, ma se non ci sono i tamponi come facciamo? Bisogna riuscire a fare un monitoraggio che sia più fattivo, farci parte diretta nel chiedere alla Regione che comunque ci sia la disponibilità di fare questo tipo di controllo. Anche le persone che da una settimana ormai sono accampate in piazza perché manifestano il loro disagio, perché non possono trovare altre soluzioni, vanno comunque tutelate anche sotto il profilo di un monitoraggio dal punto di vista di valutare, ci sia un’equipe che va comunque a fare almeno la misura della temperatura, a controllare la situazione, se ci sono delle sintomatologie che possono preoccupare. Non hanno neanche un bagno da poter utilizzare. Abbiamo il bagno lì sotto, persino i bagni pubblici, ma perché non li abbiamo aperti almeno in questa situazione? Cioè non possiamo continuare sempre solo a rimandare dicendo: “Noi non possiamo fare nulla, dobbiamo aspettare che qualcuno ci dica cosa fare”. Quindi io credo che le cose che sono state fatte siano assolutamente insufficienti. È stato demandato, ad esempio, anche il discorso degli aiuti alimentari è stato completamente demandato all’iniziativa di chi si è volontariamente offerto per poter sopperire. Ma noi non possiamo lasciare delle persone in questa situazione senza pensare di riuscire a coordinare quel tipo di iniziativa. Il Comune ci metta delle risorse in proprio, viva Dio, troveremo poi il modo di risanarle, ma qui c’è una risposta da dare in maniera immediata, emergenziale. Non per nulla c’è stata anche una comunicazione dell’Ordine dei Medici che ha segnalato questa gravità, quindi non è che ce lo stiamo dicendo tra di noi Consiglieri dell’Opposizione e in questo caso mi sembra di dire anche della Maggioranza. Ci sono degli organi autorevoli esterni che lo segnalano come crisi e criticità di tipo emergenziale. Quindi io credo che quanto sia la richiesta delle associazioni che hanno sottoscritto questa lettera, cioè di industriarsi per trovare delle soluzioni abitative, reali, però non solo subordinate ad una graduatoria che poi non potrà essere di fatto mantenuta; riaprire i bagni pubblici, almeno quelli nelle stazioni dove si stanno concentrando le persone, in dotazione maggiore, evidentemente quelle che ci sono oggi non sono bastanti; e infine la necessità di provvedere da subito all’emergenza cibo, quindi allargando delle misure che non vanno a toccare tutte le persone, ma ahimè, però purtroppo i voucher sono stati esauriti in fretta, qui dobbiamo invece provvedere a fornire dei pasti a queste persone che onestamente non hanno… (incomprensibile). Questo lo dico anche nella necessità di dare a tutta la popolazione delle maggiori garanzie, e vado a chiudere, per poter gestire questa situazione. È una situazione intollerabile, non ci possiamo limitare a dirci che…, lei cita giustamente un coordinamento anche a livello metropolitano, ma viva Dio, la nostra Sindaca è anche Sindaca della Città Metropolitana, quindi giustamente facciamo le azioni in questo senso. Quindi assolutamente un’azione più proattiva, una situazione più propositiva, facciamoci sentire e troviamo le soluzioni in tempi rapidi, grazie. |