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LO RUSSO Stefano Grazie. Alcune cose le ha già dette il collega Tresso. Questo aggiornamento del Piano Comunale di Protezione Civile è piuttosto importante, perché io ricordo un episodio, che è abbastanza grave, è capitato al Fioccardo all’inizio di questo mandato, in cui solo per grazia ricevuta non abbiamo avuto vittime, quando il fiume Po è esondato in destra orografica, e sostanzialmente la popolazione non è stata allertata dell’arrivo dell’onda di piena, e per una ragione davvero fortuita non abbiamo avuto vittime, ma solo danni a cose. In quell’occasione sollevammo in Consiglio Comunale l’esigenza dell’adeguamento del Piano di Protezione Civile, che, ricordo, è lo strumento di gestione delle emergenze e che evidentemente è il Piano che contiene le procedure e i protocolli che devono essere attivati in caso di calamità naturale, e ben venga se a distanza di ormai quasi tre anni e mezzo arriviamo all’adeguamento del Piano di Protezione Civile per quello che riguarda il Fioccardo. Discorso differente riguarda la questione dei Murazzi, che è il secondo elemento che viene toccato da questo documento, e ovviamente sotto questo profilo è del tutto evidente che l’elemento centrale consisterà nella collaborazione dei futuri gestori delle arcate, sperando che, insomma, almeno per la prossima estate possano essere lì dopo tutti questi anni di sostanziale abbandono dei Murazzi. Però ci sono delle cose che ha detto il collega Tresso che io credo sia utile riprendere: la prima riguarda l’intersezione tra questo strumento e il nostro Piano Regolatore, Piano Regolatore che sostanzialmente... di cui attendiamo di conoscere l’esito del documento preliminare, noi auspichiamo davvero di poterlo vedere prima della fine del mandato, almeno quel documento lì, per poterlo esaminare e per capire in che termini e in che modi questo elemento, appunto il nostro Piano Regolatore Generale, proprio in occasione della variante generale, recepisce alcuni degli elementi legati al dissesto idrogeologico. Nonostante più e più sollecitazioni che sono avvenute in questi anni, è evidente che non c’è ancora, secondo noi, la sensibilità adeguata a questo tipo di problematiche. Io cito un dato abbastanza incontrovertibile: su 8.900 dipendenti, il Comune di Torino non ha neanche un geologo - lasciatemi spendere e spezzare una lancia a favore anche della categoria - io credo che sia l’unico grande comune italiano che non ha questa figura professionale in organico, e che appunto direi che ancorché i problemi di dissesto idrogeologico torinese siano prevalentemente ascrivibili a settori limitati del nostro territorio comunale, avrebbe invece avuto un senso avere. Ovviamente di questa cosa non c’è stata traccia neanche nel nostro Piano assunzionale, per cui non è prevista l’assunzione di alcuna figura professionale che ha questo tipo di caratteristica, e peraltro non so se sono state attivate mobilità da parte di altri enti che invece dispongono di personale o questa qualifica professionale, penso ad esempio alla Città Metropolitana o alla stessa Regione Piemonte, che invece dispone di figure tecniche in questo senso. Non è che la presenza di un geologo in organico possa risolvere i problemi di dissesto idrogeologico della città di Torino, ci mancherebbe altro, però sicuramente soprattutto per quello che riguarda le istruttorie tecniche di carattere edilizio in tutte le fasce, diciamo così, classificate ancora ai sensi della Variante 100, che comunque comincia ad essere già anche datata dal punto di vista dell’aggiornamento necessario; la Variante 100 è la variante... quella che ha recepito il Piano di Assetto Idrogeologico, avrebbe invece avuto esigenza di avere, almeno per la casistica più problematica, penso alla collina di Torino, penso a tutti quelli che sono gli interventi anche di sistemazione idraulica che dovranno essere messi in campo con l’asta principale del fiume Po, avrebbe avuto senso avere appunto questo tipo di dotazione tecnica dei nostri uffici. L’ultima considerazione che faccio è legata un po’ ad un’impostazione di fondo che credo sia un po’ smarrita da un po’ di anni per la verità, a onor del vero forse anche prima dell’arrivo di questa Amministrazione, ma in questa Amministrazione, diciamo così, è stato più marchiano il salto, è la distanza tra una narrazione, un profilo politico programmatico poi in attuazione pratica. Io invito tutti, a partire dall’Assessore Unia, a fare un esperimento, che è prendere una bicicletta e percorrere la sponda in sinistra orografica del fiume Po, proprio partendo dai Murazzi e risalendo fino al Parco delle Vallere per potersi rendere conto di qual è lo stato di manutenzione delle sponde del fiume Po, di qual è lo stato di presenza vegetativa, in particolar modo legata ad alberi caduti e ad una vegetazione che, di fatto, è assolutamente lasciata completamente libera di crescere indefinitamente, e soprattutto per quello che riguarda la componente di detriti accumulati nell’alveo. Dico questo perché alcune delle competenze di manutenzione dei corsi d’acqua non sono comunali, ma è fondamentale che il Comune faccia presente e soprattutto faccia sentire il proprio peso politico - siamo pur sempre la quarta città del Paese e il capoluogo della Regione - presso gli organi che invece sono deputati a questa manutenzione; ma al di là del tema della sistemazione idraulica del fiume, dell’asta principale del Po, ha ragione il collega Tresso, Torino è una città che ha anche almeno altri due corsi d’acqua, la Dora e la Stura, non tiriamo fuori il Sangone perché limita, tocca Torino in limitata parte, e credo davvero che questo elemento sia un elemento riscontrabile non solamente lungo il Po ma in generale lungo tutti i corsi d’acqua. Allora, forse, una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione, soprattutto in un anno come questo, che prima dell’emergenza Coronavirus ha visto anche orgogliosamente rivendicato da parte di questa Amministrazione lo stanziamento da parte di questa Amministrazione di oltre 50 milioni di euro di fondi nel bilancio per poter fare opere di manutenzione, beh noi riteniamo, ci saremmo aspettati, lo dico con franchezza, soprattutto alla luce delle tante critiche che venivano mosse su questo fronte da parte del Movimento 5 Stelle negli anni passati, che una volta arrivati al Governo il Movimento 5 Stelle avrebbe visto la relazione col fiume in maniera sostanzialmente differente rispetto a chi aveva preceduto al Governo. Diciamo che al di là del giudizio che non ha colore politico, invito tutti i cittadini a fare un giro, ovviamente rispettando le regole dell’attuale quarantena, lungo le aste dei nostri fiumi per verificare lo stato manutentivo. Allora, i due punti toccati da questo Piano di Protezione Civile sono sicuramente corretti e conseguentemente noi voteremo la deliberazione, ci saremmo aspettati quanto diceva - e chiudo - il collega Tresso, che questo elemento fosse lo stimolo per in generale fare una revisione un po’ più generale di questa strumentazione di pianificazione, proprio perché non avendo avuto la fregola di fare varianti urbanistiche e non avendo avuto la fregola di fare altre cose, diciamo che in questi quattro anni forse un po’ più di tempo per lavorare ci sarebbe stato. |