Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Ma io intervengo per dire che sono ovviamente d’accordo sulla delibera, voterò favorevolmente, così come trovo che le puntualizzazioni che la Consigliera Scanderebech ha presentato puntualizzano meglio alcuni concetti, quindi sono favorevole anche alla delibera di accompagnamento. Trovo anch’io che questo su cui oggi interveniamo, che è un tema specifico e che richiede sicuramente di avere da subito delle attenzioni per poter rendere il più fluido possibile e poter semplificare al massimo chi, e tra questi ci sono sicuramente gli esercizi commerciali e i conduttori di bar e quant’altro che possono avere interesse a realizzare dei dehors, tra quelli maggiormente danneggiati in questa fase, e quindi è importante dare dei segnali. Però ribadisco quanto già questa mattina è emerso e anch’io sono intervenuto in questo senso in Commissione, che questo tema specifico dei dehors deve essere inquadrato in una visione più ampia della gestione degli spazi urbani e dei criteri da seguire per la riapertura delle attività, nello specifico quelle commerciali, per tutta la “fase 2” e tutto sommato anche pensando alla “fase 3”, cioè quando poi andremo a regime. Faccio un esempio: i dehors possono essere una risposta a far sì che certe attività proseguano e si riavviino anche in questa fase di partenza, però va affrontato con una valutazione organica di tutti i fattori che concorrono alla ripartenza, cioè bisogna rivedere i criteri per consentirne, laddove è possibile, l’aumento di superficie, perché questo va magari anche incontro alla possibilità di decongestionare degli spazi chiusi allo spazio aperto, magari avere degli spazi maggiori che consentano di rispettare delle regole di distanziamento, però va valutato anche l’effetto che può avere, che ne so, sulla mobilità, sugli orari, su conflittualità come quelle che sono emerse, per esempio evidenziate dal Consigliere Magliano, tra movida e gestione anche del quieto vivere di altri cittadini, eccetera. Allora, è ovvio che richiede di fare un ragionamento più ampio, ma in sostanza quello che io continuo a lamentare è che, ancorché l’Assessore Sacco ci rassicuri ogni volta - e l’ha fatto ancora questa mattina - che sono in corso e sono in essere tutta una serie di interlocuzioni, ma io sono ben contento che l’Assessore Sacco parli con un sacco di gente, come peraltro è nella sua natura di persona socievole, tutti lo conosciamo, però qui c’è bisogno di un lavoro organico, da condurre su un piano interistituzionale, non basta sapere che Sacco parla, telefona, non va in giro in questo momento, ma andava in giro prima. Qui c’è bisogno di fare un piano serio ed organico per la riapertura, e la città non può aspettare ed essere sospesa in attesa che arrivino indicazioni di ordine sovraordinato dal Governo e dalla Regione. Qui bisogna avviare un piano, iniziare a riflettere, come dico, con tutti gli attori che possono concorrere, per... addirittura la Sindaca, in qualità di Sindaca anche della Città Metropolitana, forse dovrebbe allargare la cerchia delle riflessioni almeno ai Comuni della prima cintura, perché poi certe regole di riapertura ovviamente, se io sono un gestore del bar e ce l’ho a 200 metri dal confine della città, o se, viceversa, come molti sono, i gestori che arrivano dai Comuni contermini, bisogna ragionare in un insieme che sia un pochino più di visione e di visione allargata anche in senso territoriale. Allora, è necessario definire dei protocolli per la sicurezza, questo ovviamente non spetta solo a noi come Città, ma noi possiamo concorrere a ragionare anche su quei protocolli; sono protocolli che riguardano ovviamente la sicurezza degli orari di lavoro, ma anche la sicurezza degli avventori, allora, per garantire un’omogeneità di comportamento a livello, come dico, territoriale. Poi, dove è possibile, dove possiamo interagire, promuovere accordi tra parti sindacali e datoriali per garantire l’applicazione di queste linee guida, che, diciamo, si potrebbero cercare di condurre e ovviamente adottare tutti quei criteri che, come dico, riguardano tutta una considerevole valutazione di fattori che afferiscono a quella che è la gestione degli spazi urbani nella fase di riapertura, proprio anche per favorire al massimo chi è stato fortemente penalizzato e che richiede di avere invece delle misure che vadano incontro, e da un lato anche i cittadini stessi, che magari sono stati penalizzati nel fatto che per due mesi o forse di più sono stati privati di una libertà anche di voler prendersi un caffè o di un cappuccino al bar. Però, ribadisco, qui, al di là dell’interlocuzione che ci garantite avere in essere, manca invece, perché..., allora, se ci sono delle interlocuzioni, allora si dica: “C’è un piano, queste sono le premesse, questi i metodi che ci diamo, questi i risultati che ci attendiamo”, perché sennò le interlocuzioni, di per sé, valgono quello che può valere una telefonata, ma non è una programmazione come si usa fare quando una Città..., viene citato prima nell’intervista del Sindaco Sala, che comunque ha provato a dire: “Stiamo mettendo sul piatto alcuni elementi, alcuni ingredienti e li stiamo valutando con una serie di stakeholders che possano istituzionalmente dare dei loro pareri”. Questo a me sembra continuare a mancare. Grazie. |