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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Aprile 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 18

Comunicazioni della Sindaca su "Situazione sanitaria in merito ai contagi da Covid-19 nelle RSA presenti sul territorio della Città di Torino".
Interventi
TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Ma, allora, su quello che è la vicenda specifica del Carlo Alberto
ha già ben relazionato nell’intervento precedente la Capogruppo Artesio. Io volevo però
ancora sottolineare l’attenzione sull’aspetto che in parte alcuni colleghi hanno già
evidenziato in precedenza, cioè quella della RSA è una situazione di assoluta gravità
che però è complementare ad altre realtà, che in questa fase di emergenza la Città deve
preoccuparsi di attenzionare. In questo voglio dire tutti i luoghi dove ci sono le
situazioni in cui la convivenza di persone può portare ad aumento del rischio, è ovvio
che sono luoghi in cui, soprattutto se poi sono persone che sono più vulnerabili sotto il
profilo anche anagrafico, perché sono di maggiore età, sono situazioni che vanno tenute
in conto. Allora, è ovvio che non stiamo parlando solo delle RSA, si è già fatto
riferimento ai dormitori, a situazioni di accoglienza, pensiamo agli istituti religiosi,
pensiamo al carcere, che ad oggi, ed è giusto che lo si dica, il carcere Torino è quello
che ha il maggior numero di contagi a livello nazionale, sono quasi 60 i casi accertati.
Allora questo ci fa anche capire come ci sia una responsabilità enorme in capo a chi
gestisce l’emergenza e ovviamente è in capo all’Unità di Crisi Regionale, però la Città
deve riuscire a esprimere con maggiore vigore e maggiore contezza anche della
conoscenza di queste situazioni, la necessità di definire dei protocolli che siano
adeguati. Mi spiego, proprio prendendo ad esempio l’ultimo caso che citavo, quello del
carcere, è evidente agli occhi di tutti che le procedure e i protocolli che vanno applicati
in quella realtà sono assolutamente diversi da altri, proprio perché bisogna pensare che
non è facile far convivere all’interno di una struttura Covid di quelle mura detenuti che
sono in regimi differenti, ci sono regimi in alta sicurezza, ci sono altri detenuti che sono
in semilibertà grazie all’articolo 21, allora è ovvio che richiede un’attenzione tutta
particolare. Io qui mi riaggancio a un fatto che ho più volte sottolineato, che, ahimè,
questo significa avere un piano d’emergenza, avere una mappatura della realtà delle
città, della propria città che dà luogo a una buona conoscenza di tutta una serie di
situazioni maggiormente vulnerabili e laddove si concentrano persone c’è sempre una
maggiore vulnerabilità, questo sia per una epidemia, o per un altro evento che può
accadere, ma soprattutto per far fronte a questi eventi epidemici bisogna riuscire anche a
caratterizzarli caso per caso per capire quali sono le misure da mettere in essere. Allora,
è ovvio che ci vuole una presa di posizione da parte di chi sta gestendo una situazione a
livello regionale e sicuramente ci sono state delle carenze enormi, più tardi ci troveremo
a discutere un ordine del giorno che io ho presentato proprio perché a fronte di queste
carenze si chieda con vigore che la Città possa salvaguardare la salute dei propri
abitanti, dei propri cittadini e in questo anche si è fatto più volte riferimento nelle
discussioni che ci hanno preceduto, nelle Commissioni Consiliari, alla necessità di
trovare delle situazioni di strutture alternative idonee. Però anche su quello mi risulta
che gli incontri messi in essere non più tardi di 10 giorni fa tra le Federazioni che
consorziano le strutture ricettive, Federalberghi, anziché GTA, non abbiano poi sortito
la definizione di protocolli che fossero, diciamo così, funzionali a definire anche da
parte dei gestori di strutture alberghiere..., ricordo che i decreti ministeriali non
prevedono la chiusura degli alberghi, poi un decreto regionale l’ha previsto, in altre
parti d’Italia gli alberghi sono non funzionanti perché poi la gente non si muove in
questo periodo, però strutturalmente non sono strutture chiuse. Se ci pensiamo è molto
più difficile gestire, secondo criteri di emergenza, un ristorante, che non un albergo, che
invece può essere..., anzi, può essere una risorsa in questi casi. È chiaro che però poi tu
devi mettere a un tavolo i gestori stessi di quelle strutture per definire dei protocolli che
innanzitutto... (audio mancante) ...economica di chiedere quindi a quei gestori di poter
mettere a disposizione le loro strutture, ma è anche una questione di definire regole e
responsabilità, perché se tu devi far lavorare una struttura devi anche sapere in che
perimetro ti muovi. Questo non è stato voluto proprio a quei tavoli dell’Unità di Crisi
Regionale e in questo solleciterei che il Comune invece con maggiore forza lo debba
proporre, perché quella è una delle soluzioni che proprio vanno ad alleggerire quelle
situazioni di concentramento e laddove sia il personale operativo, quindi gli operatori
delle RSA, per esempio, ma anche il personale contagiato che ha bisogno di avere delle
situazioni di maggiore confinamento, possono essere, come dicevo, queste delle risorse
importanti. Certo che tutto va definito con estrema snellezza e velocità all’interno di un
protocollo che deve vedere la partecipazione di tutti gli attori. Mi sembra che questo sia
assolutamente mancato. Sì, la ringrazio e vado a chiudere. Quindi anch’io mi aspettavo
da parte della Sindaca, al di là di una esaustiva valutazione di quella che è la situazione
attuale, dire che cosa si sta e cosa si può ancora fare con la struttura regionale per
cercare di addivenire a delle soluzioni che concretamente ci diano la possibilità di
guardare come andare avanti adesso, insomma.

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