Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Ma io non posso che unirmi allo sgomento del fatto che effettivamente sono state prese le misure, ma con un ritardo assolutamente evidente. La Presidente della Cooperativa, la Stranaidea, che gestisce il dormitorio in via Reiss Romoli, da settimane aveva segnalato - parimenti han fatto altre cooperative e altri operatori che si occupano di gestire i dormitori per i senza fissa dimora - che le norme dettate dall’emergenza per il Coronavirus non erano applicabili a quelle realtà, a quelle strutture. Il dormitorio di via Reiss Romoli ha 24 utenti, 24 senza fissa dimora che pernottano tutte le notti e sicuramente la struttura non era in grado di mantenere le condizioni di distanza, tantomeno gli utenti erano stati provvisti nei tempi utili dei dispositivi di protezione individuale, ma neanche gli operatori. I numeri che lei ci ha dato non collimano con quanto riportato da alcuni organi di stampa, che ancora oggi dicevano che sono stati già sette i casi accertati, più cinque che attendono accertamento, tra i senza fissa dimora e gli operatori stessi, e che questa è una situazione che ormai rende, come lei stesso ci ha rappresentato, inagibile la struttura, che deve essere gestita dall’esterno, con delle situazioni ovviamente che vanno via via aggravandosi, anche in ragione del fatto che le persone stesse sono già affette da una fragilità e quindi non è facile gestire esternamente questo tipo di soluzione. Io, devo dire... lei ci ha dato un resoconto abbastanza dettagliato di tutto quello che il Comune ha fatto, ma effettivamente anche io riscontro, come già ha fatto la Capogruppo Artesio, che ci si è sempre mossi a seguito di quelle che erano le disposizioni regionali e le indicazioni date dall’Unità di Crisi, ed è logico che sia così per certi versi, ma è assolutamente necessario, viceversa, che la Città e i Servizi Sociali della Città diano risposte tempestive, laddove vengono richieste, come è stato in questo caso. C’è un’azione di coordinamento, c’è un’azione di evidenza anche della natura che queste strutture rivestivano nei confronti di questo tipo di emergenza, era agli occhi di tutti e quindi non poteva essere demandato ad aspettare che l’organo regionale desse indicazioni più precise, c’erano comunque delle azioni che era possibile fare fin da subito. Lei ci dice oggi che sono in fase di allestimento due strutture, quali quella del Maria Adelaide e del Padiglione 5 di Torino Esposizioni: bene, ma forse bisognava partire subito anche con delle soluzioni magari tempestive, ma da individuare subito; insomma, Torino ha una quantità di strutture ricettive - come tutte le realtà nazionali, ormai, in questo momento - enorme, allora perché non partire subito a provare ad individuare alberghi, strutture ricettive, pensioni che potessero nell’immediato assolvere a quel problema di diminuire il livello di concentrazione e quindi rendere applicabili quelli che sono dei minimi criteri di sicurezza. Cioè, questa situazione è deflagrata, ma mi sembra che fosse abbastanza evidente che c’era da aspettarsi questo tipo di conseguenze in quelle strutture. Ancora, il fatto stesso che giustamente è stata apportata una modifica agli orari di apertura, che ha ridotto a sole quattro ore la non presenza dei senza fissa dimora all’interno della struttura per ragioni di sanificazione, però poi richiede che anche venga gestita, come le persone si allontanano dalla struttura siano in condizioni tali da non causare o essere causa di ulteriori contagi. Insomma, c’è un’azione di coordinamento, Assessora, che io trovo andasse applicata fin da subito con maggior vigore, con maggiore proattività; ahimè, temo che ancora una volta sia un po’ prevalsa la ragione di stare ad aspettare quello che le disposizioni di organi sovrapposti indicassero, però non è così che possiamo renderci sufficientemente efficienti nel salvaguardare quelli che sono compiti e funzionalità che sono proprie del Servizio Sociale della Città. Quindi io trovo che la situazione, ahimè, è degenerata e speriamo solo che adesso possa essere ripresa; quanto lei ci ha detto delle due strutture che sono state predisposte, però ci dica anche in che tempi verranno rese subito operative perché questo non è stato chiarito, speriamo solo che non debba generare ulteriormente, però davvero era una polveriera che era pronta a saltare, ma i prodromi c’erano tutti e credo che gli avvisi fossero stati anche dati, ecco. Quindi, va bene quello che lei ci racconta essere stato fatto adesso, ma ahimè con forte ritardo e sicuramente non tenendo conto dei segnali che gli stessi gestori, la stessa Presidente della Cooperativa aveva dato per tempo. |