Interventi |
ARTESIO Eleonora Io ho ascoltato, ringrazio per la relazione. Devo però esprimere la insoddisfazione rispetto alle modalità e alle attività adottate. Il ricovero per le persone senza fissa dimora e i provvedimenti di tutela per queste persone rientrano pienamente nelle competenze socioassistenziali, quindi il fatto che si sia proceduto in attesa di una circolare regionale non ancora emanata, che si sia proceduto avendo sentito l’Unità di Crisi o che si sia proceduto dopo un’ispezione delle competenze sanitarie non mi rassicura rispetto al fatto che l’Amministrazione Comunale abbia svolto quanto attiene alle proprie responsabilità. È del tutto evidente che, nel momento in cui un Ente Locale organizza i servizi per le persone di cui ha l’obbligo di assistenza, debba poi chiedere supervisioni di carattere specialistico, sanitario, per valutare l’idoneità, ma non mi pare che si sia proceduto con la tempestività necessaria. Voglio ricordare i passaggi: il 13 marzo, ultima Conferenza dei Capigruppo de visu, condotta nella sala del Consiglio Comunale, ponevo la questione delle ospitalità per le persone senza fissa dimora, sottolineando l’importanza che sarebbe conseguita, in termini di salute individuale e di salute pubblica, rispetto al fatto di non avere luoghi nei quali andare durante gli orari diurni, perché i locali dei ricoveri di ospitalità notturna venivano ampiamente utilizzati dovendo rispettare il distanziamento tra i posti letto e, di conseguenza, locali di aggregazione comune non potevano più essere frequentabili, né per le disposizioni, né per la logistica. Segnalavo la necessità di ricoveri diurni e già in allora si faceva riferimento all’attesa di disposizioni regionali. A metà del mese di marzo la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza fissa Dimora poneva urgentemente la questione a tutti gli Enti Locali - e il Comune di Torino aderisce a questa federazione - e sottolineava una raccolta fondi per i dispositivi di protezione individuale, nonché per il sostegno a soluzioni di carattere abitativo temporaneo volte sia alla gestione delle ore diurne, sia alle ospitalità notturne. A metà del mese di marzo il Vescovo Nosiglia invitava gli oratori ad aprire dei locali distanziabili, e quindi contenuti, rispetto all’ospitalità diurna delle persone senza fissa dimora. Il 30 marzo veniva depositata una mia mozione, che poneva esplicitamente questa questione dei sistemi di protezione degli interessati, le persone senza fissa dimora, e della salute generale. Ora siamo arrivati ad avere una situazione per l’ospitalità diurna, individuata sempre in termini massivi, cioè di concentrazioni, di grandi numeri pur con il rispetto di tutte le precauzioni che sicuramente le circolari e i sopralluoghi regionali avranno individuato, da metà marzo, aver compensato i posti letto notturni e aver agito in emergenza recuperando di nuovo delle situazioni di grande dimensione, che debbono essere attrezzate in condizioni di emergenza/urgenza con una modalità di governo dell’attività quotidiana degli orari e degli interventi quale quella che è stata descritta, cioè con la presenza esterna degli operatori. Mi dispiace, in questa fase io ho sempre cercato di avere un rapporto collaborativo, di avanzare proposte e segnalare criticità, non polemizzare, ma su questo aspetto sono davvero delusa della mancata tempestività dell’Amministrazione Comunale. Ho concluso. |