Interventi |
LO RUSSO Stefano Io non sono intervenuto sulle comunicazioni, chiedo scusa, per lo scarso tempo a disposizione. Raccomanderei solo alla Maggioranza e alla Sindaca di non continuare a lodarsi e a ringraziarsi a vicenda, perché è del tutto evidente all’occhio di un osservatore un po’ più attento che in realtà il Sindaco in questo momento lo sta facendo il Prefetto, e vivaddio che lo sta facendo il Prefetto e, diciamo così, per usare la migliore e più dolce delle espressioni, abbiamo un funzionario di collegamento tra il Tavolo della Prefettura e il Comune di Torino. In questo quadro di scenario, quindi, la mozione del collega Curatella..., io condivido i rilievi posti sotto il profilo del merito specifico relativamente alla formulazione delle questioni relative alle tariffe e alle imposte, alcune sono nella disponibilità del Comune di Torino e altre non lo sono, sono effettivamente considerazioni che vanno inquadrate rispetto appunto a quello che noi vogliamo fare, cioè dare un indirizzo politico alla redazione di quello che sarà necessariamente (incomprensibile) assestamento di bilancio, ed è del tutto evidente che, avendo indeterminate le entrate, diventa complesso individuare modalità con cui intervenire. La mozione in realtà dà un indirizzo, non entra nel merito specifico del Bilancio, individua come criterio prioritario quello della riduzione delle imposte, in alcuni casi addirittura dell’azzeramento, peraltro, aggiungo, non è neanche del tutto esaustiva nell’elencazione, perché abbiamo altri temi all’Ordine del Giorno, penso ad esempio ai canoni di concessione degli immobili comunali dati ad associazioni o al mondo del Terzo Settore, che oggettivamente sono stati al momento solo rinviati, ma non sono stati cancellati. Allora, è del tutto evidente che il segnale politico che può dare il Consiglio Comunale è quello di una indicazione all’Amministrazione nell’individuare nella riduzione di alcune imposte il veicolo con cui si dà il proprio contributo alla ripartenza della città, perché se non fa neanche questo la Città di Torino, il Comune di Torino, ci chiediamo che cosa ci sta a fare tutta ‘sta macchina amministrativa, lo dico con franchezza, nel senso che oggettivamente abbiamo un Governo che fa ordinanze estremamente precise e puntuali che individuano addirittura puntualmente le categorie merceologiche che possono rimanere aperte e quelle che devono invece chiudere; abbiamo un Presidente della Regione che fortunatamente, lo dico con franchezza, esprime un indirizzo politico, emette delle ordinanze e si assume anche la responsabilità di farlo, poi sicuramente le carenze strutturali della Regione sono evidenti per quanto riguarda alcuni elementi di carattere sanitario, ma va detto che oggettivamente il Presidente della Regione c’è. Allora, se neanche sotto il profilo dell’individuazione delle linee strategiche di intervento della città il Comune di Torino, il Consiglio Comunale, dà delle linee di indirizzo, ci chiediamo davvero che cosa ci stiamo a fare, cioè che cosa ci sta a fare la Sindaca e i suoi Assessori, nel senso che io sono contento che, come dire, ci sia un Governo che - ribadisco - entra nel merito specifico dei codici ATECO, delle imprese che possono aprire e possono chiudere, credo che onestamente sia dovere nostro individuare un indirizzo politico e credo che l’indirizzo politico non possa che essere quello di andare, laddove possibile ovviamente, poi saranno le compatibilità di Bilancio e tutte le cose dette, perché nessuno di noi ha neanche contezza bene di quelli che saranno gli effetti economici sui conti del Comune di Torino di questa cosa, relativamente a quella che in qualche modo è la reale sussistenza delle reali possibilità sotto questo profilo. Allora, a noi ci è sembrato, come dire, utile intervenire con alcune precisazioni puntuali a livello emendativo, ma fondamentalmente non tanto andando a spaccare la virgola di questa mozione, quanto piuttosto per segnare un punto politico relativamente a quella che è una linea di indirizzo, e cioè quella che noi dovremmo, credo, abbastanza a breve fare una valutazione sui conti del Comune di Torino, individuare le somme che sono state impegnate e che sono state impegnate, sospese, ribadisco, assolutamente legittime e per certi versi anche logiche nella determinazione precedente, ma che magari non ancora contrattualizzate possono ragionevolmente essere fermate e, alla luce di questi elementi, come già dicemmo un mese e mezzo fa quando trattammo di questa questione, a valle di questa ricognizione individuare quelli che possono essere i capitoli di quelle che sono le spese che non sono oggettivamente urgenti e che possono essere differite, ad esempio, all’anno prossimo, e lì capire se poi alla fine, tagliate tutte le spese, verificate effettivamente le entrate, ci sono dei margini di individuazione di azioni sulle politiche tariffarie, e aggiungo... LO RUSSO Stefano Concludo, e aggiungo sui temi dei canoni concessori. Quindi, onestamente credo che almeno un indirizzo politico da questo punto di vista non solo non sia inopportuno, ma sia doveroso stante il livello di assoluta indeterminatezza dell’attuale azione amministrativa. |