Interventi |
UNIA Alberto (Assessore) Sì, a parte che è vietato. Detto questo, no, chiedevo qualche minuto in più perché la risposta è un po’ lunga, non tantissimo... UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. I quesiti dell’interpellanza, riscontrando competenze diverse, hanno richiesto due relazioni distinte: una dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese per quanto riguarda l’Isolone Bertolla, e dell’Area Tecnica Alberata per quanto riguarda il Parco della Confluenza. Al punto 1): “Per quale motivo siano stati abbattuti gli alberi all’interno dell’Isolone Bertolla”, l’Isolone del Bertolla ricade nella Riserva Naturale del Meisino e Isolone del Bertolla, che è anche Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, gestita dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Po Torinese, ai sensi di apposita convenzione sottoscritta con il Settore Biodiversità e Aree Naturali della Regione Piemonte. Sull’area vigono le indicazioni di gestione ambientale contenute nelle “Misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 della Regione Piemonte”, di cui alla documentazione reperibile al link che ho allegato ovviamente nella risposta. L’area dell’Isolone, inoltre, appartiene al Demanio dello Stato ed è stata data in concessione all’Ente Parco con apposito verbale di consegna dell’Agenzia del Demanio per finalità di tipo naturalistico, ai sensi dell’articolo 115, comma 3, del Decreto Legislativo 152 del 2006. Gli alberi abbattuti sull’Isolone del Bertolla appartengono a cloni di pioppo ibrido, non autoctono quindi, storicamente coltivati per la produzione di cellulosa e poi soprattutto di legname da opera, come truciolato o, nei migliori casi, come compensato. Le piante erano posizionate originariamente su filari, a costituire un impianto di arboricoltura da legno, così definito ai sensi dell’articolo 4 della Legge Regionale 4/2009. Per “arboricoltura da legno” si intende la coltura arborea di origine artificiale, finalizzata prevalentemente alla produzione di legname e biomassa reversibile a fine ciclo colturale ed eseguita su terreni non boscati. Pertanto, ai sensi della definizione riportata, il pioppeto presente sull’Isolone del Bertolla non costituisce un bosco ai sensi di Legge e non è soggetto alla normativa vigente in campo forestale. Il taglio dei pioppi clonali è stato effettuato per i seguenti motivi: aumento del potenziale di biodiversità dell’area, mediante il taglio della vegetazione arborea non forestale; apertura di spazi aperti dall’elevato valore per la biodiversità, con creazione di habitat, di cui all’allegato 1 della Direttiva Habitat 92/43, Habitat 65/10, prati stabili da sfalcio di bassa quota in coltura tradizionale, con graduale successivo passaggio ad ambienti con vegetazione rada autoctona. Secondo punto: limitazione della pericolosità delle piante presenti, che, molto indebolite ed instabili, spesso si schiantavano e potevano essere trasportate nell’alveo del Po in caso di eventi di piena, causando così ostruzione al deflusso delle acque. Aumento del potenziale di biodiversità a seguito dell’eliminazione della vegetazione arborea ed arbustiva alloctona, inserita negli elenchi della black list regionale, approvata con Decreto Regionale 24-9076, consultabile anch’esso al link che ho allegato. È necessario chiarire che l’intervento di taglio del pioppeto non è stato realizzato sulla totalità dei terreni che l’Ente ha in concessione dal Demanio. In particolare è stata preservata dall’intervento l’area in cui sono presenti i nidi di airone cenerino, che storicamente costituisce la garzaia del Meisino. L’agricoltore, infatti, non ha il permesso di intervenire in quella zona, per evitare di disturbare gli aironi che vi nidificano. Si sottolinea altresì che tutti i pochi alberi autoctoni presenti sono stati conservati e appositamente numerati dai tecnici dell’Ente Parco. È opportuno anche ricordare che l’Azienda Agricola ha svolto nelle prime fasi di gestione un’importante azione di pulizia e raccolta di rifiuti presenti nell’area, che si mostrava particolarmente degradata; purtroppo ogni piena del fiume ne porta di nuovi. Tutte le attività svolte dall’Azienda Agricola e quelle che si svolgeranno in futuro sono costantemente monitorate dal personale tecnico di vigilanza dell’Ente Parco, per assicurare il raggiungimento degli obiettivi che l’Ente stesso si è prefissato. Punto 2) dell’interpellanza: “Per quale motivo vengano fatti pascolare animali all’interno dell’area protetta e da chi sono stati autorizzati”: gli animali che attualmente pascolano sull’Isolone del Bertolla appartengono all’Azienda Agricola Gramaglia, che ha stipulato con l’Ente Parco due convenzioni per la conduzione delle aree demaniali, in concessione al parco ai fini naturalistici, approvate con determinazioni dirigenziali. Nella prima determinazione si cita testualmente: “Nel corso degli anni sull’Isolone si è sviluppata una vasta vegetazione alloctona invasiva, le cui specie prevalenti sono inserite nella black list regionale. Si ritiene pertanto opportuno procedere al contenimento dello sviluppo di tale vegetazione esotica invasiva, che minaccia e sostituisce gli habitat presenti sull’Isolone di Bertolla. L’Azienda Agricola dell’imprenditore agricolo Gramaglia Bruno, con sede a Torino in via Rubens Fattorelli 86, aveva chiesto la possibilità di effettuare attività di pascolo ovino sull’Isolone del Bertolla, ubicato nella suddetta riserva naturale. L’attività di pascolo, se correttamente gestita, spesso può contribuire in modo efficace al conferimento delle specie vegetali esotiche invasive. Pertanto, a seguito di sopralluogo congiunto, sono state definite, fra il personale tecnico e di vigilanza dell’Ente Parco e l’imprenditore agricolo, le aree idonee dal punto di vista naturalistico al pascolo ovino. L’imprenditore agricolo ha proposto un intervento iniziale di trinciatura delle aree definite in accordo con il personale dell’Ente Parco, seguito da successive semine di miscugli erbacei tradizionali dei prato-pascoli piemontesi, da effettuare nei periodi in cui non sia in atto la nidificazione delle specie comprese della direttiva. È stato redatto e sottoscritto, da parte dell’imprenditore agricolo, il modello di richiesta di parere sull’assoggettabilità sul giudizio di incidenza, in relazione all’attività di pascolo nei siti Natura 2000, di competenza dell’Ente di gestione delle Aree Protette del Po Torinese, e relativa cartografia ai sensi dei criteri contenuti nel decreto del presente Parco 45, 29/04/2014, e del successivo decreto del Commissario straordinario dell’Ente, il 25, del 14/04/2015. L’Ente di gestione ha ritenuto di assentire alla proposta di pascolo presentata, ritenendo di non assoggettarla a valutazione di incidenza. L’imprenditore ha inviato una comunicazione di disponibilità alla sottoscrizione di convenzione ai sensi dell’articolo 15, a fronte di interventi di preparazione delle aree a pascolo da effettuare mediante trinciature e successiva semina con miscugli erbacei nelle radure presenti sulla particella 6 del Foglio 1135 di Torino e le particelle 5 e 6 del 1136. La conduzione a pascolo delle aree naturalistiche individuate da parte dell’imprenditore agricolo non comporta la corresponsione di alcun compenso monetario da parte dell’Ente di gestione, in quanto l’attività di pascolo viene ritenuta adeguata a compensare il ripristino delle aree a radura nell’ambito dell’isola e al contenimento delle specie vegetali alloctone presenti. L’articolo 15 del Decreto Legislativo 228/2001 prevede che le Pubbliche Amministrazioni possano stipulare convenzioni con imprenditori agricoli, al fine di favorire lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento dell’assetto idrogeologico e di promuovere prestazioni a favore della tutela delle vocazioni produttive del territorio”. Poi viene citata la determinazione successiva, in cui si aggiunge che “A seguito di sopralluogo congiunto fra personale tecnico e vigilanza dell’Ente Parco, è stato verificato che l’attività di pascolo, attualmente correttamente gestita, contribuisce in modo efficace al contenimento delle specie vegetali esotiche invasive”. Non sto a leggere tutto il dettaglio del secondo punto, però il succo è sostanzialmente questo. Il punto 3) dell’interpellanza: “Come mai non vengono effettuate visite guidate all’interno di Isolone Bertolla”, in passato l’Ente Parco ha organizzato più volte visite guidate aperte al pubblico, ma non è pensabile ripetere l’esperienza fatta, se non dopo essere riusciti a mettere in sicurezza l’area. I cloni di pioppo presenti, infatti, sono in gran parte instabili. Infine è opportuno ricordare che l’isola è quasi completamente preclusa al pubblico per motivi di sicurezza, perché è sede di un campo-pozzi potabili SMAT e di una centrale idroelettrica IREN. Al punto 4) “Qual è il motivo per cui siano stati abbattuti gli alberi situati all’interno del Parco della Confluenza”: nella zona della confluenza tra Po e Stura di Lanzo sono presenti la Riserva Naturale Arrivore e Colletta, situata sulla sinistra orografica del fiume Po, e la Riserva Naturale del Meisino e dell’Isolone di Bertolla sulla destra orografica. L’Ente gestione delle Aree Protette del Po Torinese conclude la relazione comunicando che è stato effettuato l’abbattimento del pioppeto coltivato sull’Isolone Bertolla, all’interno della riserva naturale del Meisino e dell’Isolone Bertolla, preservando tutte le aree da questa tipologia di intervento, tutte le altre aree, scusate. Per quanto riguarda la messa a dimora di nuove piante, è previsto l’arricchimento del substrato mediante concimazione naturale derivante dal pascolo, semina di erbe arricchenti del terreno e la messa a dimora di nuclei di piante e arbusti autoctoni per ricostituire un ambiente di vegetazione rada perifluviale, tale e quale era in origine. Ho finito, ho ancora due frasi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Okay, iniziamo a trattare quello che è di competenza del Comune di Torino. L’Area tecnica Alberate riferisce che al Parco della Confluenza stanno eseguendo dei lavori di riordino, su alcune piante sono state eseguite delle potature secondo gli standard della città e gli interventi ancora in corso. Sono stati abbattuti degli alberi spontanei lungo la recinzione lato Manifattura Tabacchi e alcune piante secche o deperienti all’interno del Parco. I ceppi sono ancora visibili sul posto e verranno rimossi come capitolato d’appalto. Si valuterà, appunto, la messa a dimora di nuovi alberi in alcuni punti del Parco, tenendo conto della possibilità di un loro corretto sviluppo. Concludo, unendo la risposta ad un comunicato dell’Ente Parco del Po e Collina Torinese, che fa chiarezza in merito ad allarmismi da parte dei cittadini che hanno notato interventi, giustamente, sull’Isolone appena pubblicato sul notiziario Pro Natura al numero del 3 marzo, che lascio in allegato alla Consigliera. |