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LO RUSSO Stefano Io mi scuso, non vorrei sembrare scortese, Assessore Sacco. Secondo lei ha dato risposta alle tre domande dell’Interpellanza Generale? Erano piuttosto puntuali. La prima era: “Che esito avevano avuto le riunioni relativamente alle promesse fatte dalla Sindaca Appendino per quello che riguardava la base low cost di Ryanair”, quindi erano molto specifiche le domande. La seconda è se intendeva convocare i soci proprietari dell’aeroporto per capire quali prospettive di sviluppo e quali piani di investimento prevedevano. La terza era: “Quali misure si prevedeva di mettere in atto per supportare lo scalo di Torino Caselle e uscire da questa fase di stallo”. Io con franchezza mi sarei aspettato un minimo più di organicità, erroneamente, chiedo scusa. Le domando scusa, Assessore Sacco, se continuo ad avere aspettative un po’ più alte. Allora proviamo a dire noi che cosa in qualche modo riteniamo sia invece mancato in questi anni. La crisi di Caselle è una crisi oggettiva, non è questione di speculazione politica, non è questione di vedere le cose a seconda del colore politico, ma parlano i numeri, da questo punto di vista. Poi sicuramente possiamo attribuire la causa alla riduzione di una compagnia, piuttosto che alla riduzione di alcuni voli. I fatti numerici però dicono che Caselle perde passeggeri. Allora, in un contesto generale in cui Caselle perde passeggeri come gli altri scali in Italia, uno potrebbe dire c’è una natura congiunturale che penalizza Caselle. La cosa che invece salta all’occhio, Assessore Sacco, è che Caselle perde passeggeri in un contesto in cui invece gli altri aeroporti li guadagnano e crescono. Questo è l’elemento politico, anzi, non politico, aritmetico, numerico, numerico. Sotto questo profilo il calo del 30,3%, ovviamente a nostro modo di vedere, non va tanto ricercato in una deficitaria strategia aziendale da parte di SAGAT. SAGAT è una Società per Azioni, gestisce il nostro aeroporto. Nel momento in cui fa utile e distribuisce questo utile ai dividendi, ha raggiunto il suo scopo. Il problema è l’atteggiamento della Città nei confronti di questa cosa e l’atteggiamento mentale, peraltro plasticamente rappresentato da parte sua in quella Commissione e ancora oggi in Sala Rossa, di un atteggiamento che è lì, guarda, osserva, non si capisce bene dove vuole andare a portare questa corposa e complessa baracca e soprattutto non chiarisce quali sono le azioni che mette in campo la Città, non SAGAT o Andorno, la Città di Torino, anche perché in questi anni, a partire dal 2017 in avanti, di soli contributi sul tema comparto, promozione internazionale, in generale, come dire, sviluppo turistico della città, di soldi la Città ne ho spesi parecchi, non è che non ne abbia spesi, giustamente, siamo oltre i 4 milioni di euro, cioè a conti fatti di fatture pagate nel complesso, impianto di promozione, di attività, di iniziative che riguardavano una parte del suo Assessorato. Allora, qual è il problema che le viene posto? Il problema che le viene posto non è certamente quello di aprire lei una base low cost, Assessore Sacco, e neanche, come dire, di inventarsi cose particolarmente stravaganti, ma di far sentire la pressione politica, istituzionale della città nei confronti del soggetto che oggi gestisce l’aeroporto di Torino-Caselle. In che modo? Innanzitutto individuando con chiarezza alcune strategie che - noi ci siamo permessi di farlo in Commissione, le ribadiamo oggi - a nostro modo di vedere paiono piuttosto chiare alla luce di questo quadriennio, dove comunque Caselle non ha particolarmente brillato e alla luce di questi dati riportati nell’interpellanza, che non sono di destra o di sinistra, gialli o rossi, ma sono dati numerici e segnano -3,9%, e sono quelli i dati, non ci possiamo fare nulla. Sicuramente il tema del lavoro è la base low cost. Notizia recente è che il Presidente Cirio, bontà sua e meno male, a differenza vostra, si sta occupando di capire come utilizzare dei fondi europei per localizzare una base low cost negli aeroporti piemontesi, ovviamente lui fa il Presidente della Regione Piemonte, parliamo di Caselle e parliamo di Cuneo- Levaldigi, ma anche di Caselle, senza incorrere nella normativa contro gli aiuti di Stato, okay? C’è un segnale, poi ci riesce, non ci riesce, dà almeno la sensazione di occuparsene, cioè di farsi carico del problema. Ci piacerebbe che analoga iniziativa istituzionale, perché su tutta una serie di altre partite invece siete super presenti, poi con risultati che ognuno poi giudicherà, ma ci siete; lì, non si capisce sotto questo profilo che cosa state facendo. La seconda cosa che ci permettiamo sommessamente di suggerire, ovviamente, è quella di richiedere a gran voce quello che serve a questa città e di farlo facendo pesare ovviamente non più il peso azionario di un socio che non è più azionista di SAGAT. Noi, io le ricordo, votammo contro quella deliberazione con cui fu dismessa la residua quota di SAGAT, perché almeno un rappresentante della Città di Torino, almeno un rappresentante della Città di Torino in quel Consiglio di Amministrazione era opportuno, a nostro modo di vedere, averlo. E quindi puntare su quelle che sono le rotte nazionali al servizio delle utenze piemontesi e torinesi, in particolare, e faccio specifico e preciso riferimento a tutta quella che è stata anche in qualche modo l’emergenza voli di rientro dei nostri fuori sede di Politecnico e Università, che queste vacanze natalizie non hanno, di fatto, potuto usufruire di collegamenti aerei per tornare a casa a un costo ragionevole e questa roba qua è avvenuta nella totale, perlomeno, palese, poi se invece avete preso delle iniziative, sarebbe il caso anche di farlo sapere, indifferenza completa e totale di questa Amministrazione. Il terzo elemento che ci permettiamo di suggerire è quello di incentivare SAGAT a lavorare alacremente su quelle che sono, a nostro modo di vedere, le rotte internazionali realmente significative, realmente significative. Questo è un tema che c’era già anche prima del tema del Coronavirus, a maggior ragione lo sarà anche dopo perché gli effetti e l’onda lunga di questa emergenza che stiamo tutti vivendo, saranno piuttosto, ahinoi, intense e quindi evidentemente evitare anche esperimenti, che sono anche, come dire, suggestivi e che sono anche stati tentati in anni precedenti dalla vostra Amministrazione, quindi per ulteriormente depoliticizzare la questione, perché mi rendo conto che tutto quello che diciamo noi viene immediatamente giudicato come strumentale. Allora, ad esempio, chi le parla pensa che sia velleitario immaginare un volo, per tradurre in termini concreti, Torino - New York, Torino - Detroit o Torino - Los Angeles, tanto per essere chiari, mentre sarebbe molto più utile avere 4, 5, 6 collegamenti sui grandi hub internazionali di carattere europeo e collegamenti sulle rotte verso il Sud Italia. Quarto elemento che ci siamo permessi di suggerire, che è un elemento che invece ovviamente attiene sempre al tema della sua sfera, che è quello delle attività turistiche, che riguardano i collegamenti diretti con le destinazioni estive, in particolar modo del Sud Italia, ma anche del Sud Europa e facciamo specifico riferimento alle mete servite da altri scali, come le isole greche, che invece sono servite con voli diretti estivi da numerosi scali contermini, che sono Bergamo, che sono lo stesso Milano Malpensa, che a Torino, di fatto, non trovano cittadinanza. La quinta azione che programmaticamente le abbiamo chiesto di proporre al nostro azionista SAGAT è quella di effettuare un corposo intervento di monitoraggio di quelle che sono le utenze effettivamente transitanti per il nostro scalo di Torino-Caselle, onde sgombrare un pochino il campo, il terreno da un’altra questione che, come dire, sappiamo la irrita personalmente parecchio, che è quando le contestiamo i dati sul turismo e sappiamo bene che lei è piuttosto sensibile quando le muoviamo qualche critica sull’utilizzo di alcune banche dati in luogo di altre, riterremo alquanto utile conoscere le ragioni che in qualche modo spingono ad utilizzare Torino-Caselle per quanto riguarda sia l’outgoing, che il cosiddetto incoming. Sesta e ultima proposta, e questo ovviamente non possiamo più farlo nel Consiglio di Amministrazione della società in quanto il Comune di Torino è uscito completamente dalla SAGAT, però lo possiamo fare in Sala Rossa, poi sappiamo benissimo il peso che ha, è quello di…, noi siamo contenti che SAGAT sia una società che produce tanti utili ed è in salute. Non ci dispiacerebbe se una parte di questi utili venisse reinvestita rispetto alle politiche che le dicevamo prima. Cioè, tradotto, siccome siamo in una condizione di oggettivo calo del trasporto aereo, che non glielo dico io, non glielo dice il PD, non glielo dice…, cioè lo dicono i dati di Unione Industriale, di Confindustria, che denunciano che Caselle ha perso il 3,9% dei passeggeri. Contemporaneamente abbiamo una società che snocciola utili e, anzi, giustamente li rivendica, ribadisco, è una società privata, ci manca ancora, ci piacerebbe, da amministratori di questa città, che tutti insieme, Assessore Sacco, non noi o lei, tutti insieme chiedessimo a SAGAT S.p.A. magari che una parte di questi utili, che invece di darli a dividendo agli azionisti, li utilizzasse per il rilancio dello scalo di Caselle. Queste sono le sei proposte che le abbiamo fatto. Poi se lei giudica strumentali e le giudica, come dire, faziose, faccia cosa crede. Noi ne siamo abbastanza convinti. Soprattutto su quest’ultima riteniamo che sia oggettivamente indispensabile lavorare alacremente, anche perché i dati, verosimilmente, del 2020 saranno drammatici, alla luce di cose che non dipendono dal trend storico che abbiamo analizzato fino adesso, non dipendono neanche da condizioni oggettive di assenza di interlocuzione amministrativa e crediamo che sarà anche opportuno che venga il momento in cui le stesse società riconsiderino le ipotesi relative alla destinazione dei loro utili a finalità, diciamo così, un pelo più di utilità pubblica in senso stretto e non solo, come dire, utilità privata in termini di dividendi. |