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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Marzo 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 26
INTERPELLANZA 2020-00669
"LA CRISI DI PASSEGGERI E VOLI DELL'AEROPORTO DI TORINO" PRESENTATA IN DATA 14 FEBBRAIO 2020 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Io mi scuso, non vorrei sembrare scortese, Assessore Sacco. Secondo lei ha dato
risposta alle tre domande dell’Interpellanza Generale? Erano piuttosto puntuali. La
prima era: “Che esito avevano avuto le riunioni relativamente alle promesse fatte dalla
Sindaca Appendino per quello che riguardava la base low cost di Ryanair”, quindi erano
molto specifiche le domande. La seconda è se intendeva convocare i soci proprietari
dell’aeroporto per capire quali prospettive di sviluppo e quali piani di investimento
prevedevano. La terza era: “Quali misure si prevedeva di mettere in atto per supportare
lo scalo di Torino Caselle e uscire da questa fase di stallo”. Io con franchezza mi sarei
aspettato un minimo più di organicità, erroneamente, chiedo scusa. Le domando scusa,
Assessore Sacco, se continuo ad avere aspettative un po’ più alte. Allora proviamo a
dire noi che cosa in qualche modo riteniamo sia invece mancato in questi anni. La crisi
di Caselle è una crisi oggettiva, non è questione di speculazione politica, non è
questione di vedere le cose a seconda del colore politico, ma parlano i numeri, da questo
punto di vista. Poi sicuramente possiamo attribuire la causa alla riduzione di una
compagnia, piuttosto che alla riduzione di alcuni voli. I fatti numerici però dicono che
Caselle perde passeggeri. Allora, in un contesto generale in cui Caselle perde passeggeri
come gli altri scali in Italia, uno potrebbe dire c’è una natura congiunturale che
penalizza Caselle. La cosa che invece salta all’occhio, Assessore Sacco, è che Caselle
perde passeggeri in un contesto in cui invece gli altri aeroporti li guadagnano e
crescono. Questo è l’elemento politico, anzi, non politico, aritmetico, numerico,
numerico. Sotto questo profilo il calo del 30,3%, ovviamente a nostro modo di vedere,
non va tanto ricercato in una deficitaria strategia aziendale da parte di SAGAT. SAGAT
è una Società per Azioni, gestisce il nostro aeroporto. Nel momento in cui fa utile e
distribuisce questo utile ai dividendi, ha raggiunto il suo scopo. Il problema è
l’atteggiamento della Città nei confronti di questa cosa e l’atteggiamento mentale,
peraltro plasticamente rappresentato da parte sua in quella Commissione e ancora oggi
in Sala Rossa, di un atteggiamento che è lì, guarda, osserva, non si capisce bene dove
vuole andare a portare questa corposa e complessa baracca e soprattutto non chiarisce
quali sono le azioni che mette in campo la Città, non SAGAT o Andorno, la Città di
Torino, anche perché in questi anni, a partire dal 2017 in avanti, di soli contributi sul
tema comparto, promozione internazionale, in generale, come dire, sviluppo turistico
della città, di soldi la Città ne ho spesi parecchi, non è che non ne abbia spesi,
giustamente, siamo oltre i 4 milioni di euro, cioè a conti fatti di fatture pagate nel
complesso, impianto di promozione, di attività, di iniziative che riguardavano una parte
del suo Assessorato. Allora, qual è il problema che le viene posto? Il problema che le
viene posto non è certamente quello di aprire lei una base low cost, Assessore Sacco, e
neanche, come dire, di inventarsi cose particolarmente stravaganti, ma di far sentire la
pressione politica, istituzionale della città nei confronti del soggetto che oggi gestisce
l’aeroporto di Torino-Caselle. In che modo? Innanzitutto individuando con chiarezza
alcune strategie che - noi ci siamo permessi di farlo in Commissione, le ribadiamo oggi
- a nostro modo di vedere paiono piuttosto chiare alla luce di questo quadriennio, dove
comunque Caselle non ha particolarmente brillato e alla luce di questi dati riportati
nell’interpellanza, che non sono di destra o di sinistra, gialli o rossi, ma sono dati
numerici e segnano -3,9%, e sono quelli i dati, non ci possiamo fare nulla. Sicuramente
il tema del lavoro è la base low cost. Notizia recente è che il Presidente Cirio, bontà sua
e meno male, a differenza vostra, si sta occupando di capire come utilizzare dei fondi
europei per localizzare una base low cost negli aeroporti piemontesi, ovviamente lui fa
il Presidente della Regione Piemonte, parliamo di Caselle e parliamo di Cuneo-
Levaldigi, ma anche di Caselle, senza incorrere nella normativa contro gli aiuti di Stato,
okay? C’è un segnale, poi ci riesce, non ci riesce, dà almeno la sensazione di
occuparsene, cioè di farsi carico del problema. Ci piacerebbe che analoga iniziativa
istituzionale, perché su tutta una serie di altre partite invece siete super presenti, poi con
risultati che ognuno poi giudicherà, ma ci siete; lì, non si capisce sotto questo profilo
che cosa state facendo. La seconda cosa che ci permettiamo sommessamente di
suggerire, ovviamente, è quella di richiedere a gran voce quello che serve a questa città
e di farlo facendo pesare ovviamente non più il peso azionario di un socio che non è più
azionista di SAGAT. Noi, io le ricordo, votammo contro quella deliberazione con cui fu
dismessa la residua quota di SAGAT, perché almeno un rappresentante della Città di
Torino, almeno un rappresentante della Città di Torino in quel Consiglio di
Amministrazione era opportuno, a nostro modo di vedere, averlo. E quindi puntare su
quelle che sono le rotte nazionali al servizio delle utenze piemontesi e torinesi, in
particolare, e faccio specifico e preciso riferimento a tutta quella che è stata anche in
qualche modo l’emergenza voli di rientro dei nostri fuori sede di Politecnico e
Università, che queste vacanze natalizie non hanno, di fatto, potuto usufruire di
collegamenti aerei per tornare a casa a un costo ragionevole e questa roba qua è
avvenuta nella totale, perlomeno, palese, poi se invece avete preso delle iniziative,
sarebbe il caso anche di farlo sapere, indifferenza completa e totale di questa
Amministrazione. Il terzo elemento che ci permettiamo di suggerire è quello di
incentivare SAGAT a lavorare alacremente su quelle che sono, a nostro modo di vedere,
le rotte internazionali realmente significative, realmente significative. Questo è un tema
che c’era già anche prima del tema del Coronavirus, a maggior ragione lo sarà anche
dopo perché gli effetti e l’onda lunga di questa emergenza che stiamo tutti vivendo,
saranno piuttosto, ahinoi, intense e quindi evidentemente evitare anche esperimenti, che
sono anche, come dire, suggestivi e che sono anche stati tentati in anni precedenti dalla
vostra Amministrazione, quindi per ulteriormente depoliticizzare la questione, perché
mi rendo conto che tutto quello che diciamo noi viene immediatamente giudicato come
strumentale. Allora, ad esempio, chi le parla pensa che sia velleitario immaginare un
volo, per tradurre in termini concreti, Torino - New York, Torino - Detroit o Torino -
Los Angeles, tanto per essere chiari, mentre sarebbe molto più utile avere 4, 5, 6
collegamenti sui grandi hub internazionali di carattere europeo e collegamenti sulle rotte
verso il Sud Italia. Quarto elemento che ci siamo permessi di suggerire, che è un
elemento che invece ovviamente attiene sempre al tema della sua sfera, che è quello
delle attività turistiche, che riguardano i collegamenti diretti con le destinazioni estive,
in particolar modo del Sud Italia, ma anche del Sud Europa e facciamo specifico
riferimento alle mete servite da altri scali, come le isole greche, che invece sono servite
con voli diretti estivi da numerosi scali contermini, che sono Bergamo, che sono lo
stesso Milano Malpensa, che a Torino, di fatto, non trovano cittadinanza. La quinta
azione che programmaticamente le abbiamo chiesto di proporre al nostro azionista
SAGAT è quella di effettuare un corposo intervento di monitoraggio di quelle che sono
le utenze effettivamente transitanti per il nostro scalo di Torino-Caselle, onde sgombrare
un pochino il campo, il terreno da un’altra questione che, come dire, sappiamo la irrita
personalmente parecchio, che è quando le contestiamo i dati sul turismo e sappiamo
bene che lei è piuttosto sensibile quando le muoviamo qualche critica sull’utilizzo di
alcune banche dati in luogo di altre, riterremo alquanto utile conoscere le ragioni che in
qualche modo spingono ad utilizzare Torino-Caselle per quanto riguarda sia l’outgoing,
che il cosiddetto incoming. Sesta e ultima proposta, e questo ovviamente non possiamo
più farlo nel Consiglio di Amministrazione della società in quanto il Comune di Torino
è uscito completamente dalla SAGAT, però lo possiamo fare in Sala Rossa, poi
sappiamo benissimo il peso che ha, è quello di…, noi siamo contenti che SAGAT sia
una società che produce tanti utili ed è in salute. Non ci dispiacerebbe se una parte di
questi utili venisse reinvestita rispetto alle politiche che le dicevamo prima. Cioè,
tradotto, siccome siamo in una condizione di oggettivo calo del trasporto aereo, che non
glielo dico io, non glielo dice il PD, non glielo dice…, cioè lo dicono i dati di Unione
Industriale, di Confindustria, che denunciano che Caselle ha perso il 3,9% dei
passeggeri. Contemporaneamente abbiamo una società che snocciola utili e, anzi,
giustamente li rivendica, ribadisco, è una società privata, ci manca ancora, ci
piacerebbe, da amministratori di questa città, che tutti insieme, Assessore Sacco, non
noi o lei, tutti insieme chiedessimo a SAGAT S.p.A. magari che una parte di questi utili,
che invece di darli a dividendo agli azionisti, li utilizzasse per il rilancio dello scalo di
Caselle. Queste sono le sei proposte che le abbiamo fatto. Poi se lei giudica strumentali
e le giudica, come dire, faziose, faccia cosa crede. Noi ne siamo abbastanza convinti.
Soprattutto su quest’ultima riteniamo che sia oggettivamente indispensabile lavorare
alacremente, anche perché i dati, verosimilmente, del 2020 saranno drammatici, alla
luce di cose che non dipendono dal trend storico che abbiamo analizzato fino adesso,
non dipendono neanche da condizioni oggettive di assenza di interlocuzione
amministrativa e crediamo che sarà anche opportuno che venga il momento in cui le
stesse società riconsiderino le ipotesi relative alla destinazione dei loro utili a finalità,
diciamo così, un pelo più di utilità pubblica in senso stretto e non solo, come dire, utilità
privata in termini di dividendi.

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