Interventi |
POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Ringrazio anche l’Assessore Giusta per la sua risposta, sicuramente apprezzo il fatto che lei abbia fornito dei dati che sono comunque interessanti, importanti, che abbia cercato di rispondermi per la parte di sua competenza, ma non è assolutamente sufficiente rispetto agli approfondimenti richiesti dalla mia interpellanza. In realtà la mia interpellanza richiedeva una risposta molto più articolata e complessa rispetto ai dati da lei forniti. A me interessava capire se è stata presentata, e prevista, un’indagine, anche in collaborazione con l’Università o con la Regione, mirata a valutare l’impatto che il nuovo Polo Universitario di Grugliasco determinerà rispetto all’assetto attuale di Torino e in che modo l’Amministrazione intendesse attivarsi per evitare contraccolpi economici e di organizzazione della vita cittadina e mi meraviglio anche che sia stata lasciata a lei la patata bollente della risposta. Non voglio togliere nulla all’importanza della sua area di competenza, ma è chiaro che l’interpellanza prevedeva l’intervento di altri Assessori competenti per materia, penso per esempio all’Assessore al Commercio o a quello all’Urbanistica o ai Trasporti perché è ovvio che ci saranno notevoli ripercussioni di tipo sociale, economico, culturale, urbanistico e relativo ai trasporti e alle infrastrutture che la realizzazione del progetto della Città delle Scienze a Grugliasco arrecherà inevitabilmente alla nostra Città. Stiamo parlando di un Campus Universitario metropolitano che riunirà cinque Dipartimenti scientifici dell’Università di Torino e che porterà a Grugliasco un aumento della popolazione universitaria - io avevo capito fino a 10.000 unità, lei mi parla di 16.000 studenti che potrebbero essere interessati - e indubbiamente notevoli benefici all’area interessata. Non per nulla l’ex Rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, ebbe a dire, cito testualmente: “La nuova Città delle Scienze si configura come contesto ideale sia per la crescita della didattica e della ricerca del nostro ateneo, sia per le ricadute che un nuovo hub scientifico avrà sul sistemo socioeconomico e culturale della città ospite, Grugliasco, e più in generale della Regione”. Ora, proprio perché una visione progettuale della nostra Città l’aveva proiettata in una dimensione metropolitana e quindi inclusiva dell’area contermine, mi attendevo una risposta per tutti gli aspetti che ho citato e che secondo me vanno indagati. Ad esempio, sappiamo che la vivacità degli interessi giovanili sollecita la presenza di attività culturali, artistiche, di svago, ricreative, sportive e che tutto questo è stimolo allo sviluppo di un tessuto economico; inoltre la presenza degli studenti e i loro spostamenti influiscono anche sul mercato immobiliare degli affitti, sui trasporti, sugli esercizi commerciali, dai mercati alle librerie, dai bar alle biblioteche. Appena qualche giorno fa, la Città di Torino ha presentato il progetto di revisione delle linee di trasporto pubblico insieme a GTT e ad Agenzia per la Mobilità Piemontese, ecco, mi chiedo se, e in quale misura, il progetto abbia valutato la prospettiva dello spostamento massiccio di studenti, di lavoratori, di ricercatori, di professionisti verso e da Grugliasco, anche nell’ottica dell’integrazione con la mobilità alternativa utilizzata in particolare dai giovani. Ancora, penso al mercato immobiliare, ricordo che lo studio della Fondazione Agnelli, presentato a dicembre 2019, ci ha dato una rappresentazione impietosa di Torino: la nostra Città ha perso residenti al ritmo di 500 al mese negli ultimi cinque anni laddove Milano ne acquisisce mille e questo provoca una riduzione delle risorse che la Città riceve dai suoi abitanti e che servono per mantenere i servizi; non solo, lo spostamento della popolazione studentesca andrà a inserirsi in una congiuntura economica che vede Torino svuotarsi di attività commerciali che difficilmente troveranno una soluzione: le edicole nel ’19 sono diminuite rispetto al ’18 del 9,6%, i negozi di frutta e verdura dell’8,6%, le panetterie e le pasticcerie del 5,3 con tutte le conseguenze del caso sui posti di lavoro. Si tratta di un tessuto di piccoli negozi e mercati cittadini che già adesso necessitano di interventi di salvaguardia in un processo che in qualche modo va gestito e guidato e questo è il compito della politica e delle responsabilità che devono assumersi i decisori politici. Purtroppo non ho ricevuto le risposte che mi aspettavo e quindi rispetto alla specificità del problema non mi ritengo soddisfatta, grazie. |