Interventi |
ARTESIO Eleonora Sarò molto sintetica, esclusivamente per rimarcare con un po' d’ironia e con un po' di amarezza il fatto che nemo propheta in patria. Devo dire che ho ascoltato con piacere l'intervento della collega Grippo, che ricordava il suo richiamo, intervenuto nel corso di questo mandato amministrativo, sull'opportunità e le necessità di sperimentare il Sindaco della notte e anche l'intervento della Consigliera Sganga che rimproverava il Partito Democratico per fare una cosa originale, di non averlo fatto durante il proprio mandato. Mi permetto solo di sottolineare che l'unica formazione politica che nel proprio programma amministrativo per le elezioni 2016 prevedeva l'istituzione della figura del Sindaco della notte era il Gruppo Consiliare Torino in Comune, che è stato per questa e altre proposte oggetto di una amena operazione di commento da parte degli altri candidati Sindaco e da parte delle altre formazioni politiche. Mi fa piacere che quella che era considerata una originale amenità di una minoritaria forza politica adesso diventi un oggetto di contesa tra gli altri Gruppi consiliari. E quindi, volendo passare dal divertissement alla serietà delle questioni di cui ci stiamo occupando, io vorrei ricordare soltanto queste due osservazioni e accodarmi ad una proposta. Le osservazioni sono queste: come noto, la figura della mediazione sociale rispetto alla vivibilità notturna delle Città e il bisogno di quiete e di decoro da parte dei residenti non è una questione recente, non è questione locale. Le altre città europee che più e prima convivono con queste situazioni hanno cercato di regolamentarle, potrebbero darci delle indicazioni. Parigi, Berlino, Amsterdam, hanno istituito il Sindaco della notte e lo hanno fatto senza proclami, di volta in volta altalenanti tra la tolleranza zero o l’atteggiamento lassista, semplicemente introducendo un atteggiamento che forse non è creativo, non è originale, ma è ragionevole, quello di provare a conciliare le esigenze diverse e anche a conciliare le aspettative politiche. Le quali aspettative politiche, detto con grande chiarezza, quale che sia la coalizione di Governo, hanno eguale interesse al ritorno economico di un investimento nella ristorazione e nel commercio rispetto alla vivibilità di certe zone, di certi quartieri della Città, quanti ne hanno per il consenso elettorale di chi in quei territori abita. Quindi il Sindaco della notte, o come si vuole chiamare un'operazione di mediazione rispetto a queste due diverse esigenze, è semplicemente una proposta ragionevole, proposta ragionevole sulla quale si sono persi e anni e mezzo, quasi quattro di tempo. Non è detto che quella operazione di conciliazione e quella figura di mediazione avrebbe risolto in automatico i problemi di piazza Santa Giulia, i problemi di Vanchiglia, le questioni di San Salvario, certo è che avrebbe operato per far emergere le diverse rappresentazioni di quei luoghi e le diverse aspettative su quei luoghi in una regia coordinata sul mandato pubblico, con un’evidenza dell'interesse della politica comunale per quei temi e per quelle esigenze, nonché per la loro conciliazione. Ma, come è noto, in questa Amministrazione torinese si sa già tutto per definizione, chi governa sa già cosa fare, dobbiamo solo lasciarlo lavorare e adesso a tre anni e mezzo vediamo gli esiti di questo lavoro. Voglio solo ricordare, tanto per dire che non succede nel resto d'Europa, ma succede anche in Italia, quanto ha fatto il Comune di Trento. Anche nel Comune di Trento, sorpresa, ci sono degli Assessori, c'è un Assessore per la Cultura, c'è un Assessore per il Commercio, c’è un Assessore per il Turismo, però né loro, né il Sindaco, né la Polizia Municipale, che ho appreso oggi avere competenze universali, com’è stato detto nell'intervento di una collega di Maggioranza che mi ha preceduto, né loro, né le competenze universali sono state individuate come referenti relativamente al problema della vivibilità notturna degli spazi del loisir e del diritto al riposo e all'abitazione dei cittadini di Trento. Cosa ha fatto il Comune di Trento? ARTESIO Eleonora No, finisco la frase. Finisco la frase, ha preso rapporti con il Consiglio degli studenti e con la Consulta degli studenti. Rinvio quindi a leggere l'atto politiche giovanili approdato in quest'Aula e mai approfondito, che forse potrebbe essere un itinerario ragionevole. Grazie per avermi fatto concludere la frase. |