Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Sì, è un po' surreale questo dibattito oggi. Mi sembra che stiamo discutendo un po' della foglia di fico che il Movimento 5 Stelle si vuole mettere per salvare la questione della Cavallerizza, in realtà per salvare una diatriba interna alla Maggioranza che consente a questa Consiliatura di poter procedere su un argomento piuttosto spinoso, che peraltro è stato affrontato fin dall'inizio della Consiliatura. Oggi ho sentito da parte dei colleghi della Maggioranza alcune ammissioni, quasi dei mea culpa sul fatto che sia mancata una capacità di progettualità. Sono state usate frasi come se ci fosse stata una volontà di intervento pubblico, è mancato il coraggio, è mancata la visione politica. Questa volta questo termine non è stato usato dalle Minoranze, ma è stato addirittura usato dalle Maggioranze. “L'incapacità di una progettazione a pensare a dei concorsi di idee internazionali, ma finalmente qualcosa si muove e sono stati buttati via dei soldi”. È stato anche fatto appello dalla Capogruppo al fatto che bisogna fare ricorso alle risorse pubbliche, chiedendo a livello di governo. Ma questo è quello che in fondo io mi aspettavo da quattro anni, francamente, cioè la mancanza di una progettualità, consentitemi, la mancanza di una visione è proprio quello che si è rimarcato più volte e che io pensavo potesse essere frutto di un serio lavoro che fosse portato avanti con le istituzioni culturali della Città per capire qual era il futuro di questo bene, per poi avere una progettualità di livello e poter accedere e chiedere finanziamenti a quegli investitori che invece oggi bussano alla porta con delle proposte loro. Dov'è la Città? Ci si chiede. Questo è proprio il tema. Certo, ci voleva un'idea forte, ma voi avete preferito spendere questi quattro anni a supporto di quello che era l'attività dell'ex Assessore Montanari, ma la Sindaca in questo non si è mai espressa, non l’abbiamo mai vista metterci la faccia sulla Cavallerizza, avete preferito spendere questi quattro anni negli “agorà” che erano stati promossi e mantenere questa riserva, come fosse una riserva indiana, a favore di quelli che erano gli occupanti, che quindi potessero mantenere questa attività all'interno, nell'ottica di costruire un percorso sui beni comuni, che sicuramente andava fatto, ma non aveva nulla a che vedere con quel compendio, proprio per la natura di quel bene, per l'ingenza degli investimenti che erano previsti, perché il fatto che occorressero 100 milioni per la decartolarizzazione e per gli investimenti necessari al recupero del bene, non è una novità che si scopre oggi, perché Compagnia ha fatto due conti, era una cosa che era ben nota prima. Quindi cosa succede, come sempre, quando non si gestiscono le situazioni, che hanno delle criticità intrinseche, ovviamente poi le cose precipitano e peraltro dal punto di vista anche della sicurezza non è che non abbiamo mai sollevato le questioni. Quindi quando poi a novembre scoppia l'incendio, il Prefetto Palomba dichiara lo stato calamità, succede quel che succede. Per fortuna viene sgomberato il bene senza delle particolari criticità, delle particolari conseguenze e adesso, nel nulla totale di una capacità di progettazione, c'è questa dichiarazione di interesse da parte di una serie di soggetti, tra cui ovviamente anche soggetti privati. Cosa dobbiamo fare a questo punto? Niente, io credo che Torino…, e qui il tema è già stato sollevato, anche quello del rapporto della Città con la Compagnia di San Paolo, allora io non credo che una città come Torino possa fare a meno delle fondazioni bancarie, che peraltro nello Statuto perseguono una finalità di utilità sociale per favorire sviluppi, quali, quello culturale, sociale con le redditualità derivate dal proprio patrimonio. Il problema è la capacità di interlocuzione con le fondazioni bancarie, di avere un atteggiamento meno passivo e invece più interlocutorio. Noi ricordiamo che la Sindaca Appendino appena eletta voleva la testa dell'attuale Presidente della Compagnia di San Paolo. Poi mi sembra che l'atteggiamento sia leggermente mutato nel prosieguo, ci sia stato un allineamento un pochino più deciso anche ai voleri della Compagnia, che peraltro ha investito cifre significative dal punto di vista sociale, sul punto di vista culturale, ma il problema di nuovo ha risolto, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, soluzioni molto critiche come quella del MOI, in cui di nuovo sono state messe risorse notevoli da parte della Compagnia. Ma l'interlocuzione con la Compagnia ancora una volta sulla Cavallerizza è mancata completamente, quindi un piano condiviso che mantenesse anche quell’unitarietà di intenti per il compendio sotto il profilo culturale, ma soprattutto pensasse alla successiva gestione degli interventi di continuità degli obiettivi che ci eravamo posti, è veramente non pervenuto, cioè francamente su quello, al di là di quello che Montanari ci disse, “ Faccio io le tre paginette”, ricordo in questa sede, in questa Sala non più di due anni e mezzo fa, tre anni fa, e vedremo quale sarà il progetto. Se quello era il progetto di livello, se quella era la grande capacità poi di visione, francamente siamo rimasti un pochino delusi. Quindi questo ci aspettavamo. Oggi la mozione che andiamo a votare, e che vi voterete… TRESSO Francesco Sì, vado a concludere. Anch’io non ho, francamente, intenzione di piegarmi a questi giochini e andare a dare un voto a una mozione che francamente di per sé non rappresenta nulla, è solo il colpo di coda di una parte della Maggioranza che si sente tradita, ma lo capisco, anche giustamente, che si arrocca su posizione oltranzistiche perché vorrebbe che la Cavallerizza totalmente fosse adibita ad uso collettivo. Bene, peccato che però su questo non è stato capito come si sarebbero trovati i fondi, non è stata capita qual era la visione. Ripeto, non è stata neanche gestita la possibilità di dare poi una capacità di una gestione successiva del bene che andasse in quella direzione. Quindi mi sembra che oggi vi siete fatti voi…, insomma, questa mozione, la fate per cercare di salvare all'interno la capacità di mantenere, anche se in maniera un po' fragile, questa Maggioranza, noi staremo ad assistere e speriamo solo che in futuro ci siano delle possibilità per questa Città di trattare beni di quel valore, di quella natura, patrimonio dell'UNESCO, con un approccio un pochino più di livello, con un approccio po' diverso. Grazie. |