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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Gennaio 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 27
ORDINE DEL GIORNO 2019-00281
(ODG N. 2/2020) "GIORNATA DELLA MEMORIA" PRESENTATA IN DATA 24 GENNAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO. [Testo coordinato]
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo adesso con il punto 10, l’Ordine del Giorno n. meccanografico
201900281/002, presentato dalla Capogruppo Artesio ed altri, che ha come oggetto:

“Giornata della Memoria”

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati due emendamenti, uno dalla Consigliera Foglietta ed uno dal
Consigliere Ricca. Lascio la parola adesso alla prima firmataria per l’illustrazione.
Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Quest’ordine del giorno è stato discusso nelle Commissioni Diritti e Pari
Opportunità e nella IV Commissione già molti mesi fa. Ho ritenuto di richiedere al
Consiglio l’esame e auspicabilmente l’approvazione, nella giornata odierna, per fare in
modo che le iniziative che anche la nostra Amministrazione comunale sta
predisponendo per il ricordo della Giornata della Memoria, possono essere
accompagnate con un’analisi puntuale su alcuni aspetti, ed anche con un impegno
programmatico. In modo particolare il contenuto di quest’ordine del giorno si sofferma
sull’operazione di sterminio, terribilmente lucida e terribilmente finalizzata, con la quale
sono stati oggetto di sperimentazioni cliniche e di vere e proprie eliminazioni, tutte
quelle persone portatrici di una diversità, intesa come condizione di disabilità, di
orientamento sessuale e di provenienza etnica. In modo particolare gli aspetti sui quali
ci soffermiamo sono i gravissimi condizionamenti che sono stati posti, anche sulle
professioni sociali e sulle professioni sanitarie, affinché venissero dichiarati e denunciati
i casi di nascita di bambini imperfetti e su questi bambini imperfetti si potesse
perseguire un’orrenda ideologia di eliminazione e di supremazia, simmetricamente, di
coloro che si ritenevano una razza pura e perfetta, così come le normative hanno, nel
tempo, costruito impedimenti al riconoscimento reciproco delle persone ed alla loro
unione effettiva, evitando tutte le unioni, e quindi i matrimoni, tra persone con
disabilità, o di persone cosiddette normodotate con persone disabili, in nome della
necessità, allora conclamata, di preservare la purezza della razza. Potremmo ricordare,
accanto alla condizione di queste terribili sofferenze, prevalentemente subite dalla
popolazione infantile; tutte le condizioni di discriminazione, di incarcerazione, rivolte e
di cui sono state vittime le persone omosessuali; la memoria ed il racconto dei campi di
sterminio ci racconta di queste presenze, dei trattamenti da loro subiti, così come le
stesse memorie dei campi di sterminio ci ricordano come furono trucidati gli zingari nei
lager nazisti. Ora, ricordare queste condizioni particolari rimanda ovviamente tutti
quanti a una memoria. Accanto alla follia criminale di un’ideologia, su cui sono state
organizzate e costruite... nei periodi storici puntuali, ed anche sui quali si sono attuati i
conflitti del secolo passato, come sia stato possibile che singole persone, chiamate a
svolgere esclusivamente la loro funzione professionale, si siano potute rendere complici.
Cioè, come questo tipo di persecuzioni siano state quasi attribuibili alla normalità dei
comportamenti di coloro che, in nome di un rispetto o di una legge, dovevano applicare
quelle discriminazioni stesse. Questo tema, che viene normalmente ricordato come “La
banalità del male”, che ci richiama al fatto di quanto sia ancora pericolosamente
possibile attivare nella cultura, nel linguaggio, nei comportamenti, degli atteggiamenti
di carattere discriminatorio, e quindi come il ricordo non sia solo una celebrazione ed
una condanna di una fase storica, che abbiamo superato, e che abbiamo superato grazie
al sacrificio di molti, ma sia anche un impegno, e quindi un impegno quotidiano rispetto
alla necessità di contrastare ogni forma di emarginazione di qualsivoglia natura,
impegnando noi, in quanto rappresentanti delle istituzioni, a farlo con le nostre
dichiarazioni, certamente, con la nostra cultura, sicuramente, ma anche con atti concreti
di superamento delle condizioni di discriminazione. Tant’è che il secondo punto
dell’ordine del giorno fa proprio riferimento alla necessità di praticare i diritti di
cittadinanza di ciascuno nei tali comparti, attraverso scelte che quotidianamente e negli
strumenti finanziari, come Enti Locali e come politiche pubbliche, compiamo.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Vicecapogruppo Pollicino.

POLLICINO Marina
La ringrazio, Presidente. Un ringraziamento anche alla proponente della proposta di
ordine del giorno. Durante l’illustrazione in Commissione, la Vicepresidente Artesio, di
cui cito le parole a memoria, ma in modo abbastanza preciso, ha sottolineato come
l’affermazione del potere del regime nazista, ed anche fascista, si sia basato soprattutto
sulla costruzione di un clima di consenso e di acquiescenza, all’idea che il progresso e la
supremazia di un popolo potessero dipendere dall’eliminazione fisica, non solo di quelle
che erano considerate razze inferiori, ma anche di soggetti considerati indesiderabili,
inutili, disturbanti, e valutati come elementi improduttivi, e quindi costi per la società.
Ed è su questo che vorrei porre l’attenzione, perché trovo che ci siano preoccupanti
elementi di similitudine tra gli anni ‘20 - ’30 del secolo scorso, ed i primi 20 anni del
nuovo millennio. Le somiglianze, che io noto, sono quelle che fanno riferimento al lento
processo di formazione di quel clima di consenso, accettazione di tesi, disvalori e
principi che, fino a qualche tempo fa, avrebbero provocato lo stigma deciso della
maggioranza dei cittadini e delle forze politiche dell’intero arco costituzionale, e
l’allontanamento da ogni mezzo di comunicazione mediatica, e che purtroppo oggi
provocano reazioni indignate sempre più stanche e non sempre in grado di contrastare la
devianza di un messaggio che è diventato ancora più subdolo rispetto al passato. Se da
un lato, infatti, si riconoscono i diritti fondamentali, le pari opportunità, l’inclusione ed
il contrasto alla discriminazione, dall’altro, implicitamente, si ammette che purtroppo,
spesso, per ragioni di bilancio, non si può fare di più. E di fronte ai bilanci e ai problemi
economici in qualche modo si afferma l’impotenza della politica, e si fa passare
strisciante il messaggio che le politiche pubbliche siano necessariamente costrette ad
arrivare fin dove si può, e non oltre, nell’assicurare i principi costituzionalmente
garantiti, e che quindi certi costi siano affrontabili, ma fino ad un certo punto. D’altra
parte, se viviamo in una società, nella quale pubblicità classiste possono tranquillamente
instillare nella mente dei nostri figli l’idea che a scuola, sotto una gioiosa nevicata,
possano andare solo i bambini i cui genitori dispongano di ingombranti auto d’élite; e se
si accetta impunemente che si possano costruire carriere basate sulla sollecitazione dei
più vergognosi istinti di umiliazione e violenza sulle donne; se pur di non affrontare i
problemi reali del Paese, si punta il dito contro lo straniero, il diverso culturalmente,
percepito come un costo o un pericolo; se si spinge, in assenza di un dibattito aperto nel
Paese, sull’approvazione di accordi per conseguire l’autonomia differenziata, facendo
credere che in questo modo alcune regioni abbiano la possibilità di liberarsi della
zavorra di altre, siamo già ben oltre la fase di colpevole acquiescenza ad una certa
visione della società, siamo alla sua accettazione da parte di un corpo sociale abbastanza
consistente, per rendere minoritaria la rimanente parte sana e ferma sui valori della
nostra Costituzione. Ed è significativo che proprio un cantautore italiano abbia ricevuto
il premio Amnesty International Italia 2018 per il miglior brano sui diritti umani, con la
canzone dal titolo evocativo “L’uomo nero”, dal cui testo traggo le seguenti parole: “E
tu che pensavi che fosse tutta acqua passata, che questa tragica, lurida storia, non si
sarebbe più ripetuta; tu che credevi nel progresso e nei sorrisi di Mandela; tu che
pensavi che dopo l’inverno sarebbe arrivata la primavera, e invece no, e invece no”.
Parole significative a cui mi appello per contrastare la deriva etico-culturale che sta
interessando la società contemporanea, che non condivido e che non mi appartiene. Per
queste motivazioni, sostengo convintamente l’ordine del giorno della Vicepresidente
Artesio, che considero particolarmente attuale. Auspico vivamente che
l’Amministrazione trovi le risorse adeguate per porre in essere le politiche di inclusione
sociale e pari opportunità necessarie oggi più di ieri.

SICARI Francesco (Presidente)
Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione il testo coordinato.
Okay. Allora, proseguiamo con la votazione dell’atto con il testo coordinato. Prego,
Consiglieri, votate.
Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione.
Favorevoli 27, contrari 0, astenuti 0. Il Consiglio approva.
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