Interventi |
MAGLIANO Silvio Grazie, Presidente. Io ringrazio l’Assessore perché ha inviato già agli Uffici quanto testé detto in Aula. Vede, Assessore, io sono anche convinto che noi possiamo portare un coefficiente anche di 3, ma, se permettiamo a queste persone di poter vendere un’attività, siamo tutti d’accordo sull’origine, per come era nata. Le ricordo sempre che le edicole pagano sia l’IMU che la COSAP, quindi pagano sia l’occupazione del suolo pubblico che la disponibilità del bene e questa è un’anomalia. Chi le parla aveva proposto, avevo proposto all’allora Assessore Passoni una riduzione di queste tariffe ed in parte ciò era stato accolto, ma stiamo parlando di poche decine di euro; il problema è un altro, è che noi rischiamo, proprio perché il nostro Regolamento è fatto così e dice: “Tu hai la tua edicola, nel caso volessi smettere la tua attività…”, però, Assessore, le chiedo di seguirmi, so che l’attendono in altro luogo…, però chi riesce a venderla come edicola, chi entra in possesso dell’edicola continua con le tariffe agevolate. Noi sappiamo benissimo però che il mondo dell’editoria è in grande crisi, quindi siamo arrivati all’ipotesi del 49% di altri prodotti da vendere, ma questo evidentemente non basta; la norma però dice che se uno rinuncia a far quel tipo di attività deve smontarla a sue spese - sia le edicole che i fiorai -, ma secondo lei uno che non arriva a fine mese, perché ormai la gente non compra più i giornali, la gente non compra più i vhs, i dvd perché ormai internet ha spiazzato - ho capito che ha compreso, Assessore -, ha spiazzato completamente quel mercato, ma secondo lei cosa fa, mette anche da parte i soldi per smontarla oppure, come sta capitando su una serie di chioschi, edicole e fiorai ce li lasciano lì e si rendono irreperibili? E questa è una parte, perché poi la politica applica le regole, ma deve anche guardare esattamente cosa sta capitando nella nostra Città; dall’altra parte, l’idea di aprire un ragionamento affinché, aumentando i coefficienti, aumentando la tassazione queste edicole possano trovare un’altra destinazione d’uso, perché è evidente che nessuno oggi riuscirà a trovare qualcuno che dice: “Ah sì, prendo tutti i risparmi di una vita e mi apro una bella edicola”, voglio dire, di matti in circolazione ce ne possono essere, ma le analisi di mercato dicono che quello non è più un business. La cosa che io mi aspetto da quest’Amministrazione - ancorché Amministrazione che può avere legami romani di un certo tipo, visto che siete al governo del Paese - è che qualcuno inizi a dire: “Vogliamo far sì che queste edicole in periferia non diventino dei ruderi, che sappiamo poi che fine fanno, e nel centro di Torino possano avere un’altra destinazione d’uso?”. Perché ce ne sono alcune di grandissimo pregio, ce ne sono altre che rappresentano un presidio sociale. Allora, la mia domanda è (ed è per questo, Presidente, che io chiedo un approfondimento in Commissione perché non sono riuscito a capire, nonostante la dovizia di particolari dell’Assessore), se è un problema normativo nazionale, è un problema normativo regionale, è un problema di modifica dei nostri regolamenti, permettere ad una persona che per una vita ha fatto certi orari assolutamente logoranti (perché l’edicolante apre ad una certa ora) e che fino ad una certa data è riuscito a guadagnare delle cifre ed oggi non riesce più a guadagnarle, se possiamo metterlo nelle condizioni, con un ragionamento generale, di poter vendere quest’attività a qualcuno che smetterà di fare quest’attività e pagando di più, non pagando meno o uguale, ci mancherebbe, pagando di più alla nostra Città, possa però inventarsi un’altra attività commerciale, magari ipotizzandola anche noi come Amministrazione, perché un’edicola, un chiosco-edicola in periferia può trovare una sua dimensione che non è quella che potremmo trovare nel centro di Torino. È chiaro che in un’edicola nel centro storico di Torino non gli permettiamo di mettersi a vendere bibite, a fare concorrenza sleale agli altri avventori per il 100% della sua attività, ma in qualsiasi capitale europea ci sono chioschi che danno informazioni turistiche o vendono biglietti o fanno delle attività che possono essere all’altezza di una Città come la nostra a vocazione turistica a differenza di quello che oggi vediamo. Quindi io sono insoddisfatto della risposta per un motivo, perché noi stiamo dicendo che il problema non è affrontabile e, visto che io ho fatto parte di questo Consiglio Comunale, ormai sono otto anni e mezzo, e ho visto anche che il tema del Valentino non era affrontabile, noi rischiamo con i numeri che abbiamo delle edicole di trovarci poi tutta una serie di edicole che chiudono, i proprietari delle edicole che si rendono irreperibili, edicole che poi vengono occupate o che vengono utilizzate per altro, spaccio, droga piuttosto che altro, con la Città che dice: “Ma i regolamenti dicevano quello e non potevamo fare nulla”. Io so benissimo che il dottor Mangiardi da questo punto di vista ci dà risposte che sono all’interno dei regolamenti. La mia domanda è: “Con chi dobbiamo parlare per fare in modo che ci sia una ‘norma salva-chioschi’ in modo tale che questa Città non si trovi poi nelle condizioni di vederne morire uno dopo l’altro e l’imprenditore che ha fatto l’edicolante per una vita vedere il suo TFR, diciamo così, buttato al vento?”. Questa è la domanda perché trincerarsi dietro alla norma spesso è utile, in questo caso è utilissimo, per quanto riguarda chi governa la Città, ma di fatto ci prospetta l’ipotesi di vederne morire una dopo l’altra con un evidente impoverimento del tessuto commerciale e soprattutto di chi per una vita ha fatto questo mestiere, per cui io chiedo al Presidente della Commissione III, che vedo qui in Aula, il Presidente Russi, se è possibile calendarizzare un approfondimento e capire, come forze politiche in Comune, in Regione, in Parlamento, come permettere a questi soggetti di far valere il bene e l’attività commerciale, permettere alla Città di incassare se qualcun altro si mette a fare un altro tipo di attività, a meno che non vogliate dare l’impressione di considerare questi edicolanti come dei truffaldini imprenditori che hanno guadagnato per una vita, vivaddio, adesso non c’è mercato, si riconvertano, smontino le edicole, chi si è visto si è visto perché i soldi li avete già fatti. Io non penso che queste persone siano persone di queste fattezze, ma anzi siano persone che per una vita hanno fatto un’attività. Oggi quel mercato lì si è spento, noi come Città dovremmo trovare una soluzione affinché quei luoghi non vengano abbandonati o ancor di più poi, a tendere, non vengano occupati. Chiedo a lei, Presidente, domani in Conferenza dei Capigruppo di poter chiedere la calendarizzazione al Presidente Russi, affinché si capisca qual è la norma che dobbiamo cambiare non perdendo dei soldi come Città, ma dando la possibilità a loro di poter vendere l’attività che, è vero, non sarà più un’attività di edicola, ma quindi mettendole noi a bando piuttosto che smontarle per poi rimontarle, perché smontarle a spese loro per poi rimontarle a spese di altri è oggettivamente ridicolo almeno nel 2020, grazie. |