Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Io di questo provvedimento e della mozione della Consigliera Grippo correlata intendo approfondire due aspetti, uno riguarda la scelta compiuta dalla Giunta e difesa dalla Maggioranza di procedere con atti di regolamento, la seconda, invece, e congiungo il contenuto della mozione della collega Grippo, riguarda lo stile che si vuole adottare. Allora, intanto, esattamente i discorsi che ho ascoltato fino a questo momento, in specie quelli della Maggioranza, mi confermano del fatto che l'operazione che la Giunta sta compiendo è un'operazione di grande furbizia dal punto di vista delle relazioni politiche, ma probabilmente non così leale nei confronti della propria Maggioranza. Intendo sottolineare, ma questi saranno problemi loro, non miei: intendo sottolineare questo: tutto l'elenco che ha fatto il Consigliere Carretto fino a questo momento ci spiega quanto nelle norme che siamo chiamati ad approvare, ciascuno può leggere ciò che più si confà alle proprie convinzioni e alle proprie aspettative, perchè non è un provvedimento per la movida, ma è anche un provvedimento per la sicurezza, non è un provvedimento di carattere proibizionista rispetto agli stili di consumo, ma interviene indirettamente sull'abuso, perchè va a colpire coloro che distribuiscono determinati alimenti ad un prezzo ridotto. Cioè, la Maggioranza è stata chiamata su un atto che non era necessario, perché si sarebbe potuto procedere, volendo regolare la concentrazione - in determinate aree, in determinati periodi - della città attraverso ordinanze, come fatto precedentemente; è stata chiamata ad adottare un atto di sistema, potendo riempirlo dei propri contenuti e delle proprie aspettative, perché sarà poi la Giunta a decidere dove applicarlo, perchè noi adottiamo un regolamento che chiama in causa la responsabilità dall'intero Consiglio sulla definizione dei limiti, ma dove applicare limiti lo decide la Giunta. E questo stile di passare dall'ordinanza al regolamento quando è comodo o dalla delibera di Giunta al regolamento quando è comodo - sarà il caso della delibera successiva - è uno di quegli stili per cui, come dire, l'esibizione muscolare di una Giunta che decide nell'interesse della Città "santa subito", come ci siamo sentiti dire solo fino due ore fa, si modificano quando si tratta di trovare una copertura di Maggioranza politica, atti, che si sa, potrebbero essere discussi o, viceversa, quando procedendo per Giunta ed adottando misure che vengono contraddette dagli interessi di alcuni e bocciate dal TAR, allora si procede con un Regolamento del Consiglio, come nel caso successivo dell'Assessore Giusta. Perché, informo la Maggioranza che, se è stato non considerato dal TAR il ricorso delle Minoranze sugli oneri di urbanizzazione, anche la Giunta si è vista bocciata una delibera dal TAR, quindi siamo pari, spero di non sentire di nuovo le questioni del TAR che vengono rimpallate ripetutamente. Allora, venendo al merito, perché questo è il metodo: una Giunta che decide, non sapendo comporre, di tutelarsi, facendo riferimento a quanto di più odioso in passato era stato citato, cioè la possibilità concessa dai Decreti Minniti e chiamando in causa esattamente il Consiglio Comunale, e veniamo al contenuto di questo regolamento, dove e come applicato, non si sa, perchè lo deciderà la Giunta. Il contenuto di questo regolamento, mi dispiace dirlo, è l'esatto opposto dell'attività di mediazione che è assolutamente implicita nella capacità di governo di una Città, perché, vedete, ci sono questioni puntali che puntualmente possono essere definite risolte, possono riguardare localmente il conflitto che si manifesta relativamente alla serenità di un condominio che ai piani superiori sta rispetto a un'attività commerciale che, invece, nelle ore notturne produce concentrazione, conseguentemente assembramento e conseguentemente rumore, e questo è un problema specifico e puntuale di carattere locale. Ma poi esiste una questione più complessa, che riguarda il fatto indiscutibile che alcuni luoghi della città, persino a prescindere dalla singola capacità di attrazione del singolo evento che lì si concentra, producono, in determinati momenti, per determinate fasce di popolazione e che quindi, al di là della volontà che si vuole mettere in atto di limitarne l'afflusso, perchè questo è, sì, un atteggiamento di carattere proibizionista, che rende la città un po' meno di tutti, e quindi, al di là della volontà che si vuole mettere in atto, richiede, per comporre un buon uso e un uso soddisfacente per tutte le parti, un'operazione di mediazione e di dialogo; operazione di mediazione e di dialogo che la Giunta ha condotto, attraverso i Tavoli tecnici citati in delibera, solo con alcune rappresentanze della città e ha ovviamente trovato la convergenza di alcuni interessi. Ci può essere convergenza di alcuni operatori economici sull'interesse di non avere una concorrenza minuta, capillare e a basso costo, e questo è un tema di contraddizione commerciale di distribuzione di presenze sul tessuto commerciale, non è un tema di movida o di malamovida. Ci può essere convergenza rispetto alle organizzazioni di residenti che da anni - non avendo trovato fino a questo momento una risoluzione soddisfacente - continuano a rappresentare le problematiche di salute e di ordine pubblico, ma ci sarebbe dovuta essere anche una convergenza con le altre modalità di fruizione di quei luoghi e di quegli orari, che sono esattamente le modalità più giovanili di utilizzo di parti della città. Quel che a me fa specie di questa opzione regolamentare è che sia stata sottoscritta, accanto all'Assessore al Commercio - che non casualmente ne è il primo presentatore - e dall'Assessore alla Polizia e alla Sicurezza urbana, anche dall' Assessore alle Politiche giovanili, perché avremmo voluto in questa deliberazione, se mediazione ci fosse stata preventivamente, ascoltare quale tipo di relazioni e di incontri e di consigli e di ascolto abbia messo in atto l'Assessorato alle Politiche giovanili, quello che si occupa della città universitaria, quello che si occupa della residenzialità universitaria. Quindi, da questo punto di vista, mi dispiace sottolineare che, ancorché possa essere curioso e folcloristico richiamare una terminologia, quella del Sindaco della notte, che ad Amsterdam e a Londra non è affatto folcloristica, ci sarebbe dovuta essere esattamente una composizione di questi interessi, perchè l'altra presunzione incredibile che questa Amministrazione mette in campo è il fatto di poter anche immaginare di determinare la mobilità ad uso di svago delle diverse fasce di popolazione, con un'operazione quasi meccanica per la quale sarebbe in automatico possibile trasferire la concentrazione in alcuni luoghi, semplicemente illuminandone degli altri, cioè accendendo in altri contesti territoriali dei riflettori. Allora, l'idea della città policentrica che vi precede, santiddio - almeno questa vi precede e non nasce con voi - l'idea della città policentrica, che peraltro parte dalla valorizzazione dei singoli contesti territoriali, che hanno l'orgoglio dei loro luoghi, che è ben diverso dalla rivalsa periferia-centro, è l'orgoglio dell'identità dei propri luoghi e dei propri territori, richiede anche lì un processo di costruzione e di programmazione sufficientemente lungo, che parta dalla considerazione delle potenzialità di quei territori, non l'idea banale che poiché abbiano una Giunta santa, che fa dei bandi e produce una ipotetica nuova programmazione culturale, senza sostegni, in matematico le persone si spostino e quindi sia del tutto ragionevole, altrettanto matematicamente, impedire che si concentrino nei luoghi abituali. Perché l'insuccesso del bando dei Punti Verdi è il segno di tutta l'improvvisazione con la quale avete proceduto, anche su questo aspetto della gestione della movida, perché non si può immaginare, intanto a costo zero, di poter attivare senza un'operazione di cura delle potenzialità di quel territorio esattamente quella modalità di città viva in tutte le sue parti che potrebbe, appunto, redistribuire i punti di attrazione e i punti di incontro delle diverse persone. Quindi, per metodo e per merito, questa delibera è veramente pessima; vedremo come riuscirete a modificare un regolamento quando forse avremo la possibilità di capire dove verrà applicato, perchè ad oggi votiamo senza nemmeno saperlo. |