Interventi |
LO RUSSO Stefano Questa è una delibera che, al di là del merito, segue un metodo, davvero, da stigmatizzare. Proverò ad argomentare le ragioni per cui, invece, in questo caso, è molto grave quello che è capitato. Nel mese di luglio scorso, il Movimento 5 Stelle, ha deliberato, in quest’Aula, una revoca di 4 piani di rigenerazione urbana, sociale e architettonica, detti PRUSA, uno di questi 4 riguardava l’area in questione. Quella deliberazione di revoca, in realtà, toglieva esattamente quanto qui, con una dose di retorica davvero stucchevole, mi consenta, Vice Sindaco e non me ne voglia il Consigliere Russi che è intervenuto prima di me, è stato nuovamente ribadito. Perché? Per una banale ragione, perché quella impostazione era un’impostazione che vedeva proprio nell’ambito di una rigenerazione urbana, l’intervento di carattere commerciale, tant’è vero che, vi invito a rileggere il contenuto di quella deliberazione, in quella deliberazione, si faceva esplicito riferimento all’esigenza di introdurre, in seno alla variante urbanistica al Piano Regolatore, alcune funzioni a servizio pubblico, tra cui le residenze universitarie, proprio per dare un quadro di unitarietà all’intervento di riqualificazione, ossia, si andava incontro a una esigenza di risistemare quell’immobile, che, oggettivamente, è dismesso e che è improduttivo urbanisticamente, ma non lo è mai stato, nella sostanza, essendo stato per decenni la sede di vendita al dettaglio delle auto della FIAT, perché di questo stiamo parlando, ma, da un punto di vista urbanistico, si introduceva un principio, attraverso l’individuazione di un perimetro di rigenerazione urbana, che aveva esattamente la finalità di non rendere avulso dal contesto un intervento commerciale. Quella revoca è doppiamente colpevole, perché introduce, attraverso questa successiva delibera che oggi chiedete di votare, che voterete in Sala Rossa, una surrettizia procedura, e uso parole, come dire, anche, forse, un po’ pesanti, di escamotage amministrativo per evitare la Valutazione Ambientale Strategica. E sapete perché avete fatto questa cosa? Perché la Valutazione Ambientale Strategica, in quest’area specifica, con questa distribuzione commerciale specifica, avrebbe prodotto prescrizioni di carattere trasportistico, sull’innesto del cavalcaferrovia di corso Bramante, decisamente complesse. Allora, caro Vice Sindaco Montanari, diciamo che non è che proprio abbiamo tutti l’anello al naso, tanto per essere chiari. Se la legge dello Stato, la legge regionale e il Piano Regolatore prevedono che, a fronte di interventi di un certo grado di complessità urbana, avvenga una cosa che si chiama Valutazione Ambientale Strategica, c’è una ragione. E la ragione è quella che l’impatto ambientale di un intervento di riqualificazione urbana va valutato nel suo complesso, sotto il profilo, lasciamo perdere quello commerciale, lo abbiamo già detto prima, poi le teorie, ovviamente qua entriamo nel campo delle opinioni, perché, non avendo dati oggettivi, è tutto opinabile, serve, non serve. Ma supponiamo che serva, il punto, in questo caso specifico, guardate, è quello del traffico, è del traffico, che avrà, sotto questo profilo, un impatto quantomeno da valutare, quantomeno da valutare, perché la procedura di eventuale associabilità VAS della variante urbanistica, serviva esattamente a questo. Io so che avrebbe richiesto tempo, avrebbe richiesto tempo, ma il tempo della trasformazione urbana serve anche, talvolta, a mitigare l’impatto ambientale delle questioni. Invece, voi, revocando il PRUSA e tornando in Aula con un provvedimento in 106, avete bypassato tutte la normative di carattere ambientale, per quanto riguarda la Valutazione Ambientale Strategica, su un intervento che, altrimenti, sarebbe stato soggetto, certamente, a VAS. Difficilmente questo intervento, per la dimensione che ha e per il perimetro che ha, sarebbe stato escluso dalla procedura di VAS, e questa è una vulnus amministrativo che, oggettivamente, dal punto di vista, come dire, della correttezza formale e, banalmente, non condivisibile, ma espone, e quindi lo dico a verbale, l’atto amministrativo che andrete a votare, ha una problematica anche di legittimità amministrativa sul fatto che è stato artatamente elusa una procedura che, in condizioni normali, sarebbe stata, obbligatoriamente, seguita. E non vorrei che, tanto per essere chiari, su questa deliberazione si scatenassero giudizi e contenziosi davanti a Tribunali amministrativi regionali per questa ragione. La cosa ancor più grave, a mio modo di vedere, è che non c’era bisogno di revocare il PRUSA, proprio non ce n’era bisogno, una cosa non escludeva l’altra, voi potevate mantenere in vita il PRUSA, tranquillamente, e motivare, nella deliberazione 106, di questo supermercato, questa deroga come anticipazione della futura destinazione urbanistica già preconfigurata dal Consiglio Comunale, Vice Sindaco. Voi, revocando quel PRUSA, avete indebolito, pesantemente, la robustezza amministrativa dell’atto amministrativo che chiedete di deliberare e l’avere fatto, secondo me, sbagliando. Io non so chi vi ha consigliato, ma avete sbagliato. È stato un errore amministrativo e io lo denuncio per com’è. È stato un errore amministrativo e voglio pensare che sia solamente ingenuità, mi limito a questo, mi voglio limitate a questo. Quello che c’è non paghi, ficcate il più 1 e quindi lei, Vice Sindaco, presenta un emendamento in cui lega culturalmente la trasformazione dell’area di corso Bramante alle OGM? Ma abbia pazienza, Vice Sindaco. Ma cosa c’entra? Cioè, delle due, l’una, scusi, o questo è un intervento in 106 che ha delle caratteristiche di riqualificazione di questo sito, di questo sito, non di un altro sito, o, altrimenti, le questioni si affrontano con varianti urbanistiche, con varianti urbanistiche, perché il nostro Piano Regolatore, sarà da revisionare, ma c’è, è un atto, e serve a garantire un quadro di regole omogeneo e condiviso, più o meno condiviso, ma chiaro. Invece, questa discrezionalità che continuate ad adottare, fa sì che il Piano Regolatore diventi un documento per cui, se gli gira al Vice Sindaco, il provvedimento va, e se non gli gira al Vice Sindaco, il provvedimento non va, tanto i Consiglieri glielo votano, abbiamo capito, ma questo è grave, è gravissimo, perché innesca distorsioni del sistema che, nella migliore delle ipotesi producono danni urbanistici, in altre condizioni, forse, ambientali, potrebbero produrre anche altro. Allora, io sono davvero in attesa del messianico avvento della variante normativa, anzi, della variante strutturale che è stata annunciata ieri, che fra due anni avremo. O riducete il trend di 106, cosa che non credo, perché non ce l’avete fatta, sennò ci portavate pure (incomprensibile), con questo criterio, questa, non ci sono proprio riusciti, un ufficio, a farla. O altrimenti, guardate che qui si innescano dei profili per cui, davvero su interventi così rilevanti si possono preconfigurare condizioni di oggettiva non correttezza delle condizioni di mercato, di non correttezza delle condizioni di mercato, a tutela di un operatore o di un altro. Non funziona così un sistema di trasformazione urbana, è pericoloso, pericoloso, per la qualità urbana, in generale, ma soprattutto per il quadro di regole che devono avere gli operatori economici fuori di qui, perché qui si muovono interessi da decine di milioni di euro su ogni intervento di questo tipo e mi dispiace, non siate così ingenui da ritenere che questo tipo di interventi e le procedure che si seguono, non spostino equilibri, anche economici, rilevanti, perché non vi faccio, così, come dire, caduti dal pero, poi, magari qualcuno, proprio, bisogna spiegarglielo, facendogli i disegni, ma non sono così convinto che qualcuno, come dire, l’ingenuo, lo vuole fare, e abbiamo anche elementi, in questo senso. Quindi io vi inviterei caldamente a riconsiderare, ormai questo lo avete fatto, di ritornare su quella famosa delibera di luglio, sulle revoche dei PRUSA e di contestualizzare le 106, almeno quelle più rilevanti, che erano la ragione per cui c’erano i PRUSA, perché vede, Vice Sindaco, alla porta dell’Assessorato all’Urbanistica, la gente bussa e, a seconda dell’interlocutore che trova davanti, riceve delle risposte, ne riceve delle altre. Ma lei pensa che gli operatori interessati all’operazione di Esselunga, in questo caso, o all’operazione di Dimar, o all’operazione della Coop, o all’operazione di Carrefour, o all’operazione della Lidl, non abbiano chiesto all’Amministrazione di andare in 106? Ma lei pensa che gli è venuta l’idea di chiedere la 106, in questo momento, perché c’è lei? No, caro Vice Sindaco, io non ho timore di dirlo, e lo dico a verbale, che queste richieste arrivarono ben prima del suo insediamento, e a loro fu risposto che, stante la rilevanza dell’intervento, e stante la complessità urbanistica e trasportistica di quest’area, ci doleva, dal loro punto di vista, dilatare i tempi e quindi, come dire, non provocare quell’avvantaggio economico al privato, perché ritenevamo che quell’interesse pubblico fosse prevalente, e che occorreva procedere secondo procedura urbanistica con valutazione mentale strategica. Gliel’ho detto personalmente, gliel’ho detto personalmente “apprendo, rilevo con grande preoccupazione che la modalità introdotta di relazione con l’Assessorato all’Urbanistica, è strutturalmente cambiata e, mi dispiace, non a vantaggio della Città Torino”. Allora, con questa forza, con questa energia, io glielo dico guardandola negli occhi “cambiate metodi, perché fuori di qui l’immagine che state dando agli operatori economici è quella di un bancomat, in cui si arriva, si infila la tessera, si digita il codice e si ottiene la procedura che si vuole”. E non va bene, non perché c’è il 5 Stelle o il PD, non va bene per la Città di Torino, per la correttezza e la storia urbanistica, della correttezza e della deontologia di questa Città. LO RUSSO Stefano Quindi, per cortesia, per cortesia, pensateci prima che arrivino altri a porre delle condizione non gradite. Gliel’ho detto, lo lascio a verbale con questa energia verbale, fateci almeno, vi prego, una riflessione. LO RUSSO Stefano Vice Sindaco, io la diffido formalmente ad attribuirmi opinioni o frasi che io non mi sono sognato di affermare in quest’Aula. Io la diffido a farlo, nella replica. Lei si limiti a replicare nel merito rispetto alle cose che abbiamo detto, o perlomeno a quelle che dico io. Se mi cita, mi faccia la cortesia di citare, correttamente, che cosa io ho detto. Io ho parlato, esplicitamente, di aggiramento di procedura di VAS. Fine, fine. Io non ho usato altre locuzioni e sono abbastanza attento, Vicesindaco, sono abbastanza attento a quello che dico. Quindi, mi faccia la cortesia, io la capisco che se, forse, magari, più di altri, riesco a entrare un pochino più sul vivo, mi rendo conto, lei, per favore, mi faccia la cortesia di non attribuirmi espressioni che non mi appartengono, perché, stia tranquillo, che quando devo dire delle cose, le dico, se non le dico è perché non le voglio dire o non le penso. Grazie. |