Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Io avrei preferito svolgere un’istruttoria superiore di questa deliberazione, anche perché non ne comprendo onestamente l’urgenza stante il fatto che non credo che sia indispensabile votare entro la fine di quest’anno, avremmo potuto svolgere un’istruttoria come quella che svolgemmo quando nello scorso mandato, la Sindaca Appendino se lo ricorderà, quando su iniziativa del compianto collega Alberto Musy fu discusso a lungo in Conferenza dei Capigruppo il Regolamento nomine che adesso la deliberazione del Consigliere Mensio si propone di modificare. Non è che non rileviamo elementi positivi, tuttavia credo davvero sia utile puntualizzare alcune delle questione che sono emerse. Entrerò nel merito specifico, ovviamente anticipando che, per quanto mi riguarda, non c’è condivisione sul documento se si decide di portarlo in votazione oggi, mentre c’è la disponibilità a svolgere un lavoro istruttorio qualora ci si è dato il giusto tempo per discutere nel merito delle singole questioni sollevate. La prima riguarda la legittimità o meno della candidatura. Cito un esempio avvenuto, forse caso unico nella storia recente del Comune di Torino, che ha riguardato la Sindaca Appendino, sulle designazioni di SMAT, e come ho avuto modo di dire al Consigliere Mensio privatamente, socializzo questa considerazione. La Sindaca Appendino è stata mandata a sbattere e al pubblico ludibrio relativamente ad un’Assemblea dei Soci in ordine al fatto che ha designato persone che non avevano requisiti di carattere formale dal punto di vista della nomina a cui erano chiamati a svolgere in rappresentanza appunto della medesima Sindaca, costringendo la Sindaca, non in quanto Sindaca, ma in quanto rappresentante della Città di Torino, quindi anche la nostra Sindaca, di fatto ad una ritirata rovinosa in Assemblea dei Soci in una maniera che credo non abbia davvero precedenti. Come ho avuto modo di puntualizzare, ovviamente il baco di questo sistema sta nel fatto che l’istruttoria tecnica sui requisiti di compatibilità o meno relativamente al designando o al designato, non è stata svolta correttamente, questo è il punto, e siccome esistono le responsabilità chiare e puntualmente identificabili in capo alla struttura tecnico amministrativa che deve fare la verifica prima di mandare una lettera in firma alla Sindaca, la deve fare la struttura tecnico amministrativa questa verifica. A me dispiace per la Sindaca Appendino che obbiettivamente è stata veramente, come dire, sbertucciata due volte politicamente; questa cosa ovviamente le forze politiche poi l’hanno usata, però al di là del tema specifico della polemica politica, ha fatto veramente una brutta figura il Comune d Torino. Questo è il punto, perché mandare quelle due designazioni due volte senza requisiti, passi una volta, può capitare, due su due è un po’ più complicato. Non so onestamente se introdurre questa commissione di preselezione possa essere la soluzione, anche perché esistono già le figure che devono fare questo lavoro, se non lo fanno bisogna intervenire sulle figure che lo devono fare e se non lo hanno fatto, se non l’hanno fatto in quella circostanza non è che io modifico il Regolamento del Consiglio Comunale perché qualcuno non ha fatto correttamente un lavoro, cioè non è che io cambio le regole del gioco perché qualcuno, puntualmente identificato, forse non ha svolto correttamente quello che avrebbe dovuto fare, che era l’ufficio competente. Onestamente mi pare un modo di procedere un po’ bizzarro. Il secondo elemento su cui oggettivamente sussistono alcune perplessità riguarda l’obbligatorietà dell’audizione, soprattutto corroborata dalla messa, come dire, tra virgolette, a sistema della questione dello streaming/della resa pubblica della questione. Qual è la ratio, provo a spiegarla, che, come dire, sta alla base dell’audizione in Conferenza dei Capigruppo? Detto che ovviamente tutto è fuorché prerogativa della Conferenza dei Capigruppo individuare, come dire, elementi ostativi, nel senso che la legge dello Stato demanda al Sindaco protempore la designazione del proprio rappresentante, perché è rappresentante del Sindaco nell’ente e conseguentemente è il Sindaco che si assume la responsabilità soggettiva ed oggettiva del designato. Non è certamente, come dire, una decisione collegiale e men che meno una decisione politica in quanto tale. Qual è il punto delicato di questa questione? È che se noi introduciamo il principio per cui tutte le designazioni in organi che sono sopra ai 250.000 euro sono obbligatoriamente oggetto di audizione, introduciamo un principio che al di là dell’appesantimento dei lavori perché basta vedere libro nomine della Città di Torino per rendersi conto di che poi nella pratica, Consigliere Mensio, questa roba qua significa, vuol dire che noi possiamo arrivare a fare 50, 60, 70 audizioni anno oggettivamente di persone, perché a questo punto io le deve audire tutte, se l’organo nominato è uno ne audisco uno, se sono tre ne audisco tre perché con questa impostazione, Consigliere Mensio, questo è l’esito finale dell’approvazione di questa norma. Onestamente a me sembrava che il fare delle audizioni a richiesta da parte della Conferenza dei Capigruppo fosse un modo anche per salvaguardare l’oggetto dell’audizione medesima, perché io che ho avuto modo di partecipare a qualcuna di queste audizioni, le posso garantire che talvolta si va molto sul piano personale e curriculare del candidato perché se no non si capisce a che cosa serva l’audizione; nel momento in cui l’audizione viene richiesta mediamente si entra nel merito del profilo di curriculum perché se no..., cioè io sono anche contento di sapere qual è la motivazione e l’afflato con cui il candidato si è proposto, a me credo e credo al cittadino, interessa sapere se i criteri di professionalità denunciati nel curriculum sono corrispondenti ad esempio al vero, ad esempio, se effettivamente il curriculum presentato è supportato da una documentazione adeguata e poi veramente realistica e così via. Davvero invito a riflettere se invece questo, come dire, meccanismo di automatismo sull’audizione svolge correttamente la delicata fase di audizione del nominando. Se non ho letto male, introducendo addirittura il principio che chiunque partecipa all’audizione del nominato formulando delle domande, cioè io veramente mi chiedo davvero se ogni tanto ci sia il senso poi della realtà e la coniugazione di un principio che si può anche condividere, che è quello della trasparenza e della, tra virgolette, correttezza delle nomine si coniuga poi con i principi di praticabilità effettiva delle norme che vengono introdotte e poi anche con dei criteri che oggettivamente, voglio dire, possono anche essere lesivi della privacy del candidato. Io vorrei essere libero, come Consigliere Comunale eletto dai cittadini, di poter rivolgere un certo tipo di domande al candidato in una seduta ed è questa la ratio per cui, Consigliere Mensio, si svolge Conferenza dei Capigruppo e non da un’altra parte, ad esempio in I Commissione; la ratio sta nel fatto che la Conferenza dei Capigruppo è in qualche modo un oggetto un po’ più chiuso in termini di ragionamento, men che meno in seduta pubblica plenaria accessibile a chiunque perché davvero allora mi chiedo che tipo di audizione avete in mente di poter svolgere e che tipo di domande siete in condizione di poter fare. A me pare, come dire, anche rispettoso nei confronti della fiducia che deve avere il Consigliere Comunale nei confronti poi, in questo caso Chiara Appendino, chi c’era prima di lei e chi verrà dopo di lei, credo davvero che l’oggetto dell’audizione sia davvero andare in approfondimento rispetto a tutta una valutazione che è stata fatta. Vi sono poi alcuni ulteriori elementi, che non sono stati citati nell’illustrazione che però io vorrei qui puntualizzare, uno di questi riguarda il criterio relativamente al candidato più giovane di età, 53, comma b in cui do lettura viene modificato il criterio di valutazione preferendo a parità di requisiti il candidato più giovane di età. Ora io sfido chiunque davvero ad immaginare una situazione in cui abbiamo candidati che hanno pari requisiti di età diversa. Ammesso e non concesso che si possa definire in termini concettuali astratti candidati che hanno pari requisiti, sarà difficile che i candidati che hanno pari requisiti abbiano età, come dire, che sia il criterio quello dell’età, detto che non esiste un curriculum uguale all’altro, onestamente mi sembra più davvero, come dire, un indirizzo politico piuttosto che una norma regolamentare ed è questa la ragione per cui ho suggerito magari di produrre, non una modifica del Regolamento Nomine, che fortunatamente è stato riconosciuto, essendo stato figlio di un processo che non è durato due settimane come questo, ma è durato quasi un anno e mezzo, ha maturato un livello di garanzia rispetto a tutta una serie di problemi, che è stato preso esempio da tantissimi Comuni italiani perché il Regolamento Nomine della Città di Torino che oggi proponete di modificare, vi posso garantire che è stato pedissequamente copiato in tantissime altre città di Italia proprio perché è stato figlio di un ragionamento un pelino più approfondito anche rispetto a quelle che erano delle conseguenze di questo tipo. Allora, io credo davvero che possa essere utile, sotto questo profilo, cogliere l’occasione, lo dico, delle vacanze di Natale, Consigliere Mensio, anche perché davvero non c’è urgenza, tanto per essere chiari la Sindaca Appendino, io non so che nomine dovrà fare nel mese di gennaio che giustificano quest’urgenza pazzesca di approvare questo Regolamento e sinceramente dubito che l’approvazione di questo Regolamento possa in qualche modo influenzare che cosa la Sindaca Appendino andrà a fare a gennaio, poi magari invece, Sindaca Appendino, lei se approviamo questo Regolamento aveva in mente Tizio e dopo l’approvazione di questo Regolamento avrà in mente Caio, io questo non lo so e non lo voglio neanche sapere, però forse, Consigliere Mensio, varrebbe la pena fare un po’ più di riflessione su alcuni aspetti perché davvero noi introduciamo se non un principio, soprattutto che è quello che mi preoccupa personalmente di più, che è quello della resa pubblica totale delle audizioni, cioè il combinato disposto, e concludo, di rendere cogente l’audizione, cioè a prescindere io devo audire, al di là dell’appesantimento dei lavori della Capigruppo che direi che da fare ne ha già abbastanza, comunque va bene, insieme all’altra prescrizione di rendere queste cose trasparenti introduce potenzialmente un mostro a cinque teste in cui mi chiedo davvero come si farà a garantire che l’audizione sia effettivamente efficace; cosa facciamo, se io faccio una domanda personale facciamo uscire tutte le persone dalla sala perché il nominando mi deve rispondere e non possiamo rendere note le cose? Cioè alle volte davvero, Consigliere, credo che possa essere utile un supplemento di riflessione che coniuga un auspicio, che io posso anche condividere, con una nomina che, per come è stata scritta, credo davvero possa produrre più problemi di quante soluzioni punta a rappresentare. |