Interventi |
LEON Francesca Paola (Assessora) Presidente, Consiglieri, il piano di interventi approvato dal Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei e la questione legata al personale della Fondazione non è nuova ed è all’attenzione della Città non da ieri e per rispondere alle questioni sollevate dall’annuncio delle lettere di licenziamento a fronte di prospettive incerte, mi obbliga a ripercorrere il lavoro portato avanti dalla Città da maggio fino ad oggi. Come sapete nel 2002 è stata costituita la Fondazione Torino Musei per la gestione della GAM, di Palazzo Madama, della Rocca del Borgo Medioevale e successivamente del MAO, oltre alla Città vi sono rappresentate la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, le cui regole statutarie definite nel 2002 non prevedevano tra gli organi l’Assemblea dei Soci, organo di indirizzo e di controllo. A maggio ben conscia delle difficoltà della Fondazione Torino Musei la Città ha avviato le analisi sulle prospettive di sviluppo della Fondazione coinvolgendo la Regione Piemonte, le fondazioni bancarie e la Fondazione Torino Musei. A partire dal mese di settembre allo scopo di sviluppare il progetto di costruzione di una rete museale per la valorizzazione del patrimonio dei musei, si è lavorato affinché la Fondazione potesse assumere il ruolo di promotore di un sistema di relazione forte col territorio in grado di valorizzare le diverse identità attraverso una politica unitaria grazie ad una nuova missione e mediante un ripensamento della sua governance e della sua struttura organizzativa. Il documento Fondazione Torino Musei prospettive di un futuro in rete, redatto a partire da una prima serie di contatti e riflessioni ha sintetizzato gli obiettivi e le modalità attraverso cui pervenire ad un progetto organico di una rinnovata fondazione. Tale operazione in piena coerenza con quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali è finalizzata ad una sempre più efficace gestione, conservazione e valorizzazione dei musei e dei luoghi culturali presenti sul territorio cittadino e regionale ha trovato concordi la Città, la Regione e le Fondazioni Bancarie nel ritenere che la nuova missione della Fondazione potesse anche integrare in ottica sistemica il mondo dell’arte e quello della scienza attraverso l’ingresso del Museo Regionale di Scienze Naturale tra i musei conferiti in gestione alla Fondazione. L’ingresso di un museo scientifico nella fondazione farà da impulso per lo sviluppo di azioni di valorizzazione dell’offerta museale scientifica del territorio, favorendo la creazione e lo sviluppo di reti tra i vari soggetti che già operano in tale ambito e una governance culturale tra le diverse amministrazioni proprietarie di musei, beni e attività culturali. In questo quadro la Fondazione potenzia il proprio ruolo ponendosi come promotore di un sistema di relazioni non competitivo e non gerarchico tra i nodi che compongono la rete e che vede come primo interlocutore l’Università degli Studi di Torino, quale principale attore del sistema museale scientifico torinese, pensiamo al Polo del Museo dell’Uomo che comprende il Museo di Antropologia Criminale, il Museo di Anatomia e quello gestito dalla Città, Museo della Frutta. L’Università inoltre è proprietaria di una parte delle collezioni gestite dal Museo Regionale di Scienze Naturali, altri importanti interlocutori sono il Politecnico, il Sistema Scienza Piemonte, accordo promosso da Compagnia di San Paolo e gli enti che in essi agiscono, solo per citarne alcune, Accademia delle Scienze, Planetario, Consorzio del Perché, Fondazione per la Scuola ed altri. Tutte queste realtà integrate all’interno di una rete possono ampliare visione e raggio del proprio campo di attività creando economia di scopo di scala condividendo programmazione, attività di valorizzazione, promozione, formazione di personale, comunicazione, gestione di servizi, la sicurezza, gestione amministrativa ed altro tipo di attività. Questo disegno strategico intende rispondere alla difficile congiuntura che la Fondazione si trova ad affrontare, dovuta all’impossibilità della Città di garantire le risorse finanziarie nella stessa misura che in passato, ripensando le funzioni e potenzialità, creando i presupposti per soluzioni a medio e lungo periodo ai problemi oggi aperti. Il documento Fondazione Torino Musei prospettive di un futuro in rete è stato presentato durante il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei il 22 settembre e il 2 ottobre si è insediata la cabina di regia che include i vertici dirigenziali di Comune, Regione, Fondazione Torino Musei e i delegati della Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT che ha dato vita a gruppi di lavoro tematici sullo stato giuridico statutario, finanziario, logistico e sulla parte più strettamente di gestione. I primi due gruppi di lavoro hanno affrontato: la revisione dello Statuto e la stesura del business plan della nuova Fondazione, il primo gruppo il 27 di ottobre ha redatto la bozza, ha completato la bozza di Statuto successivamente emendata con revisioni apportate da parte di tutti gli autori coinvolti, lo Statuto è stato approvato dal Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei il 15 dicembre. Lo Statuto definisce la nuova governance e la nuova missione della Fondazione e istituisce un’assemblea dei soci fondatori in cui Sindaco della Città e Presidente della Regione partecipano in prima persona all’adozione delle scelte strategiche della Fondazione. Il gruppo sul business plan si è riunito il 12 ottobre, il 31 ottobre, il 13 dicembre, il lavoro è partito dai dati di Bilancio in possesso della Regione su costi e ricavi del Museo di Scienze Naturali e dalle analisi realizzate su commissione di Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT già in mano della Regione Piemonte. Il gruppo si è posto l’obiettivo di redigere un business plan che descriva i costi dell’intera fondazione con i musei integralmente aperti e funzionanti con le risorse umane che si prevedono necessarie, con eventuali settori da rafforzare, prevedendo uno scenario di entrata da sbigliettamento e da servizi accessori credibile. Il lavoro dovrebbe concludersi entro gennaio 2018. I soci fondatori dovranno impegnarsi a sostenere i costi della Fondazione definendoli attraverso i nuovi strumenti convenzionali e in particolare quelli tra Città di Torino e Fondazione Torino Musei e tra Regione e Fondazione Torino Musei. Spetta poi alla Regione Piemonte definire ancora i seguenti punti: il termine dei lavori di ristrutturazione e riallestimento a completo del museo, l’approvazione della legge regionale di cui al relativo decreto presentato dalla Giunta che consentirà ad una fondazione terza di gestire il Museo Regionale, verificare la possibilità di mantenere in capo alla Regione le spese di manutenzione dello stabile e il livello di contribuzione coerente con il business plan, definire l’iter giuridico per la concessione in gestione dello stabile alla Fondazione attualmente in comodato alla Regione, poiché è di proprietà dell’AS. Per quanto riguarda il personale, il 28 di luglio la Città ha richiesto alla Fondazione Torino Musei i dati relativi al personale afferente alle attività che intendeva chiudere o ridimensionare con l’obiettivo di verificare percorsi di ricollocazione e tutte le possibili sinergie derivanti dalla futura integrazione del Museo Regionale di Scienze Naturali compresa la possibilità di assorbire una parte del personale dichiarato in esubero da Fondazione Torino Musei oggi indicato in 28 unità. La Città ha ricevuto il prospetto a settembre 2017 e ha quindi operato le verifiche riguardo alla possibilità di riassorbire nel proprio organico ex dipendenti comunali oggi presso la Fondazione Torino Musei. Nel mese di novembre 2017 la Fondazione Torino Musei ha proposto a cinque lavoratori/lavoratrici in possesso dei requisiti e inseriti nell’attività di cui è prevista la chiusura con il passaggio all’Amministrazione Comunale e la destinazione a servizi coerenti con la propria esperienza professionale. Dal 29 dicembre 2017 questi dipendenti rientreranno nell’organico dell’Amministrazione. Un’altra dipendente nell’estate è stata ricollocata in un’altra organizzazione culturale. Nel 2018 è previsto che tre dipendenti della Fondazione andranno in pensione e di queste due sono comprese nel piano di esuberi della Fondazione. Il lavoro sull’organigramma del Museo Regionale di Storia Naturale in corso di elaborazione ipotizza inoltre che la gestione del Museo Regionale di Scienze Naturali possa occupare ulteriori dipendenti oggi in forze alla Fondazione, il cui numero sarà precisato al termine della redazione del business plan e della nuova organizzazione. Nel progetto di riorganizzazione altri due dipendenti potrebbero essere destinati all’ufficio operativo che si occupa delle attività di rete e delle relazioni con enti, istituzioni culturali di Torino e del Piemonte. La riapertura parziale, perché non sarà ancora un’apertura completa e riallestimento completo del Museo Regionale di Scienze Naturali è prevista nel 2019, stando alle ultime informazioni che ci sono state trasmesse dalla Regione Piemonte il 4 dicembre 2017. Questa prospettiva permetterebbe nell’arco di un anno e mezzo unitamente ai pensionamenti la ricollocazione della maggior parte dei dipendenti, una variabile determinante sarà la riorganizzazione della Fondazione in relazione alle sue ulteriori nuove funzioni e obiettivi, ivi compresa la gestione del Museo Regionale di Scienze Naturali in attuazione del piano di riorganizzazione approvato dal Consiglio Direttivo allo scopo di non mettere a rischio la continuità aziendale come segnalato dal Collegio dei Revisori dei Conti, motivo per il quale è stato approvato il piano nel Consiglio Direttivo. In questo quadro l’oggetto del tavolo di concertazione, è la costruzione di una prospettiva condivisa con i sindacati dei lavoratori, prospettiva fondata su un’analisi della situazione, dei vincoli e delle opportunità, un percorso che Città e Regione hanno avviato da mesi con gli uffici della Fondazione Torino Musei e che con l’approvazione del nuovo statuto e la modifica della legge regionale stanno muovendo passi concreti, per questo motivo ho espresso il mio disaccordo sulla modalità con la quale i vertici della Fondazione hanno avviato il confronto con le parti sociali. Ritengo sbagliato come primo atto aprire un tavolo di concertazione annunciando lettere di avvio di procedura di licenziamento, è sbagliato perché la concertazione prevede la costruzione di un percorso condiviso che tenga conto delle difficoltà di oggi, delle difficoltà per singole persone, ma anche delle prospettive che qui ho condiviso con voi, continueremo pertanto a dialogare con i lavoratori e i loro rappresentanti in relazione al piano di sviluppo e alle azioni che potranno essere concertate tra fondazioni e rappresentanti dei lavoratori. Il Presidente ha annunciato l’apertura di un tavolo di lavoro che si riunirà il 28 dicembre, mi auguro pertanto che si voglia dare priorità innanzitutto al confronto e al tavolo di concertazione, auspicando un congelamento delle comunicazioni formali di licenziamento. Parte integrante di questo percorso è il rinnovo della convenzione tra Città e Fondazione con la quale verranno definiti il conferimento dei beni, le attività e le risorse che come messo a verbale dalla Sindaca nel Consiglio Direttivo del 22 settembre scorso verranno definite per il triennio 2018/2020, dal 18 al 20, ciò al fine di superare l’incertezza delle risorse generata dalla prassi degli ultimi anni che ha visto la loro determinazione solo alla fine dell’anno e talora in anni passati con l’attribuzione di proprietà immobiliari al posto degli stanziamenti, decisioni queste non meno critiche ai fini della stabilità e della continuità aziendale. LEON Francesca Paola (Assessora) Io non ho detto bugie. La decisione del Consiglio di indirizzo è stata quella di attivare un tavolo con i sindacati. Io non ritengo che attivare un tavolo di concertazione, mettendo sul piatto immediatamente e subito, senza verificare quali strumenti e quali condizioni si possono attivare per ridurre l’impatto sui lavoratori con delle lettere di licenziamento in mano, il fatto che loro avrebbero presentato delle lettere di licenziamento, ex abrupto, non è stato comunicato, quello che si doveva fare era un tavolo di concertazione con i lavoratori proprio per rispetto dei lavoratori e del ruolo che hanno all’interno della Fondazione. La città è l’unica che si è veramente impegnata, da quando è stata prospettata questa ipotesi di piano, per cercare di individuare soluzioni che non determinassero licenziamenti definitivi, perché, signori, prima che si impegnasse la città nell’individuare una soluzione, che adesso dovrebbe essere una soluzione temporanea con strumenti che possono essere concordati con l’Assessorato al Lavoro della Regione, con tutti gli strumenti di sostegno all’occupazione, se non avessimo lavorato quest’anno nel modo con cui ho detto, la Fondazione avrebbe licenziato definitivamente queste persone. Quindi il lavoro è stato fatto per creare una prospettiva con tutti i se, con tutti i ma, potete non avere fiducia, ma se non ci fossimo impegnati il rischio era che queste persone andavano a casa definitivamente, quindi credo che questo vada tenuto in debito conto. I sindacati li ho incontrati, li ho incontrati in precedenza, un po’ di settimane fa, per fare un pochino il punto della situazione, la situazione è comunque complicata, ma credo che l’unica strada sia la concertazione, non la prova di forza, io contesto la prova di forza che è stata fatta, perché i lavoratori meritano rispetto e perché insieme si possono individuare soluzioni per traguardare questo anno e mezzo di attesa, che poi non è magari un anno e mezzo, perché per aprire un museo non è che si apre e tutto funziona, ci va una preparazione, ci sono delle interlocuzioni in corso per prevedere la progressiva attivazione di questi lavori, però, io ribadisco, la città in questo momento è l’unica che ha tirato avanti per cercare di, da un lato modificare quel piano, ma perlomeno inserirlo in una prospettiva, in un’ottica temporanea e non definitiva. |