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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Dicembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 9
INTERPELLANZA 2017-04985
"QUALI CRITERI PER LE ASSEGNAZIONI DELLE UNIT? IMMOBILIARI NEL CONDOMINIO DI PROPRIET? COMUNALE IN CORSO LOMBARDIA N. 123 SCALA B AD IMMIGRATI E PROFUGHI?" PRESENTATA IN DATA 16 NOVEMBRE 2017 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO.
Interventi
LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Passiamo alla successiva del Consigliere Magliano:

"Quali criteri per le assegnazioni delle unità immobiliari nel condominio di proprietà
comunale in corso Lombardia n. 123, scala B ad immigrati e profughi?"

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Risponde l'Assessore Schellino, prego.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Buongiorno. Allora, si tratta di alloggi del patrimonio della Città concessi per 3 anni
alla Fondazione Don Mario Operti in esito al protocollo di intesa sottoscritto
nell'ottobre del 2015 dal Comune e dalla Diocesi per l'utilizzo dei fondi lasciati da Papa
Francesco a seguito della sua visita alla Santa Sindone. I criteri per l'ingresso degli
ospiti non sono regolati dal Comune, ma dalla Fondazione con la quale naturalmente il
Comune dialoga e la Fondazione aveva seguito l'utilizzo di tali alloggi, a suo tempo,
uno dei nostri colleghi del servizio stranieri in esito allo sgombero della cosiddetta Casa
Bianca affianco della clinica San Paolo. Per quanto riguarda l'insediamento di nuclei o
persone in difficoltà si sono successivamente attivati anche gli uffici del servizio
prevenzione delle fragilità sociali per ridestinare alcuni spazi che si sono liberati a
seguito del lavoro di reinserimento lavorativo ed abitativo operato sempre dalla
Fondazione Operti. Quello che succede naturalmente con questi immobili, con questi
alloggi che vengono dati in custodia a enti come la Fondazione Operti che c'è uno
stretto rapporto con la Città di Torino per segnalazioni, anche per passaggi per esempio
persone che non hanno diritto all'emergenza abitativa, ma che hanno le caratteristiche
per essere accolti da enti del privato sociale vengono selezionati e collocati da loro
perché naturalmente noi non possiamo che segnalare un caso in difficoltà e poi sono
loro a fare la scelta, ma poi il rapporto è molto stretto tant'è che nel momento in cui le
persone maturano per esempio il diritto alla casa popolare vengono inserite in casa
popolare quando ne hanno il diritto, si libera un posto che viene riutilizzato per nuovi
percorsi di inserimento nell'ambito per esempio di protocolli come questo Comune e
Diocesi o ci sono nel panorama cittadino altri protocolli, penso quello con l'Opera
Barolo e con altre istituzioni del privato sociale. La dinamica è un po' sempre quella,
progetti comuni, concertazione e persone che vengono gestite con la libertà di scelta che
ha l'ente del privato sociale, però in stretto rapporto con l'ente pubblico.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie, Presidente. Mi scusi, Assessora, io mi dimentico quando faccio le
interpellanze, ci sono alcune domandine, io volevo sapere rispetto al punto 3 se avevate
fatto un approfondimento.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Sì, sì, il punto 3 diceva se secondo voci ricorrenti siano in previsione entro brevissimo
termine nuove assegnazioni delle unità immobiliari vuote del condominio di corso
Lombardia quella del piano terra individuata in recenti riunione. La dinamica è quella,
non ci sono dei percorsi non sulla base di quello che dicono i giornali, sulla base dei
percorsi che descrivevo, non ci sono imminenti svuotamenti e riempimenti di quegli
spazi, la logica è sempre quella.

MAGLIANO Silvio
E rispetto al punto 4?

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Sì, è quello che forse non mi sono spiegata, certo, l'inserimento avviene in maniera
armonica proprio perché c'è un rapporto stretto nell'ambito di questi protocolli, tant'è
che quando si liberano gli spazi in case popolari e le persone ne hanno diritto vengono
spostate, quando ci sono delle persone che per esempio mettono in difficoltà gli enti si
affronta la situazione, sono già state in passato spostate eventualmente delle persone che
avevano dei problemi, ci sono a volte dei problemi banalmente di vicinato, li si aiuta
anche a collaborare tra enti del privato sociale, ovviamente l'ente pubblico ha dei
vincoli, non può essere inserito per esempio in casa popolare chi non ha maturato i
diritto all'inserimento secondo l'elenco o secondo il percorso dell'emergenza abitativa.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie, Presidente. Ma vede, Assessora, io questa interpellanza l'ho fatta partendo da
un caso preciso che è proprio corso Lombardia 123, scala B perché è un caso che un po'
racconta cosa sta capitando alla luce di questi accordi e di questi protocolli, che peraltro
parlavo prima con la Consigliera Tisi già Assessore un po' mi raccontava le dimensioni
e le dinamiche, però io quello che cercavo e su questo mi piacerebbe, lo dico al
Presidente della Commissione IV per un approfondimento in Commissione, cercavo di
capire un attimo le dinamiche, cioè in questa casa vengono mandati lì quattro giovani,
questi quattro giovani vengono oggettivamente accettati, si cerca di includerli, passano
6 mesi, dopo 6 mesi è il disagio più totale, il disastro più totale, un casino dalla mattina
alla sera, persone che non riescono più a gestire la presenza di questi quattro ragazzi
all'interno di questa casa, una casa peraltro abitata da prevalentemente o persone
anziane o donne sole, queste persone vanno via e nasce la preoccupazione, cioè chi
arriverà adesso? La mia interpellanza non era per dire no, non vogliamo che arrivi
nessuno, ci mancherebbe, ma per capire se l'Amministrazione e l'ente in questo casa la
Fondazione Operti fanno una sorta, io l'ho chiamato così, una valutazione di impatto
sociale che esiste nel mondo del no profit per capire esattamente che cosa hanno subìto
fino al giorno prima chi viveva lì perché se noi ci rendiamo conto che magari quel tipo
di conformazione di nucleo che tu mandi, quindi quattro ragazzi giovani sotto i 30 anni
che hanno un certo tipo di stile di vita o esigenze magari sono difficilmente o comunque
danneggiano l'equilibrio sociale di quel posto, diverso è invece mandare mamma, papà
e i due bimbi sempre extracomunitari che magari vivono un momento di disagio perché
forse avendo visto che in quella casa ci sono tante potenziali donne perché ci sono tante
donne sole e alcune realtà, alcune famiglie coi quali questi possono entrare in accordo o
entrare in relazione potrebbe essere un progetto vero di integrazione, qual è il problema?
È che io dalla sua risposta non riesco a capire se il Comune per parte sua, il Comune e
Fondazione Operti questa tipologia di lavoro la fanno, anche perché le persone che
abitano all'interno di questa struttura, adesso questi quattro ragazzi sono stati allontanati
ed è arrivato un anziano signore, la Fondazione Operti è stata contattata, è stato
contattato il legale di fiducia da parte di queste persone affinché si interfacciasse con la
Fondazione Operti, sono stati contattati i Vigili. Allora, io mi rendo conto che l'impatto
non è facilmente gestibile, ma se è così complicato su corso Lombardia n. 123 non oso
pensare se non abbiamo una procedura che cosa capiterà su tutto quello che capita
sull'ex MOI ed è per quello che la mia domanda era più approfondita, cioè abbiamo la
capacità di dire in 6 mesi il progetto di inserimenti è riuscito, no non è riuscito, se non è
riuscito dobbiamo mettere lì qualcuno che cerchi più facilmente di essere accolto, che
possa essere accolto da parte della struttura in modo tale da dare anche dei tempi di
tregua e non ho paura di usare questa parola perché se queste signore che io ho
incontrato, queste sei vecchine, mi raccontano oltre a persone che sono ancora in età
lavorativa per cui hanno bisogno di dormire mi raccontano "non dormivamo più la
notte, il giorno, sporcizia da tutte le parti, cose buttate per le scale, gente che si picchia
all'interno del vano scale", oggettivamente dicono "adesso ci auguriamo che non arrivi
un'altra soluzione di questo tipo", per cui io questo voglio capire, se è finita
un'esperienza, Fondazione Operti, noi facciamo un monitoraggio di come sia andata e
in base a come è andata decidiamo se per tot mesi dare del sollievo, se invece inserire
delle persone non quattro ragazzi tutti insieme, ma mamma, papà e bimbi, è questa la
mia preoccupazione, se ci dotiamo di questa tipologia di strumento o comunque di
valutazione, cioè una valutazione di impatto sociale anche per far capire a queste
persone che vivono lì che la Città non è che li manda lì a casaccio, ma che un minimo
applica un criterio, volevo capire se questo criterio lo applichiamo noi, se lo discutiamo
insieme a chi Fondazione Operti in questo caso, ma magari ci sono altri soggetti che
fanno la stessa attività e se c'è una governance del processo perché se non c'è su un
appartamento figuriamoci sugli altri. Io mi auguro che ci sia, mi diceva la Consigliera
Tisi che un po' si prova a fare, è chiaro, non è semplice, dalla risposta dell'Assessora
non avevo capito se questo su caso particolare perché io parlo di quel caso particolare
quell'appartamento a chi verrà assegnato, visto che ce ne sono altri liberi se si sta
tenendo conto nella futura assegnazione, concludo, Presidente, del fatto che questi per
tot tempo non hanno chiuso occhio né mattina, né pomeriggio e né sera e quindi magari
un'assegnazione magari ad una persona di un nucleo familiare che sia meno impattante
e meno impegnativo rispetto ai quattro giovanotti che hanno fatto baldoria per un po' di
tempo in quella casa. Se l'Assessora vuole replicare a questo bene, se no andiamo in
Commissione.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Naturalmente con le associazioni e gli enti che fanno questo tipo di accoglienza
facciamo riunioni periodiche e quindi non solo con la Operti, con la Caritas, con il
Cottolengo, con tutte le associazioni con le quali trattiamo il problema dell'abitare. Ci
sono degli uffici che si occupano di questo in modo abbastanza sistematico, cerchiamo
di ragionare con loro anche non solo per persone con difficoltà che incontriamo nei
nostri percorsi, non so, percorso case popolari, percorso emergenza abitativa, ma anche
qualche tempo fa mi ha scritto un parroco dicendomi "sono lievemente disperato perché
ho ospitato una famiglia piccola, non hanno trovato collocazione, nel frattempo questa
famiglia è cresciuta, non ci stanno più nella casa, mi aiuti a trovare una soluzione". Ci
siamo messi in contatto con gli enti che gestiscono queste abitazioni perché la famiglia
in particolare non aveva diritto all'ingresso in casa popolare, abbiamo detto "qualcuno
può proporre uno scambio, un alloggio più grande rispetto a quello che il parroco
generosamente ha concesso, ma essendo lievitata la famiglia non ci stanno più?", li
abbiamo messi in contatto tra di loro e hanno cercato di trovare delle soluzioni
all'interno del mondo della chiesa nella fattispecie. Facciamo tutto il possibile per
promuovere il dialogo, non sempre è facile, non sempre è facile perché a volte tu pensi
di inserire un gruppo, una persona che non crea problemi e poi magari anche per il
contesto che trova perché le persone sono diverse anche in base alla situazione che
trovano, le persone che stanno affrontando momenti di fragilità a volte sono
oggettivamente persone difficili perché se no forse non avrebbero bisogno dei servizi
sociali, non avrebbero bisogno di noi, non sempre uno ha bisogno solo perché non ha
soldi, a volte anche perché è una persona difficile da gestire, quindi la volontà ce la
mettiamo tutta, gli scambi di informazioni ci sono, quando possiamo scambiamo anche
le persone, facciamo la quadra, molte volte funziona le assicuro, moltissime, qualche
volta sbagliamo anche noi, sbaglia anche il privato sociale, ma questo chi fa le cose ogni
tanto non vengono tutte perfette.

MAGLIANO Silvio
Io magari mi riservo di chiedere due cose specifiche all'Assessora in separata sede su
quel caso in particolare, magari in Commissione ci andiamo poi parlando con la
Presidente, ma per un approccio più ampio sul tema, per cui a posto.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Grazie.
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