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LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Passiamo alla successiva del Consigliere Magliano: "Quali criteri per le assegnazioni delle unità immobiliari nel condominio di proprietà comunale in corso Lombardia n. 123, scala B ad immigrati e profughi?" LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Risponde l'Assessore Schellino, prego. SCHELLINO Sonia (Assessora) Buongiorno. Allora, si tratta di alloggi del patrimonio della Città concessi per 3 anni alla Fondazione Don Mario Operti in esito al protocollo di intesa sottoscritto nell'ottobre del 2015 dal Comune e dalla Diocesi per l'utilizzo dei fondi lasciati da Papa Francesco a seguito della sua visita alla Santa Sindone. I criteri per l'ingresso degli ospiti non sono regolati dal Comune, ma dalla Fondazione con la quale naturalmente il Comune dialoga e la Fondazione aveva seguito l'utilizzo di tali alloggi, a suo tempo, uno dei nostri colleghi del servizio stranieri in esito allo sgombero della cosiddetta Casa Bianca affianco della clinica San Paolo. Per quanto riguarda l'insediamento di nuclei o persone in difficoltà si sono successivamente attivati anche gli uffici del servizio prevenzione delle fragilità sociali per ridestinare alcuni spazi che si sono liberati a seguito del lavoro di reinserimento lavorativo ed abitativo operato sempre dalla Fondazione Operti. Quello che succede naturalmente con questi immobili, con questi alloggi che vengono dati in custodia a enti come la Fondazione Operti che c'è uno stretto rapporto con la Città di Torino per segnalazioni, anche per passaggi per esempio persone che non hanno diritto all'emergenza abitativa, ma che hanno le caratteristiche per essere accolti da enti del privato sociale vengono selezionati e collocati da loro perché naturalmente noi non possiamo che segnalare un caso in difficoltà e poi sono loro a fare la scelta, ma poi il rapporto è molto stretto tant'è che nel momento in cui le persone maturano per esempio il diritto alla casa popolare vengono inserite in casa popolare quando ne hanno il diritto, si libera un posto che viene riutilizzato per nuovi percorsi di inserimento nell'ambito per esempio di protocolli come questo Comune e Diocesi o ci sono nel panorama cittadino altri protocolli, penso quello con l'Opera Barolo e con altre istituzioni del privato sociale. La dinamica è un po' sempre quella, progetti comuni, concertazione e persone che vengono gestite con la libertà di scelta che ha l'ente del privato sociale, però in stretto rapporto con l'ente pubblico. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Sì, grazie, Presidente. Mi scusi, Assessora, io mi dimentico quando faccio le interpellanze, ci sono alcune domandine, io volevo sapere rispetto al punto 3 se avevate fatto un approfondimento. SCHELLINO Sonia (Assessora) Sì, sì, il punto 3 diceva se secondo voci ricorrenti siano in previsione entro brevissimo termine nuove assegnazioni delle unità immobiliari vuote del condominio di corso Lombardia quella del piano terra individuata in recenti riunione. La dinamica è quella, non ci sono dei percorsi non sulla base di quello che dicono i giornali, sulla base dei percorsi che descrivevo, non ci sono imminenti svuotamenti e riempimenti di quegli spazi, la logica è sempre quella. MAGLIANO Silvio E rispetto al punto 4? SCHELLINO Sonia (Assessora) Sì, è quello che forse non mi sono spiegata, certo, l'inserimento avviene in maniera armonica proprio perché c'è un rapporto stretto nell'ambito di questi protocolli, tant'è che quando si liberano gli spazi in case popolari e le persone ne hanno diritto vengono spostate, quando ci sono delle persone che per esempio mettono in difficoltà gli enti si affronta la situazione, sono già state in passato spostate eventualmente delle persone che avevano dei problemi, ci sono a volte dei problemi banalmente di vicinato, li si aiuta anche a collaborare tra enti del privato sociale, ovviamente l'ente pubblico ha dei vincoli, non può essere inserito per esempio in casa popolare chi non ha maturato i diritto all'inserimento secondo l'elenco o secondo il percorso dell'emergenza abitativa. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Sì, grazie, Presidente. Ma vede, Assessora, io questa interpellanza l'ho fatta partendo da un caso preciso che è proprio corso Lombardia 123, scala B perché è un caso che un po' racconta cosa sta capitando alla luce di questi accordi e di questi protocolli, che peraltro parlavo prima con la Consigliera Tisi già Assessore un po' mi raccontava le dimensioni e le dinamiche, però io quello che cercavo e su questo mi piacerebbe, lo dico al Presidente della Commissione IV per un approfondimento in Commissione, cercavo di capire un attimo le dinamiche, cioè in questa casa vengono mandati lì quattro giovani, questi quattro giovani vengono oggettivamente accettati, si cerca di includerli, passano 6 mesi, dopo 6 mesi è il disagio più totale, il disastro più totale, un casino dalla mattina alla sera, persone che non riescono più a gestire la presenza di questi quattro ragazzi all'interno di questa casa, una casa peraltro abitata da prevalentemente o persone anziane o donne sole, queste persone vanno via e nasce la preoccupazione, cioè chi arriverà adesso? La mia interpellanza non era per dire no, non vogliamo che arrivi nessuno, ci mancherebbe, ma per capire se l'Amministrazione e l'ente in questo casa la Fondazione Operti fanno una sorta, io l'ho chiamato così, una valutazione di impatto sociale che esiste nel mondo del no profit per capire esattamente che cosa hanno subìto fino al giorno prima chi viveva lì perché se noi ci rendiamo conto che magari quel tipo di conformazione di nucleo che tu mandi, quindi quattro ragazzi giovani sotto i 30 anni che hanno un certo tipo di stile di vita o esigenze magari sono difficilmente o comunque danneggiano l'equilibrio sociale di quel posto, diverso è invece mandare mamma, papà e i due bimbi sempre extracomunitari che magari vivono un momento di disagio perché forse avendo visto che in quella casa ci sono tante potenziali donne perché ci sono tante donne sole e alcune realtà, alcune famiglie coi quali questi possono entrare in accordo o entrare in relazione potrebbe essere un progetto vero di integrazione, qual è il problema? È che io dalla sua risposta non riesco a capire se il Comune per parte sua, il Comune e Fondazione Operti questa tipologia di lavoro la fanno, anche perché le persone che abitano all'interno di questa struttura, adesso questi quattro ragazzi sono stati allontanati ed è arrivato un anziano signore, la Fondazione Operti è stata contattata, è stato contattato il legale di fiducia da parte di queste persone affinché si interfacciasse con la Fondazione Operti, sono stati contattati i Vigili. Allora, io mi rendo conto che l'impatto non è facilmente gestibile, ma se è così complicato su corso Lombardia n. 123 non oso pensare se non abbiamo una procedura che cosa capiterà su tutto quello che capita sull'ex MOI ed è per quello che la mia domanda era più approfondita, cioè abbiamo la capacità di dire in 6 mesi il progetto di inserimenti è riuscito, no non è riuscito, se non è riuscito dobbiamo mettere lì qualcuno che cerchi più facilmente di essere accolto, che possa essere accolto da parte della struttura in modo tale da dare anche dei tempi di tregua e non ho paura di usare questa parola perché se queste signore che io ho incontrato, queste sei vecchine, mi raccontano oltre a persone che sono ancora in età lavorativa per cui hanno bisogno di dormire mi raccontano "non dormivamo più la notte, il giorno, sporcizia da tutte le parti, cose buttate per le scale, gente che si picchia all'interno del vano scale", oggettivamente dicono "adesso ci auguriamo che non arrivi un'altra soluzione di questo tipo", per cui io questo voglio capire, se è finita un'esperienza, Fondazione Operti, noi facciamo un monitoraggio di come sia andata e in base a come è andata decidiamo se per tot mesi dare del sollievo, se invece inserire delle persone non quattro ragazzi tutti insieme, ma mamma, papà e bimbi, è questa la mia preoccupazione, se ci dotiamo di questa tipologia di strumento o comunque di valutazione, cioè una valutazione di impatto sociale anche per far capire a queste persone che vivono lì che la Città non è che li manda lì a casaccio, ma che un minimo applica un criterio, volevo capire se questo criterio lo applichiamo noi, se lo discutiamo insieme a chi Fondazione Operti in questo caso, ma magari ci sono altri soggetti che fanno la stessa attività e se c'è una governance del processo perché se non c'è su un appartamento figuriamoci sugli altri. Io mi auguro che ci sia, mi diceva la Consigliera Tisi che un po' si prova a fare, è chiaro, non è semplice, dalla risposta dell'Assessora non avevo capito se questo su caso particolare perché io parlo di quel caso particolare quell'appartamento a chi verrà assegnato, visto che ce ne sono altri liberi se si sta tenendo conto nella futura assegnazione, concludo, Presidente, del fatto che questi per tot tempo non hanno chiuso occhio né mattina, né pomeriggio e né sera e quindi magari un'assegnazione magari ad una persona di un nucleo familiare che sia meno impattante e meno impegnativo rispetto ai quattro giovanotti che hanno fatto baldoria per un po' di tempo in quella casa. Se l'Assessora vuole replicare a questo bene, se no andiamo in Commissione. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Assessora Schellino. SCHELLINO Sonia (Assessora) Naturalmente con le associazioni e gli enti che fanno questo tipo di accoglienza facciamo riunioni periodiche e quindi non solo con la Operti, con la Caritas, con il Cottolengo, con tutte le associazioni con le quali trattiamo il problema dell'abitare. Ci sono degli uffici che si occupano di questo in modo abbastanza sistematico, cerchiamo di ragionare con loro anche non solo per persone con difficoltà che incontriamo nei nostri percorsi, non so, percorso case popolari, percorso emergenza abitativa, ma anche qualche tempo fa mi ha scritto un parroco dicendomi "sono lievemente disperato perché ho ospitato una famiglia piccola, non hanno trovato collocazione, nel frattempo questa famiglia è cresciuta, non ci stanno più nella casa, mi aiuti a trovare una soluzione". Ci siamo messi in contatto con gli enti che gestiscono queste abitazioni perché la famiglia in particolare non aveva diritto all'ingresso in casa popolare, abbiamo detto "qualcuno può proporre uno scambio, un alloggio più grande rispetto a quello che il parroco generosamente ha concesso, ma essendo lievitata la famiglia non ci stanno più?", li abbiamo messi in contatto tra di loro e hanno cercato di trovare delle soluzioni all'interno del mondo della chiesa nella fattispecie. Facciamo tutto il possibile per promuovere il dialogo, non sempre è facile, non sempre è facile perché a volte tu pensi di inserire un gruppo, una persona che non crea problemi e poi magari anche per il contesto che trova perché le persone sono diverse anche in base alla situazione che trovano, le persone che stanno affrontando momenti di fragilità a volte sono oggettivamente persone difficili perché se no forse non avrebbero bisogno dei servizi sociali, non avrebbero bisogno di noi, non sempre uno ha bisogno solo perché non ha soldi, a volte anche perché è una persona difficile da gestire, quindi la volontà ce la mettiamo tutta, gli scambi di informazioni ci sono, quando possiamo scambiamo anche le persone, facciamo la quadra, molte volte funziona le assicuro, moltissime, qualche volta sbagliamo anche noi, sbaglia anche il privato sociale, ma questo chi fa le cose ogni tanto non vengono tutte perfette. MAGLIANO Silvio Io magari mi riservo di chiedere due cose specifiche all'Assessora in separata sede su quel caso in particolare, magari in Commissione ci andiamo poi parlando con la Presidente, ma per un approccio più ampio sul tema, per cui a posto. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Grazie. |