Interventi |
MONTANARI Guido (Vice Sindaca) Bene, grazie, Presidente. Allora, questa proposta di accordo di programma, che viene qua ratificato oggi, in realtà deriva dalla necessità di attuare una variante del PRG, del Piano Regolatore, perché una variante? Perché le aree che sono in gioco nel progetto di parco della salute, della ricerca dell'innovazione scientifica, sono aree quelle, diciamo, posteriori al nuovo grattacielo della Regione, che erano ovviamente aree industriali e attualmente sono aree di transizione, la cui destinazione era da cambiare per poter fare questo tipo di iniziativa. Al tempo stesso, però, come da mandato ricevuto all'inizio di questa nostra Consiliatura, abbiamo lavorato in parallelo con gli uffici tecnici della Regione Piemonte per mettere in relazione tutte e due le trasformazioni, perché si tratta di costruire una nuova Città della Salute al posto delle cosiddette "Molinette" e dunque c'è il rischio di lasciare libera l'area delle Molinette in abbandono, allora la Variante Urbanistica ha definito una serie di paletti di questa trasformazione, i paletti sono i seguenti, lo dico in estrema sintesi, poi naturalmente se c'è bisogno posso fare ulteriori interventi, i paletti sono i seguenti: per la costruzione del nuovo Parco della Salute si è cercato di pensare un planivolumetrico, cioè a un disegno di quest'area che continui le strade esistenti, che pensi una conformazione degli edifici in sintonia con gli isolati circostanti, sia per quanto riguarda le altezze, sia per quanto riguarda le visuali verso il paesaggio e sulla continuità delle strade, questo è per pensare alla città, al Parco della Salute come un pezzo di città che si sta semplicemente costruendo in espansione su un'area attualmente in abbandono e sostanzialmente deserta. Tenendo conto, però, di due preesistenze importati: il grattacielo della Regione Piemonte e l'Oval, che è quella struttura costruita in occasione delle Olimpiadi 2006. In questo disegno si è data molta attenzione, e su questo credo che i nostri uffici e la mia stessa preoccupazione è stata molto presente, a che si avesse un contesto ambientale il più possibile sostenibile e quindi con zone verdi in piena terra, dove poter piantare alberi veri, con attenzione al disegno, ancora una volta, planivolumetrico degli isolati, proprio perché potessero essere...trovare attuazione le migliori soluzioni impiantistiche legate alla sostenibilità energetica dei nuovi interventi. Si sono pensate delle altezze massime di 15 piani, si sono pensati degli isolati, si è pensato ad un disegno del verde piuttosto importante, si è pensato ad alcune attività commerciali di...assolutamente piccole, quindi non strutture né di media vendita, né tantomeno di grande vendita, con anche attività produttive e di ricerca legate, appunto, al tema della sanità. Parallelamente i paletti, invece, dell'area che viene abbandonata, che è l'area cosiddetta delle "Molinette" derivano in parte dalle esigenze, o meglio, dai vincoli della sovrintendenza inerenti l'edificio storico dell'ospedale, che è un edificio inaugurato nel '35, progettato negli anni '20 da Eugenio Mollino, padre del Carlo Mollino, forse un po' più famoso, è un ospedale che al tempo era ritenuto all'avanguardia, visitato un po' da specialisti da tutta Europa, proprio per la sua disposizione nel verde, con padiglioni legati da una galleria in esterna, una galleria sotterranea, quindi con una soluzione interessante da un punto di vista proprio del collegamento tra ingegneria e ingegneria sanitaria. Le Molinette verranno dunque tutelate, sarà necessario, sarà auspicabile eliminare le surfettazioni, cioè le fabbricazioni che sono state fatte nel tempo sia in elevato, sopra le strutture esistenti, sia nelle zone circostanti, ci saranno ampie zone verdi e ci sarà la possibilità di demolire il Regina Margherita, l'ospedale costruito negli anni '60 e adesso destinato all'assistenza ai bambini... alla cura e all'assistenza dei bambini. Saranno invece conservati il CTO, sarà conservato il Sant'Anna, cioè la parte dell'ostetricia e ginecologia e naturalmente gli edifici storici delle Molinette. Le aree potranno avere una destinazione anche residenziale, con una quota di residenza protetta e soprattutto la destinazione prevalente dell'ospedale delle Molinette sarà una destinazione molto ampia, che comunque comprende soprattutto assistenza, case protette, residenza per la didattica, per gli studenti, per i laboratori e via così. Le parti che verranno demolite dovranno essere in qualche modo ricollegate alla città, quindi l'auspicio, anzi, è previsto, più che un auspicio, dovrà essere...ricollegare anche le Molinette al resto della città, quindi abbattere i muri, farne un tessuto urbano che continua verso il Po e che magari si avvantaggia proprio di questa buona collocazione verde in affaccio sul fiume, in un posto che da un punto di vista paesaggistico e urbano è assolutamente pregevole, anche lì saranno possibili piccole attività commerciali ai piedi degli edifici, attività produttive anche quelle molto modeste e una trasformazione residenziale compatibile con il disegno generale dell'area. Si è pensato anche di destinare a zona polmone di transizione il cosiddetto parcheggio Bacigalupo, che è una zona attualmente destinata, appunto, a parcheggio, in prossimità di corso Marche che potrebbe essere usata per le operazioni di trasferimento progressivo dei padiglioni. In questa presentazione io non sono entrato volutamente negli aspetti sanitari e della cura di questa operazione, che non competono alla Città di Torino e sulla quale, naturalmente, sarà possibile avere da parte della Città un dialogo nei confronti dell'Amministrazione sanitaria, dell'università, un dialogo che è fatto appunto di confronto, ma che non può entrare nel merito della trasformazione urbanistica che è ciò di cui io mi sono nello specifico occupato. Credo che ci siano poi anche delle mozioni di accompagnamento, ma quelle verranno discusse, grazie. MONTANARI Guido (Vice Sindaca) Grazie, Presidente. Seguo un po' in ordine alcune cose dette, per alcune precisazioni, ma forse mi preme rispondere subito alla presunta sciocchezza, in termini urbanistici di questa scelta. MONTANARI Guido (Vice Sindaca) Sciocchezza. Allora, se non è in termini urbanistici, non rispondo neppure. Se invece è una sciocchezza… MONTANARI Guido (Vice Sindaca) Io ho capito che questa, che stiamo assumendo oggi con questa delibera, è una sciocchezza in termini urbanistici e in termini di assistenza sanitaria e di cura. Ho sbagliato? Allora, solo per capire, non è una sciocchezza urbanistica, ma è invece una sciocchezza sanitaria assistenziale della cura. È così? No, no, solo per capire. Va bene. Allora, rispondo nei termini che io ho colto, di una insoddisfazione inerente, appunto, questa sciocchezza urbanistica. Come è stato detto da molti, in effetti, non ci può essere una separazione tra sanità urbanistica, cittadini, benessere eccetera, è ovvio questo, è evidente, però è anche altrettanto evidente che se uno leggesse questo testo, qui dentro non trova né i numeri che sono stati citati oggi dei posti letto, neppure se la destinazione sarà per l'alta complessità, per la media complessità o per la Casa della Salute. Questo è un testo che entra nel merito delle scelte urbanistiche e sono scelte urbanistiche importanti, perché, come è stato rilevato da qualcuno, queste scelte ineriscono un intero quadrante della città, il quadrante sud, che comprende, è stato già detto in Commissione, Lingotto, Palazzo del Lavoro, Molinette, nuova area Avio-Oval, con relativo Palazzo della Regione, nonché Oval e via così. Quindi, effettivamente, la trasformazione urbanistica di queste aree avrà un rilievo proprio importante, sono circa 300.000 metri quadri, soltanto per quanto attiene all'area Avio-Oval, se poi aggiungiamo le altre, arriviamo a una cifra che sarà intorno a mezzo milione di metri quadri, quindi, molto significativo. Ed è per questo che noi ci siamo impegnati, in modo direi molto importante con i nostri uffici e con gli uffici della Regione, qui corre anche l'obbligo di ringraziare i tecnici e i dirigenti che hanno lavorato su questo progetto, con una sinergia e con un'efficienza forse, oserei dire, quasi inedita, tra enti diversi, uffici diversi e anche competenze diverse che si sono incrociate. Intorno a questo si sono, dunque, organizzati dei pensieri; dei pensieri che vanno, come ho detto prima, nel senso di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per fare questo, ci sono, da un punto di vista dell'urbanistica, alcune scelte importanti. Una, l'ho richiamata, è la destinazione, o meglio, la scelta planivolumetrica dell'intervento; due, la dotazione di servizi, e su quello ritorniamo ancora un attimo, e per servizi intendo, naturalmente, i trasporti, il verde, l'accessibilità per i disabili, eccetera, eccetera. Ora, una parte delle cose che qui son state decise, o che meglio, che qui, oggi, verranno ratificate, derivano, effettivamente, dall'accordo di programma 2009, che è stato studiato negli anni precedenti, come ha richiamato anche il Consigliere Carretto e che, dunque, viene da una situazione, se vogliamo, anche di visione edilizia, urbanistica e di valorizzazione delle aree un po' diversa dall'attuale. E con questo rispondo parzialmente all'osservazione del Consigliere Lo Russo, che diceva: "Era previsto che i sistemi urbani facessero la stazione-ponte. Qua non c'è più". In realtà, non è che non ci sia più, qui c'è un impegno preciso di sistemi urbani a fare una serie di opere che sono qui elencate e di avviare il concorso internazionale di progettazione della stazione-ponte. Certo, una situazione di mercato immobiliare molto diversa da quella di più di 10 anni fa, una situazione nella quale i sistemi urbani ha, effettivamente, una difficoltà importante a collocare sul territorio le proprie aree, quindi, non è esattamente come si diceva, qui c'è questa valorizzazione incredibile, anzi, ci sarà una situazione, probabilmente, di difficoltà a collocare sul mercato, almeno stante la situazione attuale, le aree di sistemi urbani; così come, probabilmente, anche l'Università potrà avere qualche difficoltà nel collocare le aree che, tendenzialmente, potrebbe usare nell'area, nel comprensorio Molinette. Quindi questa era la prima risposta, diciamo così, tecnica. La seconda è quella che riguarda l'area ex MOI; è stato un po' già detto, intanto noi non abbiamo, io non ho mai detto che lì verranno fatti centri commerciali o piccoli mercatini o birrerie, ho semplicemente preso atto di una situazione, e cioè che il progetto, in essere, quello che era frutto di un'intesa, una semplice intesa, tra Università, Politecnico e Città e, cioè, il Centro Biomedicale, che aveva un progetto scientifico molto interessante è, sostanzialmente, cessato di esistere in quanto tale, sembra non esserci un interesse. Se poi uno dei componenti di questa intesa, Politecnico, o piuttosto Università, volesse tornare sui suoi passi e farci una proposta ragionevole sull'area delle arcate ex MOI, io non avrei nulla in contrario, come, peraltro, già detto. Quello che, invece, abbiamo fatto, e stiamo facendo, è destinare i fondi della Legge 65, sono circa 3 milioni, proprio alla realizzazione di quei miglioramenti e quel, anche per risolvere un problema di abbandono, che non viene certo da noi, si parla dell'abbandono delle arcate ex MOI, è di 10 anni fa, è di più di 10 anni, quindi, investire questi denari per una messa in ripristino dell'impiantistica di base, per una compartimentazione delle parti, quindi per poter aprire quest'area a tornare a metterla a servizio dei cittadini, a servizio dei cittadini in una serie di possibili soluzioni progettuali, che andranno discusse, sulle quali stiamo, appunto, ragionando, sulle quali non abbiamo ancora una proposta precisa, ma sulle quali, appunto, stiamo lavorando. Ricordo anche che la concessione trentennale non è all'Università e neppure al Politecnico, ma è al Parco Olimpico, che è la Società che gestisce una buona parte dell'area ex MOI. Dopodiché, detto ciò, entrando più nel merito, ancora, di un'altra delle cose dette, il dialogo competitivo piuttosto che il concorso internazionale, lo ha rilevato anche il Consigliere Carretto, ma io sono anche d'accordo su questa cosa qui, non è mica un problema, il fatto che la Regione, che è nelle sue disponibilità decidere, e lo decida, non sta a noi, noi non possiamo fare il gioco di "non ti faccio la variante se non fai quello che voglio io". La Regione, da questo punto di vista, ha ampia autonomia decisionale e la eserciterà. Ultima osservazione, invece, è il tavolo al quale sedersi. Ebbene, questo tavolo si aprirà, esattamente, a partire da questo accordo. Cioè, il tavolo sul quale si andrà a definire quali saranno le scelte sanitarie, di cura, socio-assistenziali, eccetera, quelle che la Consigliera Artesio ritiene una sciocchezza, sarà esattamente a partire da questo tavolo, scusate, da questo accordo, da questo accordo di programma che si aprirà, cioè è lì dove noi potremmo, effettivamente, spero che l'Assessora Schellino, con la sua Commissione, eccetera, potrà sedersi a questo tavolo e lavorare in questo senso, ma sarà a partire da questo accordo. Cioè, laddove noi avremo stabilito i paletti della trasformazione, lì dentro andremo a lavorare, in termini socio-sanitari e assistenziali, eccetera, sulle scelte da fare. Quindi, non mi sembra che sia corretto definire tutto ciò qualche cosa che non funziona e che non richieda, invece, il nostro interesse. Io credo che la Città di Torino, con il lavoro che ha fatto con i suoi uffici e con la Regione, oggi faccia un passo importante verso la riqualificazione di un'intera area e che questo passo importante debba essere commisurato alle esigenze di sanità e di assistenza dei cittadini, che non sono io, in questo momento, a interpretare in quanto tali e a riportare nell'accordo, che, credo che la mozione di accompagnamento che è stata redatta dai nostri Consiglieri vada nel senso di sollecitare un'attenzione a questi temi e io sono convito che, come ha detto, peraltro, anche la Sindaca, su questi temi l'accordo, la collaborazione tra Città di Torino, Regione Piemonte, Azienda Sanitaria Locale e Università di Torino, sarà assolutamente possibile collaborare, io spero, nell'interesse dei cittadini. |