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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Dicembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 23
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2017-05180
ACCORDO DI PROGRAMMA IN VARIANTE AL P.R.G. AI SENSI DELL'ARTICOLO. 34 D.LGS. 267/2000 E S.M.I. FINALIZZATO ALLA REALIZZAZIONE DEL "PARCO DELLA SALUTE, DELLA RICERCA E DELL'INNOVAZIONE DI TORINO" - RATIFICA.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Riorganizzare per livelli di complessità l'Assistenza Sanitaria Ospedaliera e
rifunzionalizzare luoghi che non sono più idonei, attraverso processi di
ammodernamento tecnologico, è una necessità evidente. Il fatto che non si possano
ricollocare altrove, se non nelle aree prossime a Molinette, le funzioni di alta
complessità della Città della Salute, è un atto di realismo, visto che ipotesi di
trasferimento altrove sono state compromesse dalla indisponibilità dei soggetti attuatori.
Quindi, l'operazione è, evidentemente, condivisa, credo, in modo unanime, ma
l'accordo di programma, che vede la Città accompagnare questa operazione, dal mio
punto di vista, registra delle gravissime omissioni e cercherò di descriverle. Dopo
qualche scaramuccia, in campagna elettorale, la Sindaca Appendino dichiarava la
seguente frase: "La Città della Salute si farà, nessuno ha mai pensato il contrario. Ci
siederemo con la Regione e il Governo a un tavolo, per trovare la migliore soluzione per
la salute dei torinesi". Giovedì, in Commissione Consiliare e ancora oggi, in Consiglio
Comunale, il Vice Sindaco recitava la seguente frase: "Noi, come Città di Torino, non
entriamo nel merito delle scelte sanitarie che stanno a monte, nel senso che le scelte
sanitarie sono in testa alla Regione Piemonte". E oggi diceva: "Non compete al
Comune". Questa è una sciocchezza e non si può intervenire per fatti personale, perché
è una sciocchezza, in quanto contrastante con le norme di legge. Per non sottrarre a me
stessa altro tempo, ve le cito in modo che possiate andarle a leggerle. Legge 502/92,
Articolo 3, Comma 1; Legge Delega 418/98, Articolo 2.1; Legge Nazionale 229/99,
Articolo 2, Comma 1. Cosa fanno queste leggi? Semplicemente dicono la titolarità degli
Enti Locali, Comune, nella Programmazione Sanitaria, attraverso lo strumento della
Conferenza di Programmazione Sanitaria e attraverso la modalità, in particolare
nell'Articolo 2 della 229, come la Conferenza di Programmazione Sanitaria debba
articolarsi con il rapporto con le attività locali. Quindi, intanto la titolarità del Comune è
piena, se uno non la esercita, è perché ci rinuncia, non è perché non ce l'abbia. E quindi,
colleghi del Gruppo 5 Stelle, è inutile che voi scriviate in una mozione, al punto 1, che
dovrete impegnare la Regione a fare un atto di Programmazione Sanitaria, peraltro
definendo anche con quali ordini professionali, perché l'atto di Programmazione
Sanitaria c'è, avete titolo a sedervi, se non lo fate, e non lo avete fatto, la responsabilità
è vostra. Se volete un consiglio, sentite per telefono il Sindaco di Ornavasso, ridente
località del Verbano-Cusio-Ossola, in cui si sta costruendo il nuovo Ospedale Unico
della provincia e vedete, da lui, quante volte il Presidente della Regione, l'Assessore
alla Sanità, sono andati, in quel di Ornavasso, a discutere l'Ospedale Unico. Poi venite a
dirmi che il Comune di Torino non ha titolo a far discutere e a discutere con la Regione
la Programmazione Sanitaria. Ma, dato che, comunque, l'Assessore Schellino sa bene
che dovrà farlo, a prescindere dagli incerti atti di indirizzo della sua Maggioranza,
avremo altre occasioni per discutere, in questa sede, quanto la riorganizzazione per
livelli di complessità, soddisferà, per il livello territoriale, la domanda di salute del
territorio, perché, se convengo sul fatto che è ragionevole che la Regione programmi
interventi di alta complessità per funzioni extra-territoriali, come saranno nel Parco
della Salute, è altrettanto ragionevole che la città chieda, come si corrisponde, alle
funzioni di salute locale che residueranno nel CTO e che residueranno rispetto all'area
ginecologica, ostetrico e pediatrica. Poiché, però, siamo richiamati a parlare del Piano
Urbanistico, arrivo alla seconda omissione. Con il Parco della Salute, della ricerca e
dell'Innovazione, si porta un paese intero nella zona sud di Torino, i 1040 posti letto e
tutto il personale medico-assistenziale che vi ruota intorno; i 5000 studenti dei corsi di
laurea; le 1000 persone del Centro di Ricerca; le persone dei 190 posti letto delle
foresterie; quelle dei pazienti dimissibili. Si sposta un paese. E nel momento in cui si
sposta un paese, l'obbligo di un'amministrazione con una logica di programmazione, è
quella di interrogarsi sulle relazioni tra questo nuovo paese e non solo il territorio
circostante gli spazi lasciati vuoti; quel nuovo paese e il resto della città, ad esempio, dal
punto di vista della mobilità urbana e non soltanto gettando il pallone nell'altra parte del
campo, dicendo: "Finanziate di più il Trasporto Pubblico Locale". Mercoledì scorso c'è
stata un'animata Commissione di cittadini arrabbiati per l'aumento dell'abbonamento
delle zone blu, diligentemente chiamati dal Presidente di Commissione, petenti. I
cittadini petenti erano anche veementi, perché erano abbastanza incavolati - petenti,
coloro che chiedono, ovviamente voi mi insegnate, colleghe docenti e, correttamente, il
collega Carretto, così usava il termine, erano petenti veementi - e hanno ricevuto come
risposta, dai colleghi del 5 Stelle, la comunicazione che i 5 Stelle svolgono una funzione
educativa sull'abbandono dell'auto a favore del ricorso alla mobilità pubblica.
Domanda: come sosterrà la mobilità pubblica questo nuovo paese che arriva lì? Seconda
domanda. Sono previsti 2300 posti di parcheggio privato, chi li gestisce? Boh, non si sa.
A domanda, posta in Commissione al Vice Sindaco, la risposta è stata:"Sì, ci saranno
dei parcheggi privati, quelli necessari" e perché li decide con l'accordo di programma
questa maggioranza, è logico che saranno soltanto quelli necessari. Quindi manca
un'idea di disegno unitario della città rispetto a queste nuove funzioni e, dicono tutti,
progetto grandioso, investimento straordinario, rilevanza internazionale. E infatti son
venuti i rappresentanti dell'Ordine degli Architetti a chiedere il concorso di
progettazione. Un concorso di progettazione non è, per sé, l'unico strumento, ma ha una
virtù, ha la virtù che per fare un concorso di progettazione, bisogna dare delle
indicazioni preliminari, con tutte le informazioni disponibili, quindi con tutte le
suggestioni possibili, con tutti gli indirizzi immaginabili, con tutte, so che vi fa venite
l'orticaria, le visioni che si possono mettere in campo. E, successivamente, al concorso
di progettazione, c'è un dopo, rendere espliciti, aprire un dibattito pubblico, le débat
public, che piace molto, sulle diverse soluzioni progettuali. Non si fa il concorso di
progettazione, si fa la scelta del rapporto pubblico-privato, attraverso il dialogo
competitivo, perché quella è la scelta della Regione Piemonte. E, quindi, viene meno un
altro elemento di democrazia. Allora, cosa ci mettete nella vostra mozione, che il
concorso di progettazione era una delle modalità di partecipazione pubblica e poi
faremo tanta partecipazione, progettazione partecipata, magari, sulle soluzioni del
verde, magari sui tetti che vengono ipotizzate nelle possibili trasformazioni degli spazi
che residuano. Quindi, questo accordo di programma è una burocratica trascrizione
degli indirizzi forniti dagli altri soggetti attuatori e la Città ha completamente rinunciato
al proprio ruolo di indirizzo e di programmazione, nel campo della riorganizzazione
delle attività sanitarie, ma anche nel campo dell'urbanistica. Questo è un gravissimo
peccato, per quello che riguarda i cittadini torinesi; è una grave colpa per quello che
riguarda il giudizio su questa Giunta.

ARTESIO Eleonora
(INTERVENTO FUORI MICROFONO).

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