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ARTESIO Eleonora Riorganizzare per livelli di complessità l'Assistenza Sanitaria Ospedaliera e rifunzionalizzare luoghi che non sono più idonei, attraverso processi di ammodernamento tecnologico, è una necessità evidente. Il fatto che non si possano ricollocare altrove, se non nelle aree prossime a Molinette, le funzioni di alta complessità della Città della Salute, è un atto di realismo, visto che ipotesi di trasferimento altrove sono state compromesse dalla indisponibilità dei soggetti attuatori. Quindi, l'operazione è, evidentemente, condivisa, credo, in modo unanime, ma l'accordo di programma, che vede la Città accompagnare questa operazione, dal mio punto di vista, registra delle gravissime omissioni e cercherò di descriverle. Dopo qualche scaramuccia, in campagna elettorale, la Sindaca Appendino dichiarava la seguente frase: "La Città della Salute si farà, nessuno ha mai pensato il contrario. Ci siederemo con la Regione e il Governo a un tavolo, per trovare la migliore soluzione per la salute dei torinesi". Giovedì, in Commissione Consiliare e ancora oggi, in Consiglio Comunale, il Vice Sindaco recitava la seguente frase: "Noi, come Città di Torino, non entriamo nel merito delle scelte sanitarie che stanno a monte, nel senso che le scelte sanitarie sono in testa alla Regione Piemonte". E oggi diceva: "Non compete al Comune". Questa è una sciocchezza e non si può intervenire per fatti personale, perché è una sciocchezza, in quanto contrastante con le norme di legge. Per non sottrarre a me stessa altro tempo, ve le cito in modo che possiate andarle a leggerle. Legge 502/92, Articolo 3, Comma 1; Legge Delega 418/98, Articolo 2.1; Legge Nazionale 229/99, Articolo 2, Comma 1. Cosa fanno queste leggi? Semplicemente dicono la titolarità degli Enti Locali, Comune, nella Programmazione Sanitaria, attraverso lo strumento della Conferenza di Programmazione Sanitaria e attraverso la modalità, in particolare nell'Articolo 2 della 229, come la Conferenza di Programmazione Sanitaria debba articolarsi con il rapporto con le attività locali. Quindi, intanto la titolarità del Comune è piena, se uno non la esercita, è perché ci rinuncia, non è perché non ce l'abbia. E quindi, colleghi del Gruppo 5 Stelle, è inutile che voi scriviate in una mozione, al punto 1, che dovrete impegnare la Regione a fare un atto di Programmazione Sanitaria, peraltro definendo anche con quali ordini professionali, perché l'atto di Programmazione Sanitaria c'è, avete titolo a sedervi, se non lo fate, e non lo avete fatto, la responsabilità è vostra. Se volete un consiglio, sentite per telefono il Sindaco di Ornavasso, ridente località del Verbano-Cusio-Ossola, in cui si sta costruendo il nuovo Ospedale Unico della provincia e vedete, da lui, quante volte il Presidente della Regione, l'Assessore alla Sanità, sono andati, in quel di Ornavasso, a discutere l'Ospedale Unico. Poi venite a dirmi che il Comune di Torino non ha titolo a far discutere e a discutere con la Regione la Programmazione Sanitaria. Ma, dato che, comunque, l'Assessore Schellino sa bene che dovrà farlo, a prescindere dagli incerti atti di indirizzo della sua Maggioranza, avremo altre occasioni per discutere, in questa sede, quanto la riorganizzazione per livelli di complessità, soddisferà, per il livello territoriale, la domanda di salute del territorio, perché, se convengo sul fatto che è ragionevole che la Regione programmi interventi di alta complessità per funzioni extra-territoriali, come saranno nel Parco della Salute, è altrettanto ragionevole che la città chieda, come si corrisponde, alle funzioni di salute locale che residueranno nel CTO e che residueranno rispetto all'area ginecologica, ostetrico e pediatrica. Poiché, però, siamo richiamati a parlare del Piano Urbanistico, arrivo alla seconda omissione. Con il Parco della Salute, della ricerca e dell'Innovazione, si porta un paese intero nella zona sud di Torino, i 1040 posti letto e tutto il personale medico-assistenziale che vi ruota intorno; i 5000 studenti dei corsi di laurea; le 1000 persone del Centro di Ricerca; le persone dei 190 posti letto delle foresterie; quelle dei pazienti dimissibili. Si sposta un paese. E nel momento in cui si sposta un paese, l'obbligo di un'amministrazione con una logica di programmazione, è quella di interrogarsi sulle relazioni tra questo nuovo paese e non solo il territorio circostante gli spazi lasciati vuoti; quel nuovo paese e il resto della città, ad esempio, dal punto di vista della mobilità urbana e non soltanto gettando il pallone nell'altra parte del campo, dicendo: "Finanziate di più il Trasporto Pubblico Locale". Mercoledì scorso c'è stata un'animata Commissione di cittadini arrabbiati per l'aumento dell'abbonamento delle zone blu, diligentemente chiamati dal Presidente di Commissione, petenti. I cittadini petenti erano anche veementi, perché erano abbastanza incavolati - petenti, coloro che chiedono, ovviamente voi mi insegnate, colleghe docenti e, correttamente, il collega Carretto, così usava il termine, erano petenti veementi - e hanno ricevuto come risposta, dai colleghi del 5 Stelle, la comunicazione che i 5 Stelle svolgono una funzione educativa sull'abbandono dell'auto a favore del ricorso alla mobilità pubblica. Domanda: come sosterrà la mobilità pubblica questo nuovo paese che arriva lì? Seconda domanda. Sono previsti 2300 posti di parcheggio privato, chi li gestisce? Boh, non si sa. A domanda, posta in Commissione al Vice Sindaco, la risposta è stata:"Sì, ci saranno dei parcheggi privati, quelli necessari" e perché li decide con l'accordo di programma questa maggioranza, è logico che saranno soltanto quelli necessari. Quindi manca un'idea di disegno unitario della città rispetto a queste nuove funzioni e, dicono tutti, progetto grandioso, investimento straordinario, rilevanza internazionale. E infatti son venuti i rappresentanti dell'Ordine degli Architetti a chiedere il concorso di progettazione. Un concorso di progettazione non è, per sé, l'unico strumento, ma ha una virtù, ha la virtù che per fare un concorso di progettazione, bisogna dare delle indicazioni preliminari, con tutte le informazioni disponibili, quindi con tutte le suggestioni possibili, con tutti gli indirizzi immaginabili, con tutte, so che vi fa venite l'orticaria, le visioni che si possono mettere in campo. E, successivamente, al concorso di progettazione, c'è un dopo, rendere espliciti, aprire un dibattito pubblico, le débat public, che piace molto, sulle diverse soluzioni progettuali. Non si fa il concorso di progettazione, si fa la scelta del rapporto pubblico-privato, attraverso il dialogo competitivo, perché quella è la scelta della Regione Piemonte. E, quindi, viene meno un altro elemento di democrazia. Allora, cosa ci mettete nella vostra mozione, che il concorso di progettazione era una delle modalità di partecipazione pubblica e poi faremo tanta partecipazione, progettazione partecipata, magari, sulle soluzioni del verde, magari sui tetti che vengono ipotizzate nelle possibili trasformazioni degli spazi che residuano. Quindi, questo accordo di programma è una burocratica trascrizione degli indirizzi forniti dagli altri soggetti attuatori e la Città ha completamente rinunciato al proprio ruolo di indirizzo e di programmazione, nel campo della riorganizzazione delle attività sanitarie, ma anche nel campo dell'urbanistica. Questo è un gravissimo peccato, per quello che riguarda i cittadini torinesi; è una grave colpa per quello che riguarda il giudizio su questa Giunta. ARTESIO Eleonora (INTERVENTO FUORI MICROFONO). |