Interventi |
ROSSO Roberto Innanzitutto volevo ringraziare il Gruppo dei 5 Stelle che mi consente oggi di presentare, probabilmente con buon esito, questa mozione, che a mio giudizio è una cosa innovativa e positiva per la Città di Torino perché è la prima città, tra le grandi città italiane, che esprime la propria solidarietà ad un popolo, in questo momento in difficoltà, come quello catalano ed invita, in base ad un emendamento che ho messo alla mozione, l'Istituzione europea a prendere in considerazione - diversamente da come ha fatto in modo abbastanza vigliacco - la questione a livello internazionale e a livello europeo. Questi due popoli, catalano e castigliano, hanno convissuto per secoli in modo abbastanza strano. Inizialmente convivevano per via dell'unificazione dei regni e per via matrimoniale, dopo il 700 una parte, quella castigliana, vinse nella Guerra di Successione Spagnola e costrinse l'altra parte ad addomesticarsi al volere castigliano attraverso l'uccisione di decine di migliaia di persone, attraverso l'imposizione della lingua castigliana, come unica lingua anche ai catalani, e attraverso il coraggio che queste persone, il popolo catalano, ha avuto di salvare la propria lingua per tre secoli nonostante si andasse in galera per il solo fatto di pronunciare una sola parola in catalano. Dopo il regime monarchico castigliano hanno avuto poi la sventura di subire due dittature, l'ultima delle quali quella franchista, e per ulteriore corredo hanno avuto anche la sfortuna che il partito oggi al governo in Spagna è un partito falsamente democristiano, ma in realtà franchista, quello di Jose Aznar e quello di Rajoy che impedisce di fatto a quel popolo di trovare una soluzione alla propria richiesta di autonomia. Dieci, quindici anni fa il partito socialista, lo dico senza avere nessun interesse di tipo politico nei confronti di quello di cui sto parlando, ma il partito socialista, onestamente, ebbe il coraggio di dare una Carta di Autonomia pari a quella basca anche ai catalani. Arrivò Aznar e cancellò immediatamente questa norma con una Corte Costituzionale spagnola asservita, in modo fascista, a questi voleri che venivano espressi in sede politica dal partito prima di Aznar e poi di Rajoy. Oggi abbiamo avuto un'ulteriore accelerazione del processo che dall'autonomia si è spostato all'indipendenza. Erano in minoranza gli indipendentisti fino a qualche anno fa, sono diventati oggi una probabile maggioranza nel paese, perché un popolo non può sempre essere costretto in condizioni di sudditanza ad un altro popolo. Credo che sia opportuno che in qualsiasi parte del mondo un popolo voglia esprime il proprio diritto all'autonomia, possa essere richiesto di esprimerla. Io non sto dicendo che sia giusto o sbagliato separare la Catalogna dalla Spagna, ma come un leader liberale come Cameron fece questo esperimento a livello europeo in Gran Bretagna chiedendo agli scozzesi di esprimersi sul loro diritto all'indipendenza o meno e gli scozzesi, liberamente, decisero di rimanere con la Gran Bretagna, non vedo perché una cosa analoga, almeno in termini di autonomia se non di indipendenza, non debba essere riconosciuta anche al popolo catalano. L'ottusità con cui Rajoy si è espresso fino ad oggi ha impedito questa possibilità. Il peggio del vecchio regime franchista si è unito, in questo caso anche addirittura attraverso i falangisti catalani, a questa posizione e quindi questo popolo si è trovato nella condizione di dover votare la propria indipendenza in un referendum con la Polizia Civile spagnola che sparava proiettili di gomma a chi andava a cercare di far valere il proprio voto: 840 persone ferite in quell'occasione con milioni di schede sequestrate, con migliaia di urne sequestrate e così via. Oggi la gran parte degli esponenti del governo catalano sono in galera per due reati: quello di ribellione, quello di sedizione, da tipico processo penale fascista, perché non esistono in nessun ordinamento liberale del mondo i reati di ribellione e sedizione. In questo Paese purtroppo c'è questa condizione e questi sono agli arresti con il rischio di 30 anni di galera. Ecco, io mi auguro che ci possa essere una condivisione ampia al processo di autonomia, eventualmente di indipendenza catalana attraverso la libertà della loro scelta, siano loro decisori del proprio destino. C'era una bella indicazione che Schiller dava nel suo Guglielmo Tell "innalzi la libertà la propria bandiera", anche io credo che qualsiasi uomo o donna libera del mondo dovrebbe avere questa come riferimento e chiave di volta, quella che sia la libertà ad innalzare la propria bandiera e a decidere in che direzione si muove un popolo, noi dovremmo soltanto essere certificatori del fatto che in democrazia è la popolazione a scegliersi il proprio destino, l'hanno fatto i norvegesi separandosi dagli svedesi, gli islandesi separandosi dai danesi, gli slovacchi separandosi dai cechi, i croati, gli sloveni, i macedoni e i kosovari separandosi dai serbi, non vedo perché sia consentito fare questo quando lo si fa a danno di nemici dell'America come era in quel caso la Jugoslavia e invece non lo si doveva fare quando si fa a danni di amici in America come in questo caso la Spagna, io penso che una regola debba valere per tutti e sempre. |