Interventi |
ROLANDO Sergio (Assessore) Questa delibera è stata, anche stamane, compiutamente e dettagliatamente illustrata in I Commissione. Mi preme sottolineare, che essa si inquadra ovviamente nel percorso iniziato con l'articolo 58 bis del Decreto Legge 69/2013. Già da tempo la Città di Torino partecipando a tale programma (ricordo soprattutto la delibera del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2015) ha avviato tutte le attività, valutandole caso per caso, di recepimento di istanze che riguardavano beni demaniali. Questa delibera si preoccupa di aree, richieste di trasferimento del demanio che sono: in Torino, marciapiede asfaltato in via Fratelli Fornaca; marciapiede asfaltato più sedime in via Santa Maria Mazzarello angolo strada Antica di Grugliasco; marciapiede asfaltato ad uso pubblico semicarreggiata di via Veglia, e poi c'è un'aggiunta di altre tre aree, precedentemente incluse in pratica di richiesta dello scorso programma di federalismo demaniale, non successivamente acquistate, ovvero acquisite solo parzialmente per problematiche di identificazione catastale. Queste altre aree sono allargamento di via Guido Reni, corso Alamanno e via Veglia; sedime stradale di via Mazzarello, interno 30 particella 516 del foglio 1293 e campo tiro al volo Martinetto. Gli immobili oggetto di trasferimento non sono produttivi di reddito per il demanio. Non trova applicazione il comma 7 dell'articolo 56 in materia di riduzione di entrate erariali. Tali sedimi sono di fatto già in pieno utilizzo della Civica Amministrazione in quanto aree costituenti porzioni di sedimi stradali su cui viene svolta l'attività manutentiva utilizzata dalla Città di Torino, a viabilità senza corrispettivo e pertanto non produttive di alcun reddito. Ai fini della quantificazione della redditività dei cespiti immobiliari trasferendi, ai sensi dell'articolo 5 Decreto Legislativo 85, in considerazione del parere 87488 del 12 novembre 2012 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, le aree da acquisirsi sottoelencate verranno mantenute a viabilità cittadina. Gli alloggi trasferiti andranno a far parte del patrimonio disponibile del Comune di Torino. La normativa stabilisce altresì che i beni acquisiti non risulteranno effettivamente utilizzati dall'ente oltre tre anni; gli stessi rientreranno nella disponibilità dello Stato. La Giunta chiede al Consiglio autorizzazione a procedere. |