Interventi |
GIACOSA Chiara Grazie Presidente. Oggi sono state spese moltissime parole, già nei giorni scorsi, forse ancora di più tramite la stampa. Io vorrei cercare di fare riflettere chi oggi ci accusa di essere degli incompetenti, di non avere una visione futura di Torino. Vorrei far riflettere, anche se nutro qualche dubbio sull'efficienza del mio messaggio, purtroppo, chi Torino l'ha governata, nel bene e nel male, per troppi anni. Ce la ricordiamo tutti la favoletta della cicala e della formica? Una allegra cicala cantava su un ramo di un albero, mentre una lunga fila di formiche faticava nel trasportare chicchi di grano. La cicala si rivolge alle formiche e chiede perché loro dovessero lavorare così tanto quando avrebbero potuto solo cantare. Ma le formiche, instancabili, continuavano il loro lavoro, per preparare le provviste dell'inverno. L'estate è lunga, c'è tempo per fare provviste prima che arriva l'inverno. Per tutta l'estate la cicala continua a cantare e le formiche continuano a lavorare, contiamo le estati del 2006, del 2007, del 2008 e seguenti. I giorni passano veloci, così come le settimane e i mesi e gli anni, arriva l'autunno, facciamo l'autunno del 2015. Nella metafora, se non fosse chiaro, la cicala sono le Amministrazioni di centrosinistra degli ultimi 20 anni; le formiche sono gli 800.000 torinesi, di cui 5000 dipendenti della partecipata GTT, con il piccolo dettaglio che la cicala stava banchettando con il loro grano, inscenando fasti e luculliani banchetti, inscenando. Tornando molto velocemente alla favola, una sera la cicala vide una luce lontana, e si avvicinò chiedendo di potere entrare, giugno 2016; le formiche non la fecero entrare, quelle formiche che avevano lavorato così duramente per il bene di tutti, ed erano state prese in giro dalla cicala canterina. "Hai cantato?" Replicarono le formiche. "E ora balla" . La favola ci insegna che in qualsiasi faccenda chi vuole evitare dolori e rischi, o almeno limitarli, non deve essere negligente, ma soprattutto deve dire la verità. Ora nel 2017, a ballare fuori metafora e con un senso completamente diverso, tutt'altro che gioioso, non siamo solo noi Consiglieri del Movimento 5 Stelle, ma siamo tutti noi cittadini di Torino, compresi i cittadini che erano qua sotto a manifestare. È questo, Presidente, che i nostri colleghi delle minoranze non capiscono, o meglio, stando agli elementi riportati dalla stampa questa mattina, fingono di non sapere. E noi Movimento 5 Stelle, lo abbiamo già detto molte volte. La responsabilità di sopperire alla mancanza di scorte durante l'estate (passatemi l'ennesima metafora) ce la prendiamo, eccome che ce la prendiamo; prendiamo gli insulti, le urla, e anche la responsabilità di cercare di mettere a posto le cose. Permettetemi ancora di dire che la negligenza delle numerose cicale che sono state a capo dell'Amministrazione della città si riversa, oggi, tutto in una volta, sui cittadini ignari del fatto che i canti del passato servivano solo a stordirli, negando loro la realtà dei fatti. Ma i cittadini iniziano a capire, è già da un po' che stanno aprendo gli occhi. I giornali di questa mattina, faranno aprire ulteriormente gli occhi a chi è ancora confuso dai canti delle cicale del passato. Più volte, in questa Aula abbiamo sentito: "abbiamo lasciato la città in ordine"; "i debiti sono stati fatti per permettere a Torino di rivivere con le grandi opere", pensiamo alle Olimpiadi. I problemi dei conti di Torino sono nati con le Olimpiadi e poi si è cercato di nascondere le cose. Non sono parole mie ne di qualche appartenente al Movimento che così, orgogliosamente, rappresento, oggi ancora di più. Sono parole attribuite dalla stampa a un esponente di spicco del PD Torinese. Torino non si meritava questo, Torino non si merita questo. I cittadini torinesi non si sono mai meritati canti fasulli e fuorvianti ma li hanno subiti per molti, troppi anni. Torino si merita lealtà, verità e presa di responsabilità, una volta per tutte, da chi amministra la città. Anche per questo, sarebbe auspicabile che chi disse, o meglio scrisse, cito:"cara Appendino, chi c'era prima di lei ha trasformato Torino, ha fatto la Metropolitana, le Olimpiadi, ha riqualificato il centro ed ha reso Torino una meta turistica e un polo culturale internazionale. Ha dimostrato capacità di governo, con i fatti, per ben 23 anni, realizzando le cose, governando i conti, e non con le parole vacue che lei continua ad usare". Ribadisco Presidente, sarebbe auspicabile che l'autore facesse un deciso passo indietro e si dimettesse seduta stante, forse anche solo per rispetto della cittadinanza torinese, che per 23 anni è stata tragicamente allietata dai canti delle cicale. O, se la vuole vedere in maniera più egoistica, come un ultimo tentativo, di salvare la dignità. Grazie. |