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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Luglio 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 31
MOZIONE 2017-02481
"REVOCA ORDINANZA N. 46" PRESENTATA IN DATA 23 GIUGNO 2017 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Questa mozione era stata presentata con richiesta ai Capigruppo di applicazione della procedura
d'urgenza che non fu in quella occasione consentita, e quindi ci troviamo a discuterne ora
parzialmente fuori tempo, per quanto le motivazioni che avevano indotto me ed altri colleghi a
presentare questa mozione siano tuttora valide. In altra epoca storica, magari in quella che ricorreva,
come ricordo, in quest'aula, quando la politica assume delle decisioni al di fuori di un quadro
d'insieme, e quindi con una scarsa difficoltà di prevedere le conseguenze delle decisioni prese, si
diceva che quella politica adottava la politica del carciofo, cioè sfogliava una foglia per volta. Ed è
esattamente quello che io credo si stia facendo in ordine ai provvedimenti che hanno riguardato e
che riguardano le misure di contrasto a quella che viene definita "mala movida" o se vogliamo le
misure di contrasto agli eccessi relativi ad una particolare concentrazione in determinate ore, in
parti distinte della città. In modo particolare l'attenzione di questa mozione si appuntava sulla
mozione n. 46, vale a dire i divieti di vendita dopo le ore 20.00 di alcolici e di super alcolici. In
modo particolare, l'impossibilità in quei contesti territoriali, definiti dalla ordinanza contingibile
urgente, che per essere tale doveva definire dei perimetri nella città e per essere tale, cioè, per
imporre quel tipo di restrizioni, doveva anche ispirarsi a normative particolarmente stringenti,
assegnate ai Sindaci, esclusivamente in forza di una nuova legislazione nazionale, che era la
cosiddetta definizione Daspo urbano dei Decreti Minniti. Sulla questione, due sono le obiezioni che
ponevo e che vorrei ricordare, anche se sono abbastanza scoraggiata dalla qualità della discussione
che si è svolta in Commissione Consiliare, e quindi immagino che la granitica certezza con la quale
la Maggioranza procede sostenendo la propria Giunta non consentirà di introdurre la visione di
insieme che io credevo auspicabile. La prima osservazione, che è inconfutabile, in questo Consiglio
Comunale è in corso di discussione un atto volto a valutare se sia opportuno o non opportuno da
parte del Sindaco di avvalersi dei poteri straordinari che sono conferiti dai cosiddetti Decreti
Minniti poi trasformati in Legge; la discussione non si è conclusa, ma la Sindaca e
l'Amministrazione decidono di anticiparne l'esito adottando appunto le prerogative del Decreto
Minniti. La seconda questione, invece, è ovviamente oggetto di valutazione ed è il modo con il
quale si pensa di conciliare un insieme di interessi che gravitano nelle aree interessate e che nasce,
questo tema della conciliazione, anche da un processo storico di un certo periodo di tempo, e quindi
è reso ulteriormente complesso e necessita di una lettura almeno longitudinale. Qual è la questione?
La questione è la conciliazione degli interessi tra coloro che risiedono nelle aree interessate, e che
rivendicano anche attraverso l'impostazione di comitati il proprio diritto al riposo. Il secondo livello
di interesse sono gli interessi economici prevalentemente commerciali coinvolti nell'area; il terzo
livello di interesse è il piacere di vivere quelle parti del territorio da parte di coloro che vi si recano
per attività di intrattenimento o che vi risiedono ma vogliono godere delle attività di
intrattenimento. Dicevo che sempre la conciliazione è complessa, ma ancora lo è di più in zone che
sono state agli occhi della Pubblica Amministrazione e dell'informazione generale per aver vissuto
stagioni differenti da quelle che stiamo vivendo adesso. Ad esempio voglio citare, quanto alla fine
degli anni '90 e all'inizio degli anni 2000, la Circoscrizione e in modo particolare quelle aree di S.
Salvario, fossero all'attenzione della politica, non tanto perché vi si concentrassero i momenti di
loisir e l'attrazione di fasce giovanili o di altri frequentatori e consumatori, quanto perché quella
zona stessa era rappresentata come una zona lasciata in balia della microcriminalità e di fenomeni
migratori incontrollati, e in quanto tale, inesorabilmente, consegnata al degrado. Devo dire che,
allora, quello che i Comitati dei residenti richiedevano era diverso dal tema del diritto al silenzio e
del diritto al riposo, era il diritto alla sicurezza e il modo con il quale, attraverso approcci integrati,
si era affrontata quella tematica della vivibilità era esattamente quello di sostituire l'occupazione dei
territori...

ARTESIO Eleonora
Benissimo, di sostituire l'occupazione dei territori con attività positive. Mi fermo qui e lascio agli
altri colleghi che hanno sottoscritto di completare il ragionamento.

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