Servizio Centrale Consiglio Comunale

2011 04887/002

CITTÀ DI TORINO

 

INTERPELLANZA: "CENSURA GTT DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA DELLA FRANCOMINA E DICHIARAZIONI DELL'ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITÀ DELLA CITTÀ DI TORINO" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE VIALE IN DATA 16 SETTEMBRE 2011.

 

Il sottoscritto Consigliere Comunale,

 

PREMESSO CHE

 

-        la censura è sempre un fatto importante perché riguarda i diritti dei cittadini e l'evoluzione del costume;

-        la GTT avrebbe censurato uno o più manifesti dei sei che costituiscono la campagna, nella quale non sono peraltro raffigurate immagini oscene;

-        l'Assessore alle Pari Opportunità avrebbe condiviso la censura e la estenderebbe a tutta la campagna, come è accaduto a Roma ed in molte Amministrazioni governate dal centrodestra;

-        gli slogan della campagna, sia nella versione italiana e sia nella versione inglese, sono equilibrati e rappresentano l'evoluzione del costume, come confermano le vicende personali del Presidente del Consiglio e di altri personaggi pubblici della vita politica, imprenditoriale, sportiva e dello spettacolo. "Sono Chiara, mi piacciono le donne e non amo i motori. I am Clare, I like women and don't love wheels. Sono Maria, non sono vergine ed ho una forte spiritualità. I am Mary, I am not virgin and I have a strong personality. Sono Maddalena, sono una escort e non sono una ragazza facile. I'm Madeleine, I am an escort and I'm not an easy girl. Sono Emma, ho tre figli e a lavoro comando io. I'm Emma, I've got three children and at work I'm the boss. Sono Eva, mi piacciono le mele, e non cedo sempre alle tentazioni. I'm Eve, I like apples and I don't always give in to temptation";

-        le finalità e lo spirito della campagna sono ben spiegate nella presentazione, che rappresenta comunque un legittimo esercizio della libertà di espressione, il cui testo è "I luoghi comuni, si sa, dominano il nostro mondo. E' un dominio, questo, particolarmente irritante, se si passa nello specifico a quelli relativi al 'gentil sesso'. Dall'intramontabile binomio di 'bella e cretina' a quello, in senso opposto, di 'brutta e intelligente', la donna risulta essere, ancora oggi, oggetto di fastidiosissimi e usurati cliché. Una scienziata sarà di certo brutta, mentre una massaggiatrice dovrà necessariamente essere bella e (ovviamente) 'disponibile', così come un'affascinante donna della politica susciterà, a livello conscio o inconscio, maliziosi dubbi sui modi della sua ascesa sociale. Insomma, dopo decenni di discorsi su emancipazione e parità, si potrebbe brutalmente dire che spesso portare la minigonna è ancora oggi sinonimo di facilità di costumi, essere una donna in carriera è ancora oggi sinonimo di madre snaturata e così via, secondo un decalogo davvero poco incoraggiante. E' proprio contro questi luoghi comuni che vuole combattere, attraverso la sua campagna pubblicitaria, il marchio Francomina. In un momento in cui si parla, in maniera sempre più frequente, di mercificazione del corpo femminile, di escort, di par condicio, di quote rosa, di diritti violati, il marchio vuole puntare il dito e far riflettere sul grado di maschilismo che domina ancora la nostra società. A questo maschilismo, latente e patente, si vuole contrapporre il valore conturbante e rivoluzionario della bellezza. La figura femminile, sulla quale Francomina intende porre l'attenzione, è quella pronta a sfatare naturalmente i luoghi comuni precedentemente citati. Ci troviamo, quindi, di fronte a una donna in evoluzione. Si strizza l'occhio, a voler semplificare, verso quelle donne che hanno il coraggio di essere se stesse, verso quelle donne che hanno cuore, cervello e attributi, verso quelle donne che rispettano il proprio corpo fino al punto di avere l'audacia di mostrarlo, verso quelle donne consapevoli che esprimere la propria femminilità non è un peccato";

-        è libera facoltà di ogni cittadino non acquistare i prodotti di una campagna che non condivide;

 

INTERPELLA 

 

Il Sindaco e l'Assessore compete per sapere:

1)      se conosce la campagna;

2)      se condivide le censura di GTT;

3)      se condivide la censura dell'Assessore alle Pari Opportunità;

4)      se tale censura è coerente con il paragrafo della deliberazione di indirizzo, laddove si parla di Torino Capitale dei Diritti;

5)      se l'immagine di una città bacchettona sia coerente con gli impegni di una città "friendly";

6)      se intende mantenere la delega per le Pari Opportunità all'attuale Assessore o se intende attribuirle anche quella al Comune Senso del Pudore;

7)      se, oggi, venti anni dopo, ritiene di condividere la censura di allora all'immagine di un bacio tra un giovane vestito da prete e una giovane vestita da suora di Oliviero Toscani e cosa farebbe se un suo Assessore la censurasse.

 

F.to Silvio Viale